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Autore: milly92    31/03/2009    10 recensioni
Debora è una normalissima ragazza di quasi sedici anni che purtroppo non esita a sentirsi “Sfigata” in ogni occasione, così decide di partecipare ai provini per diventare la “Life coach” del suo aspirante cantante preferito di un programma musicale, Music’s Planet, che si chiama Niko. Con suo grande stupore ce la fà, ma purtroppo per lei quell’evento non è un arrivo, bensì un inizio: ce la farà a vivere nel frenetico mondo della tv, dove contano solo l’aspetto esteriore, i soldi e il potere? Resisterà alle varie offese, orari stancanti e un certo aspirante cantante che la manda in tilt? E se poi all'affetto per Niko si aggiungesse anche quello per Andrea, basato più sul sentimento che sull'aspetto esteriore?? Dedicata a tutti coloro che amano sognare un (bel) po’ e che sanno che essere adolescenti e crescere NON è assolutamente semplice… Baci, milly92 ^^
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Just Believe In Yourself- Debora's Confessions'
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Epilogo: La Fine Dell'Inizio

… E così, dopo ben 7 mesi e 12 giorni, ecco che questa fic è giunta al termine. Dalle vostre recensioni ho avuto modo di capire che almeno un po’ Deb e i suoi amici vi hanno fatto appassionare, ridere, fatto tifare per un bacio o una litigata che non arrivava, trepidare con i loro casini, e sono felice che così sia stato, perché credo che le fan fiction servano proprio a questo, sfuggire per qualche minuto da questa realtà a volte un po’ troppo noiosa e sognare ad occhi aperti.

Non so davvero cosa dire, se non ringraziarvi per il vostro amorevole supporto, perché se così non fosse stato la storia non sarebbe mai giunta fino a questo punto. Mi avete spronata a scrivere e ad impegnarmi sempre di più, e questa è una delle cose più belle che possono accadere quando si scrive una fic.

Grazie mille a tutti coloro che hanno recensito los corso cap, ovvero vero15star, Smemo92, _new_Moon_ e 95_angy_95, a tutti coloro che hanno letto, recensito gli altri cap e che hanno inserito la fic tra i preferiti.

Non voglio essere melodrammatica, ma purtroppo non posso fare a meno di emozionarmi un po’ ogni volta che devo mettere quel fatidico ”Si” vicino a “Completa”.

Ma, se volete, già da venerdì 3 aprile Deb e gli altri ritorneranno in questa sezione con “Confessions of a future Bride” perché se pensate che la cosa sia finita qui, beh, vi sbagliate di grosso!  =D

Ancora grazie, e, come disse qualcuno un po’ prima di me… “… Questa conclusione, benché trovata da povera gente, c’è parsa così giusta,che abbiam pensato di metterla qui, come il sugo di tutta la storia. La quale, se non v’è dispiaciuta affatto, vogliatene bene a chi l’ha scritta, e anche un pochino a chi l’ha raccomodata. Ma se invece fossimo riusciti ad annoiarvi, credete che non s’è fatto apposta” xD.

La vostra milly92.

Epilogo

La Fine Dell’inizio

“… Quindi, sono lieta di dirvi che questa stasera, qui a “Storie e V.I.P.”, abbiamo un’ospite d‘onore! Negli ultimi sei mesi, il suo libro ha venduto milioni di copie e ormai è l’icona degli scrittori dei teenagers! A soli vent’anni, ecco qui la reginetta delle librerie, Debora Di Bene, accompagnata dal suo fidanzato da più di un anno, Andrea Romani!”.

Mi sentii traballare quando udii il mio nome echeggiare per tutto lo studio insieme a quello di Andrea, ma mi imposi di sorridere e fingere che per me fosse una cosa da niente essere in un programma televisivo come “V.I.P.”.

Presi la mano di Andrea tra le mie e la strinsi forte mentre la porta dello studio si apriva e ci invitava ad avanzare. “Calma” mormorò Andrea tra i denti, mentre passavamo su una specie di passerella e ci avvicinavamo a Silvia che avanzava verso di noi, radiosa nel suo completo di seta bianca.

Il pubblico scoppiò in un lunghissimo applauso e quasi mi sentii  svenire per l’emozione, conscia del fatto che milioni di persone mi stessero guardando.

