Serie TV > Outlander
Ricorda la storia  |      
Autore: ninety nine    27/03/2016    4 recensioni
[Outlander]Highlands, 1743.
Jamie è appena scampato all'impiccagione grazie all'intervento di Black Jack Randall e ora si trova in una delle celle più profonde del carcere di Wentworth.
Sa di poter aspettarsi soltanto il peggio da quella prigionia, ma è testardo e non vuole arrendersi.
Ha troppe persone che vuole rivedere ed è troppo orgoglioso per smettere di combattere.
Sa anche che Randall non lo ha salvato per pietà, ma per ben altro, e che è solo questione di tempo prima che si faccia vivo.
A che cosa pensa, che cosa prova il giovane scozzese, solo con la sua paura e con il suo nemico?
DAL TESTO:
Fece un nuovo tentativo con la catena che legava la sua caviglia al muro, stringendo i denti per sopportare la fitta di dolore tutt'altro che improvvisa che dilagò lungo il suo corpo.
Gocce di sangue scivolarono sul suo piede e gocciolarono sul terreno.
Le mani scorticate gli urlavano di fermarsi, che i suoi sforzi sarebbero serviti soltanto a farsi del male, ma il ragazzo non poteva arrendersi senza combattere.
Urlò e la catena gli scivolò fra le mani, umide di sangue e sudore, e cadde a terra con un forte rumore metallico.
''Maledetto bastardo''.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Jamie Fraser
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Dance with the devil



 









Umidità, buio e topi.
Non sapeva quanto tempo fosse passato, probabilmente soltanto un paio d'ore, ma Jamie aveva già compreso che non poteva aspettarsi nient'altro che quello dalla prigione di Wentworth.
Quello e il muto terrore che si era impossessato di lui.
Fece un nuovo tentativo con la catena che legava la sua caviglia al muro, stringendo i denti per sopportare la fitta di dolore tutt'altro che improvvisa che dilagò lungo il suo corpo.
Gocce di sangue scivolarono sul suo piede e gocciolarono sul terreno.
Le mani scorticate gli urlavano di fermarsi, che i suoi sforzi sarebbero serviti soltanto a farsi del male, ma il ragazzo non poteva arrendersi senza combattere.
Urlò e la catena gli scivolò fra le mani, umide di sangue e sudore, e cadde a terra con un forte rumore metallico.

Maledetto bastardo pensò Jamie, rivolgendosi a Jonathan Randall, capitano dell'Ottava Dragoni di sua maestà.
Meglio il patibolo di tutto ciò.

Ciò che più lo stupiva era quello: che il suo peggior nemico non fosse ancora arrivato.
Aveva infatti delegato il compito di portargli cibo e acqua a due attendenti, che non avevano sprecato l'occasione di deriderlo.
Un lurido scozzese per cui la forca è una benedizione, ecco ciò che era diventato.
All'improvviso una macchia color ruggine sul muro attirò il suo sguardo.
Non c'era bisogno di indovinare che cosa fosse: il ragazzo lo sapeva fin troppo bene.
Scattò in piedi e si allontanò da essa, stringendo le labbra, e si mise a camminare avanti e indietro, accompagnato dal clangore del metallo.
Qualche passo da una parte, finché le catene glielo permettevano, poi qualche passo dall'altra e così via, in un eterno girotondo che lo avrebbe fatto diventare pazzo.
Forse era proprio quello che Randall voleva: lui pazzo, debole e fuori di sé, per poter farne ciò che desiderava.
Nel pensare a Black Jack, Jamie ebbe l'impressione che le cicatrici sulla schiena si mettessero a bruciare, come se fossero ancora sul punto di riaprirsi e non ormai vecchie di anni. Ricordava fin troppo bene il sibilo della frusta, le parole piene di rabbia del Dragone inglese e il suo braccio calare con forza l'arma sulla sua schiena già martoriata.
In fretta, Jamie distolse la mente da quei ricordi si fissò su visi che probabilmente non avrebbe mai più rivisto.
Sua moglie Claire, la sua duinne, e Murtagh, che era quasi il suo secondo padre.
Poi Jenny, sua sorella, testarda come lui, insieme ai due bambini e al marito Ian, suo migliore amico da sempre; i suoi zii, gli abitanti di Lallybroch e Castle Leoch, Mistess Fizgibbons, persino Loaghire.
No. Non li avrebbe abbandonati tutti.
Ancora una volta, il giovane Laird di Broch Tuarach si lasciò cadere accanto ai ceppi e si mise a tirare, alternando urla di sforzo a respiri affannosi e gemiti di dolore.


