Fanfic su artisti musicali > Ed Sheeran
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Autore: laragazzacheleggevailibri    29/03/2016    1 recensioni
Hai lasciato un segno indelebile nella mia vita... Ma prima o poi tutto finisce... Tutto...noi?
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ed Sheeran, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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'Perchè vuoi che io smetta di sorridere?' chiese lui con un aria curiosa, io gli risposi 
' è iinutile fingere con me, tanto lo so che non sei così', 'in che senso?' chiese raggiungendomi, 'sei orfano anche tu, giusto? Quindi dovresti avere una mentalità più realista del mondo, non c'è bisogno che tu abbozzi un sorriso, non fingere come fai con gli altri', con un'espressione che era un misto tra quella sorpresa e quella interrogativa disse 'non capisco ciò che intendi, ma qusta è la mi vera espressione, io sono sempre così, amo sorridere , ao donare un sorriso agli altri' concluse la frase con un sorriso ancora più grande di quello di prima, che lo illuminava a tal punto da farlo sembrare una lampadina... qualcuno spenga quella luce!!                                                                                                      'sei strano, direi più ingenuo, un po ti invidio, ma forse sarai capitato in una buona famiglia'
Non gli lascai il tempo di rispondere che dissi subito ' quella è l'aula di chimica' e così via per tutta la scuola.
Era l'ora di pranzo, lo portai in mensa e nell'attimo in cui la sedia era appena entrata in contatto con i nostri sederi il preside parlando dall'alto parlante disse 'Charlotte ed Edward in presidenza, tranquilli, non avete combinato guai' e come se gli altri non stessero già guardando dalla nostra parte per riuscire a capire chi era quella presenza sconosciuta affianco a me, ora gli occhi dell'intera scuola erano su di noi, che rottura! Mi giro e trovo Edward che si sta sganasciando dalle risate, e con lui tutti quelli che erano in torno... che figure.
Appoggiai il mio piatto sul tavolo, presi il mio solito pranzo, cioè la mia mela rossa, e mi diressi verso l'uscita, con la solita freddezza, il mi viso non lasciava tralasciare nessuna emozione,mi girai e visi che tutta la scuola mi stava fissando, diedi un'occhiata a Edward per inctarlo a seguirmi e ripartii per la mia strada, lui mi corse subito dietro dicendomi
'hey, potevi pure aspettarmi' con i suo sorrisino da ebete, io risposi ' l'ho hatto, ma tu ci hai messo troppo', lui contrabbattè 'no, non lo hai fatto, mi hai mandato un'occhiataccia e poi sei ripartita spedita come un fulmine... guarda che dopo quell'occhiata avrò gli incubi' e poi rise io gli risposi ' una soluzione cel'avrei, stami lontano, e fidati che non ne farai più' dissi secca
Lui rallentò, ma poi riprese il passo e le speranze, e mi disse 'dai era una battuta, non te lla prendere, e comunque è il preside che ti ha detto di accompagnarmi. Ora capisco il nomignolo angelo dal cuore di ghiaccio...' non gli lasciai terminare la frase che lo "aggredii" con lo sguardo
Lui disse ' l'ho sentito da un ragazzo n mensa, scusa...' la sua espressione sembrava pentita, ma io so benissimo che le persone nascondono un secondo fine, sempre.
Arrivammo dal preside, che ci accolse con un sorriso, 'allora, come stanno i miei due secchioni preferiti? Fatto i giro? Avete mangiato? - si avvicinò di più e disse rivolgendosi a me- non è male- e mi fece un' occhiolino, si rivolse verso di lui dicendo- lei è un pezzo di marmo, vero?' ridacchiò e con lui anche Edward, si voltarono anche verso di me sperando in una micro espressione, ma niente, lui riprese ' ammettetelo, questa volta siete passati inosservati'
Io gli dissi ' non poteva scegliere un momento peggiore, avevamo appena preso il pranzo, e ci eravamo appena seduti in mensa. Il resto credo che lo abbia intuito lei da solo'
Ci rimase male e ci chese scusa ridacchiando, e alla fine ritornammo in mensa, che oramai era vuota e insistette per pagarci il pranzo, io rifiutai scrupolosamente, dicendo che dovevo andare a lavorare, ma costrinse Edward ad accettare, e così salutati me ne andai per la mia strada.
