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Autore: lapoetastra    02/04/2016    1 recensioni
“Ne è valsa la pena?”, si domanda continuamente, soprattutto quando vede gli sguardi dei passanti, anche dei suoi stessi amici, soffermarsi con un’espressione di puro orrore sul suo volto mostruoso e serpentino, che non ha più nulla di umano.
Raistlin sospira ancora, lasciandosi cullare da un alito di vento, delicato come le dita di un’amante che non avrà mai.
Accanto a lui, sul giaciglio vicino, una figura si muove nel sonno.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Caramon Majere, Raistlin Majere
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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 È calata la notte, intorno a lui.
I suoi occhi dorati brillano appena nella notte scura, ed il pallore della sua pelle metallica riluce leggermente al chiaro della luna.
Un altro giorno è trascorso, rapido come un battito d’ali ma lento come una vita intera, per lui.
Ed è nuovamente sera.
Ed ancora una volta Raistlin Majere non riesce a dormire.
Rimane lì, accovacciato sul suo giaciglio, con il mantello rosso che gli nasconde il fisico smunto ed il cappuccio che gli copre appena i radi capelli bianchi.
È un vecchio, ma ha solo 23 anni.
I suoi occhi a clessidra si posano su Lunitari, sfolgorante nel cielo limpido.
Sospira.
La domanda che da due anni a questa parte gli ha dominato la
mente è ora tornata ad assillarlo.
Chissà per quale motivo essa sceglieva sempre la notte, per bussare alle porte del suo cervello, come un ospite indesiderato ma inallontanabile.
Raistlin vi si abbandona completamente, e ciò, come ogni volta, implica una rivalutazione della scelta che ha fatto esattamente due anni prima.
In quel momento, a quel tempo, ne era convinto e felice.
Ma era stupido, allora, stupido ed ingenuo.
Ora è maturato, ed è consapevole di ciò a cui ha rinunciato in cambio di quel poco di magia che gli è stata donata.
Ha perduto il suo corpo, ridotto adesso ad un inutile contenitore di carne malata privo di anima, troppo debole anche solo per
camminare senza l’ausilio del bastone.
Ha perso la sua salute, perché ora non c’è giorno in cui non trascorra ore ed ore intere a tossire, in preda a spasmi che lo spezzano in due, sputando sangue insieme alla saliva, con i polmoni in fiamme e la gola scorticata.
Ha perso se stesso.
Non riesce a non chiedersi, dunque, se abbia fatto bene
oppure no a compiere quella scelta, anni prima.
“Ne è valsa la pena?”, si domanda continuamente, soprattutto quando vede gli sguardi dei passanti, anche dei suoi stessi amici, soffermarsi con un’espressione di puro orrore sul suo volto mostruoso e serpentino, che non ha più nulla di umano.
Raistlin sospira ancora, lasciandosi cullare da un alito di  vento, delicato come le dita di un’amante che non avrà mai.
Accanto a lui, sul giaciglio vicino, una figura si muove nel sonno.
Raistlin la guarda, scrutandone il profilo massiccio alla debole luce lunare.
Le sue labbra nere si stendono un sorriso sottile, eppure sincero, che non regala mai a nessuno.
Non è solo suo fratello, quello disteso a pochi passi di distanza da lui.
È il suo gemello.
Sono due corpi ed una sola anima, nonostante siamo diversi anni luce l’uno dall’altro, e non solo perché Caramon è bello, e muscoloso, ed ha capelli castani folti e morbidi come la seta, ed occhi azzurri come gocce d’acqua, ma anche perché è sano, e sta bene, ed bravo e
gentile con tutti, non come Raistlin, che invece gode intimamente nel vedere la sofferenza dilaniare i lineamenti delle persone.
< Raist… che cosa succede? Non riesce a dormire? Non stai bene? >, gli domanda improvvisamente Caramon, con la voce impastata dal sonno appena interrotto ma in cui si percepisce chiaramente la preoccupazione.
Raistlin sorride di più, e poi torna a guardare la luna.
< Non ti preoccupare, fratello mio. Va tutto bene. Rimettiti a dormire, non c’è nulla che non vada >, risponde rocamente.
< D’accordo >, mormora l’altro, ed è evidente il sollievo di cui è intriso il suo tono, ora.
Un minuto dopo, l’aria tersa ed immobile è pervasa dal suo russare ritmico e cadenzato.
Raistlin, intanto, non ha smesso di sorridere, e questa è una cosa davvero strana, per lui.
Ha capito, finalmente.
Finalmente è riuscito a dare una risposta alla sua domanda.
Ha fatto bene a sacrificare completamente se stesso in cambio della magia?
Sì, senza ombra di dubbio, ora lo sa.
Perché quel pomeriggio ha protetto e difeso Caramon da
una morte altrimenti certa, impedendogli con una formula magica di affogare nel lago ghiacciato situato accanto alla loro casa.
Neanche se fosse stato in completa ed ottima salute sarebbe riuscito a tirarlo fuori dalla pesante cortina di gelo, ed ora sarebbe stato solo.
Invece Caramon è lì, accanto a lui, e sta bene, nonostante
magari si buscherà un brutto raffreddore, l’indomani.
Ecco qual è il proprio compito, ora finalmente Raistlin l’ha capito.
Stare sempre vicino al fratello gemello, per aiutarlo quando la sola forza fisica non sarebbe bastata, per salvarlo quando non ci sarebbero state altre armi se non quelle scaturite dalla magia.
Ma allora ne è valsa davvero la pena?
Sì, ne è proprio valsa la pena.
Ed allora ride, Raistlin Majere, ride per il sollievo che prova, per aver capito dopo tutto quel tempo qual è il suo ruolo nel mondo, per aver dato un senso alla sua esistenza altrimenti vuota.
Ride, e questo sì che è un vero miracolo.
Caramon si sveglia nuovamente, e si unisce alla sua risata senza fine.
Non ne capisce il motivo, ma è comunque contento, perché per la prima volta da che abbia memoria il malato e cupo Raistlin sembra essere felice.
E se lui lo è, Caramon lo è di conseguenza.
Perché sono fratelli.
Perché sono gemelli.
E perché non potrebbero vivere l’uno senza l’altro.
   
 
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