…
E così, dopo ben 7 mesi e 12 giorni, ecco che questa fic è giunta al termine. Dalle
vostre recensioni ho avuto modo di capire che almeno un po’ Deb e i suoi amici
vi hanno fatto appassionare, ridere, fatto tifare per un bacio o una litigata
che non arrivava, trepidare con i loro casini, e sono felice che così sia
stato, perché credo che le fan fiction servano proprio a questo, sfuggire per
qualche minuto da questa realtà a volte un po’ troppo noiosa e sognare ad occhi
aperti.
Non
so davvero cosa dire, se non ringraziarvi per il vostro amorevole supporto, perché
se così non fosse stato la storia non sarebbe mai giunta fino a questo punto.
Mi avete spronata a scrivere e ad impegnarmi sempre di più, e questa è una
delle cose più belle che possono accadere quando si scrive una fic.
Grazie
mille a tutti coloro che hanno recensito los corso cap, ovvero vero15star,
Smemo92, _new_Moon_ e 95_angy_95, a tutti coloro che hanno letto, recensito gli
altri cap e che hanno inserito la fic tra i preferiti.
Non
voglio essere melodrammatica, ma purtroppo non posso fare a meno di emozionarmi
un po’ ogni volta che devo mettere quel fatidico ”Si” vicino a “Completa”.
Ma,
se volete, già da venerdì 3 aprile Deb e gli altri ritorneranno in questa
sezione con “Confessions of a future Bride” perché se pensate che la cosa sia
finita qui, beh, vi sbagliate di grosso!
=D
Ancora
grazie, e, come disse qualcuno un po’ prima di me… “… Questa conclusione, benché
trovata da povera gente, c’è parsa così giusta,che abbiam pensato di metterla
qui, come il sugo di tutta la storia. La quale, se non v’è dispiaciuta affatto,
vogliatene bene a chi l’ha scritta, e anche un pochino a chi l’ha raccomodata.
Ma se invece fossimo riusciti ad annoiarvi, credete che non s’è fatto apposta” xD.
La
vostra milly92.
Epilogo
La Fine Dell’inizio
“…
Quindi, sono lieta di dirvi che questa stasera, qui a “Storie e V.I.P.”,
abbiamo un’ospite d‘onore! Negli ultimi sei mesi, il suo libro ha venduto
milioni di copie e ormai è l’icona degli scrittori dei teenagers! A soli
vent’anni, ecco qui la reginetta delle librerie, Debora Di Bene, accompagnata
dal suo fidanzato da più di un anno, Andrea Romani!”.
Mi
sentii traballare quando udii il mio nome echeggiare per tutto lo studio
insieme a quello di Andrea, ma mi imposi di sorridere e fingere che per me
fosse una cosa da niente essere in un programma televisivo come “V.I.P.”.
Presi
la mano di Andrea tra le mie e la strinsi forte mentre la porta dello studio si
apriva e ci invitava ad avanzare. “Calma” mormorò Andrea tra i denti, mentre
passavamo su una specie di passerella e ci avvicinavamo a Silvia che avanzava
verso di noi, radiosa nel suo completo di seta bianca.
Il
pubblico scoppiò in un lunghissimo applauso e quasi mi sentii svenire per l’emozione, conscia del fatto che
milioni di persone mi stessero guardando.
Silvia aveva insistito circa la mia partecipazione
al suo nuovo programma, e così eccomi lì a sponsorizzare il mio libro, che per
fortuna si era rivelato un modesto successo.
“Allora,
Debora, tu frequenti il mondo dei personaggi famosi da un bel po’ di tempo, ma
ora come ti senti nell’essere anche tu una di loro?” mi domandò Silvia dopo i
primi inconvenevoli.
“E’
strano, anche se io non mi definisco ancora tale, dopotutto ho scritto un
libro, non sono una show girl, un’attrice o una cantante…” risposi, sentendomi
decisamente stupida.
“Non
farci caso Silvia, non cambierà mai” sghignazzò Andrea quando lei fece una
specie di smorfia.
