Kiara
avrebbe voluto perdersi per sempre tra gli alberi, il vento e il mistero della
fitta foresta che le sembrava più grande e spaventosa a causa della fervida
immaginazione da bambina. Stava per imboccare un sentiero che si diramava più
in profondità nel bosco lungo tutta la pianura, quando si sentì chiamare alle
spalle. Ovviamente sapeva di chi erano le due voci. Pensò che Pumbaa non
avrebbe corso tanto a lungo a causa del fisico non proprio prestante, e che
Timon si sarebbe spaventato al primo rumore sinistro.
Poteva
farcela!
Diede sfogo a tutta la sua energia, e la giovane ribelle con la coda
disordinata e la felpa verde bottiglia sparì dietro ai tronchi.
“Ecco
fatto, ma chi gliela avrà consigliata quella maglia perfetta per mimetizzarsi
con i cespugli, eh, Pumbaa?!” strillò Timon isterico, cercando di aumentare il
passo. Si girò, non sentendo risposta. Il compagno si era accasciato su una
roccia, e il fiatone non lo faceva parlare. Fece un gesto incomprensibile e si
sdraiò completamente a terra, esausto. “Simba ci ucciderà” sussurrò Timon con
gli occhi al cielo.
Il
sentiero principale era già parecchio lontano quando Kiara iniziò a rallentare,
temendo di inciampare tra le radici degli enormi alberi che la circondavano. La
luce del sole le arrivava in viso, interrotta a momenti dalle alte fronde
rigogliose. Respirò profondamente e sorrise, una nuova scossa di adrenalina la
pervase e cominciò a correre ridendo, ma la gioia ritrovata durò poco.
“Ahia!” Kiara tirò un urletto di sorpresa, finendo con la faccia sull’erba.
Aveva sbattuto il piede contro qualcosa che le aveva fatto perdere
l’equilibrio, ma quando rialzò il viso si sentì ancora più scombussolata. Due
occhi verdi, corrucciati e magnetici, erano fissi su di lei. Il proprietario
era quasi sicuramente la “cosa” su cui era inciampata. E lei si sentiva quasi sicuramente una stupida.
“Allora,
ti vuoi togliere?!”
“Allora?!
Sei sorda per caso?! Ho detto di toglierti!”
Kiara,
come se si fosse ripresa da uno stato di trance, si alzò di fretta scuotendo
via la terra dai jeans.
“Mi
spiace, stavo correndo e non ti ho proprio visto”
“L'ho
notato” assentì Kovu stizzito.
Quel
tono saccente fece perdere le staffe a Kiara, già provata dalle continue
ramanzine di Timon e Pumbaa.
“Ti
ho già chiesto scusa, quindi smettila con quell'atteggiamento da vittima!
Inoltre, se proprio lo vuoi sapere, questo luogo è vietato agli ospiti del
campus; Tu qui non ci dovresti essere!”
“Potrei
dirti la stessa cosa” osservò Kovu con aria di sfida.
Kiara
aprì la bocca pronta a ribattere, ma subito si rese conto di non avere
argomenti abbastanza validi che giustificassero la sua presenza lì.
“Cos'è?!
Il gatto ti ha mangiato la lingua?” infierì il moro.
La
frustrazione della ragazza salì alle stelle, le guance le si imporporarono, un
po’ dalla rabbia e un po’ per l' imbarazzo. Chissà come, davanti a quello
sguardo furbo e strafottente era rimasta senza parole, una cosa che non le
succedeva spesso.
Così
strinse i pugni e con aria impettita se ne andò a grandi passi nella direzione
da cui era arrivata.
I due sorveglianti avevano rincorso, a perdifiato per dieci
minuti buoni, un ipotetica “Kiara” rivelatasi solo un piccolo cerbiatto
impaurito, e avevano finito per disorientarsi completamente.
“Bene Pumbaa, ho come l’impressione di aver già visto questa
grande roccia muschiata almeno un paio di volte. Sai che significa?”
“Che hai un grande occhio per la botanica?”
“Certo!” strillò Timon colpendosi la fronte con una mano “Oppure
che stiamo girando in cerchio da chissà quanto! Oh, Simba stavolta ci uccide,
ci distrugge, ci…ci…” e cercando di non ribollire per la collera, tirò un
grande sospiro appoggiandosi col braccio sulla spalla del compagno.