Silvia  aveva insistito circa la mia partecipazione al suo nuovo programma, e così eccomi lì a sponsorizzare il mio libro, che per fortuna si era rivelato un modesto successo.

“Allora, Debora, tu frequenti il mondo dei personaggi famosi da un bel po’ di tempo, ma ora come ti senti nell’essere anche tu una di loro?” mi domandò Silvia dopo i primi inconvenevoli.

“E’ strano, anche se io non mi definisco ancora tale, dopotutto ho scritto un libro, non sono una show girl, un’attrice o una cantante…” risposi, sentendomi decisamente stupida.

“Non farci caso Silvia, non cambierà mai” sghignazzò Andrea quando lei fece una specie di smorfia.

“Ma dico io, come devo fare con te? Se si potesse comprare un po’ di autostima te ne regalerei a quintali!” esclamò lei, tuttavia ridendo e abbracciandomi, mentre tutto il pubblico applaudiva.

“Mmm, guarda, sono secoli che la cerco e non ci sono riuscita…” ironizzai.

Silvia fece un piccolo cenno. “Allora, raccontaci un po’ la tua vita a partire dall’ultimo anno, quando ti sei trasferita a Roma”.

“Lo scorso agosto mi sono trasferita a Roma per motivi di studio, infatti mi sono iscritta alla facoltà di lingue, e sono andata a vivere con Rossella ed Eliana. E’ lì che mi sono rivista con Andrea dopo tre anni, e ci siamo rimessi insieme” lo guardai e notai che accennò un sorriso. “Poi, saputa la notizia della gravidanza di Eliana, io, Rossella, il resto dei Gold Boyz e Niko, il suo attuale marito, abbiamo trascorso nove mesi tra dottori e negozi di vestiti per bambini. E’ stato un bellissimo periodo, che ha avuto il culmine con il matrimonio di Niko ed Eliana, e subito dopo è uscito il romanzo, grazie ad Andrea che ha contattato Camillo e grazie anche a te che mi hai raggiunta quella sera insieme a lui!”. Quella sera… Una delle più bella della mia vita, pensai tra me e me.

Silvia fece una specie di inchino e continuò a sparare domande per un’altra mezz’ora.

Quando l’intervista terminò uscii dallo studio molto frastornata ed emozionata, e ringraziai Andrea  dato che se non fosse stato per lui non sarei mai riuscita a trovare il mio camerino.

“Erano anni che non provavo l’emozione di entrare in uno studio televisivo” mormorai, accasciandomi su un divanetto e facendogli segno di  avvicinarsi a me. Ubbidii, e mi circondò le spalle con le braccia.

“Abituati, amore, che mercoledì ti vogliono quelli di Rai Uno” mi ricordò. Tremai alla sola idea.

“Che effetto ti ha fatto mostrarti in pubblico con me?” gli domandai, curiosa. Era la prima volta, dopo un  anno e cinque mesi che stavamo insieme, che ci mostravamo in pubblico.

“Ho pensato a tutte le illusioni delle mie povere fan che hai spezzato dal momento in cui mi hai  stretto la mano” sghignazzò. Gli diedi un lieve colpo vicino la spalla, così si affrettò a dire: “E’ stato bello, per la prima volta mi sono sentito completo davanti alle telecamere. Ora tutti sapranno che sei tu la mia ragazza… Deb, la mia ragazza, la mia scrittrice” enfatizzò.

Abbassò  lo sguardo verso di me, che gli avevo circondato la vita con le braccia, e si calò per baciarmi.

Mi aspettavo  un bacio rapido, invece restai piacevolmente sorpresa quando mi trattenne a sé e lo prolungò, facendolo diventare lento e denso.

“Hai chiuso la porta a chiave?” domandò, con le labbra ancora serrate sulle mie.

“Si…” mormorai senza capire,  prima di aprire gli occhi e vedere che il suo sguardo era acceso di passione.

Non riuscii  far altro che ridere, quando invece avrei dovuto dire: “Ma sei pazzo!”,e continuai a lasciarmi baciare mentre sentivo le sue mani esperte cercare la lampo del vestito che indossavo.

