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Autore: Erina91    05/04/2016    3 recensioni
“cos'è quel sentimento che provo ogni volta che incrocio lo sguardo di Satoshi? Sento una gran tranquillità quando mi trovo tra le sue braccia e il tocco dolce di Satoshi mi sembra davvero piacevole. Perché provo certe sensazioni?”
Erina stava leggendo per l'ennesima volta il suo manga shoujo preferito che parlava della storia d'amore tra Satoshi e Sumiko. Tutte le volte che lo rileggeva si emozionava come una bambina e le brillava gli occhi nei momenti ricchi di sentimento. Per chi conosceva apparentemente Erina, l'avrebbe descritta come una sedicenne fredda e distaccata, dal temperamento critico e altezzoso, il cui scopo era quello di giudicare solo dal punto di vista esteriere poiché nata in una famiglia d'alta classe sociale. Ma Erina Nakiri era molto più complessa di quel che appariva e questo solamente la sua migliore amica Hisako Arato ne era a conoscenza. Erina era una persona abbastanza fragile dentro, sentimentale.. e celeva un passato che avrebbe voluto dimenticare. Pairing: Soma x Erina (Sorina)
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Her childhood friend



Erina si stava specchiando, pensierosa, nella trasparenza dell'acqua del torrente che scorreva lungo la traiettoria del parco di suo nonno.
Il ponticino in legno rosso che sovrastava lo stagno sembrava così fragile che ella aveva paura non riuscisse a sostenerla, ma fin da piccola era uno dei posti che lei amava di più. Spesso, quando era da sola, si divertiva a vedervici nuotare tranquilli i pesci rossi, tanto che si era trovata ad invidiarli per la loro fortunata libertà, al contrario di lei. Come tutti i bambini del mondo, avrebbe voluto lanciargli qualche mollica di pane per accudirli curiosa, ma la rigida educazione che le era sta insegnata non prevedeva divertimenti simili, tutt'altro.. doveva concentrarsi sulle situazioni dell'alta società fin da piccola.
Comunque, i pesci erano ancora vivi tutt'oggi e ogni volta si incantava a vederli sguazzare da una parte e l'altra accarezzata dal venticello, che le scuoteva le belle ciocche. Non era preoccupata per il banchetto che la aspettava a breve, mancava poco più di un'ora, poiché aveva trovato il piatto più adeguto e fresco che esistesse. L'unica cosa che l'agitava, in senso positivo, erano i continui ricordi del suo frizzante incontro alle terme con Yukihira.
Da allora, entrambi, avevano apparentemente rimosso il momento che li aveva resi partecipi e fisicamente consci l'uno dell'altra; però, nonostante questo, l'immagine di lui nudo aveva fatto capolino nella sua testa ogni volta che si incrociavano per i corridoi.
Certo.. non era più svenuta come la prima volta, tuttavia aveva avuto l'impressione che la sua pressione corporea puntualmente si alzasse in quei momenti, si facesse più calda e irreversibile, e le scaturisse incoscienti pensieri sul voler esplorare ogni minima parte del suo corpo nascosto sotto gli ingombranti vestiti.
Decisamente, si vergognava di tali fantasie, ma allo stesso tempo voleva soddisfarle.
-Erina.. ti stavo cercando.- Hisako interrompe la sua scomoda immaginazione affiancandosi a lei sul ponticino. -che fai qui tutta sola?-
-non è una novità che sia sola, Hisako.- abbozzò un sorriso.
-sì, ma sembri malinconica o sbaglio?-
Lei arrossì. -non sono malinconica. Ti sbagli. Sono solo, come dire.. confusa?-
-allora perché sei arrossita all'improvviso?- ridacchiò. -da cosa nasce questa confusione?-
-è davvero degradante parlarne con te, Hisako.- borbottò impacciata.
-penso che a questo punto è inutile che ti chieda di chi si tratta.- sospirò l'altra.
-infatti lo è, quindi non chiedere niente.-
Hisako sorrise. - va bene, allora non chiederò.-
Lei fu sorpresa che la sua amica accettasse quella richiesta.
-e adesso perché sei stupita? Non sono una che costringe gli altri a parlare.-
-ma di solito insisti di più..- protestò stranita.
-vuoi che insista?- ridacchiò divertita, Hisako. -se vuoi raccontarlo sai che ti ascolto.-
Piombò una lunga e silenziosa pausa tra le due ragazze, in cui rimasero a godersi l'aria di montagna osservando l'orizzonte oltre il torrente dove un flebile sole mattutino illuminava i colli. Erina sentiva il bisogno di confessarsi con Hisako, magari anche per cercare di riconoscere i forti desideri che sentiva da quella sera e dei quali, fino a qualche tempo fa, non sapeva neppure l'esistenza. Non riusciva a raccogliere il coraggio per parlarne, era davvero dura ed imbarazzante iniziare un discorso così intimo, pure se si trattava di dirlo alla sua migliore amica. -Hisako..- tentò incerta.
Lei si voltò dalla sua parte e le sorrise rassicurante, in attesa che continuasse:
-ecco.. hai mai visto un ragazzo nudo?- era riuscita a chiederglielo, sebbene era diventata rossa come un pomodoro e cercava di nascoderle lo sguardo.
Hisako strabuzzò gli occhi allibita di fronte a quella domanda inaspettata, arrossendo anche lei.
-certo che no! A parte, forse, in qualche film. Perché questa domanda?-
In qualche modo era riuscita a rispondere a ciò che le aveva chiesto, benché piena di vergogna.
-Erina.. ti prego, smentiscimi quello che sto pensando.- continuò sbiancata.
Lei restò in silenzio. -dipende a cosa stai pensando. Comunque, non farti strane idee!-
-cos'è successo tra te e Yukihira stavolta?-
Ecco che era arrivata la domanda tanto attesa a cui lei non sapeva come proseguire.
Forse doveva semplicemente andare al dunque: prima concludeva quell'imbarazzante conversazione, meglio era.
Prese un respiro profondo e raccontò:
-ci siamo visti nudi, per sbaglio. E' stato un incidente!! solo un incidente!- corse ai ripari.
La sua amica era sgomenta. -com'è successo?-
Erina, dunque, spiegò a Hisako com'erano andate le cose con Yukihira e più parlava più la vergogna si faceva meno limitativa e anche la prima si rilassava.
-comunque Hisako, non è questo il problema.- iniziò, -il vero problema è che io non mi riconosco più. Sarei dovuta rimanere segnata a vita per l'imbarazzo dopo quello che è successo con lui e invece sono irritata da quello che provo e voglio.-
-lo sei perché sei innamorata di lui e sono sicura che lo hai capito.- sostenne l'altra.
Erina annuì. -sì, l'ho capito. Però non possiamo e te l'ho già spiegato.
Forse è per questo che mi trovo qui a ricordare i miei brevi e raramente belli ricordi infantili.-
-dovresti smetterla di dire che non puoi, Erina. È ovvio che c'è qualcosa tra voi e non potrai ancora continuare ad ignorare quello che senti, perché ormai sei già innamorata di lui e farlo ti fa solo male. Dovresti semplicemente accettare i tuoi sentimenti e dirglielo.-
-perché allora tu non lo fai con Aldini? Sbaglio o non gli hai detto che ti piace?-
Hisako arrossì. -cosa c'entra adesso, Aldini? Stiamo parlando di te.-
-c'entra eccome, Hisako. Anche tu stai scappando come me.- ribatté aspra.
-io lo faccio perché non sono ancora sicura di quello che provo, tu invece l'hai capito e Yukihira prova sicuramente lo stesso per te.-
-come fai a sapere che lui prova lo stesso? Da cosa lo deduci? Io non lo capisco.-
-ha occhi solo per te, Erina, fidati. Ne sono certa.-
-da cosa nasce tutta questa certezza? Yukihira è amichevole con tutti e, se devo essere sincera, invidio questo suo modo di fare ma allo stesso tempo lo detesto perché mi confonde e non mi fa capire chiaramente cosa lui vorrebbe da me. Lo odio. Odio Yukihira.-
-tu non lo odi, Erina, tu vuoi che lui condivida la sua gentilezza solo con te perché lo ami e questo ti rende possessiva nei suoi confronti.-
Erina, dopo aver ascoltato le parole di Hisako, pensò all'enigmatica richiesta che Yukihira le fece quando erano alla fattoria:
“Vorrei che questa tua gentilezza restasse tra noi”.
Allora forse anche per Yukihira era lo stesso? Anche lui voleva la stessa cosa.
-Erina.. tutto apposto?-
-sì, scusami. Stavo riflettendo su una cosa. Comunque, forse hai ragione. Forse è così.-
Hisako sorrise felice che Erina avesse capito quello che intendeva.
-e adesso che intenzioni hai? Cosa farai? Ti dichiarerai?-
-non posso farlo. Se lo facessi e mettessi la mia famiglia contro? Non voglio.-
-non credo che tuo nonno non approvi e lui è il capo famiglia.-
-non lo posso sapere, quindi non lo farò. Chiuso qui il discorso.- decretò categorica.
Detto questo, si allontanò da Hisako. -scusami.- aggiunse.
Hisako la guardò allontanarla amareggiata, indisposta sul da farsi.


