5 – Il premio e le
rose
Masumi Hayami
aveva assistito alla prima di Lande dimenticate. Nel fatto in sé non
c’era nulla di strano; quell’uomo semplicemente aveva fatto una promessa e
l’aveva mantenuta.
Quello che per Maya
era stato sorprendente era che quel giorno, mentre la città di Tokio veniva
investita e paralizzata da un ciclone di proporzioni bibliche, che avrebbe
scoraggiato perfino Noe, il cinico presidente della Daito avesse sfidato la
natura stessa, bagnandosi fino all’osso come un pulcino, per venire a vedere
lei recitare davanti una platea vuota, dove lui era stato l’unico spettatore.
Ed era rimasto
fino alla fine.
Maya in passato,
di quell’uomo aveva pensato molte cose - quasi tutte negative – ma mai avrebbe
creduto che fosse pazzo.
E in fondo, non lo
credeva neppure adesso.
Nei giorni
seguenti si era chiesta mille volte perché avesse osato tanto. Quella sera lo
aveva chiesto anche a lui, che non si era sbilanciato affatto, e le aveva dato
solo una delle sue solite risposte provocatorie.
“Se la sua
recitazione non mi soddisferà, mi alzerò e me ne andrò. Le sta bene,
ragazzina?”
E di nuovo, come
era già accaduto in passato, si era sentita galvanizzata da quella sfida. Era
come se lui sapesse quali tasti andare a toccare con lei. Come se conoscesse i
suoi punti deboli.
Alla fine dello
spettacolo, aveva applaudito gli attori con convinzione, e aveva anche
accettato l’invito di Kuronuma a festeggiare il debutto insieme con loro. Così,
avevano avuto occasione di parlare, più civilmente di quanto non avessero mai
fatto.
“La sua Jane è
stata magnifica; complimenti ragazzina.”
“Se lo pensa
davvero, sono contenta.” Aveva risposto sincera, arrossendo un poco.
“Sarà felice di
sapere che quelle immagini sono state bloccate; almeno per un po’ non saranno
più visibili, né scaricabili.”
Hijiri efficiente,
aveva fatto il suo lavoro, bloccando anche altre parti del sito, soprattutto le
sezioni con i riassunti degli ultimissimi volumi pubblicati.
“Mi fa piacere, e
la ringrazio di nuovo. Per tutto. Anche per essere venuto questa sera. Devo
ammettere che mi ha molto sorpreso…”
“In positivo, per
una volta?” le aveva chiesto Masumi, sorridendo.
“Direi di sì.”
“Stia attenta,
ragazzina. Forse, un giorno o l’altro, sarà costretta a ricredersi su di me.”
“Questo non credo
succederà tanto presto…” era stata la battuta ironica di Maya, e Masumi non era
riuscito a trattenere una risata energica. Maya voleva sempre avere l’ultima
parola, soprattutto con lui, e questo lo divertiva sempre molto. Poi il
discorso era stato spostato sul forum.
“Ha trovato altro
materiale interessante su quel sito amatoriale?” le aveva chiesto accendendosi
una sigaretta.
“Ecco, veramente non
presto attenzione a tutto; gli argomenti d’alcune discussioni mi sembrano
inverosimili, e alcuni giudizi poco obbiettivi.”
“Quali?” domandò
lui dubbioso.
“Ad esempio, la
considerazione che le utenti hanno per lei; ha un sacco d’ammiratrici su quel
forum. Probabilmente perché non la conoscono davvero…” (nda. – eh, no, per noi
Masumi non ha segreti)
Masumi aveva riso
di nuovo, e Maya lo aveva guardato un po’ in cagnesco.
“Non vuole proprio
attribuirmi nessun fascino, ragazzina? Non ho solo ammiratrici virtuali, sa? Io
sono sempre circondato da belle donne…”
“Che uomo
presuntuoso…” aveva risposto lei, un po’ altezzosamente, rifiutandosi di
guardarlo. Ma un minuto dopo, mentre lui terminava la sigaretta, lo aveva
osservato e si era accorta che aveva i capelli ancora bagnati.
Non seppe frenare
l’impulso; sciolse il nodo del fazzoletto di scena che teneva al collo e si
accostò a lui per asciugarlo. Era così alto che aveva dovuto alzarsi sulle
punte dei piedi per arrivare alla sua testa.
