Serie TV > Glee
Segui la storia  |      
Autore: SnixxAnatomy    10/04/2016    1 recensioni
Una one-shot per ogni verso della canzone 'Mine'.
Principalmente Brittana, con un pò di Faberry.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Santana Lopez, Un po' tutti | Coppie: Brittany/Santana
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ciao a tutti! 
Sono tornata con questa raccolta di one-shot, l'idea mi ronzava in testa già da un pò ma solo adesso ho trovato il tempo di metterla scritta.
Come già anticipato, scriverò una one-shot per ogni verso di Mine, basata appunto su quest'ultimo. Le ultime due one-shot però saranno scritte in un modo un tantino differente.
Spero che ne esca fuori una cosa carina e piacevole da leggere e non una schifezzuola.
Buona lettura!


_________________________________________________________________________________

I)

"You were in college, workin' part-time waitin' tables, left a small town, never looked back..."



"Brittany! Sei in ritardo!"
"Sì, lo so, scusa Joe!"
Mi precipitai verso lo spogliatoio, destreggiandomi tra i tavoli. Il locale era pieno.
Giusto il tempo di buttare la borsa nel mio armadietto e di togliermi la giacca che già ero fuori ad attendere ordini.
"Per sta volta ti salvi, ma la prossima ti declino i minuti di ritardo dallo stipendio, sai che ci servi qui! Hai i soliti tavoli, ma siccome Tyler è a casa con l'influenza hai anche il dieci, l'undici e il tredici!"
Sbuffai silenziosamente, lavorare in uno dei più grandi bar di New York era già estenuante di per sè, figuriamoci con il lavoro doppio. 
Il proprietario, Joe, era veramente uno spilorcio. Lo adoravo, davvero, ma non poteva assumere un paio di camerieri in più? Eravamo solo sei, e a lui di certo non mancavano i soldi.

Corsi dietro il bancone, notando che anche Quinn era di turno. Quando mi guardò, le lanciai un'occhiataccia e lei mi rivolse uno sguardo di scuse. Era solo colpa sua se ero arrivata in ritardo.
La signorina prima si portava qualche puttanella a letto, e poi la mattina se ne andava e toccava a me liquidare la scopata di turno in qualche modo. Beh, quella volta non era stato affatto semplice. Quella Jessica non voleva proprio saperne di alzare il culo e andarsene.
Le avrei fatto la ramanzina su quanto immatura fosse più tardi, presi taccuino e penna e mi diressi ai miei tavoli.

Al sette mi aspettava un ragazzotto molto impacciato e goffo che ordinò una ciambella e un cappuccino. Scrissi tutto e camminai verso il nove.

Lì trovai una coppietta di fidanzatini che mi diedero la nausea. Continuavano a chiamarsi "pulcino" "piccolina" "tesoruccio". Sarà che la mia ultima relazione risaliva a cinque mesi prima, ma mi sembrarono davvero disgustosi. Ordinarono un latte macchiato, un caffè e due cornetti alla crema.

I tavoli dieci e undici erano stati attaccati per ospitare una dozzina di liceali, che mi guardarono con troppa insistenza. Qualcuno si fece anche sfuggire qualche battutina sul mio sedere, ma cercai di contenermi, erano solo ragazzini. Generalmente ero una persona molto calma, ma quando uno di loro mi disse "Ehi, biondina, quanto costa un giro con te nello sgabuzzino?" Persi le staffe. Stavo per avventarmi sull'idiota in questione, quando una mano mi trattenne il braccio. Venni superata da una ragazza che prese per il colletto il bamboccio e lo fece alzare, sotto gli sguardi impauriti di tutti i suoi compagni.

Quando la ragazza si girò, rimasi a bocca aperta. Era stupenda.
Corpo favoloso, coperto solo da un paio di jeans e una felpa di un qualche college, labbra piene, naso piccolo, zigomi alti, occhi neri pece e capelli corvini. Quando il mio sguardo incontrò il suo, persi un battito. Non avevo mai visto niente di più bello.
"Questo coglione ti sta dando fastidio?" Mi chiese, mentre lui deglutiva sonoramente, terrorizzato.
Annuii e basta, con la bocca semi aperta, incantata da quella voce rauca e da quel leggero accento latino. 
"Ascoltami molto bene, ragazzino" cominciò, rivolgendosi al malcapitato. "Non so chi ti credi di essere, ma se proverai a rivolgerti a lei in quel modo di nuovo, ti giuro che ti cambio i connotati e, fidati, non credo che tu voglia diventare una femminuccia a tutti gli effetti. Quindi, farai bene a non guardarla nemmeno più. Claro?
Annuì spaventato, con gli occhi spalancati. 
"Bene" Gli lasciò la maglia, e dopo due secondi lui e tutti i suoi compagni correvano fuori dal locale con la coda tra le gambe.
"Grazie" Sussurrai, rivolgendole un timido sorriso.
"Di niente..." Si fermò un secondo, guardando il cartellino attaccato alla mia divisa. "...Brittany."
Mio Dio, il mio nome sulla sua bocca sembrava mille volte più bello. 
Incontrai di nuovo il suo sguardo, e mi sorrise a sua volta. "Io sono Santana, comunque."
Poi, come era iniziato, finì. Tornò al suo tavolo, e io cercai di ricompormi.
Poi, notai che lei aveva il tredici.
Esultai internamente, e tornai da lei per chiederle se volesse mangiare qualcosa.
"Emh... Vuoi ordinare?" Chiesi una volta arrivata davanti a lei.
Lei rise, e io rimasi di nuovo incantata. 
"No, veramente. Passavo di qua solo per un caffè al volo, ma poi ti ho vista, e non ho potuto non notare quanto sei bella. Poi ho sentito il tuo capo dirti che avevi anche io tavolo tredici. Ho litigato con una signora per questo tavolo, ritieniti fortunata."
Rimasi sconvolta. Quindi, quella dea, era lì per me?
"Sinceramente vorrei solo conoscerti un pò meglio. A che ora finisci il turno?"
"Tra due ore e mezza, lavoro part-time. Ma non devi stare qui a sprecare due ore e mezza."
Alzò le spalle, sempre con il sorriso sulle labbra.
"Le due ore e mezza meglio sprecate della mia vita, allora."
Le sorrisi, sempre più sorpresa da lei, per tornare a servire i clienti, sperando che non se andasse.

Dopo due ore e mezza la trovai ancora li, ad aspettarmi. Le sorrisi e uscimmo dal bar insieme.
E le raccontai tutto. Le dissi che ero dell'Ohio, le raccontai della mia sorellina, della mia famiglia che mi aveva ripudiato perchè ero lesbica, della mia coinquilina, del glee e della mia università. Sentivo di potermi fidare di lei.
E lei fece altrettanto. A fine giornata sapevo che lei era nata a Puerto Rico, ma a dieci anni si era trasferita li a NY. Sapevo il suo nome completo, sapevo dove viveva, dove studiava e dove lavorava.
Scoprii che aveva la mia stessa età, e che i nostri appartamenti erano a soli cento metri di distanza. Scoprii che anche lei aveva una coinquilina, e scoprii che anche lei era lesbica.

E quando a fine giornata, a mezzanotte precisa, mi accompagnò sotto casa con la sua moto, potevo dire che forse mi ero innamorata di lei. 
Ma quando mi disse che ero bellissima e mi lasciò un leggero bacio sulle labbra, potevo dire che sì, mi ero perdutamente innamorata di Santana Lopez. 



(E che non avrei mai ringraziato abbastanza Tyler per essere rimasto a casa, quel giorno.)




 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: SnixxAnatomy