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Autore: cheos    27/03/2016    1 recensioni
Abbiamo un matrimonio, uno come tanti: sposi, testimoni, indecisioni e dubbi da sanare. I nostri Futuri sposi sono Draco e Hermione, con una Hermione assalita dagli ovvi dubbi di una giovane donna che si appresta a sposarsi.
Dal testo: < Draco non si accorse dell'arrivo di Hermione fino a quando la ragazza non iniziò a chiamarlo e a correre verso di lui.
《Draco... Draco... Draco...》ogni volta che diceva quel nome allungava il passo, fino a corrergli incontro e sentendo dentro di sé un peso alleggerirsi e la pace tornare a fare da padrone nel suo cuore. >
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Non si era ancora ne vestita ne truccata; solo i capelli erano pronti, ed era merito solo di Narcissa. Indossava la sua solita tuta grigia e si guardava nello specchio attaccato all'anta interna dell'armadio, accanto, il suo abito. Mancava solo un'ora, e non era nemmeno lontanamente pronta. In tutti i sensi.
Sapeva che erano già tutti arrivati, probabilmente aspettavano solo lei per cominciare ciò che avrebbe segnato l'inizio della sua nuova vita, ma lei era pronta?
Hermione guardò l'ora. Com'era possibile che avesse passato quaranta minuti a guardarsi allo specchio, immobile, facendosi scorrere addosso il tempo? Doveva andare a vedere, parlare con qualcuno, magari con Draco anche, tanto non aveva ancora indossato l'abito, non sarebbe andata completamente contro le regole della "tradizione".

Senza farsi vedere, certa comunque che la casa fosse vuota, uscì ed attraversò il portico percorrendo i cinquanta metri che la sparavano da quel magnifico portone in legno di mogano intarsiato che era l'ingresso della chiesa. Tirò su il cappuccio della felpa ed entrò dalla porticina a destra, per non catturare troppo l'attenzione, e costeggiando la parete perimetrale della chiesta avanzò, fino ad intravedere Narcissa, sua unica fonte di sicurezza e rassicurazione in tutta quella situazione che era il loro strano contratto. Catturata la sua attenzione con un bisbiglio, le fece cenno con la mano di avvicinarsi.
Dalla sua espressione perplessa era più che evidente che non si aspettava certo di vedersela comparire davanti, a pochi minuti dall'inizio della cerimonia con addosso una tuta e con l'espressione di chi non sa che pesci pigliare. Con aria indifferente si alzò dalla panca e le si avvicinò, guardandola con attenzione per cercare di capire quale fosse il motivo per cui lei fosse lì, evidentemente non pronta.
《Ehi tesoro. Cosa...- era molto sorpresa, forse anche preoccupata- ... perché sei qui? Perché non sei ancora pronta?》
Esattamente. Hermione non era ancora pronta. Non capiva perché dovesse farlo, non potevano aspettare? Che fretta c'era?
《Io non lo so. Non ne sono sicura. E se poi va male?》
《Ascolta... è normale che tu abbia paura, ce l'abbiamo avuta tutte prima di questo momento... tutte abbiamo avuto i nostri ripensamenti. E non sei l'unica, te lo assicuro, là fuori c'è Draco che non riesce a calmarsi, ieri sera ho dovuto dargli della pozione soporifera per assicurarmi che dormisse.》
L'aveva guardata negli occhi, fiduciosa, mettendole le mani sulle spalle e stringendo leggermente, come per darle sicurezza, poi si era voltata verso Lucius qualche istante per poi tornare a guardare Hermione.
《Aspettami qui solo un attimo ok? Torno subito.》
Si era allontanata andando verso Lucius e gli aveva sussurrato qualche parola all'orecchio, lui perplesso aveva guardato verso Hermione, per poi riportare lo sguardo sulla donna ed annuire, poi si era diretto verso l'entrata della chiesa e svoltare a destra, scomparendo dalla vista di entrambe le donne. Pochi minuti dopo era tornato, e con un'espressione sollevata aveva annuito alla donna con sguardo complice; Narcissa aveva annuito a sua volta ed era tornata nella nicchia che era diventata il momentaneo nascondiglio della giovane.
《Vai da lui》le aveva detto tranquilla.
《Come ??》
《Vai! Vai fuori da Draco, avete il nostro permesso di vedervi e parlare qualche minuto, ma poi dovrai correre in casa a vestirti. Chiaro?!》aveva accompagnato le parole da uno sguardo eloquente, marcando l'ultima parola, per farle gentilmente capire che era un ordine.