L’espressione
stupefatta di lui se la ricordava ancora.
In quell’attimo,
per la prima volta da quando lo conosceva, le era sembrato un uomo disarmato,
totalmente impreparato di fronte al suo gesto gentile, e perfino lei si era
stupita.
L’aveva fermata
con gentilezza.
“Grazie, ma basta
così… penso sia sufficiente, ragazzina…”
Nella voce bassa e
calda le era sembrato di cogliere un profondo turbamento. Poi era arrivato
Sakurakoji a portarla via, e un minuto dopo Masumi Hayami era sparito,
allontanandosi dal ridotto del teatro, mentre fuori il tifone ancora infuriava.
E lei si era
sentita strana.
Maya, anche dopo,
non smise di pensare a quella sera, continuando a chiedersi perché lui fosse
venuto, quando neppure l’ammiratore si era fatto vedere.
Le repliche di
Lande Dimenticate andavano alla grande; la gente faceva la fila fuori dal
teatro per vedere lo spettacolo, e ogni sera era un successo che si rinnovava.
C’era chi veniva a vedere la rappresentazione anche una seconda e terza volta,
questo perché Kuronuma, per rendere tutto più dinamico, passava dalla commedia,
al dramma dando alla storia sfumature diverse e sempre nuove. Non ci si poteva
aspettare di meno da un regista geniale, che amava il teatro tanto quanto lo
amava lei.
Una sera, le sue
amiche della vecchia compagnia Tzukikage vennero a vederla. Aveva procurato lei
i biglietti per loro.
Dopo lo
spettacolo, verso la mezzanotte, rientrò a casa insieme a Rei, e sulla
metropolitana, l’amica iniziò uno strano discorso non casuale.
“Bene, ho vinto la
scommessa. Mi devi una pizza, Maya.”
Lì per lì, lei non
afferrò il senso delle parole.
“Ti ricordi cosa
ti dissi sul debutto di Lande dimenticate?” Proseguì Rei, notando l’espressione
perplessa di Maya.
“Eh??”
“Ti dissi che
Masumi Hayami, sarebbe venuto a vederti, anche se per farlo, avrebbe dovuto
sfidare un tifone…”
“COSA?”
Non aveva più
pensato al commento di Rei, né lo aveva mai preso sul serio. Ma adesso, la
coincidenza era davvero impressionante.
“Rei, tu come lo
sapevi? Il forum… è stato quello?”
“Sì, Maya. Allora,
quando andiamo a mangiare questa pizza? Io proporrei un vero ristorante
italiano, ne conosco uno ottimo.”
“Non posso
prendere impegni finché le repliche non saranno finite.”
“Va bene, vorrà
dire che rimanderemo. Anch’io ora sono piuttosto impegnata.” Concluse Rei.
Maya restò
pensierosa per qualche minuto, come fosse alla ricerca delle parole giuste da dire,
poi parlò di nuovo.
“Tu credi davvero
che quel forum potrebbe parlare d’eventi reali? Magari è solo un caso che lui
sia venuto…”
“O forse no, chi
può saperlo? In ogni modo, non credo che il presidente della Daito fosse lì per
caso, in una serata come quella. I riassunti sono precisi; in uno degli albi
viene descritto il fatto esattamente come è accaduto.”
Il treno si stava
avvicinando alla loro fermata e le ragazze si alzarono dai loro posti, senza
smettere di parlare. A quell’ora tarda, la metro era quasi vuota e gli ultimi
passeggeri abbandonavano in fretta le stazioni semideserte, illuminate dai
neon.
“Rei, secondo te,
perché quell’uomo interessato solo agli affari è venuto a vedermi? Non dovrebbe
detestarmi?”
“Vuol dire che non
lo hai ancora capito da sola, Maya?” (Ma sai, Rei, quante volte ce lo siamo
chieste anche noi?)
“Sul forum
viaggiano teorie strane; non penserai anche tu che Masumi Hayami sia…”
“Non importa
quello che penso io, Maya. Un giorno scoprirai come stanno le cose, e tutti
quei disegni romantici o quelli passionali, e i commenti che hai trovato sul
forum acquisteranno un senso anche per te.”
