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Autore: Gamora96    01/04/2016    1 recensioni
Un piccolo testo dedicato a Bloody Mary che, a mio parere, era il personaggio più interessante di questo stupendo gioco. Tre amici vengono a sapere di una donna chiamata Bloody Mary e, presi dall'euforia, decidono di evocarla. Fatemi sapere cosa ne pensate :3
Genere: Drammatico, Horror, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Emily si morse le labbra nervosa. La sua migliore amica Sharon, e il suo ragazzo Colin, la fissavano con impazienza, aspettando che la ragazza dicesse qualcosa. Emily aveva intuito subito, quella sera, che i due avevano qualcosa in mente, qualcosa che non le sarebbe piaciuto affatto e al quale tuttavia non avrebbe potuto sottrarsi. 
Sharon, sin dai tempi delle medie, aveva sempre amato le storie dell'orrore. Era una grande appassionata di magia e sovrannaturale, e tentava sempre, in ogni modo, di coinvolgere l'amica in questi suoi bizzarri interessi. Il suo ragazzo, Colin, non era certo da meno. L'ultima volta che avevano passato una serata tutti insieme, i due compagni l'avevano costretta a guardare un film dell'orrore che le aveva impedito di dormire per quasi una settimana. 
Emily sospirò. Per quanto fosse stato orribile soffrire d'insonnia per via di quello stupido film, avrebbe di gran lunga preferito un nuovo horror sanguinario a ciò che ora i due amici le avevano proposto di fare. 
"Siete sicuri?" chiese titubante "Non so se è una buona idea" 
Sharon sbuffò, incrociando le braccia al petto e rivolgendole uno di quei suoi soliti sguardi di fuoco, che attraversavano il suo viso ogni qual volta qualcosa non andasse secondo i suoi piani. 
"Avanti Emily cosa vuoi che succeda?" 
"A sentire voi dovrebbe comparire un fantasma ..." rispose Emily terribilmente preoccupata "Non mi sembra una cosa molto positiva" 
"Non succederà nulla" fece Colin sorridendo divertito. La ragazza non sembrò ancora convinta, e così Sharon parlò di nuovo 
"Che cavolo Emily non fare la codarda!" queste parole la ferirono profondamente. Per quanto volesse bene a Sharon, c'erano alcuni atteggiamenti della migliore amica che davvero non riusciva a sopportare. Quando voleva sapeva essere una vera stronza. 
"È la notte di Halloween! Vogliamo divertirci!" 
Colin la rammonì con lo sguardo, rendendosi conto che le parole della ragazza potevano aver ferito Emily più di quanto questa sospettasse. Il ragazzo si fece avanti, sospirando sconsolato 
"Sentite, lo faccio io ok?" 
Sharon lo afferrò con forza, infilandogli le unghie affilate nella carne. Colin dovette reprimere diversi insulti 
"Deve farlo lei" fece la bionda con decisione "Non può tirarsi indietro ogni volta" 
Emily si accigliò, desiderosa di colpire l'amica con tutta la forza che aveva in corpo. Questo era davvero troppo. Un'amica vera non si comporterebbe in questo modo. Non ti spingerebbe a fare ciò che non ti senti di fare, non si prenderebbe gioco delle tue paure e sicuramente non ti parlerebbe con tanta arroganza. 
La ragazza sospirò, rassegnata, promettendosi che quella sarebbe stata l'ultima volta in cui avrebbe permesso a Sharon di farle da padrona. Si voltò verso lo specchio, e osservò con attenzione il proprio riflesso, illuminato a stento dalle piccole candele accese per l'occasione. Era stato Colin a proporre loro quel rituale. Era iniziato come una specie di gioco. 
Il ragazzo aveva raccontato loro di una leggenda trovata su internet, e che stava letteralmente spopolando tra i giovani universitari. La leggenda di Bloody Mary. Nessuno sapeva esattamente chi fosse o quale fosse la sua vera storia. Nessuno sapeva che aspetto avesse e quando fosse apparsa per la prima volta sul web, ma si diceva che fosse in grado di predire il futuro, e rispondere a qualsiasi domanda fossi pronto a formulare. Questo particolare, naturalmente, aveva attirato immediatamente l'attenzione di Sharon, che provava una vera e propria ossessione per eventi di questo tipo. Ben presto era nato in lei il desiderio di provare, di capire se la leggenda di questa donna misteriosa fosse vera o meno, ma, contro ogni previsione, aveva chiesto ad Emily di evocarla. La ragazza naturalmente si era subito rifiutata ma l'amica aveva insistito, mettendola alle strette. 
Ora Emily non vedeva l'ora che finisse. Avrebbe compiuto questo sciocco rituale e, una volta constatato che non accadeva nulla, se ne sarebbe tornata a casa e avrebbe chiuso i rapporti con Sharon per il resto della propria vita ... o almeno finché la ragazza non le avesse concesso delle scuse adeguate. 
Per evocare Bloody Mary non serviva molto. Qualunque idiota avrebbe potuto riuscirci. 
Era necessario pronunciare il suo nome per tre volte di seguito, guardando il proprio riflesso all'interno di uno specchio, e il suo spirito sarebbe apparso, pronto a rispondere alle tue domande e rivelarti così il tuo futuro. Per quanto Emily trovasse ridicolo credere a cose simili, l'idea di compiere un rituale, al buio, alla flebile luce di qualche candela, la metteva terribilmente in soggezione. 
Fece un respiro profondo, rilassando i muscoli del viso perchè i compagni non notassero la sua tensione. 
"Bloody Mary. Bloody Mary" chissà perchè, le parve che la sua voce avesse un suono diverso "Bloody Mary" 
Lì per lì, non le parve di notare nessun tipo di cambiamento e fece quasi per andarsene quando, contro ogni aspettativa, vide l'immagine del suo viso deformarsi all'interno del piccolo specchio circolare. Colin strinse Sharon a se, visibilmente impressionato dalla scena, mentre la bionda tra le sue braccia sorrideva estasiata. Emily non riuscì a muoversi. Non sapeva davvero cosa pensare. Possibile che stesse accadendo davvero? Possibile che la leggenda della tanto temuta Bloody Mary fosse vera? Per un attimo, pensò alle possibilità che questa scoperta avrebbe comportato. Avrebbe potuto chiederle qualsiasi cosa, sapere tutto ciò che voleva riguardo al proprio futuro! 
Poi un brivido le percorse la schiena, e il vetro andò in mille pezzi, ferendole il viso. 