Hermione aveva annuito, sollevata di poter parlare qualche momento con Draco. Non rispose alle parole della donna, non ce n'era bisogno e lo sapevano entrambe. Senza dare troppo nell'occhio aveva velocemente abbracciato la donna e si era allontanata sperando di non essere vista da troppe persone, aveva già visto un paio di sguardi sospettosi.
Come prima aveva visto fare da Lucius, era uscita e aveva svoltato a destra, seguendo i muri perimetrali della chiesa, fino a quando non aveva intravisto un gruppetto di ragazzi: Draco era in piedi e le dava le spalle, era visibilmente nervoso, e forse si aspettava la comparsa della ragazza da un momento all'altro; altri due ragazzi erano seduti davanti a lui, su una panchina in legno deteriorata dalle intemperie ma ancora in buono stato, e dalle loro espressioni sembravano abbastanza esasperati. Non appena i due la videro arrivare cambiarono espressione: Theo sembrò rilassarsi leggermente, sperando forse che l'arrivo di Hermione calmasse il loro amico, e Blaise la fissò soltanto, un'aria leggermente perplessa forse, ma era plausibile, in teoria Hermione doveva indossare il suo abito, e certamente non doveva trovarsi li.
Draco non si accorse dell'arrivo di Hermione fino a quando la ragazza non iniziò a chiamarlo e a correre verso di lui.
《Draco... Draco... Draco...》ogni volta che diceva quel nome allungava il passo, fino a corrergli incontro e sentendo dentro di sé un peso alleggerirsi e la pace tornare a fare da padrone nel suo cuore.
Draco, dal canto suo, sollevato e preoccupato allo stesso tempo nel vedersela davanti, allargò le braccia, pronto a prenderla e a calmarla e proteggerla da qualunque cosa. La ragazza gli si buttò in braccio, legando le braccia al collo del ragazzo e allacciando le gambe ai suoi fianchi, come fosse la sua ancora di salvezza, come a non volersene staccare più. Preso in contropiede dallo slancio della ragazza barcollò leggermente all'indietro e le strinse le braccia alla vita, come a non volerla più lasciare, sostenendosi e proteggendosi a vicenda, come avevano imparato a fare nell'ultimo periodo.
Theo e Blaise li guardavano perplessi, ma finalmente consci che quei due, così dannatamente diversi, ma così disperatamente necessari, si amavano davvero.
Hermione non accennava a staccarsi e Draco non aveva intenzione di lasciare la presa da quel corpo così gracile ed indifeso ma anche così forte ed energico.
《Draco... Ho paura, Draco. Ho paura... Ho paura....Ho paura...》continuava a ripeterglielo con un sussurro all'orecchio destro, solleticandogli il collo con il respiro.
《Lo so, Hermione... Anche io. Una paura fottuta -forse l'aveva detto a voce troppo alta, perché i due ragazzi alle loro spalle risero sommessamente, ma lui non se ne curò- Ma non fa niente, okay? Ce la faremo. Affronteremo questo insieme, sai che lo faremo. Adesso calmati.》
Dopo un momento che sembrò infinito, Hermione annuì e lentamente allentò la stretta delle gambe dai fianchi del ragazzo, ma senza accennare a lasciare la presa dal collo, non era ancora pronta per tornare alla realtà; ogni volta che stava tra quelle braccia si sentiva bene e protetta da tutto ciò che li circondava.
Lui le diede un tenero bacio sulla tempia destra, quasi ad incoraggiarla, e la ragazza lasciò andare la presa delle braccia, ma rimanendo comunque nell'abbraccio che anche il ragazzo sembrava non voler terminare.
Una presenza alle loro spalle si palesò schiarendosi la voce, ma cercando di non essere troppo brusca. I due si staccarono da quell'abbraccio, ma senza allontanarsi troppo, Draco mantenne il braccio sinistro allacciato alla vita della ragazza.
《Mi dispiace interrompervi, davvero - Lucius non osò guardare in faccia suo foglio, non ne aveva bisogno, sapeva già che non fosse affatto contento per quell'interruzione- ma bisogna che la signorina Granger vada a prepararsi, se ne ha ancora l'intenzione, s'intende.》solo in quel momento si azzardò a guardare entrambi i giovani negli occhi, trovandoci solo consapevolezza e decisione, cosa che lo tranquillizzò molto.
I due si guardarono negli occhi per pochi istanti, ed entrambi si ritrovarono ad annuire contemporaneamente, poi rivolsero lo sguardo sull'uomo a pochi metri da loro e ripeterono il movimento, come a confermare parole che però nessuno dei due aveva mai pronunciato, ma che tutti sapevano significare "lo faremo".
