Trittico
Il Nero
Non chiedere. Non chiederlo mai.
Non chiederlo a me e nemmeno a te stessa.
Che non lo farò. Lo so io e lo sai tu.
Tra me e te c’è solo un filo. Ci lega stretti le mani e le labbra. Ma ognuno le sue. E va bene così.
L’eternità è una menzogna. Una sporca bugia. Rinuncia e abbandono, solo questo rimane.
Soffriamo in silenzio e restiamo a guardare.
Voglio sentire il tuo cuore che batte. Che piangi e che ridi come un’umana.
Strappami il cuore, se necessario.
Ma non chiedermi di farti morire.
Mi piace l’idea di vederti invecchiare.
Il Bianco
Sento l’acqua che scende.
Gocciola insana nella mia mente. Corrode e rovina tutto ciò che ho creato.
Se io sono pura, come tu credi, solo perché non mi hai mai sfiorato, il mio cuore è allora impuro e nero fin nel profondo.
Chiedimi scusa, mio amato servo. Implora perdono per ciò che hai compiuto.
Non posso far altro che restare a guardarti, impotente e tremante.
Dicevi che il tempo cancella le voglie. Ora conta le rughe che solcano il mio volto e chiediti se t’amo.
Per ogni goccia del mio sangue, una carezza del mio desiderio.
Non lasciarmi mai sola.
Il Rosso
La pioggia li spia.
Osserva e schernisce
Per ogni rintocco dell’orologio,
un secondo in meno della sua vita
Si esaurirà, come fuoco morente.
Ma come la brace nel suo ultimo istante,
brillerà intensa, abbaglierà il cielo.
Dai vetri bagnati si intravede la vita,
mentre qui dentro c’è olezzo di morte.
Bisogna avere il coraggio di osare.
La fiducia di chiedere e il rispetto di agire.
Ma rimangono immobili in quest’ombra apparente,
senza sapere se a comandarli è la paura o invece il dovere.
Respiro di un morto. Battito di un vivo.
E tra loro
rimane sospesa una goccia di sangue.