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Autore: Lady I H V E Byron    04/04/2016    0 recensioni
[Balada triste de trompeta]
[Balada triste de trompeta]1975. E' il primo giorno di lavoro, per Javier, in un circo spagnolo, in cui dovrà vestire i panni del pagliaccio triste. Non sono mai stati rari i momenti in cui i suoi pensieri erano rivolti a suo padre, separato violentemente da lui durante la Guerra Civile del '36. Cosa sarebbe successo, se fosse riuscito a salvarlo dalla Valle de los Caidos?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Note dell'autrice: non so perché, ma stanotte mi è venuta l'ispirazione per una fanfiction di uno dei miei film preferiti "Balada Triste de Trompeta", il cui titolo italiano è "Ballata dell'odio e dell'amore" (e, per chi lo avesse visto, il titolo in italiano è molto più significativo di quello spagnolo). La prima volta che vidi il trailer, durante una settimana-studio a Valencia, avevo dato il voto più basso degli altri trailer visti, invece, quando l'ho visto, è divenuto uno dei miei film preferiti. Se lo raccomando...? Forse. Dipende dai gusti altrui, ma se vi piacciono le storie drammatiche come a me, allora sì, lo raccomando.
Questa fanfic si svolge poco prima della scena dopo i titoli di testa.
Scusate per gli errori di grammatica, ma l'ho scritta direttamente qui. XP
 

Balada Triste de Trompeta - Pensamientos de un Pasado Perdido


Madrid.
1975.
Francisco Franco era ancora il dittatore della Spagna, ma non sarebbe mancato molto al suo completo decadimento.
In una roulotte, nei pressi di un circo fuori città, Javier si stava tingendo il volto di bianco. Aveva il televisore acceso, ma non stava ascoltando molto del notiziario. Fissava, piuttosto, una foto che aveva fissato sullo specchio: lui, bambino, con il padre, vestito da pagliaccio, che lo prendeva scherzosamente per le orecchie.
Non sapeva se sorridere o piangere a vedere quella foto.
Erano passati circa quarant'anni dalla Guerra Civile, da quando l'esercito repubblicano aveva bruscamente interrotto lo spettacolo del circo per chiamare gli artisti circensi, compreso il padre di Javier, il pagliaccio allegro, alle armi contro i nazionalisti, e circa trenta dalla morte del padre di Javier, per mano del generale Salcedo.
Javier ripensava spesso a quel giorno, con estremo dolore. Rivedeva suo padre, calpestato dal cavallo del generale Salcedo, altre volte pensava come sarebbero state le cose, se fossero riusciti a scappare dalla Valle de los Caidos.
Sicuramente avrebbero mangiato nuovamente l'agnello nel loro posto preferito, come facevano un tempo.
Poi, in qualche modo, sarebbero fuggiti dalla Spagna, lontani da Franco e dai suoi soldati. Avrebbero ricostruito la loro vita in un altro Paese, sebbene con la Guerra Mondiale in corso, e avrebbero fondato un loro circo, con Javier che avrebbe sostituito Manuel, il collega di suo padre, come Pagliaccio Triste. Egli avrebbe tanto voluto divenire il Pagliaccio Allegro, come il padre e come il nonno, ma come sosteneva il padre, lui aveva sofferto troppo. Sarebbero stati la prima coppia di pagliacci ad essere costituiti da padre e figlio.
Sarebbero rimasti insieme, come desiderava Javier.
Ma Franco glielo aveva portato via, ingiustamente.
Da quel triste giorno, promise a se stesso che avrebbe realizzato il desiderio di suo padre, avrebbe seguito il suo ultimo consiglio, quello su come essere felici, anche se tormentati: la vendetta.
Sì, la vendetta.
Avrebbe vendicato la triste sorte del padre e di tutti gli artisti circensi uccisi durante la Guerra Civile.
In tutta la sua vita, pensò che non avrebbe mai provato tanto odio per una persona quanto ne provava per "el Caudillo" e la sua dittatura.
Mai si sarebbe aspettato quanto successe una volta che uno dei colleghi circensi entrò nella sua roulotte, per poi fargli da "cicerone" nel circo.
Ancora non sapeva che avrebbe incontrato altre due persone cui avrebbe provato per una odio, l'altra amore: Sergio, il Pagliaccio Allegro, e Natalia, l'acrobata.
   
 
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