 
 
****


L'ampio prato del cottage di Senzaemon Nakiri era popolato da un sacco di nuovi arrivi e ospiti graditi.
La giornata era soleggiata e mite, l'aria fresca ma piacevole, e una serie di tavoli erano stati disposti in mezzo all'erba con strategiche intenzioni.
L'atmosfera era colorata e allegra, poiché gli ospiti erano tutti ben vestiti con abiti colorati di ogni tipo. Il leggero venticello serpeggiava lungo il giardino scuotendo arbusti e i fili d'erba. Un profumo dolce e delicato di fiori stuzzicava l'olfatto di ogni invitato ed il tutto era accompagnato dal tenue scorrere del torrente che circondava il grande parco, donando una sensazione di tranquillità e leggerezza agli animi degli eleganti ospiti.
Soma era riuscito ad ottenere un piatto incredibile per quel picnic, nonostante tutte le distrazioni che l'avevano invaso dopo quello che era successo con Nakiri.
Ogni volta che ripensava al suo corpo nudo un desiderio ardente si accendeva in lui e qualche volta aveva finito per ricorrere disperatamente al “fai da te” perché una doccia gelida non bastava a tenere a freno il suo desiderio. Era arrivato davvero al limite e se ne vergognava.
Se pensava che ancora non l'aveva mai baciata, si spaventava di quali avrebbero potuto essere le sue reazioni se finalmente avesse lambito le sue labbra.
Anche quel giorno Nakiri era davvero bellissima: indossava un top verde acqua sotto ad una giacchetta di pelle nera che le scopriva parte del ventre piatto e sotto portava una gonna a balze, anch'essa nera, che arrivava poco più sopra le gionocchia e le belle e sensuali gambe erano coperte solo da un paio di calze trasparenti e venivano slanciate grazie agli stivaletti neri con un piccolo tacco. Attorno al collo, invece, una raffinata sciarpa rifinita a merletto e tutta intrecciata. I capelli ricadevano dolcemente lungo tutta la schiena, al naturale e privi di acconciature: era perfetta per un picnic.
Più la guardava e più si soffermava sui suoi seni sodi immaginando i loro capezzoli rosei e il suo attraente collo, più il suo corpo veniva assalito da scariche d'eccitazione che si facevano sempre più incisive, portandolo a deglutire ritmicamente.
Vederla nuda era stato deleterio visto che aveva solamente contribuito a renderlo più voglioso nei suoi confronti ed era un miracolo che quella sera era riuscito a resistere dal saltarle addosso e appagare il suo analito. Non riusciva a smettere di guardarla.
Lei si spostava, i suoi ciuffi ondeggiavano con grazia, lo incantava con la sua camminata sensuale e leggiadra.. non si prendeva neanche un suo più piccolo momento e di conseguenza era arrivato alla conclusione, così come si era promesso, che presto avrebbe preso l'iniziativa con lei.
Non aveva la piena sicurezza che i suoi sentimenti fossero ricambiati, ma sicuramente si era accorto che non gli era indifferente dato che spesso, quando si trovavano da soli, lei agiva spontanea con lui e come se fosse attirata.
Non era esperto di certe emozioni, ma già i suoi atteggiamenti istintuali nei suoi confronti lo facevano ben sperare; peccato, però, che qualche volta li avesse avuti anche con Carter. Questa era l'unica cosa che lo frenava un po'.
Il tempo di andarle in contro, ecco che l'essere maschile dei suoi pensieri fece la sua comparsa portandosi di lato a lui senza guardarlo negli occhi.
-Yukihira.. è un po' che non parliamo.-
A lui non sfuggì l'ammicamento che il ragazzo rivolse al corpo di Nakiri, in particolare verso il suo fondoschiena che veniva discretamente risaltato dalla gonna.
Inutile dire che non riuscì a trattenere una smorfia di fastidio davanti alla scarsa discrezione con il quale Carter aveva apprezzato le natiche di Nakiri, senza alcun pudore. Da tale comportamento Yukihira dedusse che l'insegnante d'equitazione di Erina, per quanto volesse bene alla ragazza, non era una persona esattamente sincera poiché di fronte a lei_probabilmente per non passare male_ostentava qualità come il tatto, l'accortezza, finezza e galanteria ricercata, quando in realtà era un depravato di prima categoria e non era assolutamente perfetto come si dimostrava all'apparenza.
Certo.. non che lui si ritenesse migliore visti i costanti piensieri peccaminosi e le normali reazioni ormali che aveva rispetto alla sua immaginazione, cosa che era addirittura peggiorata dopo che l'aveva vista totalmente nuda e aveva sudato freddo nel cercare di controllarsi e nel nasconderle i conseguenti “rigonfiamenti”. E meno male che era svenuta quasi subito, quella sera, altrimenti la figura sarebbe risultata ancora più misera.
-ciao Carter. Da quanto sei arrivato?- domandò lui, guardandolo di sbieco.
-ieri in tarda serata. Non ci siamo visti per questo.-
-ti ricordi cosa mi hai detto il primo giorno che sono arrivato a Sapporo?-
Entrò subito nel “fine” del discorso, lui, perché era arrivato il momento di un confronto tra loro e stava iniziando a sentire il bisogno di “marcare il territorio” perché voleva che Nakiri fosse sua. Solamente sua. Carter doveva saperlo perché era giusto così.
-riguardo a cosa?- recitò spinoso, l'altro, proseguendo a guardare Nakiri.
Lui sapeva che stava facendo finta di non ricordare perché di fatto un po' presuntuoso e narcisista lo era. Stava cercando di allungare il discorso.
-sto parlando di Nakiri, Carter. So che sai a cosa mi riferisco.-
-e perché, sentiamo, entri in questo discorso proprio ora?- ghignò strafottente.
