Anime & Manga > Deadman Wonderland
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Autore: Raven626    30/03/2016    0 recensioni
(Ambientato nella fine del manga)
Dopo lo scontro finale tra Ganta e Shiro, le cose sembrano finalmente andare per il verso giusto: il Deadman Wonderland aveva finalmente chiuso con la morte del suo proprietario, i Deadman erano tornati alle loro vite di sempre e, anzi, il ricordo stesso di loro e soprattutto dei loro poteri stava pian piano svanendo completamente dalle menti dei normali cittadini Giapponesi. Solo una cosa impediva ora a Ganta di raggiungere il suo lieto fine: il coma nel quale Shiro era caduta subito dopo il loro scontro...
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ganta Igarashi, Shiro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non un colore. Non un raggio di luce. Non una parola.
Solo il vuoto. La malinconia. Il silenzio. Un sonno lungo e tormentato.
La fredda luce di una lampada illuminava una camera d'ospedale dalle pareti grigie. Le finestre c'erano, ma la luce del sole era oscurata da una barriera di nubi che la rendeva opaca e priva di vita. Il rumore ritmico e insistente provocato dai macchinari era l'unico suono udibile in tutta la camera d'ospedale.
No, non era l'unico suono, c'era anche dell'altro. Un respiro flebile, debole, perfino un po' affannato. Dei gemiti di dolore provocati dall'unica abitante di quella piccola stanza. La sua pelle diafana tremava scossa da profondi spasimi e il suo viso era contratto in un'espressione di dolore non tanto fisico quanto mentale. Gli occhi si muovevano a scatti sotto le palpebre chiuse e dalla sua espressione corrucciata si poteva capire all'istante che quello che stava avendo Shiro non era affatto un bel sogno.
Sangue... una lotta violenta... sangue... un desiderio di morte... sangue... un Picchio cocciuto deciso a perdonarla e a restare al suo fianco nonostante tutto...
"Il mio desiderio è che sia la persona da me amata ad uccidermi." Aveva detto un giorno nella cabina di quella ruota panoramica.
Oh, quanto aveva sognato quella ruota! Tutte le notti la osservava dalla finestra della sua cella, quelle luci sfavillanti, quei colori, le risate e le grida di gioia delle persone che stavano facendo il giro o che erano in fila in attesa che arrivasse anche il loro turno. Quella ruota panoramica era sempre stata un sogno per lei, l'unica luce in mezzo a quel mare di tenebre, di irrazionalità e di pazzia che era il Deadman Wonderland.
"Il mio desiderio è che sia la persona da me amata ad uccidermi."
Mai aveva detto in tutta la sua vita una bugia più grande di quella! E lui lo aveva capito. Lui, il Picchio, il suo amico d'infanzia, il ragazzo che amava, Igarashi Ganta.
"Il mio desiderio è che la persona da me amata venga a salvarmi."
Lo aveva aspettato, eccome se lo aveva aspettato! Tutti i giorni, trepidante in cima ad uno dei tanti edifici che componevano la prigione, il suo sguardo era perso nel vuoto, perso nel ricordo di lui.
"Quando arrivi? Perché non sei già qui? Quanto hai intenzione di farmi aspettare ancora?" Così aveva sbuffato tutti i giorni per quasi dieci anni. E alla fine lui era arrivato. Non sarebbero bastate tutte le parole del mondo per descrivere la gioia che aveva provato Shiro in quel momento.
E poi... poi era successo di tutto... il Carnival Corpse... i Branch of Sin... il Sistema Mamma Oca... il Wretched Egg... Hagire Rinichiro... il sangue... i morti... lo scontro finale... e poi? Cos'era successo dopo? La ragazza mugugnò nel vano tentativo di ribellarsi a quel sonno che pareva non avere una fine e che l'aveva imprigionata per un così lungo tempo. Le pareva di essersi finalmente svegliata, eppure i suoi occhi non si decidevano ad aprirsi.
"Il dispettoso picchiarello
creava buchi sbriciolando la foresta.
Il dio del bosco, irato trasformò il suo becco in veleno!"
Shiro iniziò a urlare e dimenarsi in quella prigione che in realtà non era nulla di più della sua stessa mente. Ma la filastrocca continuava e con lei anche i ricordi della ragazza ricominciarono a venire alla luce.
"Povero picchiarello! Il suo nido si avvelenò e anche la sua cena.
Tocco i suoi amici e morirono tutti.
Triste, il picchiarello pianse,
le sue piccole lacrime avvelenate scintillarono e brillarono..."
La mente della ragazza era nel caos più totale, ovunque si girava vedeva solo morte e distruzione, sangue e lacrime sui visi di tutte le persone rimaste in vita. E il dolore non face che crescere ulteriormente quando si rendeva conto di essere lei la causa di tutto quel caos e di quella disperazione, lei e nessun'altro.
 - Ti aspetterò. - Disse s'un tratto una voce e anche se era proprio lì accanto a lei, a Shiro quella parve lontana chilometri e chilometri.
 - Dopotutto tu mi hai aspettato per anni e alla fine io sono tornato. -
Sangue, morti, sangue, distruzione, sangue, lacrime, sangue... la voce di Ganta, venuta da lei come ancora di salvezza.
Ganta... oh, quanto avrebbe voluto rispondergli!
 - Non importa quanto tempo dovrà passare, dovesse anche trattarsi di anni, non mi interessa. Io ti aspetterò e tu ti risveglierai. -
Shiro sorrise sentendo quelle parole, ma non voleva più aspettare, tutta la sua vita era stata come un'infinita attesa, non ne poteva davvero più.
 - Ganta... - Mormorò e la sua voce non era più solo un pensiero nella mente del ragazzo o di Shiro stessa. Era vera, viva.
 - Shiro! -
"E alla fine il Picchio trovò la felicità?" Avevano chiesto, un giorno lontano ormai anni e anni, i piccoli Ganta e Shiro.
La madre del bambino aveva sorriso sentendo quella domanda e, nonostante da quel suo sorriso trapelasse un'infinita tristezza, lei aveva risposto:"Certo. Alla fine il veleno si esaurì e il Picchio visse per sempre felice e contento con gli amici fuggiti alla strage."
   
 
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