I Mickalov sono persone strane.
In verità, se posso permettermi, tutte le persone sono strane. Sempre di fretta, sempre a fare e disfare. Sempre con questa mania di non essere perfetti e dover perfezionarsi.
Ma i Mickalov sono più strani.
Perché? Ma li avete visti? Io mi fermo e li guardo, abito con loro e dunque mi capita spesso di guardarli. Non sono un tipo chiacchierone né mi impiccio dei fatti altrui, sia chiaro, ma adoro osservare.
Ad esempio conosco Viktor Bojanovič da quando aveva dieci anni. Siamo cresciuti insieme. Ogni sua mania, ogni suo tic nervoso e ogni cambiamento d’umore, lo percepisco all’istante. Ad esempio quando sposta i capelli indietro vuol dire che non sa cosa fare, quando invece l’angolo sinistro del labbro superiore inizia a sollevarsi mostrando il canino affilato… meglio scappare!
Però Viktor non è poi così male. Anche lui capisce quando ho bisogno di starmene in pace o di parlare. Lui capisce e in verità non servono neanche le parole tra noi. Siamo amici da così tanto tempo. Anzi per me è una sorta di figlio, un bambino da accudire e voler bene.
E intanto che i giorni passano e gli inverni imbiancano e le estati asciugano, io osservo il suo indaffararsi e quello dei suoi cari che non sanno di correre verso un precipizio. La vita umana è un pendolo che oscilla tra la distruzione e la creazione.
Io invece osservo e ascolto.
Ah, scusate, non mi sono presentate. Sapete chi sono io?
Mi chiamano Vercingetorige, Vercingetorige il Saggio.
Piacere di conoscervi.