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Autore: Freaky_Frix    26/03/2016    1 recensioni
«Come ben sapete il signorino» annunciò puntando il dito verso il bambino, «ha picchiato due suoi compagni di classe e ha rotto tre sedie e la porta!»
Piccola one-shot su un momento (assai frequente) dell'infanzia di Rin e.e
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Rin Okumura, Shiro Fujimoto, Yukio Okumura
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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PUNIZIONE
 
L’aveva fatto di nuovo.
Shiro sospirò, massaggiandosi le tempie. Di fronte a lui, Yukio lo guardava, i grandi occhioni azzurri pieni di lacrime, le guance arrossate e gli occhiali appannati.
«Yukio, tu vuoi bene a tuo fratello, vero?» chiese l’uomo.
Il bambino tirò su col naso e annuì.
«Allora smettila di piangere, su» gli disse l’uomo, alzandosi e tirando fuori dalla manica un fazzoletto di stoffa.
Il bambino lo prese e si soffiò il naso, poi si asciugò gli occhi.
«Papà» mormorò il bambino, con voce tremante, «io voglio bene a Rin, però … Un po’ lo odio.»
L’esorcista lo guardò con la coda dell’occhio. Conosceva già i veri sentimenti di Yukio, ma sentirselo dire così, a voce alta, gli suscitò comunque un moto di rabbia e tristezza. Ce la stava mettendo tutta per crescere quei due bambini, ma non poteva ignorare la loro vera natura. Quando un mese prima Yukio era venuto da lui piangendo, affermando di vedere strani insetti che non lo lasciavano in pace, si era ricordato che non avrebbe potuto nascondere la verità per sempre.
Il bambino aveva capito e aveva promesso di non dire niente, ed era quello il motivo per il quale odiava suo fratello. Rin non sapeva, viveva nell’ignoranza, mentre Yukio era consapevole di cosa fosse, di chi fosse davvero suo padre.
Shiro chiuse gli occhi. Come poteva fare?
Alla fine un’idea gli balenò per la mente, e un sorrisetto gli si dipinse in volto.
«Yukio, andiamo!» disse, aprendo la porta dello studio e avviandosi verso la stanza comune.
«Chiama gli altri e di’ loro di farsi trovare tutti nella sala comune!» urlò, girando nel corridoio.
Il bambino osservò la figura dell’uomo allontanarsi di buon umore e, abbastanza sorpreso e confuso, fece quanto gli era stato detto.
 
«Rin! RIN!» urlò Shiro, aprendo la porta ed entrando nella camera dei bambini.
Il piccolo era raggomitolato sul letto, cerotti un po’ ovunque, lo sguardo imbronciato.
«Che vuoi, vecchio?» chiese, lanciandogli un’occhiata.
L’uomo trasalì, poi lo guardò con sguardo di sfida.
«Vecchio?! Piccolo moccioso, sono tuo padre!»
Il bambino lo guardò, con aria diffidente.
Shiro si schiarì la voce.
«Comunque … Muoviti. Andiamo nella sala comune. ORA.»
Rin sbuffò. Aveva già ricevuto la solita lavata di testa. Cos’altro voleva ora?
I due si avviarono, il più grande a grandi passi, il più piccolo che gli saltellava dietro.
Una volta arrivati si trovarono davanti i sacerdoti e Yukio, e tutti gli rivolsero la stessa occhiata confusa.
«Bene, grazie per essere venuti subito» disse Shiro, a volte alta.
«Ora, siamo qui per parlare di un fatto increscioso che si è verificato stamattina a scuola.»
Rin sbuffò, incrociando le braccia.
«Come ben sapete il signorino» annunciò puntando il dito verso il bambino, «ha picchiato due suoi compagni di classe e ha rotto tre sedie e la porta!»
Seguì il silenzio. Vista la mancata reazione dei presenti, l’esorcista continuò.
«Le maestre hanno troppa paura di te per punirti adeguatamente» e dicendo questo si rivolse al diretto interessato, «ma né io né loro abbiamo paura di te. Quindi» soggiunse, spostando il dito verso l’angolo della stanza, «ora ti metterai lì, e ci resterai per tutta la sera. Non mangerai, e ti diremo noi quando potrai andartene a dormire.»
Il bambino si mise a protestare animatamente, ma non riuscì a cambiare la propria situazione: finì nell’angolo, faccia al muro, e ci restò davvero per tutta la sera.
 
Quando finalmente il vecchio si decise a lasciarlo andare a letto trovò, con sua grande sorpresa, un piatto di zuppa fumante che lo aspettava in cucina.
«Mangia, piccolo disgraziato» gli disse il padre, «e vedi di non far piangere più tuo fratello.»
Detto questo si ritirò nella sua stanza.
Sperava davvero che sarebbe bastato.
Sbottonandosi il colletto della tunica si vide per un attimo davanti Yuri, la madre dei due gemelli.
Sorrise.
«Siete proprio uguali, tutti e tre.»

ANGOLO DELL'AUTRICE
Ciao a tutti! Sono nuova in questo fandom. La one-shot volevo scriverla già da un po', e finalmente riesco a pubblicarla :D 
Spero vi sia piaciuta, magari fatemelo sapere ;)
Frix

 
   
 
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