L'uomo sorrise soddisfatto ed abbandonò i quattro giovani, rientrando nella chiesa. Poi istanti dopo uscì di corsa Ginny, testimone e migliore amica di Hermione, infilandosi tra i due e buttandogli le braccia al collo, stringendo forte; negli ultimi tempi aveva capito Draco, e lo aveva accettato come persona importante nella vita di Hermione. Pochi secondi dopo si staccarono.
《Presto! Tutti in casa a prepararsi! Hermione, io ti aiuterò con il vestito e con il trucco. Voi ragazzi - si rivolse direttamente a Theo e Blaise- aiuterete Draco  con il completo; quella scimmia di Hermione gli ha spiegazzato la giacca》scherzò, facendo l'occhiolino a Hermione.
E di gran carriera i cinque giovani si allontanarono quasi correndo verso la casa.
Hermione e Ginny entrarono in casa praticamente correndo e, attraversando svariati corridoi del secondo piano del maniero, entrarono nella stanza degli ospiti, che era stata messa a disposizione di Hermione per prepararsi, e sigillarono la porta per evitare sguardi indiscreti da parte dei tre ragazzi, uno in particolare; i tre ragazzi entrarono a ruota delle ragazze in casa, ma decisero di fare una smaterializzazione congiunta nella camera di Draco, che si trovava al terzo piano nell’ala est, troppo distante per essere raggiunta a piedi in poco tempo.
Mentre Hermione si accostava al tavolino con i trucchi, Ginny si armò di bacchetta, incantando i trucchi affinché truccassero Hermione e iniziò a preparare il vestito perché fosse indossato.
In tempo record Hermione fu pronta.
A molte stanze e corridoi di distanza i tre ragazzi appena entrati nella stanza si stavano chiedendo come poter stirare la giacca del completo senza chiedere aiuto agli elfi -che erano impegnati nelle cucine- e non conoscendo un incantesimo che potesse fare al caso loro. Erano decisamente in difficoltà.
《Draco…. Lo sai che in un altro momento non te lo farei notare, conosco la tua ritrosia sulla questione, ma abbiamo bisogno di Ginny. ORA. 》Era stato Theo a parlare, il riflessivo del trio, che con faccia mortificata guardava l’amico, che a quelle parole iniziò a scuotere la testa neanche avesse una molla al posto del collo.
《ASSOLUTAMENTE NO.》
《Sai benissimo che abbiamo bisogno di lei.》Insisté ora anche Blaise.
《Ehi, se lo dice anche Blaise vuol dire che la situazione è grave》Scherzò Theo.
《E va bene… Ma che nessuno lo venga a sapere, ne andrebbe della mia reputazione》Acconsentì Draco.
《Theo, vai tu però, okay? 》Blaise si rivolse all’amico, con un’espressione quasi sofferente per quell’obbligo formulato come una richiesta.
Tutti e tre sapevano la difficoltà di rapporto tra Blaise e Ginny, forse per la cotta di sempre del ragazzo per la ragazza o forse per la testardaggine della ragazza nel rifiutarlo e nel negargli ogni possibilità, Theo acconsentì con un cenno del capo e si avviò verso la porta, tendendo una mano per aprire, ma un’istante prima fu bloccato dallo stesso Blaise.
《Ricorda! Bussa, annunciati, dì perché sei lì…》Iniziò Blaise
《…MA NON APRIRE! 》Finirono Draco e Blaise assieme, come a sottolineare l’importanza di quella cosa.
Il ragazzo annuì ed uscì.
Smaterializzandosi arrivò alla porta della stanza delle ragazze fece come gli era stato detto.
Bussò… in risposta ricevette un “Chi è????” da parte delle due.
Rispose con un semplice “Theo…-  quasi fosse una sofferenza, e continuò senza aspettare - Ginny, Draco ha bisogno di te per la giacca, non sa che fare…》
《 COOOOSAAAAA?!?!?!? 》Lo stupore di quell’esclamazione riecheggiò per tutto il maniero. Dopo un attimo di sussurri al di là della porta la maniglia si abbassò e si aprì uno spiraglio da cui sgusciò fuori Ginny, che dopo aver chiuso la porta alle sue spalle ed aver sussurrato un “Mi raccomando…” all’amica, si smaterializzò senza tanti convenevoli fuori dalla stanza di Draco, che aprì senza bussare e lasciando indietro un povero e sconsolato Theo.
《Non ci credo...》Fu il saluto al ragazzo. Lui si guardò le scarpe e fece spallucce, indifferente.
