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Autore: 94antony    26/03/2016    2 recensioni
un'indagine del commissario Antonio Mazzaglia sul ritrovamento del cadavere di una donna, trovato nella spiaggia di un paesino marittimo della città di Acireale (catania).
Genere: Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1
-Zinna! veni qua!- Ordinò il commissario Mazzaglia chiamandolo col telefono.
-si, commissario, qua sono! mi dica, commissario- Rispose l'agente Zinna, uscendo dalla sua guardiola e dirigendosi, di corsa,nell'ufficio del commissario.
-chiamami Scrudato e Laudani, digli di venire subito-
-sissignore!-
Zinna uscì dall'ufficio e tornò qualche minuto dopo assieme al vice commissario Scrudato e l'ispettore Laudani.
-ci sono novità sul traffico di droga e armi da parte della famiglia Cammaroto?-
-si, commissario- l'ispettore Laudani si fece avanti e posò un fascicolo con scritto "Operazione Cammaroto" sulla scrivania del commissario che lo aprì e cominciò a leggere -è stato trovato un furgone bruciato nella zona di Santa Maria la Scala, secondo i primi controlli doveva contenere delle casse di Pesce...e secondo alcune testimonianze è stato avvistato un altro furgone che si allontanava dal luogo del ritrovamento di quello bruciato e cinque minuti dopo si è alzato un fumo nero dalla spiaggia di Santa Maria la Scala...-
-e come sapete che si tratta dei Cammaroto?- Chiese Mazzaglia
-stavo dicendoglielo, commissario...hanno visto il figlio del boss mentre osservava i suoi scagnozzi spostare le cascie di pesce da un furgone all'altro...e secondo me, commissario, non erano pesci...o meglio dentro quei pesci ci potrebbero essere chili e chili di droga...-
-e riguardo alle armi?-
-riguardo alle armi, commissario, ho alcune informazioni interessanti-
cominciò il vice commissario Scrudato -abbiamo trovato centinaia di armi tra pistole, mitragliatrici...in un capannone, apparentemente abbandonato. E abbiamo arrestato i due tizi che facevano da guardia alla fabbrica-
-chi sono questi?- chiese il commissario
-sono Giuseppe Intelisano e Francesco Sorbello. Tutti e due pregiudicati e tutti e due picciotti di Cammaroto-
-bene, continuate a indagare e aggiornatemi ogni volta che ci sono novità, capito?-
-si, signore- risposero in coro Scrudato e Laudani
-potete andare-.
I due salutarono il commisario e uscirono dall'ufficio.
Mazzaglia tornò a leggere il fascicolo sui Cammaroto.
-Venerando, prima o poi ti prendo, meglio prima...che poi-.
Bussarono alla porta dell'ufficio del commissario.
-avanti!-
La porta si aprì e una ragazza, molto bella, capelli rossi e occhi celesti,entrò nell'ufficio.
-mi dica, Leone-
-commissario è appena arrivata una chiamata. È stato trovato il cadavere di una donna sulla spiaggia di santa tecla-
-va bene, andiamo- disse Mazzaglia, alzandosi e dirigendosi verso la porta dell'ufficio.
-Sansica, vieni anche tu-
un ragazzo alto, capelli corti castani e occhi verdi si diresse verso il commissario -sissignore-.
il commissario e i due agenti uscirono dalla caserma e entrarono in auto.
Arrivarono sulla spiaggia di Santa tecla, la strada era colma di giornalisti e curiosi che cercavano di guardare, oltre il muretto, un corpo coperto da un lenzuolo bianco. Mazzaglia scese dall'auto e un agente, che si trovava già lì, gli venne incontro.
-cosa si sa della vittima, Comandatore?- chiese mazzaglia all'agente, continuando a camminare verso il cadavere
-La ragazza si chiama Sofia Torrisi, 20 anni e...-
-oh Santa Madre!- esclamò Mazzaglia mentre scoprivano il corpo della ragazza -cosa hanno fatto a questa povera ragazza?- il cadavere era senza vestiti. Il reggiseno e gli slip strappati e buttati accanto al corpo dilaniato e sfigurato.
-probabilmente prima è stata brutalmente violentata...poi le hanno sfigurato il viso con dell'acido muriatico e infine le hanno inflitto 62 coltellate...- rispose il medico legale, Michele Fiorenza, accovacciato sul viso del cadavere.
