Anime & Manga > Slayers
Ricorda la storia  |      
Autore: Bishoujo Tensai Madoushi    09/04/2016    3 recensioni
Seconda versione della famosa scena del manga di Araizumi in cui Lina va a cercare Gourry in camera. Nel manga non lo trova ma qui... sì. Cosa accadrà tra i due?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gourry Gabriev, Lina Inverse
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Lina Inverse uscì dalle terme con la precisa idea di dimostrare a Gourry Gabriev di non essere una bambina. Era stufa delle continue allusioni al suo seno modesto o al suo aspetto poco attraente, che secondo lui la facevano apparire tanto più giovane della sua età. Sapeva che a volte lo aveva fatto per ‘difenderla’ dai pensieri volgari di luridi briganti ma era anche consapevole che tra di loro fosse maturata una sorta di attrazione, sia mentale che… fisica. Che Gourry provasse qualcosa per lei era abbastanza evidente, era nato tutto quasi in sordina e poi aveva cominciato a crescere. Non c’erano  state plateali dichiarazioni e neppure un bacio, se era per quello, ma certe cose erano difficili da negare. Difficile non vedere il modo in cui si preoccupava per lei, le occhiate che le lanciava ogni tanto, voltando lo sguardo di scatto se colto in flagrante. Difficile non accorgersi di quanto fossero affiatati in combattimento e in viaggio e di quanto poco sarebbe bastato perché la relazione tra loro cambiasse.
 
Era stata lei il freno, era lei a fingere di non sapere e a non cogliere i segnali perché… perché in un primo momento le era stato bene così. Non aveva mai avuto relazioni di coppia, si era sentita troppo giovane prima e troppo impegnata dalla magia e dalle avventure che stava vivendo poi per permettere a quella particolare idea di sfiorarla.
 
Adesso però tutto stava cambiando. Essere presa in giro, anche in modo bonario, la faceva imbestialire oltre che a mortificarla. Soprattutto da uno come Gourry. No, non ‘da uno come’ ma proprio da Gourry. Ecco, le sue allusioni bruciavano ed era necessario fare qualcosa. Quella sera lo avrebbe dunque messo alla prova, avrebbe scoperto fino a dove poteva spingersi. E gli avrebbe inequivocabilmente dimostrato che non era per niente una bambina.
 
Determinata, con i capelli umidi sciolti sulla schiena e un pigiama a cuoricini (pessima scelta ma cosa poteva farci?), si avviò con passo deciso fino alla porta della camera dello spadaccino. Nonostante la sua ferma convinzione sentiva le guance in fiamme e il cuore in gola. Era normale essere agitata, razionalmente lo sapeva, anche se non lo avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura. In fondo non si erano mai neanche baciati e lei non aveva nessuna esperienza in quel campo; aveva delle idee, conosceva il suo corpo e sapeva come darsi piacere ma per quanto riguardava i rapporti con l’altro sesso era tutta una altra storia. Ovviamente sapeva come funzionava ma tra la teoria e la pratica ce ne passava… Era come con la magia: conoscere un incantesimo e saperlo usare non era la stessa cosa. Anzi.
 
Chiuse la mano a pugno e con le nocche bussò prima sommessamente e poi, visto che non aveva ottenuto risposta, con più forza. Un secondo dopo uno scarmigliato Gourry, con indosso solo i calzoni del pigiama, aprì la porta.
 
“Lina!” esclamò allarmato. “Che succede? Sei stata attaccata?”
 
Arrossendo fino alla punta dei capelli alla vista del petto nudo dello spadaccino, più che altro in relazione a quello che intendeva fare (considerato che lo aveva visto mezzo svestito molte volte, per curargli le ferite) riuscì comunque ad irritarsi. Ecco fatto, lei si presentava in pigiama davanti alla sua porta in piena notte e l’unica cosa che quella testa di medusa riusciva a pensare era che fosse stata attaccata. Sapeva che quello di Gourry era un pensiero logico, tutt’altro che strano eppure lo trovò seccante.
 