Ginny, non poco infastidita dal comportamento di Draco, gli strappò la giacca di mano, la stese in fondo al letto al centro stanza abbastanza impersonale del ragazzo, ci puntò contro la bacchetta e mormorò l’incantesimo che la stirò, facendola tornare come nuova. Riconsegnò la giacca al proprietario e lo fulminò con lo sguardo, come se lo stesse rimproverando, e si avviò verso la porta per uscire. Aveva quasi chiuso la porta, quando un momento di indecisione la fece tornare sui suoi passi, ma senza voltarsi, e parlò, rivolgendosi al ragazzo.
《Ti prego… non rovinare tutto. Lei ha accettato ogni sfaccettatura della tua vita, ogni tua amicizia, ogni oscuro momento del tuo passato e della tua anima. Ora tocca a te accettare ogni parte di lei, ogni sua stranezza e ogni suo rito giornaliero, perché ne ha tanti, te lo assicuro -aggiunse con una risatina-, ogni parte del suo passato, amici compresi. L’ho fatto anche io con te, sai? E non sono io a doverti sposare. Quindi accettala, interamente e completamente, e lei ti donerà ogni singola parte di se stessa. Dopotutto lei ti ama davvero, nonostante tutto. Ricordatelo.》Detto ciò oltrepassò l’uscio e sparì materializzandosi dove l’amica l’aspettava in ansia.
《Amico… sai che ho sempre faticato ad accettare questa cosa tra voi, ma l’ho fatto, più o meno, ma credo che lei abbia ragione.》Le parole di Blaise rimasero nell’aria per qualche istante; i tre ragazzi si guardavano in silenzio. Dopo che Draco ebbe annuito, si infilò la giacca ormai stirata dalla rossa e fece cenno agli amici di seguirlo fuori dalla stanza.
Materializzandosi davanti alla stanza degli ospiti diede un colpo con le nocche alla porta ed avvertì le ragazze che sarebbero andati in chiesa e che li lui l’avrebbe aspettata. Non c’era bisogno di includere i soggetti, chiunque avrebbe capito, anche la diretta interessata.
Dall’interno della stanza entrambe le ragazze annuirono, come se Draco potesse vederle, ed aspettarono di sentire il portone dell’ingresso chiudersi prima di parlare di nuovo.
《Okay… Sei pronta, tesoro? 》Ginny guardò l’amica con occhi apprensivi, attendendo una risposta, che sperava vivamente essere positiva.
《Si… Lo spero almeno. Manca qualcosa, secondo te? 》Chiese guardandosi allo specchio. Ginny negò.
L’immagine che esso rimandava era completamente diversa da quella che si aspettava: vedeva una giovane donna, di appena venticinque anni con in dosso un abito nuziale, ancora indecisa se quello che stava per fare fosse la cosa giusta o no; nonostante tutto, nonostante tutti, aveva ancora dubbi.

Cosa sarebbe successo dopo?
Cosa avrebbe dovuto fare?
E se nei non fosse la persona giusta?
E se fosse tutto un errore?

Quasi Ginny avesse usato la Legilimazia su di lei e avesse letto tutti quei dubbi, venne in suo soccorso. Le appoggiò le mani sulle spalle e avvicinò la testa alla sua, appoggiando la guancia sinistra alla tempia dell’amica, per non rovinare l’acconciatura fatta da Narcissa.
《Ehi… Andrà tutto bene. Sta tranquilla. Devi capire che in questo tipo di unioni non ci possono essere errori, perché le profezie non mettono nomi o caratteristiche particolari, dicono soltanto qualcosa che verrà interpretato dal destinatario delle sue parole, e il destino si adatta di conseguenza. Quindi, se il nostro furetto platinato ha scelto te, allora sei tu la persona giusta, succederà quello che dovrà succedere e voi farete insieme quello che ci sarà da fare – la guardò negli occhi attraverso il riflesso dello specchio e poi continuò – Adesso fai un bel respiro. Tu sei bellissima. Quell’idiota ti ama.》Le scoccò un bacio leggero sulla tempia destra dell’amica, come aveva fatto poco tempo prima il ragazzo quando avevano parlato.
Hermione fece un respiro profondo, annuì e girandosi abbracciò l’amica.
《Sono pronta? Si, lo sono. Ho certezze? No, nessuna. Io lo amo? Si, forse troppo – disse con un sorriso- Lui mi ama? Questo è ciò che dimostra. – disse guardando Ginny, che annuì convinta – bene, allora non ho bisogno di altro. Andiamo, ci staranno aspettando. 》
Ci?? Vorrai dire che TI STARANNO ASPETTANDO. Io devo solo entrare prima di te e portare le fedi… 》disse Ginny con un sorriso che poteva sembrare di derisione, se non conoscevi bene la ragazza.
