Fanfic su attori > Jamie Campbell Bower
Segui la storia  |       
Autore: girlmoon    31/03/2016    0 recensioni
Riuscite a vedere quel gruppo di scapestrati vicino al cancello della scuola? Beh, quelli siamo noi. Sono Melanie Daffodil Rutherford, ho diciannove anni e quest’anno terminerò il mio corso di studi alla Green Valley College di Londra; prenderò il mio diploma e finalmente comincerò la mia nuova vita. Per ora mi limito a vivere la mia vita al meglio facendo festini con i miei migliori amici e vivendomi questi ultimi momenti da studentessa. Formavamo un bel gruppetto, ormai da tre anni a questa parte: Greg, Clary e Ed erano ufficialmente i miei compagni di avventure. Fu però durante il terzo anno del college che nel nostro corso arrivò Jamie. Non esagero se dico che dopo il suo arrivo, insieme ci sentivamo talmente forti da poter conquistare il mondo intero.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jamie Campbell Bower, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAP.5
-“Non puoi capire quanto sia felice”- dico allegramente saltando i tre gradini che separano la casa di Clary dal marciapiede.
-“Felice per cosa?”- mi guarda curioso Jamie, sorridendo.
-“Che finalmente potrò dormire in santa pace questa notte. Devi sapere che per colpa tua ho dormito pochissimo in questi due giorni.”-
Jamie ride e appoggia la schiena al muretto che si trova ai lati della piccola scala.
-“Tu ridi, ma è stato vergognoso. Ho vissuto per  48 ore di fila una vita da vegetale: mangiavo, bevevo, piangevo, e guardavo la TV. Non scherzo!”- continuo a replicare felicemente io. –“Ed ora che finalmente abbiamo risolto tutto.. sto decisamente meglio”- concludo io, sedendomi sul gradino, accanto ai suoi piedi e appoggiandomi sulle sue gambe lunghe.
-“E chi ti ha mai detto che abbiamo fatto pace?”- fa per dire lui trattenendo una risata.
Gli do un pizzicotto e lui inizia ad accarezzarmi i capelli, guardandomi dall’alto.
Scommetto che dalla sua visuale sembro un cane in cerca di coccole.
-“Mi accompagni tu a casa?”- mi chiede iniziando a tirarmi su per farmi alzare.
-“Certo!.. Devo accompagnare qualcun altro?”- chiedo a Clary che nel frattempo ci aveva raggiunti e si era poggiata sull’uscio della porta.
Fa di “no” col capo e ci saluta stanca con un gesto della mano.
Nemmeno venti minuti, che già siamo difronte all’entrata di casa Bower.
-“Grazie del passaggio Mel, ci vediamo domani a scuola”- mi dice iniziando ad aprire lo sportello.
Comincio a ridere e istintivamente lui si volta all’indietro cercando di capire cosa mi stesse accadendo.
-“Perché ridi?”- mi chiede stranito.
-“Stavo pensando ad una cosa.. buffa”- mi inizio a calmare battendo le mani sul volante.
-“Ah si? E a cosa?”- insiste J incuriosito richiudendo lo sportello e mettendosi comodo sul sedile per ascoltarmi.
-“A te. Questa sera sei stato troppo”-
-“Troppo cosa?”-
-“Non lo so: TROPPO. Troppo ubriaco, troppo scortese, troppo carino, affettuoso e anche eccitato”-
-“Sul serio? Che cosa ho combinato?”- mi chiede portandomi una ciocca di capelli dietro le orecchie.
-“Non ci credo che non ricordi più nulla: non ti sei nemmeno sentito male; hai solo dormito”- replico io incredula.
-“Eppure, non ricordo assolutamente niente.”- si sistema per bene, stendendosi sulle mie gambe, mentre io lo tengo leggermente sollevato con le braccia intorno al collo.