 

***



Altro tempo era passato, minuti, o forse ore. Goccioline di sudore imperlavano la fronte di Jamie, che ancora continuava a provare a liberarsi. Nemmeno i passi che sentì sulle scale riuscirono a distrarlo dal suo lavoro, non finché Black Jack Randall entrò nella cella.
Era solo, un verme che sorrideva in modo nauseabondo osservando la gabbia che imprigionava l'uccello che avrebbe potuto ucciderlo.
Jamie sollevò la testa, il disgusto chiaramente dipinto sul volto e gli anelli di acciaio ancora stretti fra le mani.
Lentamente, senza far trapelare nessuna emozione, si alzò in piedi.
I suoi occhi color del cielo sembravano più scuri, quasi plumbei nel cubo buio della prigione, e fissavano Jonathan Randall come se avessero potuto scavare nel profondo della sua anima altrettanto nera.
Allo stesso tempo, il Dragone mosse alcuni lenti passi avanti, fermandosi a debita distanza dal massiccio scozzese incatenato.
Lo osservò tormentandosi le labbra con la lingua, come un pazzo che osserva il motivo della sua follia.

''Credo che mi dovresti ringraziare, James, per averti risparmiato il cappio.''

La voce dell'uomo era calma, studiata, anche se un po' roca.
Negli occhi del giovane passò un lampo di ira, ma ben presto il suo viso tornò imperscrutabile. Nessun suono uscì dalle sue labbra strette.
Soltanto, rimase ad attendere la mossa avversaria, pronto a reagire in caso di bisogno.
Per alcuni secondi, l'unico suono che si sentì fu il respiro pesante di Jamie e lo strofinio dei palmi di Randall sui propri calzoni.

''Ma immagino che tu non la veda allo stesso modo.''

Jamie deglutì più volte prima di rispondere, le mani strette a pugno.

''Dovrei forse ringraziare l'uomo che mi ha quasi ucciso?''

Anche la sua voce era calma, paurosamente piatta. Era la voce di un uomo che aveva di fronte a se il soggetto dei suoi incubi e che stava pensando al modo migliore per ucciderlo.
Si capiva che avrebbe voluto continuare, ma si fermò, ritto in piedi come una statua, una vena del collo che pulsava sotto la pelle sporca e graffiata.
In risposta, Randall ampliò il proprio sorriso.

''Credo che tra le altre cose tu abbia dimenticato i miei tentativi di godere della compagnia di tua moglie.''

La vena sul collo di Jamie aumentò le sue pulsazioni, le unghie incisero i suoi palmi.

''Ma questa è acqua passata, o sbaglio? Ora siamo qui, soli. Possiamo riprendere ciò che io ti proposi anni fa e che tu rifiutasti, preferendo l'onore. Che ragazzo testardo eri, James!''