Dopo ciò, le due giovani si prepararono ad uscire dalla casa, notando che si era fatto davvero tardi, e ipotizzando che Draco temesse in un ripensamento di Hermione.
Arrivate a pochi metri dalle maestose porte della chiesa, Ginny entrò per avvisare Lucius di uscire, mentre Hermione si mise di lato, aspettando l’uomo che l’avrebbe accompagnata verso l’altare, che l’avrebbe accompagnata in quell’ultimo cammino da ragazza senza più radici alle spalle, prima di cominciare una nuova vita, con un nuova famiglia, con nuove esperienze che l’avrebbero sicuramente cambiata per il resto della sua esistenza.
Le sue riflessioni vennero interrotte da Lucius, che comparve dall’uscita dalla chiesa e le si avvicinò, con un sorriso di incoraggiamento, che benché fosse appena accennato sulle labbra raggiungeva gli occhi, i quali scintillavano di una nuova luce: felicità ed emozione probabilmente.
L’uomo le si accostò e le pose il braccio sinistro, a cui Hermione poggiò quello destro, e prima che potessero muovere un passo per poter dare finalmente inizio a quella cerimonia che sembrava non voler iniziare, comparve ancora Ginny che prima di sistemarle il velo sul volto le diede un bacio sulla guancia e un leggero abbraccio, quasi fraterno, come a darle l’in-bocca-al-lupo in quella che a momenti sarebbe diventata la sua nuova famiglia, poi la lasciò andare e, facendo un cenno col capo all’uomo si avviò verso la navata della chiesa, da cui da lì a poco sarebbe partita la melodia della marcia nuziale.
Nel muovere il primo passo insieme all’uomo, Hermione sentì le ginocchia cedere leggermente, sintomo che l’emozione stava prendendo il sopravvento sulla sua razionalità, che un tempo le era stata molto utile ma anche di grande intralcio. Sentendo il momento di indecisione della ragazza, Lucius le si avvicinò maggiormente per aiutarla in quei primi passi. L’aiuto dell’uomo le servì molto, e lo ringraziò con un sorriso appena visibile dal velo, per poi prendere a camminare senza problemi.
Pochi istanti dopo che la musica fu partita, Draco spostò lo sguardo dai suoi amici in veste di testimoni alla sua destra verso il fondo della navata, dove stava per comparire Hermione accompagnata da suo padre Lucius, vista la mancanza del padre della ragazza.
La figura che gli comparve davanti era indescrivibile; cadde infatti nella scontatezza nel tentativo di commentarlo, ma doveva farlo. Stentò quasi a credere che fosse la stessa Hermione che aveva visto corrergli incontro fuori dalla chiesa: un portamento fiero, la camminata sicura – merito probabilmente di suo padre che le infondeva sicurezza –, immaginava uno sguardo pieno di certezza sotto quel velo che gli impediva di vedere i suoi bellissimo occhi nocciola –non si sarebbe mai presentata se non fosse stata sicura. Stava odiando quel velo che le copriva il viso, avrebbe voluto vedere la sua espressione emozionata ma sempre giocosa e spensierata, la capigliatura fatta da sua madre che risaltava i suoi capelli castani. E quel vestito, non aveva parole. Così semplice, come lei, ma che denotava un certo gusto e stile, una certa raffinatezza. Le lasciava braccia, spalle e decolleté liberi, ma senza essere volgare, da una striscia di seta sotto il seno partiva un drappeggio di pizzo che andava a circondare il resto dell’abito, anche dietro, terminando con una leggera coda; il velo, che le copriva il capo era puntato alla capigliatura da un fermacapelli perlinato, da cui partiva il resto del velo che copriva la schiena coperta solamente dal leggero pizzo dell’abito, e che arrivava fino a terra, terminando alla stessa lunghezza dello strascico del vestito. Una visione incantevole.
Nel tempo che gli servì per fare tutte queste osservazioni, Hermione e Lucius erano arrivati all’altare. L’uomo aveva sollevato il velo dal volto della giovane, le aveva preso entrambe le mani nelle sue e le aveva dato un leggero bacio sulla guancia con fare paterno, per poi voltarla verso il figlio, e passare le mani della giovane dalle sue a quelle del ragazzo, con fare solenne e cerimonioso, contrastato dall’espressione gioviale e dall’occhiolino che gli fece; Draco sorrise e prese nelle sue le mani di Hermione, come ad dire “ti prendo sotto la mia ala protettrice e mi occuperò io di te” e le strinse lievemente, per confermare quel gesto, accompagnandolo con un sorriso.
La cerimonia ebbe finalmente inizio, con evidente sollievo del celebrante, degli sposi, dei signori Malfoy, dei testimoni, e non ultimi degli invitati.