-“D’accordo.. diciamo che la serata è iniziata con una bionda che ti ha dato della cocaina”- inizio il racconto io, marcando il tono della voce sulla parola BIONDA e dandogli un leggero schiaffetto sulla guancia sinistra. Lui diventa rosso e decido così di andare avanti. –“ Io ho iniziato a prenderti un po’ a parole, tu mi hai detto che era invidia e cagate simili finché non ci siamo messi a bere come dannati. Sei stato capace di ubriacarti talmente tanto da proporre a Clary di scopare e..”-
-“Sul serio?”- mi chiede lui scoppiando a ridere. Io annuisco disgustata e lui continua a ridere come uno scemo. –“Non voglio immaginare quale fosse la tua espressione”- dice a denti stretti stuzzicandomi.
-“Nessuna espressione strana mio caro J, ero solo incazzata”- dico io chiudendogli la bocca con il pollice e l’indice.
-“Si, certo.. Ti credo proprio..”- continua a ridere lui liberandosi dalla mia presa.
-“Smettila J!”- gli dico un po’ nervosa dandogli un colpo in testa.
-“Dai, scherzo”- mi prende la mano, le da un bacio e  gioca con le mie dita. –“Continua”- dice.
Passiamo un bel po’ di tempo a parlare e a ridere, chiusi in macchina, difronte a casa sua.
-“J, si è fatto tardi, devo andare a casa”-
-“Si, hai ragione Mel, scusami”- dice alzandosi di scatto e aprendo lo sportello dal suo lato.
-“Salutami, stronzo”- rido tirandolo nuovamente dentro la macchina, tenendolo per il cappuccio della felpa.
Mi stampa un bacione sulla guancia e finalmente lo faccio andare via.
 
 
-“Ti rendi conto è magnifico?”- mi urla in faccia una Clary super felice in tuta da ginnastica prima di entrare in palestra, trovandomi nel corridoio della scuola.
-“La gita per quelli dell’ultimo anno, vero?”- le chiedo con la stessa euforia. Lei annuisce e sgattaioliamo in classe di Ed, Greg e Jamie per dirglielo.
Non saprei cosa dire.. sembriamo animali, appena vediamo qualcuno dei nostri corsi gli saltiamo sopra e li sputtaniamo la notizia.. che sinceramente, merita!
 
 
Verso le quattro del pomeriggio torno a casa, dopo il corso extrascolastico di Poesia. Trovo Jade e una sua amica a casa che ridono come bambine e stalkerano il profilo facebook di un ragazzetto.
Non potete immaginare la mia espressione.
*Dio, aiutale..*- è l’unica cosa che mi viene in mente.
Trovo mia madre in cucina, seduta al tavolo con gli occhialetti sottili ed il giornale in mano.
-“Ciao, ma’..”- la saluto e mi seggo accanto a lei per avvisarla della fantastica novità.
-“Non ci crederai mai!”- le dico allegramente e lei alza istintivamente lo sguardo dal giornale. –“Io..
 come normale che sia; andrò in gita! Tra due settimane, ad Amsterdam!”- le dico sentendo il mio orgoglio sfiorare il cielo.
-“Sul serio? E come mai.. all’ultimo momento?”- mi chiede lei incuriosita.
-“Beh, si sapeva da tanto ormai, o per lo meno, quelli degli altri corsi lo sapevano già da tre mesi, oggi hanno avvisato anche noi. Sinceramente avrei preferito prenotare il volo un po’ prima per spendere di meno, ma non fa nulla, al massimo mi darai qualcosina tu.. mi faccio assumere per queste poche settimane dallo zio e mi faccio un po’ di soldi, così me lo pago da sola”- nemmeno prendo fiato tanta la felicità. Ma ci mancherebbe pure..!
-“D’accordo, puoi andarci, per quanto starete?”- dice indifferente lei, come se non cambiasse nulla.
-“Sei giorni, 5 di pernottamento”- concludo io. Lei annuisce e mi dice di andare subito dallo zio a chiedergli questo favore.