Per tutto il suo discorso, Jonathan aveva mantenuto un tono accondiscendente, quasi quello di un padre che parla a un figlio per cui prova un profondo, morboso affetto.
Gli occhi dei due nemici brillavano, gli uni di desiderio, gli altri di odio.
Black Jack mosse un nuovo passo in avanti e Jamie indietreggiò, calibrando meglio il proprio peso.
Poi si lanciò all'attacco, selvaggio, le mani tese in avanti verso il collo di Randall. Non vi fu esitazione in lui, soltanto cieco furore trasformato in sicura decisione. Non un urlo, una parola, un segno di avvertimento. Persino il suo nemico, che avrebbe dovuto aspettarselo, parve sorpreso di fronte all'enorme mole dello scozzese che veniva verso di lui con i denti digrignati in un'espressione di profonda rabbia.
Eppure, bastò che Black Jack arretrasse di un paio di passi per far sì che le catene di Jamie si tendessero al massimo e impedissero il suo movimento.
Il ragazzo inciampò e gemette, ma rimase in piedi.
Il furore non abbandonò i suoi lineamenti, nemmeno a seguito di un tale fallimento. L'altro uomo continuò a sorridere mentre approfittava del momentaneo disorientamento di Jamie per avvicinarsi a lui e afferrargli il collo della camicia sudicia, inchiodando i propri occhi color nocciola in quelli azzurri dell'altro.
Black Jack Randall non era un uomo forte, ma sapeva come sfruttare i punti deboli di chi fronteggiava. Ora, allungando un dito, sotto la stoffa poteva sentire con chiarezza il rilievo delle cicatrici che la sua frusta aveva lasciato tempo prima.
La paura si insinuò in Jamie, che rimase ancora per qualche istante perfettamente immobile, gli occhi lucidi che combattevano per non far uscire le lacrime.

''Un capolavoro'' sussurrò Randall e tanto bastò per riscuotere lo scozzese dal suo torpore.

Questi scrollò con forza le spalle e cercò di afferrare il Dragone, che però si allontanò con prontezza, tornando al sicuro tra le ombre più lontane della cella.

''Bastardo'' sibilò il ragazzo, a denti stretti.

Il collo largo della camicia gli era scivolato sulla spalla, mettendo in mostra l'osso della clavicola e le cicatrici più sottili.

''Tua moglie avrebbe fatto di meglio in quanto a insulti.''

Nel tono di Black Jack era comparsa una nota di irritazione.
Non lasciò a Jamie il tempo di ribattere, ma si rese di certo conto che al nominare Claire la spalle del giovane si erano leggermente incurvate e che i muscoli della mascella si erano contratti.

''Qual è il motto della tua famiglia, Fraser?''

Randall mosse due rapidi passi avanti, con rabbia.
Jamie indietreggiò finché le sue scapole non sfiorarono il sudicio muro di pietra. Un brivido freddo percorse la sua spina dorsale. Sapeva che un nuovo attacco sarebbe stato impossibile e non avrebbe fatto altro che peggiorare la situazione.
Appoggiò i palmi sui mattoni grezzi e gonfiò il petto, sentendo le costole dolere là dove i precedenti carcerieri lo avevano colpito.
Era più forte e più massiccio di Black Jack, ma questi aveva dalla sua il potere, oltre che una studiata crudeltà che lo riempiva di terrore.

''Je suis prest'' rispose in un soffio, lasciando che l'orgoglio che provava per la sua famiglia fosse evidente.

Jonathan annuì tra sé e sé, continuando ad avvicinarsi.
Notando che il ragazzo si stava preparando alla lotta, si affrettò a parlare.

''Fossi in te io starei fermo. Penso che non sia troppo difficile trovare una certa guaritrice inglese, da queste parti, sopratutto se lei è sulle tracce del marito. Credo proprio che i miei uomini si divertirebbero con lei.''

Le narici di Jamie si dilatarono mentre respirava.

''Lei non c'entra. Lasciala in pace.''

Black Jack sollevò entrambe le sopracciglia.

''Sono d'accordo'' annuì.
''Stai fermo.''

Lo scozzese guardò dritto di fronte a sé, il mento alto e il corpo teso, mentre i tacchi di Randall risuonavano tra le pareti, nel muoversi.
Pochi, rapidi passi e fu accanto a lui.
Si leccò le labbra, poi fece schioccare piano la lingua.
Il suo dito partì dalla clavicola di Jamie e scese lungo il braccio, fino a sfiorargli le forti mani.
Il giovane era consapevole che avrebbe potuto afferrare quel dito, oppure tutto il braccio, e spezzarglielo con un solo movimento. Fu soltanto il pensiero della moglie che gli impedì di farlo.

