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Autore: Crilu_98    02/04/2016    1 recensioni
François Marchand, appartenente ad una famiglia della media nobiltà francese, è alla disperata ricerca di sua sorella Amélie, sparita senza lasciare traccia; ancora non sa di essere diventato il bersaglio di un manipolo di congiurati e che per venire a capo dell'enigma dovrà ricorrere all'aiuto di una giovane ladra, Claire, dal passato misterioso. Amélie, invece, nel tentativo di riconquistare la propria libertà incrocia la strada di James MacMallon, un bandito scozzese in esilio perennemente diviso tra il profitto materiale e la propria coscienza.
Nel frattempo, a Parigi, il Cardinale Richelieu indaga sulle voci che girano a palazzo, avendo tra le mani un unico indizio: il simbolo del Giglio Scarlatto.
Tra briganti onesti, affascinanti contesse, spie, sicari e pedine si dipana la storia di una congiura che potrebbe mettere fine al regno di Francia...
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Epoca moderna (1492/1789)
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Claire fu svegliata da una mano che le fu premuta violentemente sulla bocca. In ansia per François, non si era accorta di essere scivolata nel sonno. Aprì gli occhi, sorpresa e terrorizzata, e vide davanti a sé il viso ghignante e deforme di Mauviette. Il bandito, che puzzava così tanto di alcool da darle il voltastomaco, sembrò soddisfatto dall'espressione di disgusto e paura che lesse nelle iridi blu della ragazza.
-Mademoiselle è spaventata?- biascicò ridendo -Oh, non preoccuparti bambina, c'è Mauviette qui, ci penserà lui a te...-
Era ubriaco fradicio e tentennò nello slacciarsi i calzoni a causa del tremore delle dita. Claire, impossibilitata a gridare dalla presa ferrea dell'uomo sulla sua bocca, fece saettare lo sguardo da una parte all'altra della caverna, alla ricerca di un possibile aiuto.
"Dove diavolo è finito Monsieur Marchand?" si chiese, sudando freddo. La sua lucidità era minata dai continui e dolorosi ricordi del suo patrigno Gaspard, il cui volto perennemente contratto dall'ira si sovrapponeva all'immagine di Mauviette. Proprio quando la ragazza aveva deciso di provare a mordere la mano che le chiudeva la bocca per disperazione, Mauviette emise un grugnito roco e si accasciò a terra. Dietro di lui, Mouchoir Rouge posò a terra la pietra che aveva utilizzato per colpirlo e si rivolse a lei con un sorriso astuto.
-Appena in tempo,a quanto vedo!- mormorò abbassandosi a riassettarle la camicia e a slegarle i polsi. Claire si gettò contro di lui con un moto di rabbia, ma il brigante la afferrò saldamente per i polsi, imprigionandola tra il suo corpo e la parete umida della grotta: il sottile tessuto della camicia dell'uomo si alzava e si abbassava regolarmente con il suo respiro, sfiorandola. La ladra deglutì, impallidendo: le stava vicino, decisamente troppo.
-Prima che proviate di nuovo ad aggredirmi- le disse severo Mouchoir Rouge -Sappiate che il vostro amico non ne sarebbe per niente contento...-
-Bastardo! Cosa gli hai fatto?-
Il capo dei briganti si lasciò andare ad una mezza risata sommessa:
-Non gli ho torto un capello, state tranquilla! Anzi, abbiamo stretto un patto...-
-Un patto?-
Claire iniziò nuovamente a temere per la propria vita: sapeva che per qualsiasi cosa Jean Martin avesse promesso a François, il prezzo da pagare sarebbe stato alto. Il moschettiere aveva promesso di proteggerla, ma se si fosse trattato di scegliere tra la sua salvezza e quella della sorella...?
Il bandito la scrutò a lungo e sembrò turbato da ciò che vide, perché con un secco 'andiamo' la trascinò fuori dalla grotta. Stava per condurla nel bosco, quando una voce gracchiante li fermò:
-Ehi, Mouchoir Rouge? Che stai facendo?-
Cyril sbucò dall'ombra, l'unico occhio buono che li osservava attento, azzurro ed immoto come quello di uno squalo. Mouchoir Rouge le posò una mano sul fianco, attirandola a sé:
-Non è evidente?- rispose, sorridendo ironicamente. L'altro stava per replicare, non del tutto convinto, ma fu fermato dall'improvviso arrivo di uno dei gemelli. Il ragazzo sbatté le palpebre, intontito e spaventato, prima di balbettare:
-Ge... Gendarmi!-
Cyril bestemmiò e anche Jean Martin sbiancò vistosamente.
-Dove?- ringhiò.
-Qui, nella foresta!-
Claire cercò di divincolarsi per scappare, ma le braccia del bandito la sostenevano troppo vigorosamente.
"Dove diavolo sei, François?"
Era la prima volta che pensava al moschettiere con il suo nome di battesimo e la cosa le fece uno strano effetto, come se ormai il giovane le si fosse infiltrato sotto la pelle... Ma non era così. Lui non sapeva nulla, non sapeva chi era lei e perché lo aveva affiancato in quella pericolosa impresa. Probabilmente, se lo avesse saputo, le sarebbe stato il più possibile alla larga.
Nel frattempo Mouchoir Rouge aveva sbraitato un paio di ordini e gli altri due banditi si erano dileguati nelle ombre. Senza quasi rendersene conto, Claire si trovò in mezzo agli alberi, a seguire l'uomo che ora non la tratteneva più. Voleva chiedergli dove stessero andando, ma in breve non ce ne fu più bisogno: François e il bandito con i capelli rossi, Renard, li aspettavano in sella a sue cavalli ai piedi di un'altura rocciosa.
-Ma cosa...?- balbettò la ragazza. François sorrise, sollevato, e le porse la mano.
-Dovrai accontentarti, non ci sono altri cavalli!-
Sempre più confusa, la ladra si lasciò issare in sella, davanti a lui. In quel momento si sentirono grida rabbiose e spari provenire dal covo dei briganti.
-Forza, andiamo!- sbraitò Mouchoir, incitando il cavallo. Poi la fissò con uno sguardo intenso ed ironico al tempo stesso:
-Temo, mademoiselle, che per le spiegazioni che vi sono dovute dovrete aspettare!-
 