Per un attimo ebbe l'istinto di “mollargli un bel destro” per quanto lo innervosiva dato che metteva davvero a dura prova la sua infinita pazienza e perfino l'insegnamenti di suo padre stavano venendo meno nel corso di quella ardua discussione, ma doveva affrontarlo con garbo altrimenti sarebbe passato male e oltretutto Nakiri non l'avrebbe perdonato se iniziava a fare a pugni con il suo amico/insegnante e non era quello che voleva.
-per dichiararti guerra, ovviamente.- sorrise sbarazzino.
Jess si aprì in un'espressione maligna in risposta a quella ammissione.
-Yukihira.. non credi di aver realizzato un po' in ritardo i tuoi sentimenti per Erina? Non possiamo certo mettere a confronto il tempo che io ho passato con lei con quello che lei ha passato con te. Se la mettiamo così, sono in netto vantaggio e non mi pare che la mia allieva rifiuti le mie attenzioni, tutt'altro.. l'hai notato, no? È molto aperta con me.-
Il tono arrogante con il quale aveva detto quelle parole lo irritò parecchio, però doveva riuscire comunque a gestire il fastidio. In fondo il discorso di Carter poteva avere senso un mese fa, però adesso era fortemente convinto che la situazione tra lui e Nakiri si era trasformata in meglio e non escludeva l'idea che potesse essere un sentimento reciproco.
Non era sicuro di questo, ma adesso poteva sperarci di più e si sentiva in grado di sostenere una conversazione alla pari con Carter. Così replicò:
-hai ragione: ho realizzato tardi i miei sentimenti per lei, ma il punto è che l'ho fatto. Possiamo volerla entrambi, però è a lei che spetta la decisione finale.
Tu dici che sei in vantaggio, può essere, tuttavia non hai considerato che la situazione tra me e Nakiri è cambiata nell'ultimo mese e tu questo non lo sai perché in quei momenti non c'eri. Eravamo solo noi.- affermò fieramente. -dunque, Carter, ti invito ad osservare meglio la prossima volta.
Secondo.. sono molto determinato e possessivo verso ciò a cui tengo, vedi in cucina, e di conseguenza lo sono anche con lei. Faccio sul serio con Nakiri.-
-belle parole, Yukihira, ma tu non sai ancora niente di Erina. Non sai cosa ha passato, cosa ha dovuto subire. Non sai quanto sia stata dura per lei.
Io lo so e lo so perché fin da piccolo ce l'avevo sotto gli occhi e la consolavo quando aveva bisogno, perché lei correva da me piangendo dopo i suoi incubi.
Conosco il suo passato e conosco le sue fragilità meglio di te.-
Il suo volto, a quelle parole, si oscurò. Era vero: poteva essersi avvicinato a lei, però Nakiri non gli aveva ancora detto nulla della sua vita e di quello che aveva passato.
Non l'aveva fatto con lui, ma con Carter sì e questo era un dato di fatto che non poteva ignorare: Carter aveva ancora un vantaggio su Erina.
Lui c'era sempre stato per lei nei momenti che aveva bisogno e finché Nakiri non raccoglieva il coraggio per parlargli di ciò che gli era successo, non poteva dire di essere colui al quale lei si sarebbe completamente affidata. Sapere del suo passato era un passaggio essenziale. Era il salto più grande per entrare nel suo mondo, per conoscere le sue emozioni e per poterla sostenere di lì in poi nei momenti di crisi.
-non trovi le parole per ribattere a ciò che ho detto, vero? Non puoi e sei consapevole che è vero. Sai che ho ragione.
Yukihira.. non lascerò stare Erina finché non avrò la certezza di averla persa per sempre, perché lei era mia fin dall'inizio.-
-parli di lei come se fosse un oggetto e questo lo trovo intollerabile.- sbottò lui seccato.
-materialmente tutta la nostra discussione ha come “oggetto” Erina.- replicò.
-ti sbagli, Carter, io non l'ho mai definita come una mia proprietà. Fin dall'inizio ho specificato che sarà lei a decidere con chi stare perché non è un “oggetto”, è una ragazza, ed è libera di scegliere come e a chi vuole avvicinarsi.-
Con questo, si allontanò da Carter prima che gli “volasse” un pugno intrattabile.
-va bene, Yukihira, allora sfida sia.- accettò l'altro, alzando la voce.
Lui non si girò, ma annuì continuando a dargli le spalle.
Inoltre, era arrivata l'ora di pranzo e presto il suo piatto sarebbe stato servito.


 
 
****


Seduti su ogni tavolo, gli ospiti stavano mangiando con gusto il cibo offerto.
Intanto i ragazzi della Totsuki stavano pazientemente aspettando che li giudicassero.
La prima a parlare fu una donna che aveva portato nel piatto delle piadine.
-questa piadina è incredibile!- esclamò entusiasta in mezzo alla folla.
-ne ho mangiata un'altra prima, ma era già più diversa di questa. Che tipo di farina è stata usata?-

Erina notò sua cugina portarsi al tavolo della signora e sorriderle compiaciuta:
-la prima piadina che ha mangiato ha dentro del pollo grigliato, ma la farina non è quella di grano bensì di farro.
Vede? Il colore dello strato è più scuro.- lo indicò spiegando.
-ma è eccezionale! Signorina Nakiri, dove ha trovato tutti questi tipi di farina?-
Alice si portò davanti alle labbra il dito medio e sussurrò ilare. -è un segreto.-
-e quest'altra? Che tipo di farina è? Non credevo che si potessero fare piadine con vari tipi di farina.
Davvero ingegnoso. In questo modo il sapore delle altre non stanca perché ne nasce un gusto diverso e variegato.- continuò eccitata.
-la seconda che ha mangiato, invece, ha dentro la carne di manzo ed è fatta con la farina normale, di grano.
Si sente la differenza eh? E anche il colore la definisce.-
-davvero complimenti signorina! Lei è molto in gamba.-
Alice fece un inchino per ringraziarla e poi tornò dai suoi compagni.