-I vestiti dove sono?-
-non li abbiamo trovati, commissario- rispose L'agente Comandatore -e non abbiamo trovato nemmeno l'arma del delitto...Solo la bottiglia che conteneva l'acido che le hanno buttato sul viso...-
-ho capito, grazie Comandatore. Leone, Tu vieni con me, andiamo in giro per il paese per capire se qualcuno abbia visto o sentito qualcosa. Sansica, Tu fotografa tutto quanto. E tu, Comandatore, porta l'intimo e la bottiglia alla scientifica. Digli che voglio trovare i risultati entro domani mattina. ah! Dottore, si sa già l'ora della morte?-
il dottor Fiorenza si alzò e si diresse verso Mazzaglia -commissario, questo glielo dirò dopo aver fatto l'autopsia. posso dirle solamente che, guardando i tagli, l'arma del delitto potrebbe essere un'arma a doppio taglio di circa 3 centimetri di spessore...le darò altre notizie dopo l'autopsia-
-va bene, grazie mille dottore. Leone, andiamo-
-si commissario!-
L'agente e il commissario uscirono dalla spiaggia e cominciarono a camminare
-commissario, cosa ne pensa?- chiese la ragazza
-penso che dovrebbero staccargli la minchia, al bastardo che ha ridotto la ragazza in quel modo...scusami- disse Mazzaglia
-non si preoccupi, commissario, le do ragione...-
arrivarono in un bar a pochi metri dalla spiaggia, c'erano 4 anziani che giocavano a briscola in un tavolino sotto un ombrellone, accanto ad una pianta che recintava lo spazio dei tavolini e 3 ragazzi che fumavano e chiacchieravano in un tavolino, vicino all'ingresso del bar. Il barista era dietro il bancone che osservava annoiato gli anziani che giocavano.
L'agente e il commissario entrarono nel bar -buongiorno, sono il commissario Mazzaglia e lei è l'agente Maria Leone, siamo della polizia e stamattina è arrivata una telefonata al nostro commissariato che ci avvisava che c'era il cadavere di una donna sulla spiaggia-.
-u sacciu- disse in modo burbero il barista, un uomo sulla cinquantina, grasso e con una piccola calvizie -qui se ne sente parlare da quando sono arrivati gli sbirri. E se vuole sapere se ho visto qualcosa di sospetto, si sbagghiau. io sto qui dalle 5 di mattina e non visti nenti-
-ho capito, signor...?-
-Sebastiano Pandolfo, mi chiamo-
-Grazie signor Pandolfo. Se non le dispiace posso fare qualche domanda ai suoi clienti?-
-cettu, facissi quello che vuole-
-grazie...ah! una domanda...lei conosceva la ragazza?-
-a Sofia? cettu ca a canusceva. Abitava in una casa nella vanedduzza qua vicino. La conoscevo da quando era una picciridda...era figlia dell'avvocato Franco Torrisi e della maestra d'asilo Serena Pavone...sono morti tutti e due in un incidente stradale due mesi fa nell'autostrada per andare a Palermo-
-ho capito, hai appuntato tutto, Leone?-
-si commissario-
-grazie delle risposte signor Pandolfo, la lasciamo continuare a lavorare-
-sempre disponibile sono, commissario-
Mazzaglia e l'agente uscirono dal bar e si diressero verso gli anziani che giocavano a briscola.
-Vacci lisciu, Turiddu- esclamò un anziano con un sigaro in bocca e un paio di grandi occhiali -nenti haju-
-comu voli vossia- rispose il vecchio di fronte a lui, pelato e baffi folti.
-c'ati a fari? vi spicciati?!- urlò l'altro anziano con lunghi capelli bianchi attaccati in una coda. Quest'uomo aveva un gilet in pelle e una t-shirt rossa con una harley-davidson stampata davanti.
-buongiorno signori, sono il commissario Mazzaglia, lei è l'agente Leone. Stiamo indagando sull'omicidio di una ragazza di 20 anni. Avete visto o sentito qualcosa di sospetto per caso...?-
l'anziano che non aveva ancora parlato alzò la testa dalle carte -io ho sentito un urlo di una donna. L'ho sentita dire:"bastardo! lasciami in pace! ti ho detto di no! ti ho detto che non voglio stare con te!" poi ho sentito un altro urlo e poi basta...dopo un'ora visti'n carusu...che correva verso la chiesa...e poi non visti cchiù nenti-
-che ore erano quando ha sentito quelle urla? e...avete riconosciuto il ragazzo?-
-ca...putevunu essiri...i 2 di matinu...ormai mi sveglio a st'orario...nossignore...u carusu no visti nta facci...-
-bene, conoscevate la ragazza?-
-si, cettu che la conoscevamo...qua tutti ci conosciamo- rispose l'anziano col gilet in pelle.