“Ma
dico io, come devo fare con te? Se si potesse comprare un po’ di autostima te
ne regalerei a quintali!” esclamò lei, tuttavia ridendo e abbracciandomi,
mentre tutto il pubblico applaudiva.
“Mmm,
guarda, sono secoli che la cerco e non ci sono riuscita…” ironizzai.
Silvia
fece un piccolo cenno. “Allora, raccontaci un po’ la tua vita a partire
dall’ultimo anno, quando ti sei trasferita a Roma”.
“Lo
scorso agosto mi sono trasferita a Roma per motivi di studio, infatti mi sono
iscritta alla facoltà di lingue, e sono andata a vivere con Rossella ed Eliana.
E’ lì che mi sono rivista con Andrea dopo tre anni, e ci siamo rimessi insieme”
lo guardai e notai che accennò un sorriso. “Poi, saputa la notizia della
gravidanza di Eliana, io, Rossella, il resto dei Gold Boyz e Niko, il suo
attuale marito, abbiamo trascorso nove mesi tra dottori e negozi di vestiti per
bambini. E’ stato un bellissimo periodo, che ha avuto il culmine con il
matrimonio di Niko ed Eliana, e subito dopo è uscito il romanzo, grazie ad
Andrea che ha contattato Camillo e grazie anche a te che mi hai raggiunta
quella sera insieme a lui!”. Quella sera… Una delle più bella della mia vita,
pensai tra me e me.
Silvia
fece una specie di inchino e continuò a sparare domande per un’altra mezz’ora.
Quando
l’intervista terminò uscii dallo studio molto frastornata ed emozionata, e
ringraziai Andrea dato che se non fosse
stato per lui non sarei mai riuscita a trovare il mio camerino.
“Erano
anni che non provavo l’emozione di entrare in uno studio televisivo” mormorai,
accasciandomi su un divanetto e facendogli segno di avvicinarsi a me. Ubbidii, e mi circondò le
spalle con le braccia.
“Abituati,
amore, che mercoledì ti vogliono quelli di Rai Uno” mi ricordò. Tremai alla
sola idea.
“Che
effetto ti ha fatto mostrarti in pubblico con me?” gli domandai, curiosa. Era
la prima volta, dopo un anno e cinque
mesi che stavamo insieme, che ci mostravamo in pubblico.
“Ho
pensato a tutte le illusioni delle mie povere fan che hai spezzato dal momento
in cui mi hai stretto la mano”
sghignazzò. Gli diedi un lieve colpo vicino la spalla, così si affrettò a dire:
“E’ stato bello, per la prima volta mi sono sentito completo davanti alle
telecamere. Ora tutti sapranno che sei tu la mia ragazza… Deb, la mia ragazza,
la mia scrittrice” enfatizzò.
Abbassò lo sguardo verso di me, che gli avevo
circondato la vita con le braccia, e si calò per baciarmi.
Mi
aspettavo un bacio rapido, invece restai
piacevolmente sorpresa quando mi trattenne a sé e lo prolungò, facendolo
diventare lento e denso.
“Hai
chiuso la porta a chiave?” domandò, con le labbra ancora serrate sulle mie.
“Si…”
mormorai senza capire, prima di aprire
gli occhi e vedere che il suo sguardo era acceso di passione.
Non
riuscii far altro che ridere, quando
invece avrei dovuto dire: “Ma sei pazzo!”,e continuai a lasciarmi baciare
mentre sentivo le sue mani esperte cercare la lampo del vestito che indossavo.
Iniziai
a sbottonare la sua camicia, liberandomi delle scarpe con il tacco vertiginoso,
quando bussarono alla porta. Sobbalzai, mentre Andrea iniziò a ridere per la
mia espressione.
“Deb,
sono Silvia!”disse la sua voce squillante mentre Andrea mi aiutava a sistemarmi
il vestito e contemporaneamente mi rimettevo scarpe.
“Si,
un attimo” dissi, controllandomi allo specchio per vedere se era tutto ok. “Non
vale, sei sempre più veloce di me”
bisbigliai ad Andrea, che fece una faccia da santarellino mentre aprivo la
porta.