-la mia signora non si smentisce mai.- affermò Ryou. Alice arrossì per il complimento.
In seguito si voltò verso Erina. -hai visto quanto sono stata ingegnosa?-
L'altra si aprì in un ghigno. -aspetta di vedere cosa ho preparato io.- la provocò.
-non vedo l'ora!- ribatté sua cugina.

-mamma mia quanto sono saporiti questi panini morbidi e dolciastri.- cominciò un altro.
-chi può aver creato un gusto così intenso? Ne ho presi due o tre, ma ognuno è diverso dall'altro e l'unico elemento che li accumuna è l'affumicato: nel primo c'era il salmone, nell'altro il pesce spada e negli altri due ancora acciughe e aringhe affumicate. Com'è possibile che il sapore venga così risaltato?
Quel è il trucco? E poi non è finita qui.. c'è qualcos'altro, un erba forse, che non riesco a definire ma che rende il pesce ancora più delizioso.
Chi ha fatto questi eccelsi panini?- l'uomo si guardava attorno, alla ricerca del cuoco, quando Ryou si alzò dalla sedia per rispondere:

-sono stato io signore.- dichiarò pacato. -ho spalmato del burro nella parte inferiore dei panini dolci.
Esso è essenziale per risaltare l'affumicato e non stanca perché diventa una combinazione così perfetta da non poterne fare a meno.
Come tocco finale, ci ho aggiunto dell'erba cipollina ad alleggerire l'affumicato rendendolo ulteriormente saporito.-
-che idea stupenda, ragazzo!! non ci sarei mai arrivato. Di questi panini ne mangiarei a sfare. Sono un ottimo pranzo, ma allo stesso tempo non è così peso.-
-la ringrazio.- bofonchiò, tornando a sedere.
Lui e la sua signora si lanciarono un'occhiata intensa e la seconda afferrò uno dei panini dal vassoio rimanendo estasiata dal sapore.
-Ryou-kun.. se davvero ammirevole!-
Lui annuì semplicemente e si avvicinò a lei, più precisamente alla sua guancia, per levare via una briciola di pane al lato delle labbra, con la lingua.
-che stai fancendo in mezzo a tutti!- squittì imbarazzata, Alice.
-non avevo ancora assaggiato neanche un po' il piatto. Ho visto quella briciola e ho pensato di toglierla dal suo volto, milady.-
-non fare queste cose imbarazzanti in pubblico, Ryou-kun.-
-ho notato che da quando ti ho baciata, sei tornata ad essere quella di prima. In questo modo la mia signora mi piace molto di più.-
Alice arrossì borbottando:
-mi fa piacere sentirtelo dire, però rimandiamo a dopo questi atteggiamenti.-
Ryou tornò a sedere. -come desidera, mia signora.-

-mh.. questo spezzatino di maiale è così delicato e tenero!- parlò una giovane ragazza. -si mastica che è un piacere. Come è stato fatto?
Avverto un leggero sapore latticino ma sembra più che altro impanato; comunque dona al piatto, assieme a questa dolce salsina, una dolcezza per niente stucchevole e di una bontà unica. Com'è possibile?-

Takumi, sentendosi chiamato in causa, ghignò:
-mi fa piacere che stia apprezzando signorina.- cominciò, -vede.. questo piatto è molto particolare: ho impanato i tocchetti di maiale con la farina e un goccio di latte e a parte ho preparato una salsa altrettanto dolce fatta con peperoni e ananans, creando un perfetto mix italocinese: spezzatino impanato in agrodolce.
È la carne, raggiunta la giusta cottura, risulta morbida e delicata che quasi non ha bisogno di essere masticata per essere ingerita.
La quantità di latte è minima, ma unito alla farina per impanare la carne di maiale regala ancora più tenerezza al piatto. Sono felice che abbia gradito.-
-davvero complimenti!!- si congratulò sincera, la donna.

-per non parlare di questo stufato di verdure!- si aggiunse un'altra donna. -ricorda molto la ratatouille francesce, ma c'è qualcosa di differente che la discosta dal tipico piatto e non riesco a comprendere cosa. Però è così deliziosa, così paradisioca ed è i pezzetti di verdura sono stati tagliati con una finezza ed una precisione notevoli quasi non fosse stato fatto a mano ma con una macchina apposta. Da quanto è curato minuziosamente, l'unica persona che può aver creato questo privilegiato piatto è la nipote di Senzaemon.- la donna si guardò frenica a giro, cercando la nipote del preside.
-ha ragione signora, sono stata io a prepararlo.- confessò Erina, sorridendo orgogliosa.
-non avevo dubbi, Erina. Solo tu puoi fare questi piatti. Me lo spiegheresti?-
Lei annuì e iniziò a spiegare la preparazione:
-in effetti le verdure sono stufate come da classica ricetta, ma poi l'ho anche leggermente grigliate donando un sapore quasi arrostito alle verdure che risultano, infatti, molto più croccanti. In seguito, come avrà notato, ho preparato tre tipi di salse a parte da aggiungere alla Rattatouille e così vi sarà ampia scelta e il gusto diventerà più versatile. Ha capito quali sono le salse? Cosa ci ho messo?-
La donna scosse la testa confusa. -il sapore di esse rende la verdura più succolenta e unica, ma non riesco a definire quali incredienti hai usato per prepararle, a parte quella al formaggio_ma non ho compreso quali formaggi hai mischiato per prepararla_.-
-esattamente.. una delle salse è al formaggio e a donare un gusto forte ad essa è ovviamente il gorgonzola che viene addolcito dal parmigiano.-
-ah ecco! È vero! Il gorgonzola è molto penetrante e con la verdura sta benissimo perché non risulta troppo amaro. E le altre salse?- continuò pensierosa.
Erina sorrise smagliante. -una è fatta con i sottoaceti e qualche sott'olio. L'aveva capito?-
La donna scosse la testa meravigliata. -hai perfettamente ragione! Questa arancina sembra ricolma di sottoaceti!- realizzò finalmente. -e l'ultima? A che cos'è?-
-l'ultima è piccantina: pomodoro, peperoncino e panna. L'ultimo ingrediente, la panna intendo, l'ho usata per addolcire il gusto frizzantino, così anche le persone che non apprezzano più di tanto il piccante possono riuscire a gradirla.-
-signorina! Lei ha veramente pensato a tutto!- si unì il fidanzato della donna. -è davvero in gamba. Le faccio le mie congratulazioni!- aggiunse soddisfatto.
-vi ringrazio molto.- asserì lei, tornando a sedere e vedendo suo nonno e Joichiro lanciargli due occhiate d'approvazione ed orgoglio.
Involtariamente, i suoi occhi volarono verso quelli di Yukihira che, in risposta, gli sorrise solare facendola arrossire.

