Le Lacrime Del Tempo.

 

La pioggia cadeva incessante. Il terrazzo avvolto dalla nebbia aveva un solo visitatore, appena visibile, dai contorni sfocati, quasi che la sua presenza fosse frutto di un sogno o di un'illusione. Con un usuale e maldestro gesto la ragazza si scostò la frangia bagnata e alzò gli occhi al cielo: «Dimmi, papà, se dovessi sparire, qui, adesso, il mio dolore, i miei rimorsi, i miei rimpianti», la sua voce era un sussurro gentile e tremendamente triste.  «Mi seguirebbero?».
La pioggia iniziò a cadere con più intensità.
«Forse è meglio così. La mia vita sta continuando scontando un prezzo troppo alto. Mi manca la tua risata». Gli angoli della sua bocca sembrarono allargarsi in un sorriso amaro o forse era una contrazione involontaria nel vano tentativo di reprimere i singhiozzi. «Devo, anzi desidero con tutta me stessa, salvarla. Non voglio che la mia vita sia vuota, significherebbe vanificare ogni sacrificio, ogni sforzo».
Ormai i singhiozzi erano incontenibili. Una mano leggera le accarezzò la spalla. Una voce femminile squarciò l'edera di rammarico che si insinuava nel suo cuore. La sua voce era inconfondibile. «Tu non sei sola. Non lo sei mai stata. Il mondo può cambiare, le leggi della fisica possono essere sovvertite e rendere possibili i viaggi nel tempo, ma i sentimenti trascendono lo spazio e il tempo. Ne sono sicura».
«Eppure quando mi rivolgerò al futuro tu non ci sarai e sarà tutta colpa mia!». La ragazza si girò di scatto e, per la prima volta, i loro sguardi si incrociarono. «Non voglio che questo sogno svanisca...».
Si slanciò in avanti e strinse forte la donna di fronte a lei che non poté trattenere un sussulto di meraviglia. «Ho teso l'orecchio al battito del tempo, ma ho sentito solo l'eco di una vita che si era spenta già da tempo. Per quanto provassi a tendere la mano per sfiorare la tua stella, essa era per me irraggiungibile, illuminava il mio cammino eppure non c'era più. Non voglio che tu sia il prezzo della mia vita».
«Non conosco esattamente cosa succederà in futuro, ma so per certo che non è colpa tua. Va tutto bene, possiamo vivere in vari modi e...».
«Tu non capisci! Io voglio tornare in un futuro dove mi sveglio e trovo la mia mamma con una tazza di caffè e una rivista scientifica che mi accoglie con un sorriso ancora assonnato: "Sei incorreggibile, sempre puntuale nel ritardo". Mi rimprovera bonariamente e mi dà il cestino del pranzo che, benché sia immangiabile, è stato preparato con tanto amore. Io rivoglio indietro tutto questo. Vorrei parlarti di più, ma dopo tanta attesa non so più cosa dire...». I singhiozzi ritmavano il suo respiro affannoso.« Il tempo ha eroso persino le parole... So solo che ho appena cambiato il passato: sarà sufficiente per riscrivere il futuro?».
Kurisu era esterrefatta. Per qualche ragione tra la sorpresa e lo sgomento prevaleva un altro sentimento: una gioia immensa. Le lacrime iniziarono a confondersi con le gocce di pioggia.
«Grazie. Ho avuto la fortuna di incontrare mia figlia da grande e sono fiera di te. Avrei dovuto capire qualcosa dai tuoi occhi, sono identici a quelli di Okabe, in essi vedo lo stesso dolore e lo stesso smarrimento». Con una mano iniziò ad accarezzare i capelli bagnati della figlia. «Ma io sono qui e a prescindere da cosa ti riserverà il futuro non me ne andrò: in qualsiasi linea di universo io ti sosterrò».  
La ragazza cominciò a svanire e la madre la strinse più forte.
«Ti aspetterò nel futuro, perché senz'altro troverò un modo per rincontrarti. Non mi accontento di saperti viva, voglio vederti felice».