Silvia
se ne stava davanti a me insieme ad alcuni collaboratori. “Complimenti, tesoro”
disse, abbracciandomi nuovamente.
“Grazie,
Silvia” feci, sperando di non essere ancora rossa in viso.
“Potresti
fare un autografo alle loro figlie?” domandò poi, indicando i due collaboratori
alle sue spalle.
Sorrisi,
come tutte le volte che me lo chiedevano. Ancora mi ci abituavo. Firmai gli
autografi e salutai i due uomini che si allontanarono.
“Ma
le sorprese non sono finite qui. Oggi, ventidue gennaio, dopo circa tre mesi
che non li vedevate… I vostri genitori sono qui!” esclamò lei in stile
Raffaella Carrà, radiosa, mentre io ed Andrea sobbalzavamo al suono della
parola “vostri”.
Ognuno
di noi non aveva mai conosciuto i genitori dell’altro, quindi l’idea di farli
conoscere tra loro era remotamente lontana!
Andrea
si avvicinò mentre le nostre famiglie spuntavano da uno dei camerini, e a
stento riconobbi mia madre, tutta acchitata nel suo vestito nero, e mio padre,
più serio che mai nel suo completo grigio. Dietro di loro, mio fratello, ormai
diciassettenne, sorrideva beffardo, e una ragazza un po’ più grande di me, con
lunghi capelli corvini e il taglio degli occhi identico a quello di Andrea mi
fece un piccolo cenno.
Feci
un faccia ancora più confusa nel vedere una coppia sulla cinquantina
avvicinarsi, composta da una donna bassina tutta sorridente, con i capelli ne
avvolti in una crocchia, e un uomo alto quanto Andrea che ci sorrideva dietro
dei simpatici baffi. Solo in quel momento registrai il fatto di non essermi mai
domandata che aspetto avessero i suoi genitori.
Si
alzò un coro di: “Mamma!”,
“Papà!”, “Deb!” e “Andrea!”,
e quasi quasi mi sentii
svenire mentre le braccia dei miei genitori mi avvolgevano.
“Tesoro,
ormai non vieni più a Maddaloni da quando sei famosa!” mi rimbrottò mamma.
“Mamma,
ma cosa dici…” risposi, mentre toccava a
papà stringermi.
“Dobbiamo
farci qualche foto insieme,nessuno crede che tu sei mia figlia!” ironizzò.
Risi
nervosamente, prima di abbracciare mio fratello, più alto che mai. “E vero che
vogliono fare il film sul tuo libro?” domandò.
“Si,
ma solo un’idea” risposi.
Ci
separammo, e cadde un silenzio
imbarazzato. Mio padre guardava Andrea con aria quasi minacciosa, mia madre
sorrideva a sua madre, che mi stava fissando.
“Andrea, non ci presenti la tua fidanzata?” disse
dolcemente, avanzando. Lanciai uno sguardo impaurito a Silvia, che se ne stava
un po’ in disparte a guardare la scena. Mi fece segno di sorridere e tentai di
ubbidire.
“Ma
certo, mamma, papà, vi presento Debora” disse con la sua voce melodiosa, al
momento seria ma quasi emozionata.
Mi
ci vollero un paio di sforzi per allungare la mano e stringere quella della
signora, che disse: “Finalmente ti conosco! Sono Elisa” e quella del signore
che disse: “Giulio, piacere di conoscerti, Debora”.
La
ragazza, invece, sorpassò i genitori e mi abbracciò inaspettatamente,
lasciandomi confusa ed imbarazzata. “Ciao, Debora, io sono Vittoria, sono
sicura che diventeremo ottime amiche! Come sono felce di sapere che sei tu la
ragazza del mio fratellone!” esclamò, gesticolando in un modo troppo aperto.
“Lo
credo anche io, piacere di conoscerti, Vittoria” risposi prima di sorridere,
sentendomi più sollevata. Sembravano davvero simpatici!
Ora,
però, toccava a me. Mi votai verso i miei. “Mamma, papà, Dario, voi conoscete
già Andrea…” iniziai.
