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Autore: Luca Bertossi    06/04/2016    2 recensioni
Mi chiamo Gerald Dawson e ho sedici anni ed è da quando la civiltà ha smesso di esistere e i morti hanno incominciato a darci la caccia, che vivo con la mia miglior amica Samantha Heich.
Ma è tutto come sembra?
Genere: Drammatico, Horror, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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AMORE ETERNO
 
Mi chiamo Gerald Dawson e ho sedici anni ed è da quando la civiltà ha smesso di esistere e i morti hanno incominciato a darci la caccia, che vivo con la mia miglior amica Samantha Heich. Insieme abbiamo passato le più incredibili avventure, abbiamo rischiato di morire più volte, e più volte abbiamo ucciso per sopravvivere. È sempre stata una ragazza particolare, non è una che ama la pulizia, ma io mi sono innamorato del suo carattere, anche se è da un po’ ormai che se ne sta in disparte.
La trovai un giorno di qualche anno fa, che vagava per le strade deserte come uno zombie. Non appena la vidi iniziai a piangere a dirotto, non avrei mai pensato che l’avrei rivista, credevo che le nostre strade, separate già prima della fine del mondo, non si fossero mai più incrociate. Evidentemente mi sbagliavo. La prima cosa che fece, fu quella di provare ad uccidermi… mi corse incontro urlando strane frasi che non riuscivo a capire e mi saltò addosso, io mi dimenai parecchio e riuscii a scacciarla lontana, poi legai le sue braccia con una corda e la trascinai dentro un edificio, così che potesse calmarsi.
La nostra amicizia è sempre stata caratterizzata dal “fare cose”. Già… lei non parlava tanto. I suoi genitori erano stati massacrati durante un attacco terroristico e lei era rimasta a guardare impotente. Da quel giorno di dieci anni fa non aveva quasi mai aperto bocca. Praticamente non poteva – o voleva – comunicare con nessuno. La ospitai a casa mia per un po’ finché i miei genitori non si stancarono della sua inquietante presenza e la portammo in orfanotrofio. Era da quel giorno che non ricevevo sue notizie. E il rivederla quel giorno, tutta sola, in mezzo alla strada mi è sembrato un ritorno al passato.
Abbiamo camminato per molto tempo, lei pareva non stancarsi mai, ma io ogni tanto le chiedevo una tregua e ci fermavamo a mangiare.
Fu lei a convincermi un giorno a fare una cosa terribile. Senza la sua idea sarei morto sicuramente di fame, fatto sta che incontrammo una famiglia in viaggio. Erano quattro sopravvissuti, sporchi e stanchi, privi di provviste. Un ragazzo magro quasi come uno stecco guidava il gruppo con una pistola in mano, dietro di lui vi erano due anziane signore e un vecchietto zoppo. Subito Samantha li guardò, e io guardai i suoi occhi. Capii subito cosa voleva fare. La nostra intesa non ci tradiva mai. Li seguimmo di soppiatto fino a sera, quando si fermarono a riposare in un vecchio edificio impolverito, un supermercato abbandonato.
“Non c’è niente!” Disse il ragazzo.
Sentii le voci delle due anziane che si disperavano.
“Moriremo di fame…”
“Non possiamo continuare a viaggiare, siamo senza speranze”.
Il vecchio se ne stava in disparte e si guardava in giro con aria innocente.
“Lo so, nonna, ma questa è la nostra vita…”
Il signore iniziò a dirigersi verso di noi.
“… fermiamoci qua la notte e riposiamo, magari domani saremo più fortunati”.
Non ebbi nemmeno il tempo di accorgermene che Samantha si era già avventata sul poveretto e lo stava aprendo con le mani. Il vecchio urlava di dolore e il ragazzo – probabilmente suo nipote – accorse immediatamente e mi puntò la pistola contro, mentre Samantha si avvicinava da dietro per salvarmi.
Io indietreggiai, ma il ragazzo non premette il grilletto, fino a che la mia amica, non chiuse la mandibola sul collo del sopravvissuto e gli strappò il collo. Fiotti di sangue uscirono dalla vena strappata e, tra le urla goffe e stridule, il ragazzo iniziò a contorcersi per terra. Mi avventai sulle due anziane, che se ne stavano all’angolo del supermercato tremanti di paura. Gli puntai la pistola addosso – che avevo preso dal ragazzo – e premetti il grilletto. Ma non uscì nulla, era scarica. Allora, preso dallo sconforto mi lanciai addosso e iniziai a tirare pungi e a strappargli gli occhi e la lingua con le mani per ucciderle dal dolore. In poco tempo, tutto era finito, un bagno di sangue sul pavimento.
Fu così che iniziò l’avventura sul cannibalismo.
Ora ci troviamo attorno al fuoco, sono passati parecchi mesi dal giorno del nostro incontro. Credo di essermi innamorato. Ma lei non mi dà segni di contraccambiare, vuole solo mordermi, come ha fatto per tutto il viaggio dal nostro incontro.
Piano piano la mia faccia si avvicina alla sua, lei contraccambia. Mi fermo ad un passo, a sentire il suo fetido alito, ma qualcosa mi dice di continuare… che è la cosa giusta. Le nostre bocche si incontrano, e un dolore lancinante mi invade la lingua, mi ritraggo con la bocca sanguinante, un pezzo di carne che pende dal labbro inferiore.
La catena che teneva legata Samantha si scioglie così come le mie emozioni, sono contento che la raggiungerò, dopotutto mi è sempre piaciuta.
   
 
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