-io abito vicino a casa della ragazza- disse l'anziano col sigaro in bocca -e ieri sera, verso le otto ho sentito lei e un uomo che litigavano. Lui la chiamava "buttana!" e lei mentre piangeva gli diceva "non ho fatto niente, è stato lui a baciarmi! e l'ho respinto! io voglio te!" e dopo...a quanto pare l'ha perdonata...perchè poi non ho sentito più urla...ma altre cose...mi capiu commissario, no?-
-si, si l'ho capita...sa per caso il nome di questo ragazzo?-
-mi pare che si chiama...Marco...l'ho sentito mentre loro facevano...quello che facevano vah!- rispose l'anziano un pò in imbarazzo.
-E...per caso lo ha mai visto?-
-no, non mi fazzu i cazzi di l'autri, ju-
-va bene, grazie mille a tutti-
Mazzaglia si congedò dagli anziani che continuarono a giocare e si diresse verso i ragazzi che chiacchieravano.
-buongiorno ragazzi, sono il commissario Mazzaglia e sto indagando sull'omicidio di una ragazza il cui corpo è stato trovato stamattina sulla spiaggia-
-si, commissario ho chiamato io la polizia- disse un ragazzo magro seduto di fronte al commissario
-stamattina, alle 6 sono andato in spiaggia perchè volevo farmi un bagno...di solito a quell'ora la spiaggia è vuota...e mentre entravo ho visto il corpo di Sofia dove lo avete trovato voi. non l'ho toccato, da come era ridotta era impossibile che fosse ancora viva...sono uscito subito e ho chiamato voi. Poi sono venuto qui perchè non riuscivo a vedere Sofia in quel modo...- disse con voce tremante. Al ragazzo cominciarono ad uscire lacrime dagli occhi.
-la conoscevi?- chiese l'agente Leone
-era una nostra ex compagna di classe nelle superiori...ci siamo diplomati due anni fa...stavamo discutendo proprio di questo prima che venivate voi- rispose il ragazzo alla sinistra.
-qual è il vostro nome?- chiese mazzaglia
-Io mi chiamo Pietro Santonocito- disse il ragazzo a destra -lui- indicando il ragazzo che piangeva -si chiama Giovanni Tomarchio...-
-e io- lo interruppe
il ragazzo a sinistra -mi chiamo Salvo Musumeci-
-Sofia era fidanzata?-
-si frequentava con un ragazzo...era molto bella e piaceva a tutti...pure a me...- rispose Giovanni con gli occhi pieni di lacrime.
-Sai come si chiama il ragazzo che frequentava?-
ad un certo punto squillò il cellulare del commissario
-pronto? ah, Costa, mi dica...-
l'espressione del commissario si contrasse. -Giovanni, come si chiama il ragazzo che frequentava Sofia?-
-Si chiama...si chiama Marco Pennisi-
-oh maledizione...grazie, Costa, informaci se si sveglia-
-cosa gli è successo?!- chiesero i tre ragazzi in coro.
-lo hanno trovato a terra a corso Umberto...è stato picchiato, pugnalato e gli hanno lanciato addosso dell'acido muriatico...è ancora vivo ma è in condizioni gravi-.
-fermate sto psicopatico, per favore!-
urlò Giovanni in lacrime.
-conoscete anche lui?-
-si...frequentava il nostro stesso istituto, lui è due anni più grande di noi- disse Pietro.
-un'altra cosa e poi vi lascio stare. Avete visto o sentito qualcosa Stanotte?-
-mh...stanotte eravamo a giocare a biliardo nel bar della strada di fronte alla chiesetta, io stavo fuori a fumare quando ho visto un ragazzo correre...-
-si è fermato di fronte alla chiesa?- chiese mazzaglia
-si è fermato un attimo, ha girato la testa verso di me e ha ripreso a correre dritto...aveva qualcosa in mano...credo...-
-erano vestiti? o era un'arma?-
-non glielo so dire, commissario...probabilmente aveva dei vestiti in mano perchè erano delle cose ingombranti...ma non ho visto armi...-
-cosa c'è in fondo alla strada dove si trova la chiesetta?-
-un piccolo porticciolo...ci stanno le barche dei pescatori-
-ok, grazie mille ragazzi-
-di niente commissario, se ci viene in mente altro la chiameremo-
-perfetto, arrivederci. Leone, andiamo in questo porticciolo, vediamo cosa troviamo-.