Ed era giunto anche il momento delle promesse e dello scambio degli anelli.
Era Draco a pronunciare la promessa per primo.
《Io, Draco Lucius Malfoy, prendo te, Hermione Jean Granger come mia sposa, e prometto di restarti accanto nei momenti positivi e negativi della nostra vita, in salute e in malattia, in ricchezza o in povertà, e di essere tuo consigliere, il tuo confidente e il tuo appoggio nei momenti in cui avrai più bisogno di me. Per tutti i giorni della nostra vita. 》
Draco si voltò verso Hermione, le prese la mano sinistra e, dal cuscino che ora reggeva la figlia di qualche amica di Hermione, prese l’anello che delicatamente le infilò sull’anulare della mano, posandole un leggero bacio sul dorso, per poi sorriderle e lasciarle la mano.
Poi fu il turno di Hermione di pronunciare la premessa.
《Io, Hermione Jean Granger, prendo te, Draco Lucius Malfoy come mio sposo, e prometto di restarti accanto nei momenti positivi e negativi della nostra vita, in salute e in malattia, in ricchezza o in povertà, e di essere il tuo consigliere, la tua confidente e il tuo appoggio nei momenti in cui avrai più bisogno di me. Per tutti i giorni della nostra vita. 》
Anche Hermione, già voltata verso Draco, gli prese la mano sinistra per mettere l’anello al suo dito anulare, e chiudendo per un istante la sua mano tra le sue, quasi sigillando quelle parole, gli sorrise e gli liberò la mano. Per qualche istante si guardarono negli occhi. Lui perso in quegli occhi profondi ed espressivi, lei in quel lago ghiacciato che erano i suoi occhi, che tendevano dal blu notte all’azzurro limpido, come immaginava essere la sua anima: qualcosa di oscuro come la notte ma limpido se toccato dalle mani giuste.
Furono riportati alla realtà da un leggero colpo di tosse del celebrante, che li ringraziò con un cenno del capo per avergli concesso ancora una volta la loro preziosa attenzione. Concluse la cerimonia con il classico ma mai scontato “Ora puoi baciare la sposa” .
I due si guardarono per un attimo, sentendo riecheggiare nella propria testa quelle parole così significative, sorrisero e si avvicinarono lentamente, come in assenza di tempo, come se fossero soli su quell’altare e in quella chiesa, cosa che creavano ogni volta che stavano per baciarsi. Il tocco inizialmente fu leggero, come fosse il primo bacio, come due estranei che stanno ancora conoscendosi, assaporandosi, adattandosi all’altro, ma quando stavano per andare troppo oltre per un semplice bacio da matrimonio che avrebbe terminato una cerimonia ufficiale e suggellato le promesse e unito per sempre le loro vite, si staccarono lentamente, senza fretta, guardandosi negli occhi e sorridendosi.
Draco le prese la mano sinistra e l’aiutò a scendere i gradini, per poi poggiare il suo braccio destro sulla vita della ragazza, tirandola più a se e posandole un altro veloce e tenero bacio sulla tempia sinistra.
Tutta la chiesa applaudiva i due novelli sposi.
Draco e Hermione vennero accompagnati in casa dai loro testimoni, Theo e Blaise per lui e Ginny per lei, che dopo essersi complimentati e un po’ lamentati per non aver dato abbastanza spettacolo, li accompagnarono ed aiutarono a cambiarsi nelle relative camere.
Draco si mise solo un paio di pantaloni grigi di sartoria e una camicia in lino, senza cravatta, e una giacca grigia che andasse bene con i pantaloni, ed uscì dalla stanza, aspettando comunque Hermione in cima alle scale per scendere con lei.
Hermione si tolse con delicatezza ed attenzione il velo e l’abito, aiutata da Ginny, per poi indossare un abito rosa antico aderente e decorato dal pizzo sul corpetto con una fascia all’altezza della vita, decorata da un fiore in tessuto, da cui partiva un’elegante e lunga gonna plissettata; ai piedi un sandalo a tacco alto che slanciava la sua figura minuta e flessuosa.
Ginny la guardava quasi con le lacrime gli occhi. Quando Hermione la vide attraverso il riflesso dello specchio le sorrise, girandosi e correndo ad abbracciarla, ma prima che una delle due potesse dire qualcosa furono interrotte da un lieve bussare alla porta.
《Ehm… Ragazze, scusate, non volevo interrompervi… Ma…》 quella voce fuori dalla porta tergiversava troppo.