 
Con la fortuna che mi ritrovo, mio zio Frank, è il proprietario del Workshop Coffee Marylebone che si trova poco lontano dal centro di Londra.
Abbiamo discusso per circa mezz’oretta ma alla fine.. mio zio mi adora. Sono la sua nipote preferita, come minimo avrebbe dovuto accettare.. poi magari, mi avrebbe messo a fare solo servizio al bar e non lavapiatti.
E così è stato. Ma..
-“Solo ad alcune condizioni!”- mi dice seriamente. Ed io sono tutta orecchie per sentirlo. –“Niente
sconti agli amici, 3/4 ore ogni giorno per tutte e due le settimane e se ti chiedo lo straordinario nel fine settimana, mi devi garantire la tua presenza”-
-“Affare fatto zio”- ci stringiamo la mano come per non dare nell’occhio, ma la sua lavapiatti e barista secolare Ronda non può che notarci.
Ronda è particolarmente paffutella, i capelli ricci, corti e rossi fuoco, gli occhi verdi ed un sorriso affascinante. Potrà anche essere grassottella, ma è una donna eccezionale. Mi conosce da quando ero piccolina e mia madre mi portava qui dallo zio a fare colazione.
Per un istante mi è sembrato di vedere nei suoi occhi il vuoto più assoluto; probabilmente non mi aveva riconosciuta, ma le è bastato riconoscere il piccolo neo sullo zigomo, la collana con la mia iniziale che mi porto sopra da quando avevo sette anni; che una luce gli è apparsa in volto.
I suoi occhi sono diventati lucidi in un secondo ed è corsa goffamente ad abbracciarmi, stringendomi più che poteva senza lasciarmi il fiato.
-“Rooo-o-o-nda”- la saluto felicemente dopo che ci stacchiamo finalmente da quell’abbraccio super soffocante.
-“Come va bella?”- mi tiene per le spalle e mi fissa contenta.
-“Tutto apposto, grazie e tu?”- nemmeno finisco di porle la domanda che lei inizia a farmene altre mille.
-“Che fisicaccio, ma da dove sei uscita? Vai in palestra? Quale? E queste tette? Ancora tardano ad uscire no? Non hai proprio preso da tua madre. Il fidanzato? Gli amici? La scuola?”- mi sembra un interrogatorio ma non faccio altro che ridere. Il suo modo di parlare è super buffo.
-“Beh, mettiamoci comode Ronda che ti racconto tutto”- le dico facendo un occhiolino a mio zio.
-“Mezz’ora e basta, poi Ronda si ritorna al lavello”- dice mio zio sorridendoci.
Le parlo di tutto, assolutamente tutto. Le dico di me, di Jade, di mamma, le parlo della scuola e del mio progetto di diventare stilista e trasferirmi a Milano una volta finita la scuola; le parlo dei miei amici: di Clary, Greg, Ed e Jamie. Mi soffermo soprattutto su di lui e le racconto praticamente tutta la storia.
-“Ne sono passati di anni eh, ragazzina?”- mi dice masticando la gomma e guardandomi dolcemente con i suoi occhioni verdi.
-“Il problema sarebbe se mi fossi fermata nel passato. Meglio così, no?”- le rispondo altrettanto carinamente.
-“Menzogne cara, scommetto che ti mancherà tutto questo una volta finita la scuola”-
-“Non nego l’evidenza. Non potrei.”-
-“ E i tuoi amici? Che vogliono fare loro una volta finita?”- mi chiede incuriosendosi.
-“Clary vorrebbe proseguire con l’università, fare tutti i corsi e diventare insegnante, di lettere credo.. Greg vorrebbe andare in America, lì c’è sua sorella maggiore che lavora in un industria musicale e magari farsi una vita lì, Ed non sa ancora cosa vuole dalla sua vita.. probabilmente tornando qui tra cinque anni, lo ritroveremo ancora addormentato sulla sua scrivania.”- dico con un pizzico di angoscia e malinconia nella voce. Non ci avevo mai pensato.