Mazzaglia e l'agente arrivarono al porticciolo. Una ventina di pescatori lavoravano con le reti o pulivano i loro pescherecci.
-qualcuno avrà sicuramente visto qualcosa stanotte-
-sono d'accordo con lei, commissario-.-Iniziamo a cercare. Leone, tu inizia da quella parte e io dall'altra-
-va bene-.
L'agente andò verso destra e Mazzaglia cominció a cercare a sinistra.
Dopo due ore di perlustrazione, il commissario vide qualcosa sul fondo del mare.
-Leone!- urlò Mazzaglia. La ragazza si diresse subito verso di lui
-dica commissario-
-ci servirebbe un sub...-
-non c'è bisogno che chiama un sub commissario!- gli urlò un pescatore che stava pulendo il suo peschereccio lì vicino -si mi runa u tempu gliela prendo io-
-grazie mille!-
il pescatore si mise la muta e si tuffò. Dopo dieci minuti tornò su con un mucchio di vestiti e un coltello.
-ecco a lei commissario-
-Grazie-
Mazzaglia prese il coltello e lo osservò.
Era un pugnale molto antico con uno stemma sul manico: Una pantera sovrapposta da una lettera "L".
I vestiti erano ancora sporchi di sangue: una camicia bianca e dei leggins neri.
-Queste cose le porteremo alla scientifica...Signor...?-
-Scalia, commissario, Sebastiano Scalia-
-signor Scalia, posso farle qualche domanda?-
-certamente commissario-
-lei era qui stanotte?-
-alle cinque sono arrivato qui e non ho visto niente...-
-aveva giá visto queste cose in fondo all'acqua?-
-no, commissario, sennò vi avrei chiamato-
-e conosceva la ragazza che è stata uccisa?-
-cettu commissario...non vu rissiru ca ni canusciemu tutti cca?-
-giá...vero...-
-stanotte ha sentito o visto qualcosa da casa sua?-
-ho sentito delle urla che provenivano dalla spiaggia, urla di na fimmina. Poi, verso le 2 non ho sentito più niente...ma visti 'n carusu ca curreva da questa parte...io ero sdraiato sul balcone...non avevo voglia di dormire...e poi dopo un'ora l'ho rivisto ritornare e entrare in una macchina e andarsene...-
-ha visto che macchina era...la targa...?-
-la macchina era una di quelle lunghe...scura era...la targa non sono riuscito a vederla-
-ok, grazie mille...adesso faremo alcune domande anche agli altri-
Mazzaglia e l'agente interrogarono gli altri pescatori ma a parte il fatto che la conoscevano tutti non hanno visto o sentito niente.
-va bene, credo che qui abbiamo finito, per adesso. Torniamo nella spiaggia e vediamo se hanno trovato qualcos'altro-
-d'accordo commissario-.
Arrivarono in spiaggia. Il corpo della povera ragazza era già dentro la bara di ferro per essere portata all'obitorio.
-Sansica, ha trovato qualcos'altro?-
-ho trovato un frammento di vetro sul petto della ragazza...lo manderemo alla scientifica per capire da dove proviene-
-bravo, agente, porta anche questi- disse mazzaglia porgendogli i vestiti e il pugnale
-commissario, se non le dispiace io vado all'obitorio e comincio con l'autopsia del corpo di Sofia-
Si fece avanti il dottor Fiorenza
-certamente, Dottore...possiamo andare anche noi-.
-Commissario, non crede che dovremmo fare un sopralluogo a casa di Sofia?-
Suggerì leone.
-hai ragione...Andiamo...manca il cellulare della ragazza...o lo ha lasciato a casa sua oppure lo ha preso l'assassino...- i due cominciarono a dirigersi verso la casa
-stavo pensando proprio a questo, commissario...potrebbe esserci qualcosa di interessante in quel cellulare-
-potrebbe anche non averlo mai avuto...no?-
-direi di no...una ragazza di 20 anni non potrebbe mai stare senza cellulare...-
-quindi dovrebbe avere anche un profilo in qualche social network?-
-ci scommetto...e scommetto che troveremo qualcosa di interessante anche nel suo profilo facebook-
-i carusi di oggi...io a 20 anni stavo fuori con gli amici a divertirmi-
-a quanto pare Sofia si divertiva anche se era iscritta su facebook-
-non hai tutti i torti, Leone...ecco, siamo arrivati-
Il commissario capì subito che qualcosa non andava. C'era la porta aperta.
