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Autore: fulmineo    01/04/2016    1 recensioni
"Sono innamorata di te sin dal giorno in cui ti vidi, dall'alto della torre. Il mio sguardo si specchia nel tuo, i nostri cuori battono all'unisono e forse un giorno ci leggeremo come libri aperti... Ma non oggi, perchè la guerra mi chiama. Aspettami, io tornerò!"
Di solito le più belle storie d'amore iniziano con un fugace incontro e rapidi scambi di sguardi, il classico colpo di fulmine. Il problema è l'attesa, perchè quando la guerra ti porta lontano, non sai se ritornerai e, soprattutto, cosa troverai al ritorno nella tua Patria, che dovrai proteggere da un terribile despota e riprendere ciò che è tuo.
Genere: Azione, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: Incest, Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Storico
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Era una bellissima giornata nell'Inghilterra del periodo delle Crociate e, in un villaggio chiamato Locksley, il Conte Robert, signore di quelle terre, si era alzato di buon mattino al fine di incamminarsi verso Nottingham per parlare con lo Sceriffo di alcune questione legate alla sua gente.

"Sbrigati, Robyn. Abbiamo un'ora di cammino, lo Sceriffo è generoso a riceverci... Non facciamolo aspettare!"

"Si, padre... Ho capito. Sono pronta."

La figlia del Signore, una ragazza di quattordici anni dai capelli castani lunghi fin sopra le spalle e gli occhi azzurri come il cielo, era più un maschiaccio che una signorina. Infatti a vestitini e fronzoli preferiva prendere lezioni di spada ed aveva un talento naturale col tiro con l'arco, possedeva una precisione senza eguali e, anche se pareva distratta, riusciva sempre a fare centro.

"Sbrigati, Robyn! Andiamo."

I due Locksley lasciarono la loro casa e s'incamminarono verso Nottingham, salutando tutti i contadini che incontravano lungo la strada e che lavoravano per la loro famiglia "Volete una passaggio, Signore?" Domandò uno dei contadini, fermando il calesse.

"Andate verso Nottingham, buon uomo?"

"Mi fermo al villaggio prima!" Rispose il contadino, sorridendo all'uomo "Prego, salite! Sarà un onore viaggiare con voi, Signore! Oh, c'è anche la Signorina, con voi... Buongiorno!"

Robyn si limitò a sorridergli, perchè non le piaceva molto essere chiamata -Signorina-. Lei era Robyn di Locksley e basta.

Il contadino diede l'ordine al cavallo di partire, seguito da un colpo di briglie e l'equino nitrì, poi riprese a camminare con una certa e buona andatura, portando il padrone a destinazione in una decina di minuti e Robert ringraziò l'uomo per la gentilezza e Robyn fece altrettanto.

Ripresero il cammino e giunsero presto alle porte di Nottingham e le due guardie di pattuglia al ponte levatoio salutarono il Signore di Locksley e la figlia, con Robert che avanzò tra i vari banchetti del mercato e l'allegria della gente. Arrivò presto all'ingresso del castello, ma Robyn si era fermata prima.

La castana aveva alzato gli occhi verso una delle torri, scorgendo alla piccola finestra una ragazza dai capelli mori lunghi come i suoi e gli occhi ricchi e scuri, perfettamente ordinata, che la fissava a sua volta, così fece scivolare il cappuccio del suo mantello giù dalla testa, sorprendendo la mora, che le sorrise appena.

Robyn ricambiò il sorriso e rimase a fissarla, come se avesse visto un angelo "Insomma, Robyn!" La chiamò il padre "Sbrigati! Lo Sceriffo ci sta aspettando."

"Arrivo padre!" Rispose la giovane, guardandolo e, quando risoleevò lo sguardo, la ragazza non c'era più.

La castana raggiunse il genitore ed insieme entrarono nel palazzo, ove una guardia li condusse nella sala che lo Sceriffo usava per ricevere i suoi ospiti. Ronald era un uomo giusto e molto rispettato dal suo popolo e Re Riccardo, prima di partire per la Terra Santa, gli aveva affidato le chiavi del suo Regno.

"Robert, amico mio!" Lo accolse subito l'uomo "Come stai?"

"Molto bene, Ronald. E tu?"

