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Autore: MadogV    02/04/2016    7 recensioni
Un'emozione può provare emozioni? Se credete di si, allora questa fanfiction fa per voi.
Dal testo:“Sai.” Disse una voce dietro di lei:” Oggi hai dimostrato rabbia, paura e tristezza tutte insieme.”
“E con questo?” Disse senza voltarsi .
“Significa che tutte noi, che costituiamo l’emozioni di Riley, abbiamo anche le nostre emozioni."
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Emozioni su emozioni'
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Oneshot su Inside Out Sì lo so…non hai anche altre due fanfiction all’attivo, ma ti vuoi decidere a concludere almeno una.

Chiedo scusa a tutti ma come già detto nei rispettivi loculi, ops luoghi, si sto lavorando a due opere (una ad Arendelle e l’altra nella savana delle Terre del Branco) che però sono long. E quindi quando mi sovviene la matta voglia di scrivere, scrivo.

Però solo oneshot, in quanto le due long mi occupano buona parte del emisfero scrittore nel mio cervello.

Quindi due capitoli (uno per fanfiction) alla settimana appena mi metto in pari, più qualche oneshot qua e là quando mi viene la voglia.

Devo ringraziare ellacowgirl in Madame_Butterfly  per avermi ispirato.

Buona lettura, condividete e recensite…voglio migliorare sempre di più.

 

Disgusto era disgustata.

Non che il ragazzo che Riley stesse baciando non fosse bello, anzi: morbidi ricci castani, occhi grigio chiari, fisico allenato, carattere schietto e gioviale.

Disgusto era semplicemente disgustata dalla situazione e quindi si avvicinò alla consolle e premette alcuni tasti.

Alla pressione dei tasti il corpo di Riley reagì respingendo il fidanzato.

“Che c’è?” Chiese il ragazzo alla sua fidanzata.

Nella testa di Riley era intanto intervenuta Gioia.

“Ma che fai Disgusto?” chiese, avvicinandosi alla tastiera e impostando la modalità Gioia.

“Allora?” chiese il ragazzo a Riley.

La ragazza trasformò la sua espressione imbronciata in un sorriso.

“Sto scherzando!” Rispose poi tornando a baciare il suo ragazzo.

Nella testa di Riley era scontro aperto fra Disgusto e Gioia.

“Disgusto sono profondamente arrabbiata dal tuo comportamento.” Disse Gioia:” Non possiamo agire in danno di Riley. Lo capisci.”

“Capisco solo che da quando ti sei fatta un giro nella testa di Riley sei diventa ancor più spocchiosa.” Sbottò Disgusto.

Poi cominciò a imitare parodiando Gioia:” Guardatami sono Gioia, sono l’emozione principale. Il leader della consolle.”

“Disgusto piantala.” Disse Gioia

“Altrimenti cosa fai.” Ribatté acida Disgusto:” Ti metti a piangere come quel nanerottolo di Tristezza che ti porti sempre appresso.”

“Non metterla in mezzo. È una questione di disciplina per il bene di Riley. Sono giorni che ti comporti cosi indisciplinatamente.”

“E cosa pensi di fare?”

“Sostituirti con un Disgusto più affidabile.”

“Cosa?” - “Tu sei pazza. Solo perché sei una emozione in grado di concepire tutta la gamma delle emozioni, pensi di poterci sostituire perché non siamo come vuoi tu. Che ti libererai anche di Tristezza, quando non ne avrai più bisogno.”

“Lo sapevo che finivo messa in mezzo.” Intervenne l’interessata:” Ma come sono triste. Loro litigano e poi…e poi muoiono. Muioamo tu.”

“Falla finita irritante botolo blu!” Gridò allora Rabbia.

“Panico.” Fu l’intervento di Paura.

Era il caos.

Ci volle parecchio tempo perché ritornasse tutto in ordine.

Disgusto e Gioia si evitarono per tutta la giornata.

Nessuno prestò attenzione alla consolle che annunciava l’arrivo di una nuova emozione nella giornata successiva.

Venne infine l’ora di coricarsi per Riley e per le sue emozioni.

Solo Disgusto era ancora sveglia a fissare le varie Isole della Personalità.

“Sai.” Disse una voce dietro di lei:” Oggi hai dimostrato rabbia, paura e tristezza tutte insieme.”

“E con questo?” Disse senza voltarsi verso Tristezza.

“Significa che tutte noi, che costituiamo l’emozioni di Riley, abbiamo anche le nostre emozioni.” Continuò Tristezza.