“Alcuni sono tutto
tranne che romantici. Che vergogna… Allora, li hai visti anche tu quegli
incredibili disegni, Rei?” domandò Maya titubante.
“Sì, Maya, li ho
visti. Perdona la mia curiosità malsana… - Rei si lasciò scappare un risolino.
– Sai, quelle strisce dove consumate la vostra prima volta sono proprio da
infarto; non mi ero mai accorta che il signor Hayami fosse così sexy. Visto che a te non piace, magari potrei
farci un pensierino …”
“SMETTILA REI! Ti
sfugge che è già fidanzato?!” Strillò Maya un po’ troppo energicamente, tanto
che se ne accorse anche lei.
“Hei, hei… per
essere indifferente al fascino di quell’uomo, ti scaldi un po’ troppo…”
“MA NO, COSA
DICI!! – Protestò Maya con fervore. - Come potrebbe accadere una cosa simile,
tra me e quell’uomo che ha una decina d’anni più di me? È assurdo. Ha una
fidanzata bellissima e molto ricca, che interesse vuoi che abbia per un tipo
insignificante come me?”
“Non lo so Maya,
forse siete destinati. E tu non sei insignificante, dovresti smettere di
pensarlo. Se soltanto la sensei Miuchi si decidesse a concludere la storia, lo
sapremmo. Al momento, pare impegnata in mille altri progetti… uffa, quella
donna dovrebbe portare a termine quello che ha iniziato quarant’anni fa, prima
di lanciarsi in altre iniziative… è veramente snervante! Le fans di GnK hanno
una pazienza infinita.” (nda. Parole sante!)
Arrivate a
destinazione, le ragazze lasciarono in fretta la stazione della metro. Il loro
appartamento distava cinque minuti d’orologio dalla fermata. Maya, di solito
loquace, restò in silenzio per un tempo abbastanza lungo. Solo quando furono
davanti all’abitazione, tradusse a parole il pensiero che l’agitava in quel
momento.
“Io e Masumi
Hayami… destinati?”
La voce rivelava
la più assoluta incredulità.
Quello era un
concetto che per ora, non trovava spazio nella sua mente; la confusione che
aveva in testa le rendeva impossibile immaginare uno sviluppo di quel genere.
*******
Si arrivò alla
fine delle repliche.
Lo spettacolo di
Kuronuma ottenne un così vasto successo di pubblico e di critica, da fare
concorrenza persino allo spettacolo di punta della Daito, Isadora, e
questo valse l’annessione al Concorso per il Festival delle Arti. Maya era
sempre più vicina alla possibilità di vincere quel premio che avrebbe aperto le
porte al suo sogno, finché un brutto giorno la signora Tzukikage si sentì male,
e l’ennesimo attacco di cuore le fu quasi fatale. Mentre la sua sensei
combatteva tra la vita e la morte in ospedale, Maya temette davvero di perdere
ogni possibilità di interpretare la Dea Scarlatta. Anche Masumi ebbe paura, per
sé, perché aveva bisogno di Chigusa Tzukikage per i diritti di rappresentazione
del capolavoro scomparso, e per la sua ragazzina, che vedeva scivolar via la
sua ambizione più grande, quel motivo che l’aveva fatta arriva fin lì, a
dispetto di mille difficoltà.
Grazie agli dei,
la sensei rivelò di nuovo la sua tempra coriacea, e dopo il rischioso
intervento chirurgico si riprese, a dispetto dei medici che la davano già per
spacciata.
Maya e Masumi dopo
lunghe veglie in ospedale, appresero la notizia con grande sollievo.
“Lei ha una fortuna
sfacciata, ragazzina. E io sono felice per lei. Ora non le resta che vincere il
premio al Festival delle Arti. Io farò il tifo per la sua ragazza lupo.”
Maya restò
profondamente turbata dalla sincerità che sentì in quelle parole; eppure, una
parte del suo cuore si ostinava a restare diffidente nei confronti di
quell’uomo, per lei troppo ambiguo.
“Lei parla sul
serio? O lo dice solo per blandirmi?”
“Sono molto serio,
ragazzina.”
“Lo sa, vero, che
se otterrò quel ruolo, non le cederò mai i diritti? E può starne certo, non
lavorerò per la Daito Art Production!”
