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Autore: Sakura Hikari    02/04/2016    1 recensioni
La prima volta che Nomi aveva visto Amanita aveva avuto il terrore che lei non l’accettasse.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Altri, Nomi Marks
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Quando il mio sguardo si posò su di te per la prima volta



Prompt di Blyth: Sense8: La prima volta che Nomi aveva visto Amanita aveva avuto il terrore che lei non l’accettasse.
Parole: 730


 
Era stata attratta da Amanita sin dal primo momento in cui l’aveva vista: era praticamente impossibile non notarla, con i suoi capelli rasta, il suo sorriso contagioso che la illuminava come un piccolo sole ed il suo carattere spontaneo ed esuberante, capace di trascinarti con il suo entusiasmo senza per questo risultare invadente.
Nomi aveva avuto appena il tempo di notare tutte queste cose di Amanita e decidere che lei le piaceva, che questa le si era diretta incontro, l’aveva presa per mano e le aveva chiesto se questo era il suo primo Gay Pride; alla sua risposta affermativa Amanita l’aveva trascinata con sé a conoscere i suoi amici e conoscenti.
Più avanti Nomi avrebbe imparato che quello era il normale comportamento di Amanita, che non si vergognava di essere sé stessa o si spaventava dell’opinione contraria del prossimo, ma in quel momento si era sentita terribilmente in imbarazzo, lei che era così riservata e diffidente a fidarsi del prossimo a causa di certi episodi spiacevoli della sua adolescenza a trovarsi a stretto contatto con una perfetta sconosciuta. A ciò si aggiungeva l’usuale terrore di non venire accettata una volta che lei avesse saputo che Nomi era un transgender.
Eppure, anche in quei primi, goffi momenti i modi di Amanita le erano sembrati rassicuranti e volti a metterla a suo agio, e la sua risata contagiosa, che Nomi non aveva potuto fare a meno di sciogliersi un poco e di sorridere addirittura, nonostante il disagio ed il cuore che le batteva fortissimo.
Una volta che il giro di presentazioni era finito, Amanita l’aveva invitata a prendere posto accanto a lei sulla tovaglia che aveva steso sul prato ed erano cominciate le classiche domande di rito: “Da dove vieni? Ti trovi bene in città? Che lavoro fai? Sei single?”
Nomi aveva risposto a tutte queste domande, sapendo che prima o poi, inevitabilmente, sarebbe uscita fuori a questione del suo cambio di sesso. Accadde mentre Nomi le stava parlando del suo lavoro: ad un certo punto il viso di Amanita si era illuminato ed aveva esclamato: “Aspetta… ma io ho sentito parlare di te! Non sei quell’hacker che ha fatto i cambio di sesso?”
Nomi aveva annuito ed aveva sentito il cuore batterle un po’ più forte. Ci siamo, si era detta. Adesso avrebbe aggrottato le sopracciglia ed avrebbe fatto domande su come potesse scrivere certe cose a proposito delle donne quando lei donna non lo era nata. Nomi ci era già passata più volte, ormai era una sorta di copione.
E invece, ancora una volta Amanita l’aveva spiazzata: il suo sorriso si era allargato ancora di più, in sincera ammirazione. “Sei davvero coraggiosa, lo sai? Non è da tutti avere la forza necessaria per fare quello che hai fatto tu”.
Nomi l’aveva osservata sorpresa, senza sapere bene cosa rispondere, e Amanita si era affrettata ad aggiungere: “Insomma, non pretendo certo di conoscerti, o sapere tutto quello che ti è accaduto nella vita… ma da quello che ho potuto leggere, posso dire che sei una persona che possiede una forza straordinaria, che sei una tosta”.
Nomi aveva dovuto battere le palpebre un paio di volte e prendere un paio di respiri prima di chiedere: “Quindi… non pensi che sia strana? Uno scherzo della natura?”
Amanita era scoppiata in una risata leggere ed aveva raccolto uno dei suoi dreadlocks. “Nomi, hai visto i miei capelli?”, aveva chiesto. “Pensi che non riceva commenti tutti i giorni per questi? O perché mi piacciono le ragazze?” Le si era fatta più vicina e le aveva dato una pacca gentile. “Guardati intorno. Qui è pieno di persone come te, diverse ma fiere di esserlo. E per quel che mi riguarda, no, non penso affatto che tu sia uno scherzo della natura. Penso che tu sia una delle persone più belle che abbia mai conosciuto, ora che ho avuto modo di parlare un po’ con te”.
E davvero, com’era possibile che una persona come Amanita fosse reale, e per di più seduta lì accanto a lei e chiaramente con più di un vago interesse nei suoi confronti?
Per un folle momento, Nomi aveva pensato ‘un giorno ti sposerò’. Invece, per non fare una figuraccia, si era limitata a dire un “Grazie” davvero sentito; dopo alcuni, intensi momenti, Amanita aveva frugato nella sua borsa, ed aveva estratto degli spinelli.
“Hai mai provato uno di questi? Sono magici, te l’assicuro”.



 
  
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