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Autore: CleoWhovian221b    28/03/2016    2 recensioni
Sono solita fare sogni particolari. Non per forza riguardano me e anzi molto spesso mi incarno in persone sconosciute.
Il mio cervello ha questa grande capacità di partorire strane storie che difficilmente dimentico. Ma tenerle per me non mi piace: non mi va di nascondere la mia creatività.
Perché é questo che penso: ogni sogno é un'opera d'arte che mostra le profondità dell'animo umano.
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Si sdraiò a letto e chiuse gli occhi, pronta ad allontanarsi dal tanto odiato mondo terreno per raggiungere il suo mondo ideale.
Lui la raggiunse quasi subito.
Lei si trovò coperta da un semplice vestito bianco con i capelli lasciati liberi al vento.
La leggera brezza spostava le fronde degli alberi, per la maggior parte salici piangenti.
Anche se non c'era, lei poteva percepire l'odore del mare e anche se non era sera, poteva vedere la luce delle lucciole rincorrersi e intrecciarsi tra loro.
L'erba sotto i suoi piedi era soffice e umida e il sole pungente le colpiva la faccia. Lei però riusciva a mantenere gli occhi ben aperti e a osservare il paradiso che la circondava. 
Lui era accanto a lei: le teneva le mani in una presa salda ma delicata e le sussurrava parole che lei non sentiva.
Sapeva che la stava fissando ma non riusciva a reggere lo sguardo: qualcosa le bloccava la vista e al posto del meraviglioso volto di lui, percepiva solo una profonda macchia nera.
Improvvisamente tutto divenne silenzioso e l'unica cosa che riuscì a sentire fu Lui.
"Stai con me."
"Io non posso: devo tornare nel mio vero mondo. A casa mia."
"Il mio mondo é casa tua, se vuoi. Il mio giardino é casa tua,se vuoi. Ma io, che tu lo voglia o no, sarò sempre casa tua."
Più il discorso andava avanti e più la voce di Lui si faceva profonda e diabolica, ma non disturbava il silenzio; questo, anzi, si faceva sempre più profondo e si insinuò nella sua testa provocandole una forte emicrania. Cercò di esprimere il suo pensiero guardando gli occhi di lui, ma la macchia nera era sempre lì, indelebile. Provò a parlare. Uscirono parole silenziose. Si ostinava a osservare quel volto nascosto, ma si rese conto che in questo modo la macchia si faceva sempre più profonda e sempre più nera.
Iniziò a sentire un suono assordante e agghiacciante: era dentro la sua testa e lei non riusciva a toglierlo. Si comprii le tempie e urlò.
Nonostante tutto, però, non toglieva gli occhi di dosso dalla macchia, che iniziò a imprimerle nel cervello strani pensieri, come sussurri, che le ordinavano di uccidersi. Pianse.
L'incubo finì solo quando Lui appoggiò le mani sulle sue.
Il silenzio scomparve, così come la sua ostinazione nel fissare la macchia nera. Abbassò lo sguardo.
"Chiudi gli occhi" le sussurrò
Si trovò nel buio più totale.
"É il momento di scegliere"
Aprì gli occhi.

Si sdraiò a letto e chiuse gli occhi, pronta ad allontanarsi dal tanto odiato mondo terreno per raggiungere il suo mondo ideale.Lui la raggiunse quasi subito.Lei si trovò coperta da un semplice vestito bianco con i capelli lasciati liberi al vento.

La leggera brezza spostava le fronde degli alberi, per la maggior parte salici piangenti.Anche se non c'era, lei poteva percepire l'odore del mare e anche se non era sera, poteva vedere la luce delle lucciole rincorrersi e intrecciarsi tra loro.L'erba sotto i suoi piedi era soffice e umida e il sole pungente le colpiva la faccia. Lei però riusciva a mantenere gli occhi ben aperti e a osservare il paradiso che la circondava. 

Lui era accanto a lei: le teneva le mani in una presa salda ma delicata e le sussurrava parole che lei non sentiva.Sapeva che la stava fissando ma non riusciva a reggere lo sguardo: qualcosa le bloccava la vista e al posto del meraviglioso volto di lui, percepiva solo una profonda macchia nera.Improvvisamente tutto divenne silenzioso e l'unica cosa che riuscì a sentire fu Lui."Stai con me.""Io non posso: devo tornare nel mio vero mondo. A casa mia.""Il mio mondo é casa tua, se vuoi. Il mio giardino é casa tua,se vuoi. Ma io, che tu lo voglia o no, sarò sempre casa tua."

Più il discorso andava avanti e più la voce di Lui si faceva profonda e diabolica, ma non disturbava il silenzio; questo, anzi, si faceva sempre più profondo e si insinuò nella sua testa provocandole una forte emicrania. Cercò di esprimere il suo pensiero guardando gli occhi di lui, ma la macchia nera era sempre lì, indelebile. Provò a parlare. Uscirono parole silenziose. Si ostinava a osservare quel volto nascosto, ma si rese conto che in questo modo la macchia si faceva sempre più profonda e sempre più nera.Iniziò a sentire un suono assordante e agghiacciante: era dentro la sua testa e lei non riusciva a toglierlo. Si comprii le tempie e urlò.Nonostante tutto, però, non toglieva gli occhi di dosso dalla macchia, che iniziò a imprimerle nel cervello strani pensieri, come sussurri, che le ordinavano di uccidersi. Pianse.

L'incubo finì solo quando Lui appoggiò le mani sulle sue.Il silenzio scomparve, così come la sua ostinazione nel fissare la macchia nera. Abbassò lo sguardo."Chiudi gli occhi" le sussurròSi trovò nel buio più totale."É il momento di scegliere"

Aprì gli occhi.

 

  
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