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Autore: Hanaya    26/03/2016    0 recensioni
2091 il mondo come lo conosciamo oggi è istinto. La terra sta attraversando la fase terribile che gli scienziati e studiosi avevano predetto già da tempo. Le risorse scarseggiano, l'aria è altamente inquinata e il clima impazzito. Ormai irrecuperabilmente impazzito. Come sarebbe la nostra società se i piani alti decidessero per noi? Togliendoci la libertà di scelta, la libertà di sognare e la libertà di decidere cos’è meglio per noi? L’essere umano se l’è andata a cercare... con l’obiettivo di vivere al meglio sulla terra ha finito per distruggerla e ormai è troppo tardi. Non è più in grado di decidere per sé stesso, è un lusso che non si può più permettere. E ciò che è ancora più macabro è che la nuova generazione non ha la minima idea di come fosse prima, tutti vivono nella spensieratezza. La formazione di ogni individuo avviene presso l’Accademia dove al termine degli studi, dopo aver superato faticose prove fisiche e mentali, si deciderà quale sarà il proprio ruolo nella società. Medico? Trainer presso l’Accademia? Oppure membro dei Vertici? E com’è possibile recuperare quel poco che resta del Pianeta Terra? È ovvio: eliminando gli esseri deboli.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Narrato dal punto di vista di Cecile Lewis, membro del Consiglio della C.P.U. (Comitato per la Protezione dell’Umanità) e Presidentessa dell’Accademia.

» Il temporale non dà alcuna tregua quella notte nella capitale. La grandine continua a scendere e a colpire con violenza qualsiasi cosa si trovi per le strade deserte di New Town. Il vento soffia impetuoso, il suo soffio freddo entra rumorosamente dai condotti dell’aria posti sulle pareti dell’ufficio E48, dove alcuni fra i più facoltosi membri dei Vertici sono in procinto di terminare il programma Accademico dell’anno.
«Cecile, spero di non disturbarti.»
«Fuston.» Mi giro lentamente, mantenendo le braccia conserte. Sono affacciata alla finestra dove ammiro la forza della tempesta che quella notte mi costringe a rimanere in ufficio fino a tardi. «Qual buon vento ti porta qui?» domando all’uomo appena entrato nel mio ufficio. Fuston Mayer è il Segretario della C.P.U., il Comitato per la Protezione dell’Umanità, nonché uno degli uomini più potenti in circolazione, forse soltanto io mi ero aggiudicata un gradino più alto sul podio.
«Sarebbe opportuno consegnare tutta la documentazione al Consiglio, non trovi?»
«Non credo che siano rimasti in molti al Consiglio a quest’ora della notte» Fisso la parete illuminata dai led alla mia destra, l’orologio virtuale segna le 2.45. «temo che saremo costretti a passare la notte in ufficio con questo tempo terribile, non mi arrischierei ad uscire.»
«Segno inequivocabile di un peggioramento delle condizioni ambientali del nostro pianeta.» asserisce Fuston sedendosi al di là della scrivania di fronte a me. Feci un mezzo sorriso e mi sedetti. L’ufficio sembra pervaso dall’oscurità; il solo barlume che illumina debolmente  la stanza proviene dai fari del  grattacielo di fronte.
«Uno dei motivi per cui la soglia quest’anno sarà discretamente più alta.» puntualizzo.
«Cosa intendi con ‘discretamente’?»
fa eco Fuston.
«Non vorrei allarmarti troppo, ma temo che avremo calamità molto più gravi da affrontare se non interveniamo immediatamente. Suppongo che porre la soglia all’ottantacinque per cento possa migliorare di gran lunga la situazione.» Fuston aggrotta le sopracciglia manifestando il suo stupore.
«Ottantacinque. » ripete l’uomo. «Cecile, porre la soglia all’ottantacinque per cento implica una rivalutazione di tutti i corsi, dovremmo rivedere l’intero sistema, dovremmo riorganizzare... » Lo interrompo facendogli segno di tacere con la mano.
