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Autore: ireluna99    29/03/2016    0 recensioni
"Aveva gli occhi di un colore difficile, nessuno sapeva mai come chiamarlo e questa era una cosa che non sopportava.. Non poter dare un nome alle cose"
Genere: Introspettivo, Malinconico, Poesia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Tematiche delicate
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Un leggero tuono rompe il silenzio. L'uomo al volante non si scompone di un millimetro, mentre la donna seduta accanto ritorna con uno scatto alla realtà, salvata dalla prigione di pensieri in cui si era persa. Una pioggerella fitta molto sottile bagna il finestrino su cui un ragazzo è appoggiato, lo sguardo perso nel vuoto allo scopo di non incrociare quella della ragazza seduta al suo fianco che continua incessantemente a fissarlo forse indispettita, forse sospettosa. Il grande edificio, lodato dai grandi intellettuali ignoranti della città come "scuola più bella della regione", è già circondato da gruppi di adolescenti che tentano ripassi all'ultimo minuto o cercano vie di fuga da un'altra malinconica e accesa giornata di scuola. Il primo a scendere dalla macchina, è il ragazzo con lo zaino su una spalla, i capelli spettinati e l'aria scocciata, seguito dall'uomo al volante che afferra piano il ragazzo per il braccio per attirarne l'attenzione e regalargli uno dei suoi sguardi significativi "fai il bravo", poche parole, ma forse necessarie tanto quanto inutili. La ragazza osserva il fratello, intento a studiare la lontananza della macchina dei genitori appena ripartiti, con sospetto. Quando quest'ultima non è più nel suo campo visivo il ragazzo sospira con indifferenza e si volta verso la sorella uscendosene con aria annoiata con un "Ci vediamo piu tardi" prima di dirigersi con con una noncurante fretta nella direzione opposta di quasi tutti gli altri studenti. Pur avendo molto da dire, la ragazza resta solo un istante a guardare il fratello allontanarsi prima di correre verso l'altrio richiamata dal urlo della campanella. Una ragazza se ne sta sola, seduta per terra intenta a scarabocchiare qualcosa su un foglio a righi strappato da qualche quaderno in disuso, mentre dei passi familiari attirano la sua attenzione. Al voltarsi, l'immagine dell'amico in ritardo le toglie un silenzioso peso che si stava formandonel suo petto, il vento scompiglia leggermente i capelli di un dorato spento già spettinati mentre delle goccioline leggere gli pungono il viso rosa latte cosparso di poche lentiggini sulle guance. Dopo anni i suoi occhi la catturavano ancora, avevano un colore difficile.. nessuno sapeva mai come chiamarlo... E questa era una cosa che odiava, non poter dare un nome alle cose. Erano di un blu che tendeva leggermente al viola, il colore che ha il cielo poco prima dell'alba. Arrivato a destinazione, il ragazzo si accorge dello sguardo dell'amica e accennando un sorriso divertito l'accusa "pensavi seriamente che non sarei venuto? " sbuffando l'altra risponde "certo che no, per chi mi prendi... Ma la puntualità non è un optional... la prossima volta me ne vado senza di te" quando quest'ultima si fu alzata l'amico continuava a ridacchiare. La circolare era già alla fermata in procinto di partire quando i due salirono, era piena di vecchi e casalinghe con le buste della spesa già piene, oltre tipi che la gente giudecherebbe 'poco raccomandabili'. Il viaggio fu lento, grazie ai semafori perennemente rossi, ma i due ragazzi non se ne accorsero, presi dai propri pensieri un po malinconici un po quasi felici. Dopo essere scesi i due camminavano, la ragazza avanti, spedita, il ragazzo dietro, con le mani nelle tasche dei jeans, la ragazza ancora persa nei suoi pensieri si accorse di un dettaglio che le era sfuggito "non fumi?" Chiese leggermente stupita, risvegliando l'amico dai suoi dubbi "no.. " disse quello con falsa noncuranza, "perché?" si sentì chiedere. Questo, sbuffando irritato chiese "non eri tu, quella che mi ripeteva di smettere ogni istante della mia vita?". L'altra gli regala uno sguardo ironico che gli fa abbassare gli occhi "e quindi ora tu, vorresti provare a farmi credere di aver smesso?" Domanda la ragazza con tono divertito, "non ne ho voglia ora.. " boffonchia quello irritato. L'amica decise di lasciar perdere per il momento... ci penserà più tardi. Camminando i due si trovano all'improvviso all'indirizzo che cercavano, una graziosa villetta con uno spazioso cortile davanti accerchiato da un cancello di un bianco malinconico, il bel quartiere apparentemente pulito, sembrava tutto così idealmente perfetto... sarà felice, lui, pensò la ragazza con un triste sorriso di speranza forzata mentre suonava il campanello decorato d'argento.
   
 
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