Noi che ci completiamo l’un l’altro prenderemo strade completamente diverse e ci separeremo. Ognuno vivrà e si farà una nuova vita: si troverà un lavoro, si innamorerà, si sposerà, avrà dei figli e così avrà una propria famiglia. Mi viene la pelle d’oca solo a pensarci.
-“E Jenny?”- mi chiede sicura di se.
-“Jamie..”- la correggo ridendo e lei ride facendo una faccia buffa.
-“Eh, lui..”-
-“Jamie non sa e non vuole sapere. Probabilmente la prima cosa che si troverà a disposizione se la farà andare bene per il resto della vita. Non penso che fallirà, lui è forte. Poi ha anche una band, suona con dei suoi amici e sono pure molto bravi.. magari ora lo fa solo per svago, l’indomani spero sia il suo lavoro.”-
-“Perché speri?”- mi chiede lei alzando un sopracciglio.
-“Avrò più possibilità di rivederlo. Chissà, lui e la sua band saranno abbastanza famosi  da farsi il giro del mondo con i loro Tour e magari.. immaginati che bella scena.. me lo ritrovo a Milano nella mia boutique.”- inizio a ridere e lei mi guarda attentamente. –“Che c’è?”- le chiedo ridendo.
-“Ma non è che questo ragazzo in fondo in fondo ti piace?”- mi fa il solletico sul fianco e io avvampo tutto d’un tratto.
-“No.. Jamie? No. Siamo troppo amici per stare insieme”- dico sicura di me. Anche perché è vero.. credo. Ma cosa dico “credo..” è così. Punto. Io e J siamo migliori amici.
-“Mhh.. qui gatta ci cova, voglio saperne di più le prossime volte ragazza”- mi dice Ronda ridendo soddisfatta ed alzandosi dalla sedia dirigendosi verso la cucina. –“Ci vediamo cara, mi ha fatto piacere rivederti”- mi saluta e svanisce oltre una porta scorrevole.
Saluto mio zio e già da domani dovrò iniziare a lavorare da lui dalle otto di sera fino a mezza notte.
Me ne torno a casa, do uno sguardo ai compiti e concludo qualche materia già iniziata durante il corso.
Verso le sette esco con Clary ed andiamo al centro commerciale per comprare qualcosa di nuovo per il viaggio.
Dopo un paio di orette ce ne usciamo cariche di buste: ho comprato un capello nero stile cowgirl molto più chic però, un dei jeans, delle canotte, un paio di scarpe più comode per camminare, dei top più eleganti per la sera e una tutina corta con le spalline sottili e i pantaloncini color lilla.
Sono abbastanza soddisfatta delle mie compere, ma mi manca ancora qualcosa: uno zaino. Di quelli un po’ scadenti e nemmeno troppo impegnativi, giusto per metterci dentro l’acqua, la fotocamera, il cibo e il telefono.
Dopo mezz’ora che giravamo in un negozietto cinese, finalmente trovo quello che faceva al caso mio. Uno zainetto super carino tutto a righe blu e bianche.
Quando sono andata alla cassa per pagare la venditrice era più che cinese.. non si capiva nulla di ciò che diceva, ma grazie al cielo.. anzi.. grazie a Clary ho capito che mi voleva dire che l’avrei potuto abbellire cucendoci sopra delle toppe.
Mi consegna uno scatolo pieno di lettere, figure, stelle, cuori, arcobaleni, e mille accessorietti da cucire sopra la tela dello zaino.
-“Hai deciso?”- mi chiede lei con i suoi occhi sottili e a mandorla.
-“Si, prendo questi”- e le consegno alcune toppe.