Iniziai a sbottonare la sua camicia, liberandomi delle scarpe con il tacco vertiginoso, quando bussarono alla porta. Sobbalzai, mentre Andrea iniziò a ridere per la mia espressione.

“Deb, sono Silvia!”disse la sua voce squillante mentre Andrea mi aiutava a sistemarmi il vestito e contemporaneamente mi rimettevo scarpe.

“Si, un attimo” dissi, controllandomi allo specchio per vedere se era tutto ok. “Non vale, sei sempre più  veloce di me” bisbigliai ad Andrea, che fece una faccia da santarellino mentre aprivo la porta.

Silvia se ne stava davanti a me insieme ad alcuni collaboratori. “Complimenti, tesoro” disse, abbracciandomi nuovamente.

“Grazie, Silvia” feci, sperando di non essere ancora rossa in viso.

“Potresti fare un autografo alle loro figlie?” domandò poi, indicando i due collaboratori alle sue  spalle.

Sorrisi, come tutte le volte che me lo chiedevano. Ancora mi ci abituavo. Firmai gli autografi e salutai i due uomini che si allontanarono.

“Ma le sorprese non sono finite qui. Oggi, ventidue gennaio, dopo circa tre mesi che non li vedevate… I vostri genitori sono qui!” esclamò lei in stile Raffaella Carrà, radiosa, mentre io ed Andrea sobbalzavamo al suono della parola “vostri”.

Ognuno di noi non aveva mai conosciuto i genitori dell’altro, quindi l’idea di farli conoscere tra loro era remotamente lontana!

Andrea si avvicinò mentre le nostre famiglie spuntavano da uno dei camerini, e a stento riconobbi mia madre, tutta acchitata nel suo vestito nero, e mio padre, più serio che mai nel suo completo grigio. Dietro di loro, mio fratello, ormai diciassettenne, sorrideva beffardo, e una ragazza un po’ più grande di me, con lunghi capelli corvini e il taglio degli occhi identico a quello di Andrea mi fece un piccolo cenno.

Feci un faccia ancora più confusa nel vedere una coppia sulla cinquantina avvicinarsi, composta da una donna bassina tutta sorridente, con i capelli ne avvolti in una crocchia, e un uomo alto quanto Andrea che ci sorrideva dietro dei simpatici baffi. Solo in quel momento registrai il fatto di non essermi mai domandata che aspetto avessero i suoi genitori.

Si alzò un coro di: “Mamma!”, “Papà!”, “Deb!” e “Andrea!”, e quasi quasi mi sentii svenire mentre le braccia dei miei genitori mi avvolgevano.

“Tesoro, ormai non vieni più a Maddaloni da quando sei famosa!” mi rimbrottò mamma.

“Mamma, ma cosa dici…”  risposi, mentre toccava a papà stringermi.

“Dobbiamo farci qualche foto insieme,nessuno crede che tu sei mia figlia!” ironizzò.

Risi nervosamente, prima di abbracciare mio fratello, più alto che mai. “E vero che vogliono fare il film sul tuo libro?” domandò.

“Si, ma  solo un’idea” risposi.

Ci separammo,  e cadde un silenzio imbarazzato. Mio padre guardava Andrea con aria quasi minacciosa, mia madre sorrideva a sua madre, che mi stava fissando.

“Andrea,  non ci presenti la tua fidanzata?” disse dolcemente, avanzando. Lanciai uno sguardo impaurito a Silvia, che se ne stava un po’ in disparte a guardare la scena. Mi fece segno di sorridere e tentai di ubbidire.

“Ma certo, mamma, papà, vi presento Debora” disse con la sua voce melodiosa, al momento seria ma quasi emozionata.

Mi ci vollero un paio di sforzi per allungare la mano e stringere quella della signora, che disse: “Finalmente ti conosco! Sono Elisa” e quella del signore che disse: “Giulio, piacere di conoscerti, Debora”.

La ragazza, invece, sorpassò i genitori e mi abbracciò inaspettatamente, lasciandomi confusa ed imbarazzata. “Ciao, Debora, io sono Vittoria, sono sicura che diventeremo ottime amiche! Come sono felce di sapere che sei tu la ragazza del mio fratellone!” esclamò, gesticolando in un modo troppo aperto.