“Lo
conosciamo come tuo amico che è
venuto a prenderti l’anno scorso insieme
alla sua band” disse severamente papà… Prima di scoppiare a ridere e tendere
gioiosamente la mano ad Andrea che si lasciò coinvolgere dalle risate.
Restai
basita, così lo presentai “ufficialmente” anche a mamma e a Dario.
“Abbiamo
già conosciuto la tua famiglia, Andrea” disse mamma. “E voglio che tu sappia
che siamo felici del tuo fidanzamento con Deb, non poteva scegliere un ragazzo
più maturo, diligente e bello!”.
“Si,
concordo, anche se poi mi spiegherete cosa è successo a Music’s Planet, ho
letto il libro” disse mio fratello.
“Oh,
tu che leggi un libro!” tentai di
svicolare, arrossendo.
“Comunque
anche noi siamo felici che Andrea stia con te, temevamo che, con la strada del
successo che aveva intrapreso, si sarebbe messo con qualche velina… E invece,eccoci una nuora
scrittrice!” disse suo padre.
Nuora?
Ma chi, io? Oddio!
“Ora
però verremo con voi a casa vostra e ci resteremo per un po’, così potremo
conoscerci meglio, cara!” disse sua madre, prendendo la mia mano tra le sue.
“E
faremo shopping insieme” aggiunse Vittoria radiosa.
“Oh,
che bello” disse, senza sapere davvero cosa pensare.
“Quanti
anni hai, comunque?”continuò la madre, per niente imbarazzata.
“Ne
farò ventuno giugno, signora”.
“Chiamami
Elisa, Deb, mi fa sentire vecchia!” disse allegramente. Scoppiammo a ridere, e
mi dissi che mia suocera era davvero
simpatica.
Così
ritornammo nel nostro palazzo, i miei si
fermarono da me e Rossella, che viveva ancora con me dopo le nozze di Eliana,e
i suoi dormirono da lui.
Se
ne andarono il trenta gennaio, giorno in cui, ritornando a casa mia, trovammo
Eliana e Niko con Stella e Daniele che parlottavano con Rossella e Pierre.
“Ehi,
chi non muore si rivede!” disse Daniele salutandoci con la mano.
“Scusaci,
ma sai, siamo stati indaffarati con le riprese di “Mi presenti i tuoi?”, ihih”
risposi, facendo un cenno a Eliana e prendendo Stella in braccio, che sulla
soglia dei nove mesi era già bella grossa.
“Abbiamo
saputo! Com’è andata?” domandò Niko curioso.
“Benissimo,
i suoi genitori sono una forza” rispose Andrea radioso, accarezzando la guancia
di Stella. “E suo fratello è davvero simpatico”.
“Si,
mi sono trovata davvero bene” concordai. “E tua sorella non è così svampita
come vuole sembrare” aggiunsi, dato che
dopo il primo giorno avevo iniziato a pensare che Vittoria fosse un po’
un’ochetta ventitreenne, quando poi si era dimostrata davvero gentile e
intelligente.
Ormai
mi sentivo completa, felice, e non solo perché ero riuscita a pubblicare il mio
libro con successo. Avevo tutto quello che una mia coetanea potesse desiderare.
“Comunque,
guarda qui, sono venuto per farti leggere questo articolo” disse Daniele,
passandomi un giornale. “Vai a pagina 53”.
Ubbidii,
passando Stella a Rossella, e mi ritrovai davanti a un breve articolo
intitolato: “Debora Di Bene dà il volto
alla letteratura italiana del secondo decennio del duemila e accende la
speranza dei nuovi scrittori italiani”.
Sorpresa,
lo lessi insieme ad Andrea mentre gli altri scrutavano la mia reazione.
“A soli vent’anni ha pubblicato il suo
primo libro, scritto tra i sedici e
diciannove anni, e grazie a lei il genere autobiografico ritorna di
moda. Si, perché Debora Di Bene è
riuscita a rendere una stria personale degna di un romanzo, cambiando solo i
nomi dei personaggi e rendendolo gradito
a tutti i ragazzi che amano sognare un po’. Il genere autobiografico è stato
sempre giudicato noioso, ed invece, grazie a lei, ecco che questo genere ha
inizia a spopolare. Ormai il suo nome è un mito, oltre fatto che Debora ha dato il buon esempio,
mettendo in seconda luce l’immagine della ragazza velina e accentuando quella
della ragazza intellettuale. Cosa dire, Debora, speriamo di leggere al più
presto un tuo nuovo capolavoro!