Amélie aprì gli occhi, non riuscendo ad identificare il suono che l'aveva destata. Poi comprese e sul volto le si dipinse un'espressione di orrore: la ferita di James aveva inzuppato di sangue il bendaggio improvvisato e l'uomo era caduto in preda alla febbre e al delirio. Aveva la fronte madida di sudore, il viso contratto e dalle sue labbra usciva un mormorio sommesso e strozzato, privo di senso. Quando la ragazza lo sfiorò, si rese conto che bruciava.
"Cosa faccio adesso?" pensò, terrorizzata. Provò ad alzarlo, ma era troppo pesante e lei troppo stanca per riuscire veramente a muoverlo.
"Non possiamo rimanere qui in eterno: morirà, oppure ci troveranno gli uomini di Schmitt!"
Un fruscio la immobilizzò al suolo. Trattenne il respiro e quando vide una figura emergere dagli alberi, proprio di fronte a loro, sentì alcune lacrime sfuggirle dai bordi degli occhi.
"E' finita"
-Che mi venga un colpo!- esclamò l'uomo, alzando la larga falda del suo cappello. -Ma che succede qui?-
Amélie lo guardò impietrita, mentre da dietro alle spalle dello sconosciuto spuntava un cane da caccia che annusava circospetto il terreno. L'uomo vestiva con abiti larghi e un po' consumati e impugnava un fucile da caccia; alla cintura portava appeso un carniere che però sembrava vuoto.
-Voi... Voi non siete un mercenario!- mormorò stupita, guardandolo con gli occhi sgranati.
-Eh diavolo, no che non lo sono, mademoiselle!- replicò lui, scivolando nel fosso ed avvicinandosi circospetto a James.
-Ma quest'uomo è ferito!- esclamò sgomento, prima di voltarsi a guardarla sospettoso. La osservò attentamente, analizzando ogni cosa del suo aspetto, dal vestiario trasandato alle numerose ferite alle braccia e alle mani. La sua presa sul fucile si fece più ferma.
-Chi siete?-
La ragazza sospirò nervosamente, iniziando a tremare.
-Mi chiamo Amélie Marchand. Vengo da Parigi, alcuni uomini mi hanno rapita e tenuta rinchiusa in un castello qui vicino per più di una settimana, fino a quando quest'uomo non mi ha aiutato a scappare. Eravamo inseguiti dai miei carcerieri e lui è... E' rimasto ferito...-
Di colpo perse tutto l'autocontrollo che l'aveva guidata fino a quel momento:
-Vi prego, vi prego monsieur, aiutateci! Morirà se non verrà curato presto, e quegli uomini... Dio, quegli uomini...-
-Va bene, va bene, calmatevi ora!- esclamò bonario l'uomo. -Su, mademoiselle, vi aiuterò io. Buon Dio, in che condizioni sono i vostri abiti! E quanto è pesante quest'uomo! Ma cosa va farneticando?-
Amélie decise prudentemente di tacere allo sconosciuto benefattore riguardo al manipolo che li inseguiva, ricacciando indietro il senso di colpa per coinvolgere un cacciatore innocente nella loro fuga.
L'uomo, nel frattempo, si era caricato con un po' di fatica James sulle spalle e si era incamminato lungo un sentiero, invitandola a seguirlo. Il cane aveva annusato con attenzione i bordi strappati dell'abito della ragazza, prima di precedere il padrone sulla via.
-Il mio nome è André, e sono un maniscalco*. Coraggio, la mia casa non è lontana!-
Infatti, di lì a poco una piccola costruzione emerse dagli alberi del bosco, sempre più radi. La casa era lontana circa due miglia** dal paese più vicino ed era un piccolo edificio in pietra, con un pozzo ed un cortile in cui razzolavano diverse galline. Dietro l'abitazione c'era la stalla dove André esercitava il suo mestiere. Nel sentire l'abbaiare del cane, una donna robusta e dall'aria gioviale si affacciò sulla porta, impallidendo nel vedere cosa suo marito aveva riportato dalla caccia.
-Mio Dio, André! Chi sono queste persone?-
Squadrò inorridita le vesti di Amélie:
-E cosa è successo al vestito di questa ragazza? E' indecente!-
La ragazza arrossì furiosamente, ma la sua priorità era salvare James.
-Questa ragazza dice di essere stata rapita, e poi salvata dal giovanotto che porto sulle spalle...-
-E' ferito!- intervenne Amélie, facendosi avanti con occhi imploranti -Vi prego, buona donna, aiutatelo! Gli devo la mia vita!-
La donna scosse impercettibilmente la testa, borbottando qualcosa tra i denti, poi fece segno di portare dentro lo scozzese. André lo depose sul rozzo tavolo di legno che stazionava vicino al focolare e lo lasciò alle cure della moglie, che si rivolse ad Amélie con aria severa, porgendole un mantello:
-Tenete, uscite: non è bene che una donna non sposata veda un uomo senza vestiti!-
Amélie represse una risata isterica, ripensando a come aveva bendato la ferita di James solo il giorno prima, e obbedì senza replicare.
 