"Anch'io sto molto bene!" Rispose col suo sorriso rassicurante, notando poi Robyn "Ciao, Robyn!"

"Salute a Voi, Sceriffo." Salutò la giovane. Lo Sceriffo era forse l'unico che non la chiamava Signorina, ma usava il suo nome.

"Di cosa volete parlarmi, Robert?"

"Dei diritti di sfruttamento della miniera posta a Nord, nelle mie terre."

"Certamente!" Sorrise Ronald "Prego, sedetevi."

Robert accettò l'invito, poi fissò Robyn "Perchè non vai a comprare qualcosa al mercato?"

La castana annuì e se ne andò dopo aver salutato lo Sceriffo, che corrispose il saluto; fuori dal palazzo, si guardò attorno e puntò un banchetto ove vendevano delle mele e ne comprò due, pagando, poi vagò a caso, fermandosi innanzi alla bottega del fabbro. Avrebbe fatto fare il filo alla sua spada.

"Perdonatemi, fabbro." Tentò, con tutta la gentilezza di cui disponeva "Avete tempo per fare il filo alla mia spada?"

"Certamente, giovane fanciulla!" Sorrise l'uomo sui cinquant'anni "Porgimi la tua arma."

Robyn obbedì e ringraziò l'uomo, decidendo di farsi un giro mentre aspettava e, camminando, incontrò la ragazza che aveva visto dall'alto della torre assieme a quattro guardie ed anche l'altra ragazza la notò e s'avvicinò, guardandola con un certo interesse.

Ma, prima che potessero parlarsi, o almeno, presentarsi, tre uomini armati di spada diedero una leggera spinta a Robyn e puntarono la mora. Però i tre non conoscevano Robyn... L'averla scostata in malo modo era stato un vero errore.

"Ehi... Sparite!" Ringhiò la castana, parandosi innanzi alla mora "Non un altro passo. Io vi ho avvisati!"

I tre risero fragorosamente e sfoderarono la rispettiva spada "Signorina Robyn, si allontani!" Disse una delle guardie.

"Robyn?" Ripetè uno dei criminali "La figlia del Signore di Locksley?"

"Precisamente! Ora vi darò una bella lezione." Affermò con sicurezza ed i tre risero, mentre la castana rimase calma "Guardia... Dammi la spada. La mia è dal fabbro!"

Le guardie sapevano che dissuaderla era inutile ed uno degli uomini le passò la sua arma "Sei troppo magra, per quella spada." La schernì un bandito.

Robyn si limitò a sorridere ed ingaggiò uno scontro coi tre banditi, tenendo loro testa, dimostrandosi davvero abile.

La mora ragazza, intanto, la fissava con un certo interesse e s'avvicinò ad una delle guardie "Dimmi..."

"Certo, Signorina! Chiedete ciò che volete."

"Chi è quella ragazza spavalda che affronta tre uomini grossi ed armati come se fosse una cosa naturale?"

"E' Robyn, figlia del Conte Robert di Locksley." Rispose la guardia "E' colei che tutti i contadini che vivono nelle terre di Locksley chiamano Figlia del Vento!"

"E' davvero abile, con la spada."

"Dicono sia molto particolare... Vive completamente come se fosse un ragazzo, non da Signorina qual è!"

La ragazza sorrise con tutta la dolcezza di cui disponeva "Molto interessante. Mi piacerebbe fare la sua conoscenza!"

"Ne siete certa?" Chiese la guardia "Lei è un Principe, più che una Principessa. Ha interessi da ragazzo, non da ragazza... Di cosa potreste mai parlare, con una ragazza così?"

"Si può parlare con le parole o parlare con gli occhi." Ammise la ragazza "Lei è un Principe, io una Principessa... Sarà certamente una conversazione piacevole!"

La guardia fece un inchino, felice di essere stato d'aiuto alla sua Signorina e la mora ragazza faticava a togliere gli occhi di dosso a quella giovane che aveva rinunciato al suo essere donna per vivere in tutto e per tutto come un uomo.

Era certa del fatto che tra loro non sarebbero servite molte parole, perchè i loro sguardi si erano già incontrati, da lontano. Dovevano solo specchiarsi, per vedere se riflettevano la rispettiva immagine.

  
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