Passo dopo passo arrivai al lavoro,la mi titolare i abbracciò ringraziandomi di essere venuta in anticipo, non e dissi che non avevo pranzato, perchè il mio pranzo ( cioè la mela) l'avevo data ad una bambina che stava elemosinando per la strada.
Io lavoro in una pasticceria, una delle più famose e rinomate del paese, ma spesso vengono dei bambini, che non hanno nulla e io offro loro qualche dolcetto.
è uno di quei classici pomeriggi affollati, sono da sola in negozio, perchè la mia titolare è uscita con il suo ragazzo, perciò mi tocca gestire tutta la situazione da sola, come quasi sempre del resto, ma io riesco a gestire tutto, mano a mano i clienti diminuiscono e l'orario di chiusura si avvicina. 
Verso le sei di sera un gruppo di ragazzi entra in negozio, alcuni si siedono e altri si avvicinano in cassa, dove c'era un bancone di dolci, io come di routin chiedo loro ' potete accomodarvi, verrò io a prendere i vostri ordini' i due si scambiano un' occhiata, scuotono la testa e si rigirano a guardarmi dicendo 'ah, ok' si dirigono al loro posto, prendo gli ordini e noto che fastidiosamente mi stanno scrutando dalla testa ai piedi, nel loro tavolo erano in circa una decina, uno di loro si era dietto in bagno, prima che potessi vedere come fosse fatto. ù
Andai a prendere ciò che avevano ordinato, purtroppo però quelli continuavano  scrutarmi dalla testa ai piedi, ma feci finta di non accorgermene. Forse mi fissavano pe via della mia divisa, una sottospecie di kimono , con unn a gonna di lunghezza media e con un contorno finale di pizzo... 
Già, carino, ma imbarazzante, la mia titolare è un'amante del Gippone e della cultura giapponese, quindi iò locale, le divise, e alcuni dolci sono in stile giapponese.
Portai ai tavoli ciò che mi avevano ordinato e nel servire uno dei ragazzi fece un movimento ''brusco'' e la bevanda che consisteva in te verde caldo mi andò a finire tutta a dosso... Volevo urlare dal male che aceva, sembravano tutti divertiti, tranne uno, infatti venne a ''soccorrermi'' eppure mi sembrava famigliare, lo avevo sicuramente visto da qualche parte, ma certo! Il ragazzo alzò lo sguardo...era...Edward, che fù sorpreso quanto me appena si rese conto che ero io.
Mi alzai subito, e il ragazzo mi chiese scusa, dicendo che non lo aveva fatto apposta,e che lui aveva la mania di gesticolare mentre parla, e gli altri confermarono, andai a prendere un' altra tazza di te, mentre lo stesso si stava preparando diedi un veloce sguardo al retro, notando un movimento sospetto, ma non ci diedi molto peso.
Ritornai dai rgazzi con il resto delle ordinazioni, vidi che Edward continuava a guardarmi le gambe, come il resto del gruppo, per la curiosità abbassai lo sguardo anche io e rimasi di sasso...la mia gamba er diventata rossa e gonfia, e faceva molto male. Ma volli consolare quel ragazzo che sembrava una povera anima in pena, e dissi 'Tranquillo, è tutto a posto, non fa molto male, è normale che sia un po rosso.'
_Angolo dell'autrice_
Ed ecco a voi un'altro capitolo :3
Grazie alle persone che stanno leggendo la mia storia, a quelli che hanno lasciato una recensione.  Grazie a tutti :3
   
 
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