Si appoggiò quindi allo stipite della porta con sguardo lascivo (o quello che sperava venisse inteso come lascivo) e, con le orecchie ancora bollenti, allungò una mano e lo tirò a sé, abbracciandolo.
 
Evidentemente lo spadaccino tutto si aspettava meno che quello perché si irrigidì, come un uomo pronto a prendere un cazzotto. Lina accoccolò la testa alla base dello sterno di Gourry e lì rimase, immobile mentre sulla pelle dello spadaccino iniziava a formarsi una diffusa pelle d’oca. La maga se ne accorse e sorrise.
 
“Linaaaaaa, stai male? Hai i capelli congelati!”
 
Rimasero fermi in quella posizione ancora qualche secondo, Lina molto, moooolto meno felice di appena due secondi prima.
 
“Lina?”
 
La voce di Gourry suonava dubbiosa. E preoccupata.
 
“… stai male?”
 
La maga decisa comunque ad andare fino in fondo (senza ucciderlo prima per la sua mancanza di una soglia minima di intelligenza) si obbligò ad accarezzargli la schiena.
 
“No, Gourry, non sto male.”
 
“Lina? Sei… quanto vino hai bevuto questa sera?”
 
La maga smise di toccarlo. Si impose con volontà ferrea di non lanciargli una palla di fuoco e costrinse la sua voce ad un tono quantomeno normale.
 
“Non sono ubriaca.” Gli disse scostandosi da lui e guardandolo negli occhi. “E… Gourry, io non sono una bambina.” Ecco lo aveva detto.
 
Per un attimo lo spadaccino la fissò confuso, poi le lanciò un sorrisetto. “Lo so, Lina. Lo so che non sei una bambina.” Tacque un attimo, osservandola di sottecchi. “Adesso puoi dirmi se hai ecceduto col vino.”
 
La maga strabuzzò gli occhi raggiungendo in pochi istanti il colore e il calore del magma in ebollizione. Poi, con pazienza degna premio nobel per la pace, riguadagnò la compostezza e, determinata ad ottenere almeno una cosa da quella stupida conversazione, proseguì.
 
“Dimostramelo.”
 
Gourry abbassò il viso al suo livello e annusò l’aria. “No, non sei ubriaca. E allora…?”
 
Lina si incupì. “Dimostrami che ti rendi conto che non sono una bambina!”
 
Non si era sbagliata sui sentimenti che Gourry nutriva per lei. Lo sapeva. Era in grado di valutare le persone accuratamente… e allora perché, quando si presentava davanti a lui e gli faceva capire con chiarezza le sue intenzioni, lui faceva il finto tonto?
 
Lo spinse in camera, cogliendolo di sorpresa e facendolo caracollare sul letto. Poi prese una decisione improvvisa. Con gesto repentino si tolse la camiciola del pigiama rimanendo con una magliettina che poco lasciava spazio all’immaginazione.
 
Gourry la osservava con l’aria di uno che ha appena visto un mostro a due teste spuntare dalle assi del cesso. “Li.. Lina… cosa…”
 
“Ecco cosa.”  Si avvicinò a lui, che rinculò sul letto.
 
“Lina, per carità, sei stata drogata? Qualcuno ti ha lanciato un incantesimo?”
 
Altro che incantesimo! A lei piaceva Gourry, solo che per diverso tempo non aveva voluto approfondire l’argomento e adesso che si sentiva pronta non desiderava comunque essere lei a fare il primo passo, a mostrarsi vulnerabile, innamorata. E poi era lui in debito per tutte le prese in giro. Quindi toccava a lui.
 
‘Allora avanti, Gourry Gabriev, dillo! Dì che non sono piatta. Dì che ti piaccio.’
 
“Nessun incantesimo. Solo tu e io. Tu… tu continui a prendermi in giro dicendo che sembro una bambina ed ecco qui. Non sono una bambina.”
 
“Oooo-kay. Detto da quella che mi chiama testa di medusa?”
 
