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Autore: Ehyca    14/04/2016    3 recensioni
Kyungsoo non sapeva cosa aspettarsi quando alla fine si era deciso a dire alla madre di essere gay, ma di certo non si aspettava di essere mandato in un campo estivo di soli ragazzi nel bel mezzo del nulla.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Baekhyun, Baekhyun, Chanyeol, Chanyeol, D.O., D.O., Kai, Kai, Sehun, Sehun
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Kyungsoo aveva sempre avuto il sonno leggero, si svegliava ad ogni rumore o movimento improvviso, ed era anche sempre stato una persona mattutina. Sinceramente, si era aspettato di svegliarsi il primo giorno al suono del cinguettio degli uccelli, o forse per la luce in viso.
Quello che non si aspettava era di essere svegliato nel bel mezzo della notte al suono di bonghi e urla frenetiche.
Per un momento, rimase sdraiato lì, immobilizzato dalla paura. Il secondo successivo però, i suoi compagni di cabina si mossero nel loro letti e grugnirono forte. “Seriamente?” disse qualcuno incredulo.
Un momento dopo, la porta si spalancò e una torcia illuminò la stanza, accecando momentaneamente Kyungsoo. “Sveglia sveglia, bambini!” esclamò una voce irragionevolmente allegra che Kyungsoo riconobbe come quella di Minseok.
“Hyung, davvero?” grugnì Jongdae.
“La prima notte?” disse Jongin accanto a Kyungsoo.
Minseok ridacchiò. “Abbiamo deciso di iniziare col botto quest'anno.”
“State spaventando i ragazzi nuovi,” si lamentò Jongdae.
La torcia si spostò nella cabina. “Oh, è vero. Scusate Yixing e Kyungsoo.” Non sembrava così dispiaciuto. “Comunque ragazzi, è meglio che vi muoviate. Partiamo tra cinque minuti, e sapete che gli ultimi ad arrivare vengono sempre puniti. Ci vediamo!” E poi scomparve.
Tutto rimase in silenzio per un minuto, e poi tutti cominciarono a grugnire e a muoversi. “Dobbiamo davvero andare,” disse Jongin con voce assonnata. “Se ne andranno senza di noi.”
Mentre il più piccolo si accingeva a scendere dal letto, Kyungsoo gli afferrò un braccio. “Aspetta, Jongin che sta succedendo?” chiese disperato, con il cuore che correva a mille e la testa che gli girava.
“Oh, giusto. È la notte di iniziazione. Lo fanno ogni anno, ma non sappiamo mai quando.” Jongin sbadigliò. “Non la fanno quasi mai la prima notte, però.”
“Iniziazione?” chiese nervoso Kyungsoo.
“Già, ci portano fuori nel mezzo della notte per fare qualche gioco pazzo o qualcosa del genere. Dicono che è per provare la nostra mascolinità o il nostro coraggio o chissà cosa, ma è solo una scusa dei leader di cabina per romperci le scatole la notte,” disse Jongin, accendendo la propria torcia e infilandosi le scarpe.
Kyungsoo si morse il labbro con ansia. “Che tipo di cose vi fanno fare?” chiese, scivolando fuori dal letto e infilandosi un maglione mentre guardava Baekhyun che svegliava Chanyeol.
Jongin scrollò le spalle, tirandosi su il cappuccio della felpa. “Fanno ogni anno cose diverse. Di solito qualcosa che ci spaventi.”
Kyungsoo deglutì terrorizzato.
Pochi momenti dopo, i sei ragazzi uscirono dalla loro cabina, con le scarpe slacciate e rabbrividendo. Si diressero verso la piccola folla che si stava radunando al margine della foresta, stringendo le torce e sbattendo le palpebre contro le luci abbaglianti.
Mentre raggiungevano il gruppo, Jongin si voltò verso Kyungsoo e disse, “Torno subito, devo solo assicurarmi che Sehun non stia piangendo.” scomparve prima che Kyungsoo potesse rispondere qualcosa.
“Quel Jongin,” disse assonnato Baekhyun, stringendosi contro il braccio di Chanyeol per stare al caldo. “Passa metà della sua vita a lamentarsi di Sehun e l'altra metà a preoccuparsi per lui.”
“Perché si preoccupa così tanto per lui?” chiese Kyungsoo, cercando di ritrovare il più piccolo in mezzo alla folla.