“Lo credo anche io, piacere di conoscerti, Vittoria” risposi prima di sorridere, sentendomi più sollevata. Sembravano davvero simpatici!

Ora, però, toccava a me. Mi votai verso i miei. “Mamma, papà, Dario, voi conoscete già Andrea…”  iniziai.

“Lo conosciamo come tuo amico  che è venuto  a prenderti l’anno scorso insieme alla sua band” disse severamente papà… Prima di scoppiare a ridere e tendere gioiosamente la mano ad Andrea che si lasciò coinvolgere dalle risate.

Restai basita, così lo presentai “ufficialmente” anche a mamma e a Dario.

“Abbiamo già conosciuto la tua famiglia, Andrea” disse mamma. “E voglio che tu sappia che siamo felici del tuo fidanzamento con Deb, non poteva scegliere un ragazzo più maturo, diligente e bello!”.

“Si, concordo, anche se poi mi spiegherete cosa è successo a Music’s Planet, ho letto il libro” disse mio fratello.

“Oh, tu  che leggi un libro!” tentai di svicolare, arrossendo.

“Comunque anche noi siamo felici che Andrea stia con te, temevamo che, con la strada del successo che aveva intrapreso, si sarebbe messo con  qualche velina… E invece,eccoci una nuora scrittrice!” disse suo padre.

Nuora?  Ma chi, io? Oddio!

“Ora però verremo con voi a casa vostra e ci resteremo per un po’, così potremo conoscerci meglio, cara!” disse sua madre, prendendo la mia mano tra le sue.

“E faremo shopping insieme” aggiunse Vittoria radiosa.

“Oh, che bello” disse, senza sapere davvero cosa pensare.

“Quanti anni hai, comunque?”continuò la madre, per niente imbarazzata.

“Ne farò ventuno  giugno, signora”.

“Chiamami Elisa, Deb, mi fa sentire vecchia!” disse allegramente. Scoppiammo a ridere, e mi dissi che mia suocera era davvero simpatica.

Così ritornammo  nel nostro palazzo, i miei si fermarono da me e Rossella, che viveva ancora con me dopo le nozze di Eliana,e i suoi dormirono da lui.

Se ne andarono il trenta gennaio, giorno in cui, ritornando a casa mia, trovammo Eliana e Niko con Stella e Daniele che parlottavano con Rossella e Pierre.

“Ehi, chi non muore si rivede!” disse Daniele salutandoci con la mano.

“Scusaci, ma sai, siamo stati indaffarati con le riprese di “Mi presenti i tuoi?”, ihih” risposi, facendo un cenno a Eliana e prendendo Stella in braccio, che sulla soglia dei nove mesi era già bella grossa.

“Abbiamo saputo! Com’è andata?” domandò Niko curioso.

“Benissimo, i suoi genitori sono una forza” rispose Andrea radioso, accarezzando la guancia di Stella. “E suo fratello è davvero simpatico”.

“Si, mi sono trovata davvero bene” concordai. “E tua sorella non è così svampita come  vuole sembrare” aggiunsi, dato che dopo il primo giorno avevo iniziato a pensare che Vittoria fosse un po’ un’ochetta ventitreenne, quando poi si era dimostrata davvero gentile e intelligente.     

Ormai mi sentivo completa, felice, e non solo perché ero riuscita a pubblicare il mio libro con successo. Avevo tutto quello che una mia coetanea potesse desiderare.

“Comunque, guarda qui, sono venuto per farti leggere questo articolo” disse Daniele, passandomi un giornale. “Vai a pagina 53”.

Ubbidii, passando Stella a Rossella, e mi ritrovai davanti a un breve articolo intitolato: “Debora Di Bene dà il volto alla letteratura italiana del secondo decennio del duemila e accende la speranza dei nuovi scrittori italiani”.

Sorpresa, lo lessi insieme ad Andrea mentre gli altri scrutavano la mia reazione.

