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Autore: happy ending    14/04/2016    1 recensioni
Dal testo:
"“Non ti sto incolpando, tranquillo... Solo che... Hai visto quanto è imbranata, giusto? Con lei non ci si può distrarre un attimo, bisogna sempre essere pronti ad evitare che inciampi nei suoi stessi piedi o che si cacci nei guai... Ti sto solo chiedendo, nel caso in cui vi si ripresentasse l’occasione per rimanere soli come questa mattina, di avere dieci paia di occhi... Perché altrimenti sto con l’ansia tutto il tempo, capisci?” spiegò Ryuji, un po’ imbarazzato."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ff toradora
La mia paura

Il discorso di Kihara

“Ehi Taiga! Corri! Vieni a vedere questa!”
Ryuji alzò lo sguardo e vide Kitamura prendere la ragazza per mano e trascinarla lontano dal gruppo, davanti ad una bancarella piena di decorazioni natalizie. Vide il viso di Taiga diventare tutto rosso per quel contatto improvviso e poi i suoi occhi illuminarsi di fronte alle decorazioni.
Fece per raggiungerla, sapeva che era uscita con pochi soldi in tasca e le avrebbe volentieri prestato i suoi per comperare qualcosa, ma Noto lo fermò.
“Lasciali un po’ tranquilli Takasu, la Tigre è in buone mani” gli disse, soddisfatto.
Lui li guardò un’altra volta... Kitamura aveva tirato fuori il portafoglio dalla tasca del cappotto e stava pagando il tizio della bancarella.
Ryuji provò una strana fitta allo stomaco... Ma cosa gli prendeva? Era tutta colpa di Kihara e del  suo discorso strambo!
Taiga e Kitamura tornarono dagli altri.
“Yusaku ti ha fatto un regalino, Tigre?” chiese Haruta, indicando il sacchettino di carta che la ragazza teneva stretto tra le mani.
“Oh no... Mi ha solo fatto un piccolo prestito, domani gli restituirò subito i soldi” rispose lei, arrossendo di nuovo.
“Ti ho già detto che non li voglio, consideralo il mio regalo di Natale” le sorrise Kitamura.
“Io ragazzi sono un po’ stanco, me ne torno a casa” annunciò Ryuji.
Si sentiva strano, non vedeva l’ora di chiudere gli occhi e dormire.
“Anche io, copiare gli appunti della presidentessa mi ha distrutto” disse Haruta.
“Beh, a questo punto andiamo tutti... Ah, dimenticavo! Visto che abbiamo due giorni liberi, vi va di trascorrerli tutti insieme nella mia baita in montagna?” propose Noto.
Tutti accettarono con entusiasmo, così si organizzarono per il viaggio.
Dopodiché Ryuji e Taiga salutarono e si avviarono verso casa.
“Accidenti, ho dimenticato di nuovo le chiavi! Mi tocca passare da te” borbottò lei, mentre camminavano.
“Mmh mmh”.
“Sei silenzioso bastardino, che ti prende?”
“Te l’ho detto, sono stanco”.
Taiga lo guardò di sottecchi.
“Sei preoccupato per Minori, vero? Ma devi stare tranquillo, sono sicura che domani ci sarà anche lei e riuscirete a parlare”.
“Già”.
“Quanto sei noioso quando rispondi a monosillabi! Torna in  te, bastardino!”
“E’ stato gentile Kitamura” disse lui all’improvviso.
“Mmmh? Ah, per il regalo! Aspetta, non te l’ho ancora fatto vedere!”
Taiga si fermò ed estrasse il contenuto del sacchetto: era una candela a forma di Babbo Natale.
“Non è bellissima?!” esclamò, raggiante.
Ryuji la trovava orribile: il naso di Babbo Natale occupava tutta la faccia e gli occhi erano strabici...  Stava per dirglielo, ma quando incontrò il suo viso pieno di gioia a pochi centimetri da lui le parole gli si smorzarono in gola.
“E’ bellissima” sussurrò, piano.
Lei gli sorrise soddisfatta, poi ripose di nuovo la candela e riprese a camminare.
Arrivarono a casa di Ryuji.
“Ok, vieni a darmi una mano ad aprire la finestra” disse Taiga, dirigendosi verso la camera da letto.
“Non ti fermi un po’ qui? E’ ancora presto, prendiamo un tè”.
“Ma se sei stravolto! Hai una faccia orrenda bastardino, sarà meglio se ti metti a dormire”.
“Non ho poi così sonno, davvero!”
“Ok, ok, come vuoi”.
Ryuji entrò in cucina. Stava per mettere a bollire l’acqua per il tè, quando si accorse che il lavandino era tutto sporco.
“Yasuko ha di nuovo sparso la sua maschera per il viso dappertutto” borbottò.
Si mise a pulire per bene e quando ebbe finito preparò il tè.
“Ecco qua” disse, portando le tazze nella sala da pranzo.
“Taiga?”
La ragazza si era addormentata con la testa appoggiata al tavolino.
“Per fortuna che ero io quello stanco” sorrise Ryuji.
Si sedette di fronte a lei e la osservò.
Perché il discorso di Kihara lo aveva tanto turbato? Cosa provava per lei? Di sicuro le voleva bene... Era la persona a cui teneva di più, dopo Yasuko; qualcosa, dal momento in cui si conobbero, lo spingeva a prendersi cura di lei, a proteggerla, come si fa con una sorellina. Ecco, sì, Taiga era la sua sorellina. Doveva smetterla di preoccuparsi, si trattava solamente di affetto.
Si avvicinò a Taiga e con delicatezza la sollevò e la portò in camera sua, dove la adagiò piano sul suo futon, poi si sdraiò sul pavimento accanto a lei e la osservò ancora per un po’.
Solo affetto. Tutto qui.
   
 
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