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Autore: Midori No Esupuri    07/04/2016    2 recensioni
[WARNING: JOHNLOCK]
Mrs. Hudson che spettegola con Greg sugli strani rumori del piano di sopra e sugli ambigui comportamenti dei due.
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Dal testo:
-E quella volta che li sentii fare strani versi, non gliel’ho mai raccontato?
-Versi?
-Sì, e dei tonfi sul pavimento. Ho un’età, non sono corsa di sopra, ma se ne stavano là sul tappeto del salotto..!
Greg si fece guardingo, e anche un po’ preoccupato.
-E…?- avanzò, timoroso della risposta.
-Oh, ma li ho rimproverati, sa! Fare certe cose sul tappeto, come degli animali!
-Certe… Cose?
-Sì giovanotto, certe cose!
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Sherlock Holmes, Sig.ra Hudson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chiacchiere mattutine
 

-Davvero, ascolti, mi tratterrei volentieri a chiacchierare con lei, ma…- insistette Greg, cercando di essere il più pacato possibile. Non voleva certo che la signora Hudson, la padrona del 221B di Baker Street ormai così familiare, si offendesse e magari ritirasse l’offerta di deliziosi biscotti al burro appena sfornati e del caffè nero. Come si poteva resistere, si era detto? Ma non era durato che qualche minuto, perché la simpatica signora lo aveva fatto accomodare e il discorso era, in qualche modo e soprattutto troppo presto per lo yarder, calato sui coinquilini del piano superiore.
Certo, Sherlock e John sapevano essere oggetto di parecchie chiacchiere pur camminando semplicemente per strada, anche tentando di non farsi notare, ma alle dieci meno qualche minuto del mattino, con un caffè troppo caldo e dei biscotti in bocca, Greg non era assolutamente pronto per ascoltare i pettegolezzi sussurrati di un’affittuaria forse un po’ troppo curiosa.
-Lo so, lo so che è sempre di fretta lei, ma mi domando davvero cosa facciano, capisce?
Lo yarder annuì, più per educazione che per interesse vero e proprio. Non era certo affar suo, dopotutto, se durante la notte dal piano di sopra provenissero tonfi, imprecazioni religiose, sospiri e quant’altro. Anzi, avrebbe di gran lunga preferito tornarsene in centrale e fingere di non sapere nulla di tutta quella faccenda. Come avrebbe guardato in faccia John, o Sherlock, o persino il portone lucido dell’appartamento?
-Sì, io lo immagino, credo sia un suo diritto…
-No, non è questione di diritto, ragazzo mio. La gente parla, sa? Dovrebbe vederle le vicine al supermercato! Oh, le prendo altri biscotti, caro... Stavo dicendo, sì. Al supermercato, signor Lestrade! Sibilano come delle vipere mentre io sto cercando il latte, capisce?
Di nuovo, lo yarder annuì con aria imbarazzata, allungando la mano per prendere un altro biscotto.
-Anche in centrale parlano spesso, persino il mio capo si unisce ai discorsi alla macchinetta del caffè.
Sorrise beffardo, un po’ si era divertito ad ascoltare i colleghi spettegolare su cosa accadesse lontano dalle scene del crimine, ma aveva sempre vissuto la cosa con un certo distacco… Finchè non aveva stretto amicizia con John, ascoltato i racconti dei suoi disastrosi appuntamenti con qualche ragazza, e aveva iniziato a pensare anche lui che ci fosse qualcosa di strano nel suo rapporto con Sherlock.
-Benedetti ragazzi, non capiranno mai cosa scatenano nella gente… In una città come questa, poi! E sono sempre sui giornali, lo sa anche lei.
-Vero, vero.
-La mia amica Diana, sa, quella dell’edicola in fondo all’isolato. La conosce? Ecco, lei mi tiene sempre da parte una copia, anche se non la vado a comprare in tempo. “Ci sono i tuoi innamorati in prima pagina”, mi dice.
La donna scosse il capo e Greg bevve in fretta il caffè, per evitare di immaginarsi un’altra signora anziana intenta a spettegolare su due “baldi giovani” innamorati in un appartamento come tanti altri.
-Mi dispiace, signora.
Gli dispiaceva sul serio, non doveva essere semplice reggere tutte quelle battutine, per una donna che comunque considerava Sherlock e John come dei figli. Era più che palese quanto la signora Hudson tenesse a loro, come se avessero riportato una certa gioia nella sua vita.
-Oh, caro, ma lei non sa, non sa…! Sono salita per portare il tea, qualche mattina fa, immagino fosse giovedì, o sabato, non ricordo… Sa, l’età… Avevo il tea, ho aperto la porta e li ho trovati a ballare. A ballare, capisce!
-Ballare?- biascicò Greg, colto di sorpresa.
-Sì, abbracciati come marito e moglie!
-E che ha fatto lei, scusi?
Vide la donna cambiare espressione, come se la sua fosse una domanda idiota.
-Me ne sono andata. Hanno i loro spazi, insomma. Anche io li avevo con mio marito, e lui con le altre donne. Cosa dovevo fare?
-No, giusto, credo… Ha fatto bene, sa?
-Certo che ho fatto bene, sono stata giovane anche io. Gli spazi sono importanti!
-Certo, certo, soprattutto i loro…
-E quella volta che li sentii fare strani versi, non gliel’ho mai raccontato?
-Versi?
-Sì, e dei tonfi sul pavimento. Ho un’età, non sono corsa di sopra, ma se ne stavano là sul tappeto del salotto..!
Greg si fece guardingo, e anche un po’ preoccupato.
-E…?- avanzò, timoroso della risposta.
-Oh, ma li ho rimproverati, sa! Fare certe cose sul tappeto, come degli animali!
-Certe… Cose?
-Sì giovanotto, certe cose. Se avessi voluto un incontro di wrestling e delle ossa rotte, sarei andata a vivere in un ospedale, non pensa?
-Ossa rotte?! Ma è sicura che stessero…
-Quei due, sempre a fare le loro prove di lotta sul mio tappeto... E poi io che fatico per rimettere tutto in ordine!
-Prove di lotta… Capisco…
Non sapeva se dirsi sollevato o meno da quello sviluppo del racconto, e preferì, nel dubbio, non indagare oltre nei propri sentimenti.
-Oh, credo di averle rubato troppo tempo, caro. La staranno aspettando, è passata mezz’ora…
-Sì, adesso salgo di sopra… Sperando di non trovare altre cose sul tappeto.
-Me li mandi giù se succede, quel tappeto finirà per sparire se continuano ad usarlo per i loro giochetti!
-La prego, non dica queste cose in questo modo, è… E’ imbarazzante.- sussurrò Greg, sfiancato, per poi salire di sopra. Indugiò per un attimo, davanti alla porta socchiusa, e prese il cellulare dalla tasca. Forse avrebbe portato qualcosa di interessante di cui discutere in centrale, tra una pausa caffè e l’altra.
O con la signora Hudson, intenta a preparare altri biscotti.
  
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