François aveva moderato l'andatura del cavallo, adattandola a quella degli altri uomini, e adesso procedevano al trotto in aperta campagna. Il sole di giugno illuminava gaiamente le ampie distese di grano e una brezza leggera alleviava l'arsura. Ad ogni passo, Claire era spinta contro il moschettiere e la cosa iniziava ad infastidirla. Così come la infastidiva il silenzio che era sceso sullo strano gruppo dopo la fuga dal covo dei briganti. Lo sguardo della ragazza si fissò sulla figura imponente di Mouchoir Rouge:
"Ha lasciato parte dei suoi uomini a morire, liberando in pratica i suoi prigionieri. Perché François lo sta seguendo così docilmente? E perché quell'uomo è con noi?"
Renard procedeva guardingo accanto al suo capo, e non li aveva mai degnati di un'occhiata.
All'improvviso avvertì il solletico della barba di François accanto all'orecchio:
-Immagino che tu sia molto confusa...- bisbigliò.
-Immagini bene!- replicò lei, piccata, senza curarsi di modulare il tono di voce.
-Lascia che ti spieghi: Mouchoir Rouge ha promesso di aiutarci, in cambio della revoca della taglia che pende sulla sua testa...-
-Ma tu non puoi promettergli una cosa simile!- sussurrò la ragazza terrorizzata -Non ne hai il potere!-
-Calmati, Claire!- proseguì il giovane, con un sorriso pacato -E' vero, anche se riuscissi a dimostrare la mia innocenza, non potrei mai chiedere al re la grazia per un brigante di strada, ma una certa nostra conoscenza potrebbe eccome...-
La ragazza aggrottò la fronte, iniziando a capire:
-Carlo d'Angouleme?-
-Precisamente.-
Claire sorrise:
-Molto bene. Ma perché lasciare il resto della banda in mano alle guardie?-
-Mouchoir Rouge non si fidava di loro e ha preferito barattarli con la propria libertà...-
-E tu ti fidi di un uomo del genere?-
-Non ho avuto molta scelta, mi pare.-
-E Renard? Perché lui sì?-
-Da quello che ho capito, è molto fedele al suo capo. E poi, anche volendo, non ci potrebbe mai tradire.-
-Come fai ad esserne sicuro?-
-E' muto: gli hanno mozzato la lingua.-
 
Amélie scattò in piedi quando la moglie di André, Sarah, uscì di casa. Si era cambiata d'abito nella stalla, perciò le si avvicinò incespicando in quegli abiti da contadina troppo grandi per lei: Sarah era una donna alta e formosa. La donna le sorrise stancamente:
-Ha rischiato di soffocare per il sangue che gli aveva invaso il torace... Ma ora sta meglio. E' molto debole, dovrà riposare a lungo prima di potersi rimettere in piedi.-
Amélie rabbrividì: le speranze di sfuggire a Schmitt una volta per tutte andavano sempre più affievolendosi. André apparve da dietro l'abitazione:
-Sarete stanca e affamata, mademoiselle: vi prego, venite a mangiare qualcosa con noi... A proposito, non ho ben afferrato il vostro nome!-
-Amélie. Amélie Marchand.-
I due coniugi si scambiarono un'occhiata preoccupata, poi Sarah domandò, trepidante:
-Qualche parentela con Monsieur François Marchand?-
-E' mio fratello! Cosa gli è successo?-
André sospirò:
-Temo di dovervi dare una brutta notizia, mademoiselle Marchand...-
 
* addetto alla manutenzione dei ferri dei cavalli
 
 
Angolo Autrice:
Ciao,
posto il capitolo di fretta, ma tanto non c'è molto da dire: Mouchoir Rouge sembra attratto da Claire e l'accordo raggiunto con François gli permetterà sicuramente di starle vicino... Cosa succederà tra i due? E come reagirà Amélie nello scoprire che suo fratello è ricercato dal Re?
Alla prossima
 
Crilu 

 
   
 
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