“Vedremo,
ragazzina. Vedremo…” rispose, senza guardarla. Era di spalle e si stava già
allontanando. C’era altro che avrebbe voluto dirle, ma avrebbe atteso un
momento più propizio.
Finalmente arrivò anche la serata di gala che chiudeva il Festival. Maya l’aveva attesa col cuore trepidante. Aveva pregato tanto, ed era giunto il momento di sapere se le sue preghiere erano state ascoltate. Al ricevimento festivaliero c’erano proprio tutti; attori, registi, personalità dello spettacolo, della televisione e del teatro. C’erano le sue amiche, che la sostenevano e facevano il tifo per lei.
Rei era la più
tranquilla di tutte, come se per lei l’esito fosse scontato. Vincerai tu,
Maya, goditi la serata e sta’ tranquilla, le aveva detto con assoluta
convinzione.
E lei lo aveva
fatto.
Aveva ballato
addirittura con Sakurakoji, solo perché lui aveva insistito.
Mentre era al
centro della pista, in mezzo ad altre coppie che ballavano, colse di sfuggita
uno sguardo strano di Masumi Hayami. Dopo lo perse di vista, assorbito anche
lui dalla serata e dalle persone che reclamavano le attenzioni del presidente
della Daito, che in queste occasioni non mancava di fare pubbliche relazioni a
vantaggio della sua azienda.
Lo ritrovò qualche
minuto dopo, vicino al tavolo degli aperitivi. Lei si era avvicinata per
prendere da bere, e lui le aveva parlato.
“Se questa sera
vincerà quel premio, voglio che conceda anche a me un ballo, ragazzina. Penso
di meritarlo…”
Maya obbiettò
immediatamente.
“Io non sono molto
brava a danzare. Potrei pestarle i piedi.”
“Correrò il
rischio; con il suo partner è stata bravissima, l’ho vista.”
“Perché non balla
con un’altra? Sono presenti tante belle signore, questa sera, sono certa che
nessuna di loro rifiuterebbe un suo invito. – Maya, col suo bicchiere in mano,
si guardò intorno. – Scusi, perché non balla con la sua fidanzata?
Masumi alzò un
calice verso di lei.
“Shori non c’è
questa sera. È vero, tante donne presenti ballerebbero volentieri con me, (nda
– e farebbero pure altro!) ma io voglio ballare con la futura Dea Scarlatta. Lo
prenda come uno scambio equo: io ho fatto togliere i disegni dalla rete, e lei
mi concede un ballo per ringraziarmi.”
“Lei è proprio
portato per gli affari, fa tutto in funzione di qualcosa.”
Masumi sorrise.
“Mi conosce troppo
bene. Allora, accetta?”
“Se proprio devo…”
Masumi rise di
nuovo.
“Lei non si
smentisce mai. Ora la lascio alla sua serata, ma si ricordi che il prossimo
ballo è il mio.”
A metà serata le luci
si abbassarono. Era arrivato il momento della premiazione. Sul fondo della
sala, quasi di fianco all’orchestra, era stato allestito un palco dove presero
posto i giudici del concorso. La gente smise di ballare e tornò a sedersi ai
tavoli assegnati.
Maya era al tavolo
con Rei e le sue amiche, Sakurakoji e Kuronuma. Ogni tanto lanciava lo sguardo
verso la sua rivale, invidiandone la calma, il portamento che la faceva
apparire a suo agio in ogni situazione, mentre lei aveva lo stomaco in
subbuglio e le mani gelate per la tensione. Sperava soltanto che in caso di
sconfitta, fosse abbastanza forte da non piangere e congratularsi con Hayumi,
bellissima in un abito rosso lungo fino ai piedi che le fasciava il corpo e le
lasciava nude le spalle. Maya invece indossava un abito blu acceso semplice ma
elegante, e un coprispalle di raso cangiante lo completava.
Ogni volta che il
presentatore annunciava un vincitore in una delle categorie, Maya avvertiva un
tuffo al cuore, e uno spasimo violento le fermava il respiro; si rallegrò
quando Lande Dimenticate fu premiato per la migliore regia, e per il migliore
attore maschile protagonista, ma fu una gioia indescrivibile mista a un pizzico
d’incredulità sentire l’annuncio che la decretava come vincitrice del
prestigioso Premio delle Arti.