Baekhyun scrollò le spalle, strofinando il viso contro la manica della felpa di Chanyeol. “Non so. È sempre stato così, da quando lo conosco.”
Prima che Kyungsoo potesse fare altre domande, una voce potente disse all'improvviso, “D'accordo ragazzi! È arrivato di nuovo il momento! È ora di dividere i ragazzi dagli uomini. I coraggiosi dai deboli. Siete tutti pronti?”
Ci fu un coro di urla, lamentele e grugniti.
Una voce diversa, che Kyungsoo riconobbe come quella di Luhan, rise e disse, “Okay, non c'è tempo da perdere. Partiamo!”
Così Kyungsoo si ritrovò in mezzo al gruppo che si muoveva, addentrandosi nella foresta, seguendo un piccolo sentiero roccioso, con gli alberi che li circondavano da ogni lato. Era buio, ma ogni ragazzo aveva una torcia, quindi c'era abbastanza luce da vedere dove stessero mettendo i piedi. Di tanto in tanto, il sentiero si allargava e Kyungsoo vedeva il cielo schiarito dalla luna attraverso gli alberi fitti, ma era troppo stanco, disorientato e confuso per prestare molta attenzione alla natura che lo circondava, se non per assicurarsi di non inciampare in nessuna radice. Nessuno sembrava sapere dove stessero andando o cosa avrebbero dovuto fare, ma a nessuno sembrava interessare, limitandosi a grugnire e sbattere gli occhi per combattere il sonno. Baekhyun guidava attentamente Chanyeol, facendogli evitare gli ostacoli, mentre il più alto camminava con gli occhi quasi chiusi, e Jongdae parlava a bassa voce con Yixing, probabilmente gli stava spiegando tutte le cose che Jongin aveva detto a Kyungsoo in cabina.
A proposito di Jongin, Kyungsoo non vide il più piccolo fino a che non riapparve accanto a loro cinque minuti dopo. “Sehun è di nuovo appiccicato a Luhan,” disse Jongin, con il viso leggermente illuminato dalla torcia. “E poi credo di dover restare con la mia cabina.”
Kyungsoo annuì vagamente, perché non era sicuro se Jongin stesse parlando direttamente a lui o no. Non è che fossero amici o nulla del genere. Si erano conosciuti solo, quanto, sei ore prima? E per la maggior parte di quel tempo, avevano dormito.
Minseok si avvicinò per controllarli qualche minuto dopo, assicurandosi che ci fossero tutti, ma si rifiutò di divulgare alcuna informazione su dove stessero andando e cosa avrebbero fatto. Si limitò a sorridere maliziosamente, il viso illuminato dalla torcia. Jongdae gli fece una smorfia e gli disse di dar loro un indizio o di sparire. Minseok scelse la seconda opzione, scomparendo di nuovo all'inizio della fila, dove gli altri leader stavano guidando il piccolo gruppetto. Jongdae lanciò qualche insulto assonnato dietro la sua schiena.
Dopo quella che era sembrata un'eternità, uscirono dalla foresta e si ritrovarono in un piccolo spiazzo, dove era stato acceso un falò. Tutti si radunarono intorno ad esso, scaldandosi le mani, e guardando con trepidazione i loro capo cabina.
Un leader – un ragazzo alto con i capelli biondi e le sopracciglia folte che Kyungsoo immaginò fosse Kris – fece un passo avanti, e tutti improvvisamente fecero silenzio, con gli occhi fissi sul suo viso mentre il più grande li guardava serio. C'era completo silenzio nello spiazzo se non per lo scoppiettio del fuoco. “Un tempo,” cominciò a parlare Kris, con voce profonda e seria, “un'antica tribù viveva in questi boschi. Vivevano in questa terra, prendendo ciò che la foresta offriva loro e rispettando la natura. Potevano vivere in pace qui, avevano tanto da mangiare e un riparo solido e robusto. Ma sapevano che questa foresta aveva anche un altro aspetto. Un aspetto cupo e pericoloso che veniva la notte. Bestie terribili, lupi feroci e orsi affamati, serpenti velenosi e creature letali che vivevano nel sottosuolo. Tutti nella tribù sapevano che non dovevano uscire la notte, per non correre pericoli. Tutti sapevano che uscire la notte era come condannarsi a morte. Nessuno che ci era andato era mai tornato.