“E’-forse-lo-stesso? E’ come se dicessi… che ce l’hai piccolo!” Strillò la maga, la voce così acuta da poter essere udita solo dai pipistrelli. In un bagno di sudore, furiosa, imbarazzata, la grande Lina Inverse iniziava a pentirsi di essersi presentata davanti alla porta dello spadaccino che, nel frattempo, si era pure messo a fissare il pavimento in silenzio.
 
La maga raccolse la casacca e, sospirando, si girò verso la porta. Non sapeva come e se sarebbe sopravvissuta all’imbarazzo di rivederlo la mattina dopo ma aveva o non aveva affrontato situazioni ben peggiori? Un po’ di ammaccature all’orgoglio non avevano mai ucciso nessuno.
 
Il corridoio era freddo e, in effetti, aveva i capelli umidi. Conveniva accendere il fuoco se non voleva trovarsi il giorno successivo col mal di gola e senza voce, per aggiungere il danno alla beffa. Anche togliersi la casacca a ben vedere non era una grossa idea in termini di temperatura e comunque aveva le tette piccole.
 
Arrivò in camera, accese il fuoco e si buttò sul letto a pancia in giù. Meglio farsi un bel sonno e dimenticare l’accaduto. Improvvisamente le molle cigolarono e il materasso si inclinò un pochino di lato. La maga schizzò in posizione di difesa, le mani già pronte ad evocare una palla di fuoco.
 
“Palla di fuo… " Lina si interruppe al volo, strabuzzando gli occhi. "Gou… Gourry? … MA SEI SCEMO?!”
 
Le aveva fatto venire un mezzo infarto, aveva rischiato di trasformarlo in una torcia umana e invece eccotelo lì, sul letto, pacifico come se niente fosse stato. Ancora spalmata sul muro la maga lo osservò stringendo gli occhi.
 
“Che vuoi? Vai a letto che è tardi.”
 
Lo spadaccino si schiarì la voce, senza smettere di fissarla a sua volta.
 
“Lo so che non sei una bambina, Lina. Sinceramente, però, a cosa ti serve che lo ammetta? Tu sai tante cose di me e, tra queste cose, sai bene anche che mi piaci. Lo sai ma non contraccambi, quindi perché vuoi questo da me? Perché vuoi sentirmi dire queste cose? Sarò una testa di medusa ma ho capito che era quello il tuo scopo.”
 
Adesso era il turno della maga di rimanere a bocca aperta. Le cose non stavano proprio in quella maniera, non era esatto…
 
“Io… io non…”
 
“Non c’è bisogno che giustifichi il fatto che non mi ricambi. Vorrei però che mi spiegassi perché tutte quelle scene di prima… perché provocarmi se non mi vuoi?"
 
“Non…”
 
Lo spadaccino strinse la labbra e si alzò. Sembrava arrabbiato in modo così poco caratteristico e Lina questo non poteva sopportarlo.
 
“Gourry, no, non te ne andare… Io… Tu… Anchetumipiaci.”
 
Gourry la osservò con sospetto e poi, risedendosi, incrociò le braccia. Il suo sguardo si era però ammorbidito. “Come un fratello maggiore, giusto?”
 
No…”
 
Lo spadaccino le accarezzò una guancia e la maga si appoggiò alla sua mano, chiudendo gli occhi.
 
“Lina, non hai bisogno di proteggerti da me. Mai. Io non ti prendo in giro per ferirti e lo sai. Lo sai, vero Lina?”
 
La maga alzò gli occhi e incontrò quello sguardo azzurro che le era tanto caro. Qualcosa le si smosse nel petto, un calore, una specie di singhiozzo di gioia. Avvicinò le labbra e Gourry si piegò per baciarla. Tutto era al posto giusto, nel mondo e quel momento era solo per loro. Non un inizio, solo un suggello, la promessa di qualcosa di ancora più grande e forte tra di loro.
 
Stendendosi sotto di lui, mentre continuava a baciarlo, Lina pensò fugacemente che aveva fatto bene alla fine ad andare da Gourry quella sera e, pensandolo, sorrise.
 
 
 
 
 
 
 
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Slayers / Vai alla pagina dell'autore: Bishoujo Tensai Madoushi