Paris
D’Aquila”
“Paris?”
riuscii solo a dire,sconvolta. “Ma è una presa in giro?”.
“No,
una richiesta di scuse se non altro” fece Daniele, godendosela un mondo per la
mia espressione. “E’ stata lei a chiamarmi e a dirmi dell’articolo. Ha fatto
intendere che si è pentita, ora lavora per un altro giornale, sai”.
Non
risposi, dire che ero sorpresa era ben poco. La conoscevo, e faceva gesti
simili solo per ottenere qualcosa in cambio.
“Non
pensarci, amore” fece Andrea deciso.
Annuii,
decisa a non pensarci. Ringraziai il cielo quando Rossella domandò ed Eliana:
“Allora, come va la vita matrimoniale?”.
Eliana
parve incuriosita da quella domanda, prima di rispondere: “Bene, anche se non
ho mai un minuto di tempo per incontrarmi con il produttore. Ma per fortuna ho
il marito più paziente del mondo” aggiunse, stringendo la mano di Niko.
Feci
un piccolo sorriso vedendo quella scenetta romantica, e mi dissi che era
impossibile che quello era il Niko che mi aveva fatto perdere le testa quando
ero una ragazzina. Ora lui era famoso, era un padre e un marito.
“No,
sai, te lo volevo domandare a titolo informativo” iniziò Rossella, facendo uno
strano sorriso. “Sai, dopotutto fra un po’ anche io inizierò la vita
matrimoniale”.
Tutti
alzammo lo sguardo verso di lei, giusto in tempo per vederla alzare la mano
sinistra e mostrarci l’anulare abbellito da un bellissimo anello.
Io
ed Eliana trattenemmo il respiro, prima di correre in sua direzione e
abbracciarla.
“Auguri!”.
I
ragazzi fecero lo stesso con Pierre, e ci bloccammo solo quando venimmo
accecati da un flash.
Daniele
ci aveva immortalati, brandiva la macchina
fotografica con un sorriso prima di mettere l’autoscatto ed incitarci a
mettere in posa. “Così ricorderemo meglio questa serata” spiegò.
Guardai
la foto dopo averla scattata e restai a fissarmi, stretta a panino proprio tra
Andrea, Niko e Daniele. Sorrisi tra me e
me, prima di mostrarla agli altri.
“E
così le coppie di sposi sono salite a due” dissi poco dopo, mentre brindavamo.
“Oh,
non fare la vittima, sono sicura che a breve anche tu avrai un bell’anello all’anulare” disse Niko, seduto a pochi metri
di distanza da me. “E se questo non succede, beh , me ne occuperò personalmente
con chi di dovere” aggiunse lanciando una finta occhiata sarcastica ad Andrea.
“Se
fosse per me quell’anello starebbe già a suo posto ma Deb non ha nemmeno
ventun’anni, quindi sa che dovrebbe aspettarsi la proposta tra circa tre
quattro - anni, vero amore?” disse lui, mettendomi una mano sulla spalla.
“Certo
che si” dissi, e fui felice nel sentire che era la pura verità. Non avevo
bisogno di un anello, al momento avevo tutto quello che potevo desiderare, e lo
capii ancora di più poco dopo, mentre ero fuori al balcone con Andrea a
guardare le stelle.
“Oh,
amore, vieni!” mi chiamò all’improvviso, mentre partiva una serie di flash dal
cortile su cui si affacciava il balcone.
“Cos…?”.
“I
paparazzi!” spiegò, e ciò bastò a farmi rientrare in casa, prima di scoppiare a
ridere come una scema insieme a lui.
E
l’unica cosa che riuscii a pensare, poi, fu semplicemente: grazie a Dio, pensa se
non avessi partecipato a Music’s Planet!
Fine