《Theo! Sputa il rospo! Che vuoi?! Qui c’era una coppia sposa-testimone che si stava abbracciando. Quindi sbrigati che ci hai interrotto》Sputò Ginny fintamente arrabbiata con il ragazzo fuori dalla porta e facendo l’occhiolino a Hermione.
《Si ecco… Dovreste uscire. Si. Perché stanno aspettando solo noi per iniziare il rinfresco con gli ospiti. Quindi… Hermione, potresti uscire? E, Ginny, smetti di sequestrare la sposa del mio amico. 》Concluse il ragazzo rivolto alla ragazza, ancora dall’altra parte della porta.
Le due ragazze si guardarono trattenendo a stento una risata e decisero di uscire, assecondando Theo.
Quando Draco vide nuovamente Hermione rimase incantato come poco tempo prima quando era apparsa in fondo alla navata. Era sempre bellissima, e finalmente poteva vedere i suoi occhi, e il suo accennato rossore ogni volta che si sentiva eccessivamente osservata dal ragazzo. I due si sorrisero per stemperare la situazione, e Ginny intervenne per sistemare definitivamente la situazione.
《Theo non aveva detto che vi stavano aspettando? E comunque sì, è bellissima, ed è tutto merito mio》
Tutti e tre risero, avviandosi verso le scale in fondo al corridoio per scendere al piano inferiore ed uscire. In soggiorno trovarono Theo -che dopo averle chiamate era sceso-, Blaise, Lucius e Narcissa ad aspettarli, tutti con un meraviglioso sorriso sul volto. Lucius e Narcissa gli andarono in contro, stringendo in un abbraccio Draco e Hermione.
Dopo qualche istante di quell’intimo momento famigliare si sciolsero dall’abbraccio, rassettandosi gli abiti e preparandosi ad uscire.
I coniugi Malfoy uscirono per primi, poi i testimoni dei novelli, ed infine i novelli stessi, attesi e chiamati a gran voce da tutti.
Prima di iniziare il banchetto ci fu il brindisi in onore degli sposi. Tutti alzarono il loro flûte e brindarono alla loro felicità e ad una lunga e prosperosa vita insieme. Draco e Hermione bevvero dal loro calice intrecciando le braccia l’un con l’altra assumendo una posizione scomoda e buffa che fece ridere tutti.
Finito il banchetto fu il momento del ballo, atteso da tutti gli invitati, eccetto coloro che dovevano aprire le danze. Draco aveva sempre saputo danzare, essendo uno dei tanti insegnamenti impartiti durante la loro infanzia ed adolescenza richiesti dal loro rango di nobili Purosangue, ma Hermione sapeva a malapena seguire il ritmo della musica, figuriamoci danzare sulle note di ciò che poteva ricordare il ballo da sala, ma ultimamente Draco le aveva dato qualche lezione in prospettiva del matrimonio, quindi sperò potessero esserle sufficienti.
Il ragazzo, che aveva già capito i suoi pensieri, la prese per mano, portandola al centro della sala, scambiò uno sguardo d’assenso con Theo e si accinse ad assumere la posizione per iniziare a ballare. Prese nella sua mano sinistra la mano destra di Hermione, le appoggiò la mano destra sulla vita, poi Hermione poggiò la sua mano sinistra sulla spalla di Draco. Si scambiarono un sorriso incoraggiante. Poco prima che la musica partì, Draco le si avvicinò all’orecchio sinistro.
《Non ti preoccupare, okay? Tu guarda me, seguimi, al resto ci pensa Theo. 》Finito di parlare le diede un bacio sulla guancia e si allontanò dal suo viso, strizzandole l’occhio incoraggiante.
Hermione annuì perplessa e si preparò.
Pochi istanti dopo la musica partì, e Hermione si preparò a seguire il suo compagno nella danza.
Draco iniziò a muoversi e tutto dopo venne da se, sembravano muoversi come una cosa sola, aleggiare sulla pista, sembravano eterei, irraggiungibili; tutti li guardavano ammirati, vedendo come fossero già una coppia affiatata. Ma quello che la gente non sapeva era che, seppur in maniera trascurabile, c’era lo zampino di Theo, che stava rendendo le cose più facili ad Hermione, con un incantesimo che aveva imparato da sua madre, rendendole più facile il ballo.
Quando la musica terminò scoppiò un applauso tutto per Hermione e Draco, che si fermarono, si staccarono, e fecero un breve ed accennato inchino al pubblico.