Un singolo istante
che avrebbe ricordato a lungo. Tutto il resto corse via velocemente: la
premiazione, le parole d’elogio dei giurati e del presidente del concorso, le
congratulazioni dei colleghi, i flash dei fotografi.
Maya cercò di gustarsi
il momento, per quanto fosse grande l’emozione.
Passata l’ondata
dei primi entusiasmi, Masumi Hayami venne a riscuotere pegno.
“Perfetto. È
arrivato il momento del nostro ballo, ragazzina.”
Maya non provò
neppure a protestare, rassegnata a cedere al compromesso che lui le aveva
imposto con astuzia.
Masumi le prese la
mano e l’accompagnò con galanteria a bordo pista. L’orchestra suonava una melodia coinvolgente, dal ritmo non
troppo lento, ma neppure sincopato. Il signor Hayami era davvero bravo a ballare
e Maya, che non era certa delle sue capacità di ballerina, si accorse di
riuscire a seguire il suo cavaliere con gran facilità. Decise quindi di
affidarsi a lui, nella speranza di non apparire troppo goffa.
“Le mie
congratulazioni, ragazzina. – Esordì Masumi, mentre la guidava nei passi. - Ora
l’attende la sfida più importante e difficile, incarnare la bellezza
ultraterrena di una divinità; dovrà fare del suo meglio. Mi aspetto molto dalla
sua Dea.”
“Lo so che non
sono bella come Hayumi, ma io creerò la mia Dea Scarlatta, vedrà.”
“Non ho nessun
dubbio, in merito. Sono certo che mi stupirà.”
Sembrava sincero,
e non aveva neppure quel tono canzonatorio che a volte usava con lei, mentre
una strana luce gli scaldava lo sguardo. La musica proseguiva, e ad ogni nuovo
giro di pista, Masumi la stringeva a sé, più di quanto fosse necessario; Maya
per alcuni minuti restò in silenzio, sopraffatta da quella strana sensazione di
piacere che avvertiva a contatto con lui. Ogni tanto, quell’uomo singolare le
regalava uno di quei sorrisi affascinanti pieni di calore e insospettata
dolcezza, che lei conosceva così bene; le piacevano, più di quanto volesse
ammettere, e il pensiero la faceva arrossire per il disappunto. Poi la musica
cessò per concedere all’orchestra e ai ballerini pochi minuti di pausa.
“Venga, ragazzina;
mi permetta di offrirle da bere. Lo consideri parte del nostro accordo…” e
senza darle tempo di ribattere, le circondò le spalle e la guidò verso un
tavolo sul lato destro della sala. Prese una bottiglia, versò del vino bianco
in due bicchieri e uno lo porse alla ragazza, che lo osservava stranita.
“Ora Maya, deve
brindare con me al suo futuro successo.”
Maya avvertì il
tintinnio del vetro, mentre sentiva i suoi occhi chiari, quasi trasparenti
insistere su di lei, quasi volesse incatenarla con quello sguardo stranamente
conturbante. Lui bevve un lungo sorso, ma quando parlò, Maya si accorse di
qualcosa d’anomalo nella sua voce, un’inflessione carezzevole e sensuale.
“Volevo
rassicurarla su un'altra faccenda: se temeva che la mia fidanzata vedesse quei
disegni, beh, non deve preoccuparsi… Si ricorda, cosa le dissi tempo fa, quando
venne nel mio ufficio ad esternare la sua richiesta?”
Maya restò di
stucco. Causa la malattia della sua sensei, non aveva più pensato né al forum,
né ai disegni. Anche in quel momento erano l’ultimo dei suoi pensieri.
“Veramente no…”
“Ho intenzione di
rompere il mio fidanzamento, e lo farò molto presto…”
Maya diventò di
brace.
“Santo cielo!
Perché vuole rompere il suo fidanzamento? Non sarà a causa di quei disegni…”
“In un certo
senso, sì… ma non come intende lei. Semplicemente non sono innamorato di
Shiori, né lo sarò mai, e l’ho capito guardando quei disegni.”
Maya, mai si
sarebbe aspettata parole simili. Il suo cuore accelerò i battiti, travolto da
una calda emozione, che la indispettì.