-oh mio dio!!- esordì Eleonore dopo aver assaggiato un morso della quiche, -quanto è soffice questa quiche francese! Mi ha ricordato i miei giorni d'oro a Parigi.- un'espressione beata sul volto. -è così deliziosa che ne potrei mangiare anche più di una fetta. Gli ingredienti sono amalgamati benissimo con le uova e la pasta sfoglia. È un piatto salato, ma i cibi usati in questo donano una piacevole dolcezza alla torta. Come mai?-

Soma sorrise sollevato e rispose alla madre di Alice:
-signora Nakiri, sono stato io a cucinarla. Ho, appunto, unito le uova alla zucca, pancetta e invece di usare le patate normali ho usato le patate dolci tipiche giapponesi ed ecco perché il sapore, sebbene l'uso della pancetta, risulta più dolce. Ma mastichi più affondo e si accogerà di qualcos'altro..- la invitò cordiale e tranquillo, lasciando incuriosita la donna, che riprese a masticare lentamente e poi sgranò gli occhi.
-cos'è questo gusto elettrizzante e che stuzzica le mie papille gustative? Non riusco a comprenderlo bene, ma è grandioso!- proseguì, -può essere.. noce moscata?- tentò, incontrando gli occhi di Soma per avere una conferma.
Il ragazzo annuì.  -esattamente.. in questo modo alleggerisco il sapore troppo dolciastro e rende talmente insaziabili da volerne sempre di più.-

Il pranzo seguì tranquillo e silenzioso, solo un lieve chiacchiericcio.
Quando arrivò il momento del dolce, tutti rimasero estasiati dal piatto di Arato, che aveva preparato un cheesecake allo yogurt greco, cogliendo tutti senza parole per la scelta di abbinarlo alla philadelphia creando un cheesecake freddo e squisito, così buono da far nascere l'acquolina in bocca.
Chiaramente, il tutto ebbe ancora più successo quando gli invitati riconobbero le salse dolci da spalmare sopra e di tre tipi: una era la marmellata fatta di con i fagioli azuki per ricordare la tradizione giapponese. L'altra era al cioccolato con un tocco rinfrescante di scorza di mandarino, iniziativa singolare; mentre l'ultima vantava di caramello e mandorle, per chi preferiva qualcosa di ancora più stucchevole.
Anche i servizi del picnic ebbero un grande successo e i clienti ne uscirono appagati ed eccitati, gonfi e sazi come al solito.
L'aria di montagna contribuiva ad una buona digestione che di certo non impediva le chiassose chiacchiere accompagnate da passeggiate lungo il parco.
Soma era davvero felice di quello che aveva preparato, soprattutto perché un'altra volta aveva avuto successo e Nakiri era rimasta colpita da lui.
Lui amava stupirla perché questo era uno dei motivi per cui aveva accettato l'invito del preside e nonostante ancora non fosse riuscito a farle dire "delizioso", sapeva che lei non era affatto disgustata dalla sua cucina ma era troppo orgogliosa per ammetterlo.



 
****


Si sentiva veramente piena ed era ancora deliziata dalla quiche preparata da Yukihira, anche se non glielo avrebbe mai detto.
Era sempre capace di stupirla, che si trattasse di farlo in cucina, che per qualcosa di più personale ed intimo.
Era tutto il giorno che non riusciva a distogliere lo sguardo da lui, così aveva deciso di prendere le distanze dalla massa di gente e da Yukihira per andare a sedersi sul comodo dondolo appoggiato contro una delle pareti del cottage e da dove godeva di una bellissima visuale sulle punte innevate, assorta e rilassata. La radura verde si estendeva davanti ai suoi occhi e l'aria fresca solleticava i suoi capelli scombinandoli un po'. Amava quel posto. Lo trovava incantevole, in particolare nei mesi estivi quando il tutto era fiorito e i petali rosa dei ciliegi decoravano gli arbusti. Avvertiva una rara quiete che sarebbe stata perfino in grado di addormentarla e, seguendo l'istinto, socchiuse gli occhi per ascoltare il delicato soffiare del vento.
-ti stavo proprio cercando, Erina.- la voce di Jess raggiunse le sue orecchie e le spalle di lui sfiorarono le sue quando si sedette nella parte vuota del dondolo.
-Jess!- tuonò, -ti pare il modo di spavenarmi così? Sei sempre così silenzioso.-
-scusami.. ero venuto a complimentarmi con te per il piatto preparato: quella rattatouille era divina proprio come la mia allieva più in gamba.- sorrise divertito.
-la tua sola allieva, vorresti dire.- replicò lei, incrociando il suo sguardo.
-fortunatamente la sola.- le sussurrò all'orecchio malizioso, facendola rabbrividere per l'emozione. -non vorrei nessun altro come allieva.-
-perché dici queste parole all'improvviso, Jess?- domandò lei in tono stupito.
-perché mi sento minacciato.- ammise brusco.
Lei sgranò gli occhi sbigottita. -perché dovresti sentirti minacciato?-
-perché ti stai allontanando, Erina.- si fece serio, -e non lo posso accettare.-
Posò la mano su quella di lei, fissandola dritta negli occhi.
Lei non aveva mai visto Jess così tormentato e rimase veramente colpita.
-io non ti capisco, Jess. Ti è successo qualcosa? Non ti riconosco.- constatò confusa.
-vorrei sapere quali sono i tuoi sentimenti per Yukihira.- insisté ancora lui.
Erina arrossì di fronte a quell'affermazione, colta di sorpresa.
-come ti ho già spiegato, siamo compagni di scuola. Ma Jess.. non capisco perché ti interessi! Dovresti farti gli affari tuoi!- sbottò secca.
-tu davvero non ti sei mai resa conto di quello che provo per te? Pensavo fosse chiaro. Ho fatto di tutto per fartelo capire.
Non noti le attenzioni che ti rivolgo? Eppure tu hai occhi solo per lui. Guardi solo lui.
Il tuo sguardo è rivolto unicamente a lui. Ogni secondo. Ogni attimo. Sempre. Non lo sopporto perché tu sei mia!-
Lei sussultò scioccata. Non aveva mai visto Jess così adirato.
-cosa ti prende Jess, si può sapere? Sei impazzito per caso? Hai bevuto?-
Stava iniziando a spaventarsi della sua eccessiva reazione.
-esatto Erina. Sono completamente pazzo di te da dieci anni!-
Lei era sbigottita e non sapeva cosa dire. Il cuore le batteva forte ma per la paura.
Essa fu incrementata quando lui la prese con forza stringendole le spalle quasi a farle male, tanto che le sfuggì un lamento ma le parole non uscivano.
Era da tanto tempo che qualcuno non la stringeva con una violenza simile. Più precisamente dai tormenti emotivi di suoi padre e sbiancò per la paura, incapace di respingerlo. La situazione si fece ancora più pericolosa al momento che Carter si fiondò sulle sue labbra strappandole un bacio inaspettato che non le piacque affatto perché era stato costretto. Fece per allontanarlo, ma le mani di Jess erano troppo forti. Voleva fuggire, quel viscido bacio non lo voleva.
Era anche il primo bacio e non voleva che fosse sprecato così, ma non riusciva a ribellarsi.
I muscoli del suo corpo, tesi per l'agitazione, si allentarono solamente quando sentì la voce fuoriosa di Yukihira venire miracolosamente in suo soccorso:
-Carter!- ringhiò arrabbiato. -toglile le mani di dosso! Subito!- sputò gelido.