Quello che Hermione non si aspettava era che quando avrebbe provato ad allentare la mano dalla presa di Draco, lui l’attirasse improvvisamente a sé, baciandola con trasporto, mettendo tutta quella passione che nel primo bacio in chiesa non si erano permessi. Questa improvvisata lasciò tutti di stucco, fatta eccezione per Ginny, Theo e Blaise che attaccarono con schiamazzi e grida degne di uno stadio di Quidditch, applaudendo allo spettacolo che finalmente la coppia si era degnata di dare, guadagnandosi un’occhiataccia da parte dei coniugi Malfoy, ma che cadde subito grazie ai fragorosi applausi che successivamente seguirono quelli dei tre ragazzi, seppur più adatti all’occasione.
Dopo minuti interminabili la coppia interruppe i loro baci, presupponendo di aver dato abbastanza spettacolo ai tre amici, unici veri destinatari di quella scena.
Hermione rise per l’imbarazzo, affondando la testa nell’incavo del collo di Draco e abbracciandogli la vita, come faceva sempre quando si sentiva in difficoltà con il resto del mondo, andando a rifugiarsi nel suo abbraccio. Draco abbracciandola le diede un bacio tra i capelli.
Finiti gli applausi, Lucius e Narcissa si avvicinarono ai due ragazzi.
《Figliolo, ti dispiacerebbe concedermi la tua dama, nonché mia nuora, per un ballo? – disse rivolto al figlio, e poi alla ragazza – vorrei sopperire alla mancanza del padre per il tradizionale ballo “padre-figlia”, se non ti dispiace》
《Solo se tu mi concedi la tua dama, padre, nonché mia madre》Rispose Draco, facendo l’occhiolino ad Hermione, la quale annuì ad entrambi.
Così ci fu lo scambio di dame per il successivo ballo, ma prima che la musica iniziasse Hermione si avvicinò a Ginny sussurrandole qualcosa all’orecchio, inudibile a tutti, e lasciando la ragazza palesemente perplessa, poi si avviò verso Blaise, dicendo qualcosa anche a lui con un sussurro, e gli fece l’occhiolino accompagnando il gesto da una leggera spinta di incoraggiamento sulla spalla, e tornò dal suo cavaliere, nonché suocero, per quel ballo.
L’uomo le sorrise e, come cavalieri d’altri tempi, le fece un inchino accennato, ricevendo in cambio dalla ragazza una risatina imbarazzata, che lo fece sorridere, per poi prendere posizione ed iniziare la danza.
Credendo di avere ancora l’aiuto di Theo si lasciò condurre dall’uomo senza tante difficoltà, adducendo quella semplicità all’intervento dell’amico, ma quando lo vide intento a parlottare con una ragazza, capì che il merito di quella danza era solo suo, e ciò le diede una botta di felicità ed autostima che la fece sorridere apertamente.
L’uomo, che doveva aver intuito il filo dei suoi pensieri seguendo il suo sguardo le sorrise, per poi iniziare una leggera conversazione con la propria dama, per far passare piacevolmente il tempo di quel ballo.
Quando la musica si interruppe segnando la fine del ballo le coppie si separarono: chi con un sorriso, chi con due parole gentili, chi con un inchino.
Hermione si avviò verso Ginny, venendo però intercettata da Theo, che intenzionalmente l’allontanò da Ginny e Blaise, lasciandole intuire con poche parole che non era ancora il momento giusto per intervenire, finendo la frase con uno sguardo eloquente e malandrino che la fece ridere. I due si avviarono verso il tavolo sui cui erano di sposti i vari bicchieri di champagne messi a disposizione degli invitati.
Poco dopo furono raggiunti da Draco, curioso di sapere cosa stessero confabulando, e lo aggiornarono sugli sviluppi tra Ginny e Blaise; il ragazzo ne fu positivamente sorpreso.
Poi decise di sequestrare per se la propria sposa per un po’ e si avviarono verso dei divanetti poco distanti dalla pista da ballo.
《Credo di dover ringraziare te per questo miracolo miracoloso》Disse accennando con un gesto del capo ai due che ancora parlavano a bordo pista e facendo ridere Hermione.
《Credi bene. Si, è merito mio, ma io mi sono solo limitata a dare un incentivo dalle due parti. Tutto qua. 》Rispose, con una leggera alzata di spalle, come fosse una cosa da nulla. Ma entrambi sapevano fin troppo bene cosa quello volesse dire, avevano vissuto con quei due per così tanto tempo che non ne potevano più di vedere lui rifiutato e lei testarda nel non concedergli una chance. E se finalmente era arrivato anche il loro momento, ben venga anche quello.
Si scambiarono un bacio casto, a fior di labbra, per poi tornare a guardare davanti a loro la gente che ballava tranquilla.

Quello poteva essere l’inizio di una nuova vita, per loro, per la loro famiglia, per i loro amici. L’inizio di una vita il più serena possibile per tutti.
   
 
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