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Autore: _Bambolina_Ink_    31/03/2016    3 recensioni
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Lazar’, Lazar’, continuava a ripetere quel nome nelle sue preghiere. Ma chi era Lazar’?
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Diciotto nodi terminati e altri in attesa di essere creati. Per ogni nodo chiuso le labbra della contessa si schiudevano in una preghiera con la voce che non si alzava mai al di sopra di un debole sussurro. Si perdeva nel silenzio che la circondava quel sussurro.
Niente turbava la quiete della cappella di famiglia e niente poteva toccarla.
Il silenzio benedetto regnava lì dentro.
«...abbi misericordia di Lazar’» mormorò al completamento di un nuovo nodo. I fili che scivolavano veloci tra le sue dita esperte intrecciandosi tra di loro mentre lei guardava un punto fisso davanti a sé. Non aveva bisogno di guardare le proprie mani per sapere come muoverle e intrecciare quei fili.
Eva aveva imparato da bambina a intrecciare corde e stringere nodi e quei movimenti erano ormai profondamente radicati in lei. C’era esperienza nei suoi gesti.
Esperienza che ora le tornava utile nella creazione di quel Chotkij. Era per Lazar’ che lo stava intessendo.
«...abbi misericordia di Lazar’» mormorò ancora.
Lazar’, Lazar’, continuava a ripetere quel nome nelle sue preghiere. Ma chi era Lazar’?
Lazar’ era un ubriacone con una bottiglia di vodka sempre stretta in una mano e gli abiti pregni dell’odore dell’alcol.
Lazar’ era un uomo senza spina dorsale sempre preda degli eventi. Privo di ambizioni e sempre pronto a chinare il capo davanti agli altri.
Un uomo del tutto inaffidabile con nessuna attenzione nei riguardi della propria famiglia. Non si curava di loro, Lazar’.
Una sfilza di difetti e vizi pendevano sulla sua testa.
Ma chi era davvero Lazar’?
Era l’uomo che lei doveva chiamare marito.
Nodi e preghiere si alternavano in rapida successione senza che lei si concedesse mai un attimo di pausa. Non poteva permetterselo. Doveva lavorare in fretta. Il tempo volava e non poteva perderne altro.
Nodi e preghiere si alternavano per riportare quell’uomo perduto sulla strada giusta e buona. Sulla retta via che aveva smarrito.
Era un compito gravoso quello che le era stato affidato e molte volte disperava di riuscire a portarlo a buon termine. Ma sempre andava avanti aggrappata alla sua fede.
Sospirò pensando a suo marito.
Suo marito.
Cosa aveva fatto per meritarsi un marito come quello? Perché un tale marito era capitato proprio a lei?
Dal giorno delle nozze non faceva che ripeterselo. Si chiedeva per cosa il suo Dio la stesse punendo.
Cosa aveva fatto? Lei sempre ligia alle sue leggi.
Lei sempre pronta a indicare agli altri la via buona.
Puntava il dito come un artiglio contro le mancanze altrui.
I suoi occhi sempre attenti, sempre vigili.
Le sue orecchie in perenne ascolto.
Di cosa la si poteva accusare? Di niente.
Quello che faceva era per Lui.
Sempre per Lui.
Non era sufficiente il suo impegno? Doveva impegnarsi di più?
Lo avrebbe fatto.
Si sarebbe impegnata di più fino a eliminare
ogni deprecabile vizio dal corpo e la mente di suo marito. Avrebbe instillato fede e timore reverenziale nel suo cuore. Via i demoni dell'alcol.
«... abbi misericordia di Lazar’».
Croce sulla sua testa.
Il chotki era terminato.
Cinquanta nodi di fede e preghiera per Lazar’
Cinquanta giorni trascorsi dal loro sì sull'altare.

*******
Note: 
- Il chotki è il rosario usato nella religione ortodossa ed è composto da cordoncini intrecciati tra di loro.
- La storia è un flashback nella vita di Eva la protagonista della storia.
- Personaggio appartenente al romanzo Vodka&Inferno e pertanto non di mia invenzione.
   
 
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