Una grande “J” bianca con un bordino rosso riferita a Jamie, una stella gialla, due cuoricini rossi in panno lenci, un pezzo di stoffa con la scritta “London” in fucsia, un narciso rosa, uno smile giallo, una spilla con la scritta ROCK e una con la scritta LOVE, , poi delle lettere in caratteri diversi che insieme componevano il nome dei miei amici: C-L- A-r-Y,  E-D e G-R-E-G. Non mi serviva comporre il nome di Jamie, avevo già la “J” grande ed  il mio nome corrispondeva al fiore. Ora era completo.
Praticamente da un normale zainetto era diventato la mia biografia. C’era scritta tutta la mia storia, la mia vita. Tutti quei decori sono significativi per me. E ne sono orgogliosa.  
 
Torno a casa che già si è fatta l’ora di cena. Mia sorella e la sua amica hanno appena finito di mangiare e stanno ridendo come oche.. le si sente dal piano di sotto! Mia madre è seduta da sola a finire l’insalata.
-“Beh, come è andata?”- mi chiede mentre mastica un boccone.
-“Tutto apposto, il lavoro ce l’ho ed è pure ben pagato, l’unica rogna è che non potrò fare la viver per due settimane e non potrò uscire perché devo lavorare dalle otto fino a mezza notte. Frank mi ha detto che se mi chiede lo straordinario nel fine settimana lo devo fare ed ho anche rivisto Ronda.”- le dico sedendomi e iniziando ad addentare il pollo.
-“Oh cielo, Ronda! Domani passo a trovarla e giacché parlo anche con lo zio. Quelle buste?”- mi chiede dando un occhiata ai bustoni che avevo poggiato sul divano prima di mangiare.
-“Ho fatto un po’ di compere per la gita. Jeans, scarpe comode, un cappello, delle magliette e non ricordo cos’altro sinceramente.. però ho comprato una tutina stupenda mamma!”- dico contenta pulendomi le mani per andare a prenderlo.
-“Vedere?!”- mi dice curiosa mia madre.
Prendo il capo e lo apro davanti ai suoi occhi.
-“Bellissima!”- dice per poi continuare a mangiare. –“E quando hai intenzione di metterla?”- mi chiede dopo che ho ripreso posto.
-“Venerdì, è il compleanno di Clary.”-
-“E’ ancora maggio Melanie, farà freschetto, non credi?”- mi chiede.
-“Qual è il problema. Mi metto la tua giacchetta bianca e le tue scarpe bianche. Ma tanto staremo al chiuso, è tipo una pista da ballo sotto un capannone enorme e c’è un giardinetto. Sai dov’è, ci siamo già state!”- le rispondo sicura di me.
-“Le mie scarpe?”_ mia madre ha recepito solo ¼ di tutto ciò che le ho detto. Annuisco ovvia e lei sbuffa rumorosamente.
-“Giuro che se mi rovini quelle bellissime scarpe bianche di vernice ti strappo i capelli uno per uno Melanie”- è seria. Ma d’altronde chi vuole rischiare, praticamente starò seduta tutta la sera.
 
Verso le undici mi chiama al telefono Jamie.
-“Pronto J, dimmi.”-
-“Dimmi che esci ti prego”-
-“Non posso J, sono super stanca e ho da poco finito di mangiare”-
-“Ti prego, anche solo per mezz’ora”- mi chiede quasi scongiurandomi. –“Dai Mel!”- sento Clary gridare. Probabilmente si sono riuniti e si stanno annoiando senza di me.
-“D’accordo, dove siete?”-
-“A casa di Greg”- mi risponde Jamie leggermente contento.
-“Arrivo.”-
-“Compra le sigarette e vieni. Marlboro o Winston Blue: a te la scelta. ”- mi dice, poi si mette a ridere probabilmente immaginando la mia espressione scoglionata.
-“Idiota”- dico trattenendo una risata.
*E’ possibile che le debba comprare sempre io?*
Giusto il tempo di lavarmi i denti, rimettermi i jeans, la felpa e le scarpe, di comprare le sigarette dal primo distributore vicino che già sono a casa di Greg.