Non aveva ragione
di sentirsi così… felice? Felice perché Masumi Hayami, non voleva più sposarsi
con una bellissima donna, ricca e altolocata? No, si disse… Forse era solo
euforica per la serata, per il premio vinto, per il vino… E come si sarebbe
sentita se avesse conosciuto i pensieri di lui?
Penso sempre a te,
ragazzina. Come faccio a sposarmi con un’altra, se penso sempre a te? Stasera
sei raggiante, come una rosa nell’attimo in cui sboccia… e con quel vestito,
sei stupenda… e io non so cosa darei per togliertelo…
Maya per darsi un
contegno, sorseggiò ancora il suo bicchiere di vino bianco. Poi rispose, quasi
indignata.
“Secondo lei,
questa cosa dovrebbe riguardarmi? Perché lo dice a me?”
“Così non dovrà
sentirsi in imbarazzo, se le capitasse di pensare a me in situazioni… troppo
intime…”
Assalita dal più
totale imbarazzo, la giovane non ebbe il tempo di adirarsi, ribattere per le
rime o fare altro. Un cameriere che recava un enorme mazzo di rose purpuree,
reclamava la sua attenzione.
“Mi scusi
signorina Kitajima, sono arrivati questi fiori per lei.”
“Oh, è lui!!”
Esclamò con entusiasmo, dimentica per un momento della presenza di Masumi
Hayami davanti a lei, che restava ad osservarla.
“Oh… Il suo
ammiratore non si dimentica mai di lei…” sussurrò Masumi quasi fra sé.
“No, mai…” Rispose
Maya, guardando con affetto le magnifiche rose.
Avrebbe dovuto
allontanarsi, ma una strana sensazione lo trattenne, come un richiamo, e decise
di non farlo.
Dopo anni, era la
prima volta che poteva vederla ricevere le sue rose, come se fosse lui in
persona a porgergliele, ed era un piacere di cui non voleva privarsi. Col bordo
del bicchiere alle labbra, spiò l’ondata emozionale passare sul suo volto
meravigliato, gli occhi spalancati, luccicanti per la felicità, come se Maya
avesse ricevuto il dono più prezioso del mondo, e non avesse atteso altro tutta
la sera. Era un momento impagabile, senza prezzo. Tutta quella devozione,
quell’affetto inconsapevole tanto simile all’amore era per lui; Masumi sentì il
cuore scoppiare di gioia, e faticò a nascondere l’impeto dell’emozione dietro
uno sguardo imperturbabile.
Tremò, quando la
vide prendere il biglietto che lui aveva scritto solo qualche minuto prima,
aprirlo e leggerlo.
Allora, successe
qualcosa d’inatteso.
L’espressione di
Maya mutò all’improvviso; dapprima perplessa e dubbiosa, si trasformò in una
maschera di sincero e profondo sgomento, mentre quelle magnifiche rose, che un
attimo prima lei teneva tra le braccia, cadevano con un tonfo sordo ai suoi
piedi.
Incrociò i suoi
occhi spalancati che lo fissavano attoniti, e lui avvertì chiara la percezione
d’essere nudo di fronte a lei.
Ti prego, non guardarmi così, ragazzina…
Per un momento
ebbe davvero paura, ma quei fiori per terra gli facevano uno strano effetto.
Maya restava silenziosa e immobile a fissarlo con l’espressione più incredibile
che le avesse mai visto, una miscela di mille emozioni contrastanti che lo fece
tremare e vacillare per qualche istante.
Quando si mosse,
Maya ebbe un sussulto.
Si avvicinò a lei
e si chinò ai suoi piedi per raccogliere le rose.
“Che succede? È
così emozionata che lascia cadere le rose del suo ammiratore?” le disse con
tutta la gentilezza che riuscì a trovare, ma si accorse di essere turbato oltre
il limite.
Era un sogno che
si avverava poterle offrire quelle rose di persona, e gli occhi lucidi di Maya
erano spalancati su di lui, le labbra umide tremanti appena schiuse in un
sospiro trattenuto in gola, mentre in quel gesto le loro mani si sfioravano, nascoste
tra la carta e il viola dei petali, e lui impulsivo, afferrava e stringeva tra
le dita quella piccola di lei.
Ne fu certo quando
il terrore si trasformò in sollievo: lei sapeva.
Continua…