Anime & Manga > Altro - anime/manga mecha/su robots
Segui la storia  |       
Autore: GirlDestroyer1988    13/04/2016    1 recensioni
[ghost in the shell]
Jhon Randolph, dubbed in italian by Bruno Persa, finishes in a labyrinth full of biting balls.
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Otherverse | Avvertimenti: Bondage
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Hiro aprì di nuovo gli occhi in un ambiente spoglio, insieme agli altri. “Questo sarebbe l’ambiente virtuale di quel posto?” fece Gogo. “Approssimativamente” disse Wasabi. “Come approssimativamente? Ti rendi conto che approssimativamente potremmo non uscire più da questo posto? Dove non c’è né alto né basso, e…dove però si potrebbero creare” Hiro cercò in varie direzioni quello che, all’Università, avevano chiamato Point, punto, un oggetto che indichi, negli spazi virtuali preliminari, la localizzazione di oggetti, personaggi, setting futuri, successivi al completamento dell’ambiente. “Il Point è laggiù” disse Hiro. Indicò in lontananza una specie di bernoccolo grigio, imbrigliato in una calzamaglia a scacchi romboidali come quella della Michelle Lintel di Black Scorpion. “Un Punto, cioè il segnalatore del futuro” fece Gogo. Si costruì intorno a loro il labirinto di Pacman, e il gruppo si trovò ad essere i fantasmi. Ma i fantasmi furono i primi a arrivare, senza colori, solo neri. “Attacchiamoli!” disse Hiro, preda dell’istinto. I fantasmi furono tutti aggrediti, Hiro sparando con il suo cannone al plasma, coperto da Gogo, mentre Wasabi li strappava in 2, Honey li sbriciolava riducendoli in cilindri di carta delle arance Tarocco accesi con l’accendino, Fred li sterminava con il suo Giornodisole. Caduti i fantasmi, arrivò Pacman, trasformatosi in una specie di Mr Dob, con altre 2 facce, più schiacciate, ai lati degli occhi, come le lacrime acquario della scultura sulla copertina di Quelle cose ai lati dei tuoi occhi di Gabriele Picco. “Arriva!” disse Hiro, mettendosi in posizione di difesa. Nel frattempo, dalla loro base nell’arcipelago giapponese, Kord e Stark osservavano accigliati un fatto che non si aspettavano minimamente: Pacman e i suoi avevano preso a scorrazzare per tutte le città del mondo. “Pacman se ne va a spasso per…Tokyo? Poi New York? E adesso….Roma? Persino da….Reggio Emilia? Ma a Reggio Emilia non ci va mai nessuno!” “ che c’è Tony?” “Pacman ha deciso di mettersi a mangiare fantasmi nel mondo reale. Guarda qui: a Rio de Janeiro, ultim’ora, la palla gialla con il delirium tremens alle mascelle sta scorrazzando all’ombra del Cristo redentore sul Pan di Zucchero” “C’è da preoccuparsi?” “No. Pacman non è reale, non mangerà nessuno” all’improvviso il telefono si mise a squillare. Tony, abituato con metodi manageriali, si gettò subito sulla cornetta senza neanche insospettirsi su chi ci fosse dall’altro lato. “Pronto?” “Sono il maggiore Motoko Kusanagi. Dov’è Hiro? Dove lo avete realmente portato, Tony Stark e Ted Kord?” “Maggiore Motoko Kusanagi? Senta, è una storia complicata, c’è un momento in cui le cose precipitano e….” ma lei aveva improvvisamente chiuso la linea. Tony si rimise al computer e cercò di vedere cosa stessero facendo Hiro e gli altri. Ma improvvisamente era apparso un settimo giocatore. Mentre Hiro e Baymax cercavano di distrarre i 3 Pacman facendoli perdere nel dedalo, si accorgevano che, seguendo i normali puntini luminosi (no bonus) Pacman e nipotanza/figliolanza li riuscivano sempre a mettere sulla strada che volevano loro. “Baymax! Agganciamento!” e Hiro e Baymax si unirono in modalità ride, riuscendo a far mangiare a vicenda i 2 Pacman più piccoli. Ma rimaneva il terzo, che puntava dritto verso i loro amici. “Baymax, riesci a vedere dove si sta dirigendo? C’è una possibilità di sbarrarlo prima? A che altezza?” “Approssimativamente Pacman sta svincolando in quel settore. Devo tentare una manovra frontale” “Ma Baymax non ce la faremo mai! Finiremo mangiati!” ma Baymax non lo stava ascoltando e Hiro poteva solo sperare che davvero il suo amico robot avesse un asso nella manica. Ma mentre Pacman era ormai sulla loro traiettoria, Motoko con un salto scavalcò uno dei muri laterali e gettò in bocca alla palla gialla una Lewis Savage M1917. Baymax e Hiro vi sbatterono contro, cadendo all’indietro malamente. “Che