 
Sento delle voci provenire dall’alto e alzo la testa urlando a bassa voce
-“Che ci fate lì sopra?”-
-“Sali Mel”- mi grida Clary.
Stavano accampati sul tetto. Ed era seduto vicino al comignolo, Clary era seduta vicino  a lui, Greg stava in piedi per darmi una mano a salire e Jamie stava steso lungo lungo sulle tegole del tetto rosso.
-“Che figata da qui sopra”- dico a bassa voce io facendo il minimo rumore possibile e sedendomi vicino a Clary.
-“Marlboro.. vanno bene?”- chiedo io mettendomene in bocca una.
Jamie scatta in piedi velocemente e si mette a sedere vicino a noi.
Eravamo in 5, alle undici e venti della sera, su un tetto, a fumare e a crepare dal freddo.
-“Il Bronx ci fa una pippa”- se ne esce Ed disturbando il nostro silenzio.
In effetti era vero. Eravamo tutti trascurati. Io avevo un cipollotto disordinato in testa, una felpa grigia di tre taglie più grandi della mia e di lana, i jeans strappati e gli anfibi rovinati, Ed era in tuta con un berretto strano, Jamie il solito esagerato con le maniche corte, gli anfibi di pelle leggermente consumati e i pantaloni neri, Greg era vestito con gli indumenti da calcetto, era appena tornato quando li ha chiamati. Clary.. beh.. Clary era indescrivibile. Ha degli infradito arancioni, i pantaloni blu di tuta di suo fratello Ian che le arrivano al polpaccio, ed una felpa in pile a scacchi gialli.
Io e lei sicuramente eravamo irriconoscibili. Di giorno truccate e carine, di sera sembriamo barbone senza correttore e  trucco.
Rimaniamo lì per un po’, a parlare di cazzate e ad ascoltare musica.
-“E’ già l’una meno un quarto io me ne vado belli”- dico io alzandomi e cercando un modo di scendere dal tetto.
-“Mi accompagni?”-Mi chiedono all’unisono Ed, Clary e J.
-“Non so come mettervi in tre su una moto.. ci sono pure io!”- dico amareggiata iniziando a scendere tenendomi ad un tubo.
-“Ok, dai io vado da mia zia allora”- dice  Clary rinunciando.
-“Da sola?”- le chiedo preoccupata.
-“Ti accompagno in macchina io Clary”- dice Greg salutandoci e dirigendosi verso la sua macchina con la nostra amica.
-“Apposto, notte ragazzi!”- gli saluto e faccio segno ad Ed e a Jamie di muoversi. –“Chi accompagno prima?”- chiedo dopo che sono saliti.
-“Me, sono stanchissimo Mel”- dice Jamie poggiando la testa sulla mia schiena.
-“D’accordo.. Ed ci sei?”- gli chiedo.
-“Se J si facesse più avanti eviterei di spappolarmi le palle”- dice con fatica sistemandosi.
Arriviamo a casa Bower. Jamie saluta Ed con una pacca sulla spalla e mi da un bacio sulla guancia.
Si avvia verso l’entrata quando io lo richiamo e lo faccio tornare indietro.
-“Che c’è?”- mi chiede stanco.
Lo faccio voltare e gli sollevo i pantaloni, che fino ad un secondo prima gli lasciavano scoperta l’elastico con la marca delle mutande.
Ed si mette a ridere, J si volta verso di me, mi fa un dito medio e mi da un bacetto sulla fronte.
-“Notte J”- lo saluto e dopodiché porto a casa anche Ed.
Arriviamo anche a casa sua.
-“Grazie del passaggio TopGirl”- mi saluta lui dandomi un pizzicotto sulla guancia e facendomi l’occhiolino.
-“Ciao Ed”- gli mando un bacio al volo, e con un gesto della mano lo saluto.
Finalmente torno a casa a dormire.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Jamie Campbell Bower / Vai alla pagina dell'autore: girlmoon