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Autore: PeterPan_Sherlocked    06/04/2016    0 recensioni
Criminale, pedina, logica, fisica, Agente. Il corpo della Polizia Temporale non è come ci si immagina. Sono ragazzini quelli che ne fanno parte, automi o persone, uomini o dei?
I segreti sono le fondamenta, gli intrighi le mura, la logica ciò che fa funzionare la macchina perfetta dell'Agenzia.
L'allievo più promettente della Scuola conoscerà la leggenda.
Lei ha salvato il mondo, ma chi salverà lei?
Genere: Azione, Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Call Trilogy'
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Stavano aspettando nella sala a scacchi, dove Headstrich amava ricevere le persone per fare sfoggio della bellezza dell'Agenzia. Perfettamente inutile per loro, che lì dentro ci erano praticamente nati, eppure continuava a riceverli lì. Quando la donna fece il suo ingresso nella stanza, sembrava non essersi accorta di nulla, nè del blackout, nè dello sguardo assassino che i due ragazzi le riservarono; forse perché era abituata ai continui sguardi assassini di Neumalea, che mai er andata d'accordo con il potere. La lunga veste grigia che aveva sostituito i soliti tailleur la faceva sembrare quasi irreale. Raramente si vedeva Headstrich con la sua divisa da Capitano e questo poteva significare una sola cosa: nessuno era riuscito a capire da cosa era stato causato il blackout ed era stato convocato il consiglio. "Sono stata trattenuta per via di quel piccolo problema tecnico. Ditemi, immagino voi sappiate cosa è stato." "Noi sappiamo." disse solo Lea, la voce misurata in un velo di minaccia. "Sapete cosa?" la voce di Headstrich si fece più guardinga, forse per il tono della ragazza, forse perché quel giorno le era stato predetto. Appoggiò i gomiti all'immenso tavolo di vetro e si sporse verso di loro, cercando di mantenere il suo classico sorriso condiscendente. "Tutto. Ogni cosa. Quell'uomo è un debole che tiene solo alla sua sopravvivenza, ci ha raccontato tutto. E noi vogliamo farlo sapere a tutti." rispose Lea. "Il fabbricante, gli studi, il virus..." continuò Thomas "lo diremo a tutti. Lei si troverà per le mani uana bella rivoluzione di super uomini. Che potreste mai fare voi deboli sapiens?" il ragazzo le mostrò il suo sorriso storto, sarcastico. Lea poteva anche minacciare, ma lui sapeva come arrivare alle paure più profonde delle persone, sapeva come installare il dubbio, il terrore. A volte non serviva la forza bruta, a volte la violenza psicologica funzionava meglio. La paura che i sapiens, che Headstrich aveva nei confronti degli Agenti doveva essere sfruttata. Per questo era nato Thomas, per entrare nella mente delle persone, per distruggerle, come Lea era stata creata per uccidere. I due ragazzi videro gli occhi della donna appannarsi in un lampo di paura, poi recuperò un apparente controllo. "Non oserete. Vi farò arrestare..." sapeva dell'inutilità della sua minaccia, eppure era l'unica cosa che le era venuta in mente, l'ultimo appiglio a quel potere che già vedeva scivolare via. Erano bastate due frasi per instillarle il terrore. Ogni persona ha un suo punto debole e quello di Headstrich era la èaura degli Agenti, quella paura che l'aveva portata a comandare su di loro senza pietà. "Da chi?" chiese Lea, ridendo crudele. Quella pantomima era durata fin troppo, era ora di far vedere a quella inutile donna quanto erano arrabbiati. "Da quegli stessi Agenti che vi si saranno già rivoltati contro?" Ci fu un secondo di silenzio. Un second che racchiudeva tutte le possibili prospettive e i possibili futuri. Un secondo dal quale dipendevano molte vite e le sorti del continuum. Un secondo che era stato studiato a tavolino da quegli uomini che non erano più sapiens, un secondo che poteva portare a una sola e inevitabile