 
 
****


Solo a quel punto Carter sembrò destarsi dal suo assalimento e lanciò un'occhiata minatoria e folle in sua direzione.  -cosa vuoi, Yukihira?-
-vattene Carter. Ora.- stava cercando di pensare a qualsiasi altra cosa pur di mantenere il controllo dal sferragli un pugno per averle messo le mani addosso in quel modo.
Erina sembrava non averlo mai visto così iracondo come in quel momento, poiché la sua espressione era meravigliata oltre che totalmente spaventata a causa dell'accaduto. Non avrebbe mai perdotato Carter per quello che aveva fatto e altrettanto non riusciva ad accettare l'idea che la sua Nakiri era stata baciata prima che lo facesse lui e l'unico ricordo che le sarebbe rimasto del suo primo bacio era quello di un momento violento e sgradito.
-non è finita qui, Yukihira.- lo minacciò glaciale l'altro, faccia a faccia, sovrastandolo.
Lui riuscì ad affrontare con durezza il suo sguardo scocciato. -certo Carter, ma non ti lascerò più fare quello che vuoi a Nakiri. Chiaro?-
Un'ultima occhiata e se ne andò, lasciado soli lui e Nakiri. Carter aveva mostrato la sua vera natura e non era certamente angelica.
Tornò a guardare Nakiri, che sembrava tremare. Era pallida in volto e questo non fece altro che accrescere la sua rabbia nei confronti di Carter.
Non sapeva come comportarsi, dunque si portò accanto a lei e inizialmente rimase in silenzio.
Poi la vide calmarsi leggermente e portò una mano sulla sua chioma:
-tutto apposto adesso, Nakiri? Ti sei ripresa?-
Lei annuì piano. -Yukihira.. appari sempre all'improvviso.-
Sorrise vedendo che era tornata sarcastica. -non capisco cosa sia preso a Jess. Non si era mai comportato così.-
Lui sospirò. -non ci pensare, è meglio. Mi dispiace non essere arrivato in tempo.-
-non volevo mi baciasse. Ho odiato quel momento. L'ho odiato da morire.-
-non ti toccherà più. La prossima volta mi assicurerò di arrivare in tempo.-
-perché sei così pretettivo con me, Yukihira? Tu compari sempre quando qualcuno ha bisogno di te.
Come fai ad avere un tempismo simile? È irritante.- farfugliò impacciata.
Lui si strinse in un sorriso amareggiato. -questa volta non è successo, però.-
Nakiri alzò gli occhi verso di lui: la sua espressione era così languida e tenera che si sentì andare a fuoco. Le sue labbra. La labbra che Carter gli aveva rubato e aveva osato toccare erano socchiuse, così vicinissime alle sue che voleva solo.. assaggiarle. Scosse la testa rimproverandosi del pensiero, se l'avesse fatto adesso avrebbe rovinato tutto perché non era assolutamente il momento; tuttavia, voleva stringerla a sé più forte che poteva.
Voleva farle sentire che lui c'era. Desiderava inebriarla con il suo calore per cancellare definitivamente quello “sporco” di Carter.
Le sembrò così fragile che voleva abbracciarla.
-scusami Nakiri..- sussurrò piano e, senza riflettere ulteriormente, avvolse le braccia attorno al suo esile corpo facendole poggiare la testa contro il suo petto e adagiando il mento sopra le sue ciocche, il quale profumo di violette raggiunse il suo olfatto. Si stupì che lei non lo respingesse e allo stesso tempo ne fu davvero felice.
-hai ragione, Yukihira, sei dannatamente in ritardo.- mugugnò contro il suo petto.
-sì, perdonami Nakiri.- rispose lui abbozzando un dolce sorriso.
-adesso puoi lasciarmi..- farfugliò. -comunque, dimenticati di quel bacio.-
-lo dimenticherò.- ridacchiò lui, continuando a stringerla.
-smettila di stringermi, Yukihira.- ordinò vergognosa lei.
Lui sospirò e lasciò la presa, tornando ad incontrare il suo sguardo che sembrava essersi fatto improvvisamente timido.
Ghignò divertito.
-cos'hai da sghignazzare?- sbottò irritata.
-niente Nakiri. Lascia stare.- sorrise. -piuttosto.. quella rattatouille era davvero incredibile!-
Aveva cambiato discorso per uscire dall'imbarazzo e distrarla da quello che era successo con Carter, che pareva averla abbastanza sconvolta.
-cosa ti aspettavi? I miei piatti sono sempre perfetti.- affermò altezzosa,
-comunque.. vedo che anche tu hai compreso qual'era l'idea di mio nonno, poiché hai fatto un piatto accettabile e coerente con l'evento.-
-sono davvero felice dai tuoi complimenti, Nakiri.-
-non sono complimenti, è solamente una costatazione.-
Lui sorrise radioso: era felice di vederla più tranquilla.
-d'accordo.- l'assecondò. -e sì, avevo capito che la gita alla fattoria era collegata al picnic e che avremmo dovuto cucinare ciò che avevamo raccolto là.-
-adesso non vantarti.- lo rimproverò lei.