Mary si guardò nello specchio in frantumi, valutando il proprio aspetto. I corti capelli scuri erano leggermente in disordine, e le ciocche rosse ai lati del viso si abbinavano perfettamente alle macchie di sangue sparse sul viso e sui vestiti scuri. Si accigliò 
"Adoravo questa maglietta" 
Un gemito la distrasse dai suoi pensieri, e la donna abbassò lo sguardo, osservando con freddezza i corpi distesi sul pavimento. La bionda era stata la prima a morire quando, incurante del pericolo, aveva osato chiedere alla Fiaba delucidazioni sul proprio futuro. Davvero incredibile. A mala pena si era resa conto del fatto che la sua amica stava perdendo sangue per via delle ferite causate dai vetri dello specchio grazie al quale era stata evocata. E poi dicevano che lei era il mostro! 
Sentire quella sua vocetta irritante le aveva fatto rimpiangere i bei tempi in cui l'unico idiota col quale doveva avere a che fare era Crane. Non ci aveva pensato due volte prima di tagliarle la gola e lasciarla agonizzante sul pavimento. I suoi compagni avevano deciso di fuggire, urlando disperati, ma non avevano fatto che pochi passi prima che la donna li raggiungesse e affondasse le sue lame nella loro carne. Aveva creduto che fossero già tutti morti perciò, quando si rese conto che non era così, rimase piuttosto sorpresa. 
Mary si mosse lentamente verso i proprietari dello stabile, osservando soddisfatta le impronte lasciate sul pavimento sporco di sangue. Sarebbe stato un incubo pulire il giorno dopo. 
"Tu guarda. Sei ancora vivo? Sono impressionata!" 
Si accovacciò accanto al ragazzo, sorridendo, ascoltando il suono del suo respiro farsi sempre più pesante. Questo sollevò lo sguardo su di lei, per quanto poteva. Era disteso sulla pancia, dove una grossa ferita gli causava una repentina perdita di sangue, e tenere gli occhi aperti gli risultava terribilmente difficile. 
"Sei un ... mostro" 
A quelle parole, Mary si profuse in una fragorosa risata. La sua voce lo fece rabbrividire, e fu un vero colpo quando, senza preavviso, la donna abbassò una lama su di lui, affondandola nella sottile carne della sua mano, e facendolo urlare di dolore. 
"Voi esseri umani siete davvero creature rivoltanti" disse Mary ascoltando divertita le urla del ragazzo "Trovate davvero così divertente evocarmi ogni santo giorno burlandovi del mio nome? Che cosa vi aspettate che succeda? Credete che sia un gioco?" il ragazzo non rispose, cercando di sopportare il dolore provocato dalla nuova ferita e Mary riprese la parola "Oh giusto! Volete che io vi mostri il futuro!" rise di nuovo, sistemandosi i capelli dietro le orecchie "Che razza di stronzata! Mi chiedo chi abbia messo in giro una voce del genere" con un gesto secco della mano, estrasse il vetro conficcato poco prima nella carne del ragazzo, provocando in lui un nuovo spasmo di dolore. Calde lacrime caddero sul suo viso quando il suo sguardo raggiunse il volto ormai privo di vita di Sharon. Non avrebbe mai pensato che quella serata si sarebbe conclusa in un modo tanto atroce. 
"L'unica cosa di cui mi importa davvero" continuò Mary ridendo del dolore del proprio interlocutore "È osservare le vostre misere vite finire per mano mia" 

Bloody Mary aprì il piccolo frigo situato nella cucina, fischiettando allegramente. Quella serata era stata davvero emozionante. Calde lacrime avevano preso a scivolarle sul viso durante il suo ultimo omicidio, tramutandosi in sangue viscoso di cui aveva sentito il sapore con la lingua. Le capitava sempre, ed era stata proprio quella sua strana caratteristica, probabilmente, a far si che le persone iniziassero ad attribuirle quello strano soprannome. Col tempo, comunque, aveva finito con l'affezionarsi ad esso, e non l'aveva mai abbandonato. Afferrò una birra, sentendone la freschezza sotto le dita. 
"Adoro Halloween"
   
 
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