“Ma due ragazzi vollero sfidare la sorte. Pensavano di essere coraggiosi, inoltrandosi nella foresta da soli, armati di coltelli e lance. Pensavano che sarebbero stati degli eroi, premiati per aver affrontato i terrori della notte. Avevano la vostra età, sedici e diciassette anni, ed erano stolti. Sgattaiolarono fuori dalle loro case nel bel mezzo della notte entrando nella foresta, sfidarono le terribili creature che la abitavano ad uscire fuori e mostrarsi. Quando niente accadde dopo i primi dieci minuti, abbassarono la guardia. Risero ed esultarono, dichiarando che era solo una vecchia storia per spaventare i bambini e tenerli a casa la notte.
“E poi, all'improvviso, la loro fiaccola si spense. Un vento gelido soffiò spegnendo il fuoco, immergendoli nella completa oscurità. I due ragazzi si immobilizzarono, e poi sentirono un profondo ululato in lontananza, trasportato dal vento. Awooooo.” Kyungsoo rabbrividì quando un piccolo ululato echeggiò nell'aria, nonostante fosse solo Kris che aggiungeva degli effetti sonori. “Un minuto dopo, lo sentirono ancora, più vicino. E ancora, più forte. Awoooo. Corsero in direzione del loro villaggio, attraversando la fitta foresta, i rami e le spine gli tiravano i vestiti e gli graffiavano il viso, ma loro continuarono a correre. Ma per quanto stessero correndo veloce, non riuscirono a raggiungere il villaggio in tempo. Sentirono un quarto ululato, così vicino da percepire il respiro caldo sul collo, e poi—”
Un urlo trafisse la notte, e Kyungsoo balzò, scontrandosi con Baekhyun accanto a lui mentre molti altri campeggiatori strillavano. Tutti si voltarono con gli occhi spalancati in direzione dell'urlo, e videro Luhan uscire dalla foresta, con espressione seria. Continuò la storia da dove Kris si era interrotto. “Solo uno dei due ragazzi tornò al villaggio quella notte, con il viso insanguinato e segni d'artiglio lungo tutta la schiena. Nessuno vide mai l'altro ragazzo, e quello che era sopravvissuto non parlò mai di ciò che era accaduto quella notte. Era un involucro di un uomo dopo quell'episodio, quasi assente, con gli occhi cupi dal terrore. C'erano cicatrici sul suo viso, cicatrici che non andarono mai via, erano ricordi di quella notte. Non si avventurò mai più in quella foresta.”
Kris riprese la storia, il viso illuminato dal falò. “Il fantasma del ragazzo morto vaga ancora in questa foresta. Rimane come avvisaglia a quelli che pensano di essere abbastanza coraggiosi da sfidare la notte, quelli che pensano che non ci sia nulla là fuori. A volte, se ascoltate attentamente, potete ancora sentire le sue urla riecheggiare nel vento.”
La storia si concluse, e il silenzio regnò tra i campeggiatori, ma tutto quello che riusciva a sentire Kyungsoo era il suo cuore che batteva. Sapeva che era una cosa stupida – ovviamente non c'era alcun fantasma, ovviamente era solo una stupida storia per spaventarli – ma non impedì al suo sangue di gelarsi nelle vene quando si ricordò dello strillo di Luhan. Rabbrividì, nonostante si stesse bene accanto al fuoco.
“D'accordo, l'ora della storia è finita,” disse all'improvviso una voce, e Kyungsoo si voltò per vedere il quarto leader di cabina, Junmyeon, che sorrideva come se non avessero appena ascoltato un'inquietante storia dell'orrore. “È ora di tornare al campo!”
Ci fu un attimo di silenzio, e poi qualcuno chiese, “Così semplicemente?”
Tutti i leader di cabina sorrisero, e il cuore di Kyungsoo fece un tonfo.

Qualche minuto dopo, i leader girarono tra i ragazzi per le torce di tutti, riponendole in una grande busta di plastica, e mettendoli in coppia. Baekhyun e Chanyeol furono immediatamente accoppiati, visto che Baekhyun era ancora attaccato al braccio del più alto, ora più per paura che per proteggersi dal freddo, e lo stesso valse per Jongdae e Yixing, che erano uno attaccato all'altro vicino al fuoco. Minseok si avvicinò a Kyungsoo, si guardò intorno, e disse, “Kyungsoo, tu vai con Jongin.”
