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Autore: Love_My_Spotless_Mind    05/04/2016    0 recensioni
[https://it.wikipedia.org/wiki/Un_bacio]
È la notte che segue il bacio tra Lorenzo ed Antonio. Antonio è divorato dalle sue paure, da una parte di lui che finisce per predominare, scatenando un gesto folle e inaspettato.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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L'ULTIMO BACIO

Della paura d’amare non gliene avevano mai parlato. Non aveva nemmeno mai potuto immaginare che potesse esistere un dolore simile, una sensazione che frammenta ogni certezza fino a quel momento costruita. Non l’aveva mai neppure immaginato eppure si era ritrovato completamente solo con quelle sue debolezze.
La notte era stata infinita. Le labbra di Lorenzo erano ancora impresse sulle sue. Ed era stato bello, si. Ci ripensava ed avrebbe tanto voluto essersi diviso. Avrebbe voluto dirgli che gli faceva schifo, che non poteva permettersi di rubargli un’esperienza così, un’esperienza in cui aveva immaginato soltanto Blu. Eppure quando si erano divisi e l’aveva visto non era stata Blu quella che aveva desiderato di baciare ancora. Era proprio quel bacio che il suo corpo voleva, che lui voleva. Il bacio di Lorenzo.
 Non poteva star pensando una cosa del genere. Non lui. Antonio, come poteva pensarla così? Che voleva dire sentirsi in quel modo. Si tolse tutti i vestiti di dosso, si spogliò di un involucro superfluo mentre, in realtà, avrebbe voluto strapparsi di dosso una maschera molto meglio radicata.
Lui non era gay, lui non voleva essere gay. Non voleva finire sotto quell’etichetta, non voleva essere questo. Lui era Antonio e voleva essere lasciato in pace.
Che cosa avrebbe mai detto suo fratello di quello che era accaduto? Non l’avrebbe riconosciuto, si sarebbe vergognato di un fratello tanto debole, tanto disumano da cedere. E lui non si era mai sentito degno della sua fiducia, figuriamoci adesso.
Prese a tremare, non sapeva se per il gelo o se per i pensieri che gli stavano attraversando la mente. Desiderava morire. Ed era per Lorenzo, per quello che aveva risvegliato e che lui avrebbe sempre voluto tenere nascosto. Era per la persona terribile che sentiva di essere, per ragioni che nemmeno conosceva, semplicemente era così, era sempre stato così.
 
La foto che ritraeva tutti e tre era sulla scrivania. Lorenzo gliel’aveva regalata per il compleanno. Come si era permesso di andare a trovarlo proprio lì di fronte a tutti? Se fosse stato in un altro luogo lui si sarebbe anche commosso per quel regalo, per quel momento fermato per sempre che li ritraeva insieme. Ma no, di fronte agli altri non era possibile. Come aveva potuto non capirlo?  Antonio non era come lui, non aveva la forza di non ascoltare le parole altrui, neanche se si tappava le orecchie. Quelle parole su di lui avevano il potere di raggiungere la parte più intima di lui e ferirlo proprio dove avrebbe più voluto restare integro.
La fotografia cadde, il vetro andò in frantumi. Le gambe gli tremarono ma lui non cedette.
Qualcosa nella sua mente fragile si era rotto per sempre; era troppo presto, era stato l’unico ad accorgersene fin ora ma presto sarebbe stato visibile a chiunque.
La pistola d’ordinanza del padre riposava adagiata nella sua fodera, in camera da letto. I genitori dormivano avvolti dalle ombre. Adesso non lo sapevano ma persino l’ultimo figlio che gli era rimasto non c’era più, al suo posto vi era solo un mucchio di paure taglienti.
Aveva indossato degli abiti a caso, la mattina aveva appena illuminato Udine con i suoi raggi gelidi e lui aveva afferrato la sua vecchia bicicletta. Antonio pedalava verso qualcosa che non avrebbe voluto così. Cercava se stesso, sapeva che ad ogni passo si faceva sempre più lontano. Chiunque l’avesse visto in faccia l’avrebbe trovato spaventoso e si incuteva un timore immenso, se solo non fosse stato intrappolato in quella vita, in quella colpa di essere nato proprio se stesso, con tutte quelle deboli convinzioni… aveva davvero creduto che Blu e Lorenzo l’avrebbero salvato ma nessuno si salva se ormai è perduto. Gli era piaciuto crederci, però. Immaginare di vivere in modo diverso ed essere felice. Ora sapeva che la felicità non era cosa per lui.
 
Aveva salito le scale con la mente vuota, la pistola che pesava in una tasca, le gambe che gli tremavano, gli occhi spenti. “Fermami” pensava e non lo sapeva a chi stesse rivolgendo la sua preghiera.
Un solo colpo trafisse il corpo esile di Lorenzo che cadde all’indietro senza fiato. La vita lo abbandonò in un istante, il suo cuore palpitante per il primo amore si fermò per sempre. Ed Antonio era proprio lì, di fronte ad ogni speranza che svaniva.
Come si era permesso di portargli via i suoi sogni. Come aveva potuto uccidere un ragazzo che dalla vita aveva soltanto chiesto di vivere. E lo sapeva fare, a modo suo. Però aveva risvegliato la paura del non conoscersi, aveva aperto un cassetto pieno di ombre che Antonio invece voleva dimenticare.
Antonio aveva gettato i suoi segreti in un mare talmente buio e nero che nessuno li avrebbe mai più riportati a galla.
Antonio era il cattivo delle favole, quello che insudicia l’amore di sangue, quello che rende impossibile un finale diverso. “Blu, riscrivi questa vita per noi.” Fu l’unica lettera che gli fu permesso d’inviare dal carcere. In quella stanza le giornate si facevano intensamente lunghe ed intensamente insensate. Ma Blu aveva in serbo per lui un gran numero di finali diversi per la loro storia. Arrivavano ogni settimana, in una busta bianca firmata da calligrafia minuta. Più lui li leggeva più si convinceva che in un altro universo gli era stato possibile essere diverso, gli era stato possibile essere felice e forse era anche riuscito a ringraziare Lorenzo per quel suo amore che in un modo o nell’altro la vita gliel’aveva cambiata per sempre.
  
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