Ti ho giurato fedeltà, Sassenach. Non lascerò che questo verme ti faccia del male per colpa mia.

Jamie sperò che, in qualche modo, quel pensiero arrivasse fino a lei.
Randall si mosse ancora di più verso di lui, lasciando che i due corpi aderissero.
Contro la sua coscia, Jamie poteva sentire l'erezione dell'uomo che premeva contro la stoffa. Pur essendo consapevole di ciò che il suo nemico voleva fin dal loro primo incontro quel dettaglio gli diede la nausea.
Non riuscì più a pensare e l'istinto di sopravvivenza si fece largo in lui senza che gli fosse possibile fermarlo.

''Vattene'' sibilò tra i denti.
Perdonami, mio duinne pensò Non posso lasciarglielo fare.

Stranamente, l'uomo si allontanò da lui, poi un sorriso fiorì sul suo volto.
Ma il ragazzo non vi lesse soddisfazione, né contentezza. Quel sorriso diceva che il meglio, o il peggio, doveva ancora arrivare.
E sarebbe arrivato molto presto.
Un silenzio tombale pervadeva la cella. Soltanto il suono di un umido gocciolio smorzava il silenzio. I passi di Black Jack erano muti, mentre sganciava la torcia dal sostegno in cui l'aveva posta entrando. Guizzi rossastri illuminarono le pareti, poi la cella piombò di nuovo nella quasi totale oscurità.
Randall era uscito.
Di nuovo, Jamie era solo con le proprie catene. Un urlo nacque nella sua gola e non poté fare nulla per trattenerlo. Urlò come urla un animale prossimo a morire, urlò come non aveva mai fatto in vita sua. Tanto, lì sotto nessuno poteva sentirlo.
Al suono della sua voce si mescolò presto quella del Dragone inglese e le ultime sue frasi rimbombarono nella mente del ragazzo.

''Tornerò presto, James. Tornerò e porterò con me un amico che, vedi, sa essere straordinariamente brutale se gliene si da l'occasione.''

Poi aveva taciuto, per alcuni istanti, fino a portarsi quasi fuori dalla cella.

''Je suis prest.''

Sono pronto.
Nelle profondità della prigione di Wentworth, soltanto buio, umidità e topi furono testimoni dell'unica lacrima che rigò la guancia sporca di Jamie Fraser.








 

 

 


Aiuto. Questa storia fa paura persino a me, perché la mia idea iniziale era di approfondire i momenti che Murtagh e Claire passano insieme alla ricerca di Jamie e invece sono finita qui ad annegare nell'angst. Bene.

Una rapida annotazione finale: questo episodio nasce dalla mia mente fantasiosa prima della visione della 1x15 di Outlander, nel senso che avevo iniziato a vederla e sapevo come andava perché avevo letto i libri, poi mi si è bloccato lo streaming e io ho iniziato a immaginare l'incontro tra Jamie e Randall. Io immagino quindi questa storia come una sorta di Missing Moment precedente all'ingresso nella cella del Dragone con Marley.
Spero ci stia come cosa ^^

Ringrazio la giudicia che ha indetto il contest per cui questa storia è nata, onore a chi da spazio anche ai fandom sconosciuti, nonchè tutti voi (pochi) lettori!
Se a qualcuno andasse di lasciarmi un paio di righe mi farebbe un gran favore. Come al solito, Jamie potrebbe ricompensarvi!

Il titolo della storia è quello di una canzone, che un video su youtube abbinava alla saga di Outlander (e in particolare alle ultime puntate), che secondo me ci stava divinamente. Qui il link:
https://www.youtube.com/watch?v=yhWt8IQtbwc

Buona Pasqua e a presto 99

 

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Outlander / Vai alla pagina dell'autore: ninety nine