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Autore: MegamindArianna    05/04/2016    0 recensioni
"Perché esisto?
Erano anni ormai che mi ponevo questa domanda. E nessuno che mi avesse risposto.
Infondo non era una domanda facile.
Ma io non volevo una risposta. Non l’ho mai voluta davvero. Volevo qualcuno che, almeno, mi avesse ascoltato."
Lei aveva paura. Lei aveva trovato una speranza. Lei non voleva perdere quella speranza e voleva tenersela stretta a tutti i costi.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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~ Capitolo 4 ~

Quando aprii gli occhi ero seduta su una panchina di legno. Di fronte a me vidi la porta da cui la notte prima ero uscita.

Indossavo gli stessi abiti eleganti. Mi stropicciai la gonna e il fiocchetto al collo mentre le mie guance andavano a fuoco.

Dietro di me sentii un fruscio.

Lui era lì. Lo sentivo. La sua ombra si stagliava su di me; ma avevo paura di sbagliarmi. Temevo non fosse lui ma qualcuno pronto a riportarmi indietro per impedirmi di essere felice.

Mi voltai di scatto per togliere ogni dubbio.

E i suoi occhi erano lì. Le sue mani erano tra i miei capelli per intrecciarci un grande fiore bianco. Il suo sorriso mi rassicurava.

“Te lo avevo promesso. Un gentiluomo mantiene sempre le sue promesse.”

Le mie labbra si distesero in un grande sorriso.

Guardai come l’interno dell’edificio era magicamente cambiato.

Non c’erano più i petali sul pavimento ma una distesa di alghe marine. Intorno si agitavano lunghe foglie, come fossero trasportate dall’acqua. Effettivamente sembrava di trovarsi infondo al mare. Un mare racchiuso tra le mura. Alcuni pesciolini bianchi e neri mi nuotavano attorno. Sembravano guardarmi e sorridermi.

Guardai quel ragazzo avvicinarsi a me. Mi prese per mano.

“Ti piace?”

Annuii nervosamente.

Ammirai di nuovo il paesaggio che mi si parava davanti poi tornai ad osservare lui.

La bocca iniziò a muoversi da sola “Sei magico?” chiesi senza pensare.

Lui spalancò gli occhi e di seguito sorrise amorevolmente. “Beh… diciamo di sì. Sono magico. Qui, in questo luogo, tutto lo è. Quella porta, quelle finestre, quei pesci, i fiori.” Mi guardò e mi sfiorò la guancia. “Tu sei magica.”

Abbassai lo sguardo cercando di trattenere il sorriso demente e le lacrime di gioia.

“Basta solo volerlo, mia cara.” Aggiunse continuando ad accarezzarmi la guancia.

Alzò lo sguardo verso la porta. “Purtroppo è già ora di svegliarsi” e mi cinse le spalle.

Il mio sorriso si spense. “Quindi… questo è davvero un sogno? Non è reale?”

A voce bassa, quasi impercettibile, disse “Purtroppo no. Ma non è importante questo, vero? L’importante è rivederci di nuovo.” E questa volta il suo sorriso ritornò radioso.

Con un po’ di coraggio afferrai la mano che teneva poggiata sulla mia spalla e la strinsi forte tra le mie. “Promettimi che ci rivedremo. Ti prego. Promettimelo”

“Te lo prometto” e lasciò la mia presa.

Di nuovo, agitando la mano e con un sorriso, mi accompagnò verso l’uscita.

Quella volta la porta che si chiudeva mi fece meno paura.
 
Sì. Ci credevo.
  
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