“O-okay,” disse Kyungsoo, passandogli la torcia. “Cosa dobbiamo fare esattamente?”
Minseok sorrise maligno. “Tornare al campo,” rispose semplicemente.
“Ma è buio,” disse nervoso Kyungsoo.
“È questo il punto,” disse il maggiore, e gli diede una gomitata con un sorriso prima di andare avanti.
Quando se ne fu andato, Kyungsoo si voltò incerto verso Jongin. “Mmh…”
“Oh no,” esclamò Jongin, guardando da sopra la spalla del più grande. “Credo che ci stiano mandando in coppia.”
“Huh?” Kyungsoo si girò, e vide Kris indicare a due ragazzi più piccoli, dall'aspetto terrorizzato, il sentiero da cui erano arrivati. I due si incamminarono, stretti l'uno all'altro e guardando indietro un paio di volte disperati, prima di entrare nella foresta.
“Non ci mandano in gruppo. Ci dividono per non farci seguire quelli di fronte a noi.” grugnì Jongin. “Odio la notte di iniziazione.”
Kyungsoo prese un profondo respiro, tremando violentemente. “Ma è... è pericoloso, no?”
Jongin scrollò le spalle. “Non pericoloso come hanno detto nella storia,” rispose. Quando gli occhi di Kyungsoo si spalancarono per la paura, aggiunse, “No, non è pericoloso, davvero. È solo per spaventarci. Basta che seguiamo il sentiero, e andrà tutto bene.”
Kyungsoo non si sentì per nulla rassicurato. “Ma non abbiamo nemmeno una torcia!”
Jongin scrollò nuovamente le spalle. “Almeno i lupi non ci vedranno?”
“Jongin!” strillò Kyungsoo, quasi istericamente. “Devo tornare a casa vivo, sai!”
Jongin rise. “Non accadrà niente,” disse. “Te lo prometto. Ti proteggerò io.”
Quell'affermazione fece ammutolire Kyungsoo, che si voltò verso il fuoco. “Non mi sono iscritto per questo,” mormorò piano, incrociando le braccia. “Voglio andare a casa.”
Jongin rise. “Sembri un bambino piagnucoloso,” lo prese in giro. “Dai, andrà tutto bene. Lo fanno per spaventarci, non per farci uccidere.”
A prescindere da questo, la storia di Kris risuonava ancora nelle orecchie di Kyungsoo, che tremava incontrollabilmente, e davvero, davvero non lo voleva fare.
Aspettarono tutti intorno al falò mentre, a due a due, tutti i campeggiatori lasciavano lo spiazzo per tornare alle loro cabine. Kyungsoo si strinse nelle spalle accanto al fuoco, cercando di non ascoltare i due ragazzi accanto a lui che si raccontavano storie inquietanti, e guardò quando, prima Baekhyun e Chanyeol, e poi Jongdae e Yixing, si inoltrarono nella foresta scura.
“Sei pronto?” chiese all'improvviso Jongin avvicinandosi, e Kyungsoo sussultò. Non l'aveva sentito arrivare.
“Um,” biascicò Kyungsoo, tossendo per nascondere l'imbarazzo. “No.”
Jongin ridacchiò e guardò il cielo. “Almeno è chiaro stasera. Una volta ci hanno fatto fare l'iniziazione sotto la pioggia, e tutti erano terrificati all'idea di essere colpiti da un fulmine.”
Kyungsoo seguì il suo sguardo sul cielo, e ansimò.
“Cosa?” chiese Jongin, guardandolo confuso.
“Ci sono così tante... stelle,” disse Kyungsoo stupefatto.
“Già, di solito stanno lassù,” rise Jongin.
“Ma in città non le vedi,” spiegò Kyungsoo, non volendo chiudere gli occhi nel caso scomparissero.
“Non hai mai visto le stelle prima?” chiese il più piccolo.
Kyungsoo scosse la testa. “Non così,” rispose. “Sono... così tante. Più guardi, più ce ne sono.”
Jongin lo stava fissando, e questo lo metteva a disagio. “Sembri un bambino piccolo,” disse Jongin, e il suo tono era leggermente scherzoso. “Ne hai pure l'aspetto, con i tuoi grandi occhioni.”