“Sai Timon, forse dovremmo lasciare un po’ più libera la
bambina, così non ci odierebbe a tal punto da scappare in mezzo ai boschi …”
“Pumbaa, lascia che ti spieghi cosa vuol dire fare il
baby-sitter! Se lei fa ciò che vuole e poi torna a casa anche con un solo
capello in meno di quanti ne avesse prima di partire per il Campus, suo padre
probabilmente le farebbe una lavata di capo e a noi ci taglierebbe direttamente
la testa!” spiegò Timon, scuotendo le esili braccia a destra e a manca.
La
conversazione stava per degenerare in uno dei soliti momenti in cui Pumbaa
borbottava qualcosa di incomprensibile agli orecchi dell’amico e quest’ultimo
si irritava ulteriormente, finendo per alzare la voce in modo isterico.
Fortuna che erano immersi nel verde selvaggio.
Fu una fortuna anche per Kiara, visto che nel silenzio della
natura, riuscì a percepire senza problemi le due voci che si azzuffavano dietro
a qualche albero non troppo lontano da lei. “Quei due si fanno sempre comandare
a bacchetta da mio padre” pensò alzando gli occhi al cielo. “Dicono sempre
tutti che mi vogliono bene, che sto diventando grande … e poi non mi offrono
nemmeno un po’ di fiducia! Perché non si rendono conto che così facendo mi
spingono ancora di più a ribellarmi, a trovare una mia strada da percorrere
che non sia già spianata dalla mia famiglia?” sbuffò tra se e sé. “Ci sono
bambini molto più dispettosi e maleducati di me che hanno tutta la libertà del
mondo! Come quel ragazzino di poco fa! Mi ha risposto bruscamente e non
sembrava minimamente pentito. Anzi, mi guardava con gli occhi corrucciati, come
se inciampargli addosso fosse stata colpa mia. Uno sguardo così intenso … e due
occhi così verdi come non avevo mai visto prima, uno sguardo … da sbruffone!”
Persa nei suoi ragionamenti, la giovane fuggitiva non si era
accorta che le voci di Timon e Pumbaa si stavano avvicinando,e non perché avessero aumentato il volume delle
grida. Sembrava davvero che stessero per sbucarle davanti da un momento
all’altro! Kiara sgranò gli occhi, tornando con i piedi per terra, e si guardò
intorno per una via di fuga.
Indietreggiò velocemente e si mise a correre cercando di fare
meno rumore possibile. Non sapeva nemmeno perché stesse continuando ad evitare
i due uomini, visto che di lì a poco si sarebbe fatto buio e avrebbe comunque
dovuto rincasare. “Vorrei potermi perdere davvero in questa foresta! Come hanno
fatto quei due ad aver smarrito il sentiero?! Pensare che l’accampamento è
praticamente dietro l’angolo …” pensava ridacchiando. Mentre cercava di farsi
strada tra una serie di cespugli pieni di bacche, si accorse di aver superato
la grande quercia a cui, poco prima, era appoggiato il teppistello che l’aveva
fatta cadere. Kiara, con l’espressione vaga di chi vuol far finta di niente e
quasi si mette a fischiettare, lo cercò con lo sguardo ma non lo vide.
Alzò un sopracciglio quando sentì uno scricchiolio alla sua
destra.
"Bù!” di colpo il ragazzino saltò davanti a lei con le mani in
alto per accentuare lo spavento. Kiara si tappò la bocca per non far uscire
alcun rumore di sorpresa, anche se, guardandola in viso, si sarebbe tradita da
sola.
“Dovresti vedere la tua faccia!” la prese in giro il moro,
ridacchiando sotto i baffi “Non pensavo che ti avrei spaventata davvero! Cos’è,
ti sei persa? O sei tornata a cercarmi?” domandò con un sorrisetto sghembo.
“Non mi sono affatto persa, e soprattutto non sono tornata per
te” rispose lei con tono saccente “Anzi, se permetti …” Kiara posò una mano
sulla spalla del ragazzo e fece per spostarlo, ma quest’ultimo le si parò
davanti di nuovo.
Si fissarono per un momento. La ragazzina sbuffò incrociando le
braccia. Doveva avere un’aria scocciata ma poco credibile, visto che di fronte
a lei il piccolo attaccabrighe si fece scappare una seconda risatina. Kiara
stava per domandargli quanto potesse annoiarsi una persona per arrivare ad
infastidirne inutilmente un'altra, ma si bloccò con il braccio a mezz’aria.