conclusione, perché i calcoli degli dei sono sempre esatti. "Farò qualsiasi cosa." nonostante la voce della donna cercasse di rimanere ferma, le sue stesse parole tradivano la sua resa. Era stato facile. Banale. Scontato come i ragionamenti di quei piccoli uomini ancora non evoluti. "Ma ricordatevi che un giorno voi morirete..." "Memento mori... me lo vado ad appuntare da qualche parte." borbottò Lea sarcastica. "Non esattamente..." rispose enigmatico Thomas "Comunque lei ritirerà il virus, farà costruire una città, smetterà di mandare a morte gli Agenti anziani e i bambini che non superano il test... ops, non lo sapeva? Il fabbricante fa anche questo." rise leggermente alla faccia inorridita della donna. "L'Agenzia si servirà di Agenti di seconda generazione, puri al cento per cento. E il direttore sarà uno di noi, un Agente, un homo... alius, come ci chiamate." "Voi chiedete troppo... io..." non sapeva che altro dire, eppure era peggio di quello che immaginava. Gli Agenti fuori dal controllo dei sapiens, una razza superiore che avrebbe potuto annientare l'umanità. Quei due ragazzini non si rendevano conto del problema... o forse si, forse era proprio quello il motivo per cui stavano facendo tutto quello. Forse volevano il potere, forse volevano la distruzione. Questi pensieri si susseguivano dentro la testa di Headstrich, senza un filo logico apparente, alimentando quella paura che aveva tenuto nascosta per tuttu quegli anni. "Lei non vuole morire per mano delle sue creature, quindi farà esattamente quello che le viene detto. E non sgarrerà, ci saremo noi a controllarla, sempre." "Mi stai minacciando?" "No, non ancora." rispose Lea. "Quando ti starò minacciando te ne accorgerai. Farai quello che ti abbiamo detto?" "Si." fu l'unica risposta della donna, detta in un sospiro rassegnato, mentre si accasciava sulla sedia, il lungo mantello della divisa che strisciava per terra. Si era immaginata il potere, aveva pensato l'Agenzia per anni ancora sotto il suo comando, poi sotto quello di un altro sapiens. Non aveva immaginato la sua fine, se non dopo una grande guerra tra bene e male, tra i Criminali e gli Agenti, in cui le creature avrebbero inconsapevolmente difeso i loro creatori. Eppure era così che stava finendo, non con un'eroica scena ma con una chiaccherata in un ufficio, con un sorriso cattivo e le braccia incrociate. "Sarà la fine di un'era." "Sarà l'inizio di un'altra era. E' un ciclo. La fine è l'inizio di qualcosa e ogni inizio è la fine di qualcos'altro." sorrise leggermente Lea. "Torneremo tra dieci giorni. Ti vogliamo fuori." Detto questo si alzarono e scomparirono davanti a lei, senza dire una parola sulla loro destinazione, senza dirle come avrebbe dovuto fare. Semplicemente se ne lavarono le mani. Ora era un problema di Headstrich, lo era sempre stato. La donna si accasciò ancora di più sulla sedia, quasi scomparendo in quella stanza che ormai le appariva spaventosamente enorme, poi prese il microfono e iniziò a parlare. Era la fine, la fine di tutto e l'inizio di qualcosa che nessuno avrebbe potuto immaginare. L'inizio di tutto il resto, la creazione di un popolo che avrebbe difeso i sapiens per i secoli a venire, consapevoli della propria superiorità ma anche della propria missione. Dovevano lasciar vivere ai sapiens la loro vita, dovevano lasciarli evolvere naturalmente, senza virus e senza errori. Loro, gli dei, sarebbero rimasti a vegliare, a controllare, a proteggere. Come degli angeli custodi killer. Non Thomas e Neumalea, non loro. Loro avrebbero controllato l'Agenzia, loro se ne sarebbero tirati fuori. Fuori dai giochi, fuori da quell'umanità che li aveva nauseati, usati. Gli altri Agenti non sapevano, loro si. E il dolore e la rabbia non possono essere dimenticati.
   
 
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