 
****


Erina stava ripercorrendo mentalmente l'abbraccio di Yukihira e sentiva il suo cuore battere a mille ricordandolo.
Da quando era apparso davanti a lei arrivando in suo soccorso, aveva immediamente avvertito una sensazione di sollievo mista a piacevole leggerezza.
In qualche modo era riuscito a farle dimenticare per un attimo quello che Jess aveva fatto.
Non si spiegava ancora cosa fosse preso al suo insegnante d'equitazione. Fino a qualche ora fa aveva un'immagine di lui totalmente diversa, confortevole, un spalla su cui piangere.. perché sì, Carter c'era sempre stato quando lei era piccola e durante i suoi sonnellini pomeridiani si svegliava di soprassalto perché assalita dagli incubi. Senza pensarci, allora, correva nella sua stanza e infilava il volto rigato di lacrime in mezzo al comodo petto di Jess, poiché suo nonno non era sempre presente in quei momenti.
Però quel pomeriggio aveva visto un amico d'infanzia diverso in lui, quasi spaventoso, si era mostrato davvero morboso e soffocante, come non lo era mai stato. Non riusciva a identificare le sue reazioni perché in passato era sempre stato molto razionale e pacato, così perfetto da sembrare una statua. In un certo senso non riusciva a non pensare allo strano comportamento di Jess. Voleva capire cosa gli era successo.
-stai ancora pensando a Carter, vero? È per questo che ti sia fatta improvvisamente silenziosa.
Credo di capire come ti senti, lui è molto prezioso per te.- intervenne Yukihira.
Lei abbassò la testa tacita e poi annuì. -sono rimasta sorpresa dal suo atteggiamento.-
-Nakiri.. tu non hai ancora capito perché lui si è comportato così con te, vero?-
Lei scosse la testa. -esatto. Non riesco a capirlo e non lo concepisco.-
Lui sospirò stancamente. -bisogna davvero parlarti chiaro sennò non ci arrivi, eh?-
Con quelle parole, le dolci mani di Yukihira si posarono sulle sue guance per farla voltare verso di lui.
A quel tocco, lei arrossì violentemente. -che stai facendo, Yukihira?-
-Carter è innamorato di te, Nakiri.- arrivò dritto al dunque lui, fiatandole sulle labbra.
Lei sgranò gli occhi colpita. -com'è possibile? Come puoi sostenerlo?-
-perché comprendo come lui si sente.- non lasciò il suo viso.
Il respiro caldo di Yukihira la fece andare in brodo di giuggiole.
-come fai a capirlo?- distolse lo sguardo da lui.
-come immaginavo. Bisogna sputarti tutto in faccia.- commentò ridacchiando.
-ti stai prendendo troppe libertà con me, non va bene.- borbottò paonazza.
-questo perché tu me lo lasci fare, Nakiri. Se tu non volessi mi respingeresti proprio come hai fatto con Carter.-
Quella frase suadente la lasciò senza fiato e la fece ribollire dentro per l'eccitazione.
Non comprendeva dove Yukihira volesse arrivare, ma di una cosa era certa: voleva scoprirlo.
Istintiva, portò una mano sul petto di lui facendolo arrossire.
-dove vorresti arrivare con questa frase, Yukihira?- chiese sottovoce, avvicinando di poco le sue labbra a quelle di lui facendolo fremere.
Il tutto si stava svolgendo senza controllo. Era conscia di star osando troppo, ma la vicinanza del corpo di Yukihira la stava facendo impazzire, soprattutto quando anche le immagini di lui nudo attraversarono di nuovo la sua mente. -intendo che c'è qualcosa tra noi, Nakiri.-
A sua volta, anche Yukihira cercò di raggiungere le sue labbra ed erano talmente vicini che bastava un centimetro ad unirle.
Lei pensò che presto lui l'avrebbe baciata. Sapeva che non doveva cedere perché il parentado Nakiri si sarebbe messo contro di loro se avesse dato sfogo alla sua attrazione ascoltando i suoi sentimenti, ma erano così vicini che si sarebbe pentita di allontanarlo e sinceramente non voleva farlo.
Ormai era pronta a ricevere il bacio da lui, voleva cancellare quello che Jess gli aveva rubato senza permesso, ma vide Yukihira bloccarsi a metà strada e spostare gli occhi altrove. -andiamo Nakiri, tuo nonno si starà preoccupando per la nostra assenza.-
Si alzò dal dondolo tirandosi indietro senza incrociare il suo sguardo, come se lo temesse.
Perché era fuggito? Come mai era diventato così cupo all'improvviso? Perché aveva cambiato idea?
Desiderava avere delle risposte perché era delusa dal suo atteggiamento.


 
****


-io non ti capisco, Yukihira.- abbaiò offesa. -cosa vuoi da me? Cosa stavi per fare?-
Lui non rispose subito e questo la infastidì. -non era il momento adatto.-
-e quando è il momento adatto, allora?- sapeva che si stava contraddicendo perché era consapevole che la cosa migliore da fare sarebbe stato lasciar perdere, tuttavia non riusciva lo stesso ad accettare il suo rifiuto. Si era sentita presa in giro.
-è perché continui a considerarmi solo un'amica, Yukihira? Io non voglio essere tua amica.- proseguì irritata. -odio questo tuo modo di fare.-
-non è questo, Nakiri..- provò lui, seguendo a darle le spalle. -Carter ha ragione.. io non so niente di te e di conseguenza questo crea un muro tra noi.
Un muro che mi impedisce di essere diretto con te. Finché non sarò sicuro che tu ti affiderai a me, non posso farlo.-
-stai sbagliando, Yukihira. Come sempre.- asserì freddamente, alzandosi dal dondolo e superandolo per tornare dagli altri.
Lui fece per fermarla, ma abbassò il braccio avvertendo una sensazione di inadeguatezza.
Stava davvero sbagliando?  Doveva baciarla?
Lui semplicemente non si era sentito di farlo in quel momento a causa di una serie di circostanze, tra cui l'essere ignaro del suo passato_soprattutto quello_.
Comunque, di una cosa adesso era sicuro: probabilmente anche Nakiri era interessata a lui perché non l'aveva respinto, anzi.. gli aveva fatto capire che avrebbe voluto essere baciata. Era contento di averlo capito; nello stesso tempo, però, per colpa dei suo comportamento forse sbagliato l'aveva fatta scappare nuovamente. Sentiva nettamente quella distanza e faceva male. Faceva dannatamente male.