“…..”

“Vedi quando tornai dal viaggio nella mente di Riley non l’avevo ancora capito a fondo, ma poi qualcuno me lo ha insegnato.”

“Chi?” Chiese Disgusto.

“Paura.” Rispose:” Esattamente due sere dopo il nostro ritorno ero lì, proprio dove sei tu e arrivò lui.  Mi si avvicinò e disse che aveva avuto una paura diversa da quella che aveva provato fino ad allora.”

“Di cosa aveva paura?” Chiese Disgusto

“Di perdermi!” Rispose Tristezza:” Mi amava. Così ho capito. Ho capito che essere Gioia, Tristezza, Paura, Rabbia o te, Disgusto, è la nostra qualifica: Io sono brava ad essere triste, ma non sono sempre triste.”

“In conclusione?”

“La conclusione è già dentro di te, falla emergere, non averne paura.”

Fu come un conato, ma anziché vomitare qualcosa o una qualche cattiveria, vomitò il botolo nero che le pesava e disse: “Io amo Gioia.”

“Lo so.” Disse Tristezza con tono complice:” Ora pensiamo come dirglielo.”

L’indomani Tristezza si avvicinò al letto di Paura e lo baciò teneramente sulla guancia:” Nervetto sveglia.”

Paura si mise seduto sul letto e la baciò teneramente sulle labbra.

Staccatosi disse:” Ho paura che ci sia una richiesta rischiosa in arrivo.”

“Ho paura anche io che sia cosi” disse Tristezza.

“Che cosa vuoi?” Chiese dolcemente.

“Che provochi Rabbia.”

“Cosa?” Ribatté Paura:” Perché?”

“Perché Disgusto e Gioia devono stare un po' da sole. Per chiarirsi.”

“Capisco.” Disse Paura baciando di nuovo Tristezza

Si avviò quindi verso la stanza di Rabbia e con una tromba da stadio lo svegliò di soprassalto.

“Io ti uccido.” Gridò Rabbia tutto infiammato.

“Ho paura che tu mi debba prendere.”

Nel frattempo anche Disgusto si era preparata per parlare con Gioia.

“Nervosa?” chiese Tristezza.

Disgusto capì finalmente perché Tristezza fosse la seconda in comando: era in grado di penetrare nell’animo e dire e fare la cosa giusta al momento giusto.

Si avviò quindi verso la stanza di Gioia e la trovò già sveglia con gli occhi gonfi di pianto.

“Sei venuta di nuovo per litigare?” Chiese con un filo di voce

“Veramente.”

“Aspetta fammi scusare. Ho avuto un pessimo comportamento ieri e ho detto cose che non pensavo.” Riprese a parlare Gioia.

“Non ti sostituirei mai, anche perché non so come si fa?” – “Sono pessima non è vero?”

Disgusto stava per ribattere, ma di nuovo Gioia la interruppe.

“È che non so mai come prenderla, Mi preoccupò tanto per Riley. Siamo le sue emozioni, dopotutto. È nostro compito vegliare su di lei e proteggerla e guidarla. Solo che a volte mi scordo che non sono sola, che ci siete anche voi e mi scordo di chiedervi che cosa pensate.”

In lontananza si sentivano i gemiti di Paura pestato da Rabbia: lo aveva preso alla fine.

“Io so che ti devo chiedere scusa e che devo mantenere l’ordine e solo che tu non mi ascolti e sembri distante e non pensi a collaborare, ma sono io che non penso ad essere collaborativa.

Ecco, ci risiamo, cominciò a straparlare. Vai prima che ti possa offendere.”

“NO” disse Disgusto e si avvicinò e la baciò.

Gioia rimase un attimo interdetta, ma poi rispose al bacio con più passione.

Si staccarono per prendere fiato.

“Devo prenderlo come un sì?” chiese Disgusto.

Gioia non disse niente, ma la prese semplicemente per mano.

Ed uscirono alla luce del sole mano nella mano: erano una coppia.

“Ma bene.” Disse Rabbia quando le vide:” Quindi resto io da solo.”

“Ehi Mattoncino.” Disse una voce sconosciuta:” Se vuoi ci penso io a te, Amo il temperamento focoso in un uomo.”

“E tu chi sei?” chiesero all’unisono le emozioni.

“Sono Eros la nuova emozione.” Disse lei, mettendo piede per la prima volta nella sala della consolle.

   
 
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