-Leone, esci la pistola...-
Disse Mazzaglia, mettendo mano alla sua arma. Aprì piano la porta e lentamente entrarono.
Erano in un lungo corridoio, tutte le porte erano chiuse. Tranne quella di fronte che era spalancata.
Tutti e due cominciarono ad aprire tutte le porte per guardare dentro
-commissario, guardi qui...-
Il commissario, che stava perlustrando la quarta porta a destra, si diresse verso la terza di sinistra, dove si trovava l'agente ed entrò.
Era una camera da letto. Il letto era rivoltato, il materasso a terra. i cassetti della scrivania erano aperti, c'erano libri, oggetti, fogli e frammenti di specchio rotto a terra. L'orologio era a terra, rotto, e le lancette indicavano le ore 5. Il computer, che stava sulla scrivania, era acceso e il cellulare era sotto la scrivania con lo schermo rotto e la batteria tolta.
-qualcuno cercava qualcosa, qui...-
Mazzaglia si accovacciò per vedere il cellulare
-...e mi sa che era la sim del cellulare-
l'agente Leone si accovacciò vicino a lui, si mise i guanti e prese il cellulare
-manca anche la memoria esterna-
-e che è sta cosa? Non ne capisco io, di tecnologia...-
-è una scheda che serve per non riempire la memoria del cellulare, di solito si inserisce dentro questa fessurina qui- spiegò al commissario mostrandogli il posto in cui doveva starci la scheda SD.
-quindi ci doveva essere qualcosa dentro questa scheda e dentro la sim...portiamo il cellulare al commissariato...magari chi ne capisce sa come controllarlo...-
-adesso ci manca la stanza in fondo, quella con la porta spalancata-
-giusto, andiamo Leone-
Andarono verso la stanza in fondo e entrarono. La scena che gli si parò davanti fu sconcertante: tracce di sangue dappertutto e vetri rotti. Il tavolo era spezzato a metà.
-che minchia è successo qui?!- disse Mazzaglia
-mi sa che la colluttazione è avvenuta qui...alle venti Sofia è stata con questo Marco, hanno litigato ma poi fatto pace...poi, secondo me, è arrivato l'assassino, che conosceva. Gli ha aperto e hanno discusso animatamente. Lui voleva fare l'amore con lei ma lei lo ha respinto. Allora qui l'assassino ha uscito il pugnale e ha cominciato a pugnalarla. Lei lo ha spinto ed è caduto sul tavolo che si è spezzato. Sofia stava sanguinando ma si è diretta all'ingresso...guardi ci sono tracce di sangue che si diriggono all'ingresso di cui non ce ne eravamo accorti...l'assassino l'ha seguita...immagino che avrà preso l'acido dalla sua auto...e glielo ha lanciato addosso. in spiaggia lui l'ha bloccata l'ha spogliata e...l'ha violentata...poi il medico ci dirà se è vero che l'abbia violentata...dopo ha completato quello che aveva iniziato a fare a casa di Sofia, infliggendogli altre coltellate...ha buttato i vestiti e il coltello in mare ed è scappato...-
Il commissario ascoltò l'agente con aria meravigliata
-complimenti, Leone! Ottima ricostruzione!-
-Grazie, commissario...bisogna solo vedere se non ho sbagliato-.
-lo vedremo...adesso credo sia ora che torniamo in commissariato-
-si commissario-.
L'agente e il commissario tornarono al commissariato.
-che ore sono?-
-sono le 13 commissario-
-di già?!-
-Zinna, ci sono novità?-
-no commissario...per ora non c'è niente-
-bene, posso andare a pranzare.-
mentre diceva questo, suonò il telefono.
-come non detto...pronto?-
-dottore, sono Costa, sono all'ospedale dove c'è Pennisi, il ragazzo di Sofia.-
-ok, ci sono novità?-
-il ragazzo è appena uscito dalla sala operatoria e sembra fuori pericolo. Il medico dice che appena si sveglia dall'anestesia possiamo parlare con lui-
-va bene, arrivo-.

   
 
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