“A soli vent’anni ha pubblicato il suo primo libro, scritto tra i sedici e  diciannove anni, e grazie a lei il genere autobiografico ritorna di moda. Si, perché Debora Di Bene  è riuscita a rendere una stria personale degna di un romanzo, cambiando solo i nomi dei  personaggi e rendendolo gradito a tutti i ragazzi che amano sognare un po’. Il genere autobiografico è stato sempre giudicato noioso, ed invece, grazie a lei, ecco che questo genere ha inizia a spopolare. Ormai il suo nome è un mito, oltre  fatto che Debora ha dato il buon esempio, mettendo in seconda luce l’immagine della ragazza velina e accentuando quella della ragazza intellettuale. Cosa dire, Debora, speriamo di leggere al più presto un tuo nuovo capolavoro!

Paris D’Aquila”

“Paris?” riuscii solo a dire,sconvolta. “Ma è una presa in giro?”.

“No, una richiesta di scuse se non altro” fece Daniele, godendosela un mondo per la mia espressione. “E’ stata lei a chiamarmi e a dirmi dell’articolo. Ha fatto intendere che si è pentita, ora lavora per un altro giornale, sai”.

Non risposi, dire che ero sorpresa era ben poco. La conoscevo, e faceva gesti simili solo per ottenere qualcosa in cambio.

“Non pensarci, amore” fece Andrea deciso.

Annuii, decisa a non pensarci. Ringraziai il cielo quando Rossella domandò ed Eliana: “Allora, come va la vita matrimoniale?”.

Eliana parve incuriosita da quella domanda, prima di rispondere: “Bene, anche se non ho mai un minuto di tempo per incontrarmi con il produttore. Ma per fortuna ho il marito più paziente del mondo” aggiunse, stringendo la mano di Niko.

Feci un piccolo sorriso vedendo quella scenetta romantica, e mi dissi che era impossibile che quello era il Niko che mi aveva fatto perdere le testa quando ero una ragazzina. Ora lui era famoso, era un padre e un marito.

“No, sai, te lo volevo domandare a titolo informativo” iniziò Rossella, facendo uno strano sorriso. “Sai, dopotutto fra un po’ anche io inizierò la vita matrimoniale”.

Tutti alzammo lo sguardo verso di lei, giusto in tempo per vederla alzare la mano sinistra e mostrarci l’anulare abbellito da un bellissimo anello.

Io ed Eliana trattenemmo il respiro, prima di correre in sua direzione e abbracciarla.

“Auguri!”.

I ragazzi fecero lo stesso con Pierre, e ci bloccammo solo quando venimmo accecati da un flash.

Daniele ci aveva immortalati, brandiva la macchina  fotografica con un sorriso prima di mettere l’autoscatto ed incitarci a mettere in posa. “Così ricorderemo meglio questa serata” spiegò.

Guardai la foto dopo averla scattata e restai a fissarmi, stretta a panino proprio tra Andrea, Niko e Daniele. Sorrisi  tra me e me, prima di mostrarla agli altri.

“E così le coppie di sposi sono salite a due” dissi poco dopo, mentre brindavamo.

“Oh, non fare la vittima, sono sicura che a breve anche tu avrai un bell’anello  all’anulare” disse Niko, seduto a pochi metri di distanza da me. “E se questo non succede, beh , me ne occuperò personalmente con chi di dovere” aggiunse lanciando una finta occhiata sarcastica ad Andrea.

“Se fosse per me quell’anello starebbe già a suo posto ma Deb non ha nemmeno ventun’anni, quindi sa che dovrebbe aspettarsi la proposta tra circa tre quattro - anni, vero amore?” disse lui, mettendomi una mano sulla spalla.

“Certo che si” dissi, e fui felice nel sentire che era la pura verità. Non avevo bisogno di un anello, al momento avevo tutto quello che potevo desiderare, e lo capii ancora di più poco dopo, mentre ero fuori al balcone con Andrea a guardare le stelle.

“Oh, amore, vieni!” mi chiamò all’improvviso, mentre partiva una serie di flash dal cortile su cui si affacciava il balcone.

“Cos…?”.

“I paparazzi!” spiegò, e ciò bastò a farmi rientrare in casa, prima di scoppiare a ridere come una scema insieme a lui.

E l’unica cosa che riuscii a pensare, poi, fu semplicemente: grazie a Dio, pensa se non avessi partecipato a Music’s Planet!

 

Fine

 

  
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