“Hai sentito?” bisbigliò, voltandosi per scrutare tra gli alberi
che la circondavano.
“Non ho sentito proprio nulla, hai le allucina-“ il giovane
stava per prenderla ancora una volta in giro, ma la piccola fuggitiva gli
premette il palmo della mano sulle labbra. Entrambi si erano abbassati
automaticamente.
“I due istruttori mi stanno cercando.” sussurrò Kiara
all’orecchio del moro, che scansò bruscamente la sua mano dalla bocca.
“E allora?” sibilò.
“E allora se non ci sbrighiamo ci troveranno entrambi in una
zona assolutamente proibita per i campeggiatori! Non voglio finire in
punizione” rispose la biondina, assumendo un’espressione abbattuta. Posò lo
sguardo sul compagno di cespuglio, e vedendolo piuttosto impassibile alle sue
parole, aggiunse: “Va bene, io … se mi fai scoprire dirò che è stata una tua
idea venire qua da soli!”
Il ragazzino sgranò gli occhi e si sentì trascinare via dalla
piccola scout, senza aver tempo di ribattere.
“Pumbaa,
Pumbaa! Ho visto delle piante muoversi in quella direzione!” esclamò lo
spilungone, indicando un punto davanti a loro.
“Timooon,
sono quasi certo che fosse solo un altro animaletto selvatico …” sospirò il
compagno, piegandosi con le mani sulle ginocchia.
“Già,
forse hai ragione. La nostra Kiara non si nasconderebbe mai così, tra gli
arbusti, in modo subdolo, per confondere le sue carissime guardie del corpo”
rispose Timon, adagiandosi a terra “La bambina non è nemmeno abituata a stare
così a contatto con la natura … Sarebbe sicuramente spaventata se dovesse
infilarsi tra cespugli pieni di insetti e animaletti. Povera piccola, così
tante strane forme di vita che nella città non ha mai visto!” continuò,
asciugandosi una lacrimuccia di commozione.
Pumbaa
si accomodò di fianco all’amico:“Però Timon dobbiamo ricordarci che
un’adolescente in fuga è capace di tutto, che potrebbe benissimo avventurarsi
in posti tremendi solo per darci del filo da torcere, che riuscirebbe a…”
“Shh,
shh! Zitto, Pumbaa!” lo interruppe il compagno con un sussurro “L’ho visto di
nuovo! Il cespuglio, si è mosso!” e scattò in piedi, facendo sussultare
l’altro. Iniziò a camminare velocemente verso la meta, schivando buche e radici
.
“Kiara,
forza! Non crederai che i tuoi zietti abbiano paura di addentrarsi nella
foresta!”
“Timon
aspetta, non vorrei che ci fossero dei ragni…” commentava Pumbaa cercando di
far rallentare il passo al collega “O davvero qualche animale pericoloso”
continuava col fiatone.
“Non
preoccuparti Pumbaa!”
“Aspetta,
aspettaa…”
“Pumbaa
muovi le chiap- AAAAH!“ Timon tirò un urlo di sorpresa(o puro spavento?) che
non gli fece finire la frase. Indietreggiò per la paura e cadde insieme
all’amico che gli stava alle calcagna, ma riuscì a intravvedere la coda bionda
di Kiara che, uscendo dai cespugli, scompariva per l’ennesima volta nel verde
circostante.
“Chi
era?! Che succede?!” domandò allarmato Pumbaa, che aveva attutito la caduta
dell’altro. Timon fissava il vuoto con le mani nei capelli.
“Uno…uno
sconosciuto. Kiara è scappata con uno sconosciuto!”.
Comment of the Authors:
Beeeentornati a tutti! Grazie mille di averci seguito fin qua, speriamo che questa seconda parte vi sia piaciuta :') La terza pubblicazione è già in cantiere, e sarà leggibile la prossima settimana! <3
Questi personaggi stanno prendendo il sopravvento sulle nostre vite da povere universitarie, ci immaginiamo scenette esilaranti AD OGNI ORA DEL GIORNO, sì , anche di notte *sigh
Speriamo nelle vostre recensioni, un bacioooone
Mercury e Venus!