 
****


Hisako sentiva il suo stomaco appesantito per quanto aveva mangiato e desiderava fare una passeggiata per il parco del cottage in modo da digerire più in fretta. Era davvero felice che il Cheesecake che aveva preparato avesse avuto tanto successo.
Da quella mattina avvertiva gli occhi di Takumi addosso e, dopo la conversazione con Erina, aveva realizzato che lui gli piaceva ma aveva paura a farsi avanti a causa della sua natura da dongiovanni. Era terrorizzata all'idea di essere respinta e al contempo voleva essere vezzeggiata da lui.
Era confusa e solo lui poteva schiarirle le idee. Spalancò gli occhi quando lo vide correre nella sua direzione sorridendo.
Che fosse arrivato il momento di un chiarimento?  Si portò una mano sul petto ascoltando il suo cuore battere fuori controllo di fronte a quel pensiero.
Il tempo di alzare lo sguardo che lui era già davanti a lei, bellissimo con i suoi capelli biondi e gli occhi azzurri e quella camicetta nera sbottonata che nutriva il suo bel fisico alto e atletico. Sembrava davvero un principe. -Arato-san.. ti stavo cercando.-
Lei abbassò gli occhi a terra imbarazzata. -cosa vuoi, Aldini?-
-mi faresti compagnia per una passeggiata nel parco?- le offrì la mano galante.
Lei, timorosa, non sapeva se prenderla; tuttavia, la forza del suo sorriso disarmante e così innocente le diede il coraggio per farlo.
Così, lentamente, posò la sua su quella di Aldini.
Le guance del ragazzo assunsero un leggero colore rosato, che non era ben visibile ai occhio poco sviluppato.
Poi, spontaneamente, lui avvolse le dita attorno alle sue.
I due ragazzi cominciarono a camminare lungo la passeggiata sterrata, mano nella mano, all'inizio in silenzio.
Hisako sentiva di avere difficoltà a camminare con i tacchi_non erano stati decisamente ideali per un picnic, ma ormai era troppo tardi_ e si stava profondamente vergognando perché i suoi movimenti risultavano goffi agli occhi di Aldini, talmente tanto che non riusciva a guardarlo negli occhi per l'imbarazzo, incrementato anche la presa ferrea con il quale lui le stringeva delicatamente la mano, che emanava un dolce tepore.
Ad un tratto, travolta da teneri pensieri, inciampò in una piccola buca perdendo l'equilibrio.
Fu prontamente sorrenta dalle mani forti del suo “accompagnatore”. -i tacchi non sono ideali per camminare, vero?- sorrise divertito.
Lei lo spinse via offesa. -lo vedi Aldini? Io non ti sopporto perché finisco sempre per fare figuracce con te, per cui stammi alla larga. Posso camminare da sola.-
Lui le sorrise gentilmente. -forse non sono stato chiaro, Arato-san, io adoro questo lato impacciato di te e credimi se ti dico che per me è un vero piacere poter stringere la tua mano e sostenere il tuo equilibrio. Non hai ancora capito perché ti ho chiesto di accompagnarmi per una passeggiata?-
Gli occhi luminosi di Aldini la stavano mettendo gradevolmente a disagio e sicura di star per svenire per colpa dell'emozione che sentiva, appoggiò le mani sulla staccionata che circondava il cottage e dava su una distesa verde e fiorita, carica di una quantità infinita di colori primari.
-no, non l'ho capito Aldini. Per cui.. spiegamelo e poi lasciami sola.-
-perché non hai rifiutato la mia mano? Abbiamo passeggiato gran parte del tempo stringendo i nostri palmi e non mi sembrava ti dispiacesse.-
Lei volse lo sguardo altrove. -cosa te lo fa credere, Aldini? Perché sei così con me?-
-perché sono innamorato di te, Arato-san.- confessò finalmente, spiccio, lasciandola di stucco. -sei diventata un pensiero fisso e non posso più nasconderlo.-
-tu.. non sei così con tutte? Dimmi che non è così, Aldini.- le ordinò schietta.
Sentiva la guance bruciarle da quanto era imbarazzata e sorpresa dalla sua dichiarazione, ma non voleva tirarsi più indietro.
Voleva avere la certezza che lei fosse davvero speciale per lui. Voleva sentirselo dire ancora perché pensava di esserselo solo immaginato.
-esisti solo tu, Arato-san. Anzi.. Hisako.- si corresse pronunciando per la prima volta il suo nome.
Lei, sentendosi chiamare in maniera così intima, avvertì un palpito eccessivo che le attraverso furiosamente tutto il corpo.
-dillo ancora, Aldini.-
-dirti cosa?- scherzò lui, stuzzicandola.
-pronuncia il mio nome.- ribadì lei, spostando le iridi di lato perché non riusciva sostenere le sue.
-mi piaci, Hisako.- allora ripeté lui, suadente, nel suo orecchio. -tu cosa provi per me?-
Lei si trovò impreparata a quella domanda, accusando dei brividi d'eccitazione a ricordare il fiato caldo di Aldini contro il suo orecchio. Stava perdendo la testa.
-non ti so dire cosa sento, Aldini.- ammise lei, -io ho bisogno di tempo..- recitò timida, lasciando la sua mano. -scusami..-
In parte era vero: a lei piaceva Aldini, però non era sicura di che tipo di relazione voleva con lui. O meglio.. sapeva di essere attratta e di provare qualcosa, ma la paura di essere tradita, la scarsa fiducia in se stessa e l'indecisione le impedivano di ricambiarlo completamente.
La sua carenza di autostima l'allontanavano da lui, come la sua incurezza.
Si sentì tirare per un polso dalle stesse mani che prima avevano stretto le sue dita.
-hai risposto così perché non ti fidi di ciò che provo? Non pensi sia sincero?-
L'espressione di Takumi decantava delusione e lei si sentì in colpa incontrando le sue iridi ferite, ma non poteva farci nulla se non riusciva a lasciarsi andare.
-mi dispiace, Aldini, è come hai detto. Non riesco a fidarmi. Non è colpa tua, però, è un problema mio. Sono io il problema.
Per cui, scusami, ho bisogno di stare da sola.-
Spostò cautamente la mano dal suo polso, dispiaciuta e sull'orlo di scoppiare a piangere.
A quel punto, Takumi, decise di rispettare la sua decisione ma sostenne con fierezza il suo sguardo.
-vedrai, Hisako, riuscirò a trasmetterti la fiducia di cui hai bisogno perché faccio sul serio con te, ma per ora rispetterò la tua decisione.- accennò un sorriso che era tra il malinconico e il combattivo e in seguito la lasciò andare.
-grazie Aldini.- disse lei, a bassa voce.
Comunque, lui l'aveva sentita e non si sarebbe arreso.
Sapeva di piacergli, doveva solo mostrarsi deciso e reattivo con lei.




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Angolo autrice: ecco il nuovo cap. Direi che è stato un capitolo abbastanza movimentato. Traquilli, vi assicuro che l'attesa per la Sorina è quasi finita XD ma sarà comunque facile con loro :P. Ne dovranno passare tante! XD Intanto vi è deliziato con "quasi bacio". Spero di non essere andata OOC con loro D:.
Cosa ne pensate, invece, della scena tra TakuHisa? finalmente anche loro si stanno avvicinando, ma Hisako è molto complessa.
Sorpresi, invece, di Carter? il confronto tra lui e Soma come vi è sembrato? lo so, sono stata sadica con la Sorina alla fine ahahah XD mi farò perdonare :P
Intanto, ringrazio tantissimo i nuovi recensitori/lettori per il sosegno e soprattutto ringrazio Kyuu <3 per lasciarmi, pian piano, una recensione ad ogni cap che legge *_*. Ti prometto che risponderò presto alle tue recensioni, appena ho un attimo.. ed anche a quella di Ery-chan! >.<
P.S: dedico questo cap alla carinissima Virgola, che mi ha lasciato una recensione bellissima!! <3 *-*
Grazie ancora tutti^^. A presto!! *____________*
P.S2: purtroppo continuo ad avere poco tempo, per cui non so quando aggiornerò :( spero di poterlo fare presto!
  
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