«Ho già pensato a tutto. Ecco perché sono ancora in ufficio alle tre del mattino, tempesta a parte.» Lui continua a fissarmi scuro in volto. Non può credere alle sue orecchie, porre una soglia così alta vuol  dire perdere, forse, il sessanta percento degli studenti.
«Non temere. Consegnerò la mia proposta al Consiglio domani mattina.»
«Se non sbaglio, l’anno scorso la perdita si è aggirata all’incirca al  quaranta per cento...» Fuston si blocca, lasciando fluttuare le sue parole per la stanza. L’uomo sospira continuando a mantenere lo sguardo fisso su di me che nel frattempo verso del whisky in due bicchieri di cristallo.
«Caro Fuston. Non è una cosa di cui devi preoccuparti. Quest’anno l’organizzazione è stata affidata a me, mi sono basata su dati statistici precisi per stilare il programma, mi sono rivolta agli studiosi più facoltosi dell’intero Comitato scientifico dell’organizzazione; non ho di certo lasciato tutto al caso.» Allungo il bicchiere a Fuston che osserva le mie  lunghe unghie rosse. «Non ho dubbi in merito.» Fuston sorseggia il whisky assaporandolo con gusto.
«Sembra quasi che tu non ti fidi di me. Peccato che la C.P.U. riponga grandi speranze nel mio lavoro, non ho alcuna intenzione di deluderla.» Mi avvicino il bicchiere alla labbra e sorseggio lo scotch. Sono consapevole che porre una soglia tanto alta avrebbe implicato lo sviluppo di una delle selezioni naturali più crudeli al quale il pianete avesse mai assistito, tuttavia non vi è altro tempo, bisogna agire in fretta; l’essere umano si sarebbe istinto alla velocità della luce se non fossi intervenuta al più presto.
«E sono certo che non lo farai. Ma Cecile» M alzo di scattò battendo i pugni sulla scrivania davanti a me, i bicchieri di whisky oscillano.
«Adesso basta!» sbraito. Fuston ha un sussulto, si irrigidisce sulla poltrona spalancando gli occhi. Non ero stata mai tanto furiosa, probabilmente questa era la prima volta che qualcuno mi vedeva reagire a quel modo. «Non devi più permetterti di giudicare il mio lavoro, è chiaro? Ora comprendi perché sei stato surclassato dalla sottoscritta? Perché sei un debole, e quest’anno ti mostrerò che fine fanno i deboli come te.» Fuston si alza digrignando i denti. Un debole? con chi  crede di avere a che fare? Era visibilmente turbato. Quasi potevo leggere i suoi pensieri.
«Domattina indirò una riunione con il Consiglio al completo. Spero vivamente che tu sia presente, puntuale. O potrai dire addio al tuo ruolo da vice-segretario.»
«Vice-segretario? Cecile, io sono a tutti gli effetti un Segretario della C.P.U. Non prendo ordini da te!» Questa volta ha toccato il fondo.
«Mi dispiace, vecchio mio.» Mi giro con una smorfia divertita. Poi mi allontano dalla finestra raggiungendo l’uomo che è sul punto di aprire la porta dell’ufficio, e andarsene. Lo guardo intensamente negli occhi e mi feci più vicina, tanto vicina che le sue labbra sfiorano le mie. «Sono io il Segretario della C.P.U. ora. Puoi dire addio al tuo amato ufficio, alla tua amata poltrona e al tuo amato stipendio. Ora prendi ordini da me, ma sono certa che insieme riusciremo a salvare questo pianeta.» Il silenzio riempie la stanza buia, l’unica cosa che fossi in grado di percepire è il suo respiro nervoso. Ci guardiamo avvolti dalle tenebre finché Fuston, spinto da un impulso involontario, mi bacia. Lo lasciai fare, consapevole del fatto che se volevo raggiungere i miei scopi, Fuston mi serviva e necessito il suo più completo appoggio, in tutto per tutto.
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