Il tocco del manzo.

«Oh, non sapevo che la carne avesse così tanti utilizzi». 
Disse Souma, mentre osservava Nikumi che massaggiava, con tocco leggiadro, del manzo Kobe. 
«Purtroppo qui in Giappone non è reperibile la migliore delle carni, ma il manzo Kobe non scherza! Sai, circolano tantissime storielle quasi leggendarie su questo tipo di manzo.. » 
Il ragazzo dai capelli scarlatti osservò quasi con ammaliazione, Ikumi, la quale descriveva con abbondante entusiasmo le caratteristiche di quel manzo, e di quanto fosse costoso nello Stato giapponese. 

Le dita della mulatta toccavano appena la carne, quasi come se avessero timore di rovinarla con un movimento sbagliato; gli occhi, che parevano quasi uno smeraldo lucidato fino a splendere, rimanevano fissi sul tagliere. 
Sulle guance di Ikumi si fece anche largo un leggero colorito vermiglio, sempre presente quando era in compagnia di Yukihira. 
Quest'ultimo dischiuse leggermente le labbra, mentre fissava con interesse le spiegazioni della biondina. 
«..ed è per questo che in pochi hanno avuto l'onore di assaggiarlo» concluse ella, per poi girare il capo verso Souma. Notò solo ora quanto lui l'avesse fissata tutto il tempo; schioccò la lingua come per spezzare l'imbarazzo, e poi scrollò le spalle, dando lo sguardo ad un punto indefinito della cucina. 
«A-Allora? Ti ha soddisfatto la spiegazione? Spero che.. t-tu abbia fatto attenzione!» disse mentre diventava ancor più paonazza. 
«Le tue spiegazioni sono sempre esaustive» disse il rossastro, sorridendo. 
Susseguì un grande silenzio tra i due. Recentemente entrambi sembravano sempre più vicini, e Souma se ne era visibilmente accorto, Ikumi un po' meno. 

 «Sai, Nikumi» la ragazza si voltò di scatto verso Souma, tenendo, come suo solito, lo guardo basso, come se stesse cercando di nascondere il suo, visibile, rossore. 
Souma poggiò la mano sul manzo Kobe, pareva di sentire ancora il tocco leggiadro di Mito. Quest'ultima passò lo sguardo da Souma alla mano di egli poggiata sulla carne. Si morse il labbro inferiore, sforzandosi di non dar troppo a vedere il suo turbamento.
Contrariamente ad Ikumi, Yukihira agiva con totale disinvoltura. 
«Ti andrebbe di andare a mangiare qualcosa uno di questi giorni?» chiese, con poca discrezione. 
La biondina si coprì il volto con una mano, mentre il suo viso divenne arrossato.
«Fuori alla stazione..»
«..Eh?» chiese confuso Souma.
«Venerdì, fuori alla stazione.. » sussurrò appena Ikumi «alle 18». 
Souma sorrise alla ragazza, avvicinandosi a lei, per accarezzarle la testa come faceva di solito; però, non andò come previsto.
Ikumi si ritrasse, facendo un paio di passi indietro.
«Non fare tardi!» sbraitò contro il ragazzo. 
E con quest'ultima affermazione, corse via dalla cucina della Stella Polare, per preparsi psicologicamente fisicamente, per il loro incontro.
«Beh, ciao Nikumi» disse flebilmente Yukihira, alzando il braccio come per salutarla.
Rimase con la mano alzata per qualche minuto, non realizzando che lei non fosse più lì.

Forse, finalmente, sarebbe iniziato qualcosa che andava oltre la semplice amicizia?