ca…” disse Hiro cercando di razionalizzare. Pacman era lì davanti, fermo immobile. In bocca, come un toscano, aveva il mitragliatore, che mordicchiava lentamente. Ma all’improvviso i suoi occhi si rimpicciolirono, per poi spegnersi. Il mitra cadde emettendo il rumore di tutta una batteria di pentole, e Pacman scomparve, con il tradizionale risucchio da dietro. Hiro si avvicinò all’arnese, che fumava ancora per aver sparato una raffica di 54 proiettili in meno di un minuto. Mentre il ragazzo guardava l’affare indeciso, Motoko li si piazzò davanti, fulminandolo con lo sguardo. “Mi avevi detto che andavi ad una gara di videogiochi” disse severa. “Perché stai qui? Perché te ne stai dentro un videogioco?” “Ehm…ecco….” “Le posso rispondere io, Lady Kusanagi” disse Tony comparendo nel cielo come Russ Cargil quando manda i suoi comunicati a Springfield sotto alla cupola. “Anzi, non c’è tempo per discutere perché Hiro sia lì” disse, “Il gioco non è ancora finito” e Motoko si guardò intorno come una leonessa che ha sentito un ruggito di minaccia da qualche parte. Lo scenario cambiò di nuovo, mentre Motoko sembrò provare un moto di pentimento. “Hiro, credo che tu abbia fatto questo…perché costretto” la voce del maggiore era più incerta, mentre il paesaggio era in veloce metamorfosi intorno a loro. Improvvisamente si trovarono in una piazza, in una notte come quella, nevosa, che c’era fuori, in quella che non si sapeva se fosse Times Square o Piazza E.Duse a Milano. “Che location è questa?” chiese Motoko, l’erta sempre alta, una Co2 GAMO PT80 Tactical sempre tremebonda su uno dei suoi glutei. “Molto strano. Ma sembrerebbe un qualche film espressionista” disse Honey, facendo ruotare gli occhi alla ricerca di un qualche edificio particolare al quale riferirsi. Non si riusciva a scorgere nessun palazzo con una qualche tratto iconico. “Ragazzi siete dentro Operazione diabolica di Jhon Frankenheimer. Dovrete arrivare dentro la Compagnia, a Malibu, per salvare John Randolph dall’essere trasformato in un pacco postale per cervelli altrui. Vedrò di farmi traslare lì, è l’unica cosa che riesco a fare di mio alle prese con lo Starbound” e Tony, cliccando freneticamente sui tasti della tastiera, riuscì, dopo uno sforzo sfiancante, a farli accedere al livello di Malibu. L’interno della Compagnia era un lungo corridoio, con una profonda fossa nel pavimento, profonda circa un metro e 90, da cui usciva un tappeto a scacchi., che si allungava su balze del pavimento, disegnando curve irregolari, fino a fermarsi contro un muro e svoltare a destra, come se fosse un toboga. “usciamo da qui, e raggiungiamo la sala Macellazioni&Omicidi” disse Motoko, issandosi per uscire da quell’ombelico nel parquet in finto cedro. Aprirono ogni porta, per poi trovare quella in cui si trovava l’attore, con il personaggio di Arthur Hamilton. Era legato per i denti dell’arcata superiore, dondolante dal soffitto come un candelabro. Uno strano uomo, con una maschera da coniglio senza muso, vibrisse, incisivi, solo una coppia di occhi ottenuti perforando la maschera con un arma da fuoco, era vicino a lui, brandendo una coppia di guanti con una siringa ogni dito, pronto a iniettare il contenuto di ciascuna fiala nell’uomo. Motoko li puntò alla testa, intimandogli di fermarsi. L’altro si girò, e, non appena incrociò lo sguardo di Motoko, questa li sparò. 2 colpi, guarda caso agli occhi. L’uomo barcollò, e cadde a terra come se fosse scivolato su una buccia di banana mentre eseguiva un moonwalk. I nostri liberarono l’attore, portandolo all’uscita. Nel frattempo Kord stava controllando e, consultandosi con Stark, li espresse i suoi dubbi per l’andamento delle scene. “In Operazione diabolica non c’era nulla di tutto questo, Starbound, che diamine combini?” “” “Che cosa sono questi simboli? Mano? Numero 6? Numero 5? Carattere arabo? Numero 6? Numero 7? Numero 0? Tre stelle? Numero 0? Numero 3? Sghiribizzo? Numero 6? Numero 5? Numero 0 nero? Numero 9? Numero 6? Numero 3? Numero 3? Numero 6?” domandò Kord, mentre comunicava. “Non ragiona più. Numeri, caratteri, totalmente a caso. Se comunque quello non è Operazione diabolica, c’è da preoccuparsi”
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Altro - anime/manga mecha/su robots / Vai alla pagina dell'autore: GirlDestroyer1988