Kyungsoo arrossì, ma fortunatamente non era visibile sotto la luce del fuoco. “È bello, okay?” mormorò. “Ho sempre voluto vedere le stelle così.”
Jongin annuì e si avvicinò ancora di più, e Kyungsoo sentì lo stomaco attorcigliarsi. Il più piccolo indicò in cielo. “Vedi quella grande stella luminosa?” Kyungsoo fece un suono di assenso. “Quella è la stella polare. La stella del Nord. Sta alla punta del Piccolo Carro, vedi?” Disegnò un piccolo quadratino con il dito. “L'Orsa Minore.”
Kyungsoo fissò le stelle, ma tutto quello che riuscì a vedere erano piccoli puntini bianchi. “Uh huh,” disse comunque. “Capisco.”
Jongin rise. “Non lo vedi, vero?”
Kyungsoo avvampò e scosse la testa. “Per nulla.”
“Guarda, segui il mio dito.” Jongin si mise dietro Kyungsoo premendo contro la sua schiena, e Kyungsoo si sentì arrossire in un attimo. “Là c'è la Stella Polare, e poi un po' più a destra c'è la stella successiva, e le devi solo seguire per formare il carro.” Kyungsoo cercò disperatamente di non farsi distrarre dal respiro caldo di Jongin sui suoi capelli e di cercare la figura che gli stava indicando il ragazzo. Alla fine, riuscì più o meno a vedere quello di cui stava parlando Jongin.
“Oh! Lo vedo. È davvero figo.” Ora per favore allontanati da me prima che soffochi. “Come fai a sapere tanto sulle stelle?”
“Chanyeol si interessa a roba di astronomia. Ci dà noiose lezioni ogni anno.” rise Jongin. “Immagino tornino utili, però. Sai, per mettersi in mostra.” Sorrise e si spostò, permettendo a Kyungsoo di riprendere a respirare. “Posso mostrarti di più, se vuoi.”
“Oh, sì, c-certo,” disse Kyungsoo, agitandosi, ma prima che Jongin potesse farlo, Minseok li chiamò.
“È il vostro turno, miei adorati!” disse, sorridendo, il loro leader di cabina.
Kyungsoo si sentì sussultare nuovamente. Per un secondo si era quasi dimenticato della prova di iniziazione, con Jongin che lo distraeva e tutto. La paura gli attanagliò ancora una volta il petto.
Jongin sospirò accanto a lui. “Beh, immagino sia il nostro segnale,” disse cupamente. “Non ha senso provare a protestare.”
“A meno che non vogliate essere conosciuti come i rammolliti del campo per le prossime settimane!” esclamò Minseok.
Jongin grugnì. “Dai,” si rivolse a Kyungsoo. “Andiamo.”
Kyungsoo trovò difficile staccarsi dal falò. L'aria notturna era fresca quando si allontanarono dal calore delle fiamme, e rabbrividì, sia per il freddo sia all'idea di immergersi nella fitta foresta scura.
“Attenti ai lupi!” gridò loro dietro Minseok, e Kyungsoo non apprezzò affatto quel commento.
Un momento dopo, lui e Jongin entrarono in mezzo agli alberi, lungo un sentiero appena visibile, e seriamente, Kyungsoo non riusciva a vedere niente. “Jongin,” disse disperato. “Come cavolo torniamo indietro?”
Jongin rise alla sua sinistra. “Seguiamo il sentiero. Se senti di star camminando tra i cespugli, stai sbagliando strada.”
Kyungsoo stava tremando ormai, e non per il freddo. “Questa prova di iniziazione è terribile.”
“È proprio questo il punto,” disse Jongin, cominciando ad avanzare, e i suoi passi si facevano sempre più silenziosi.
“Aspetta!” esclamò Kyungsoo, affrettandosi e scontrandosi con la schiena del più piccolo. Kyungsoo gridò per il contatto improvviso e indietreggiò, quasi cadendo a terra.
Jongin rise forte. “Calmati hyung,” disse (e Kyungsoo si prese un momento per apprezzare il modo in cui quell'appellativo suonava sulle labbra di Jongin). “Cammina dietro di me, andrà tutto bene.”
Ad essere sinceri, non era il buio a spaventare Kyungsoo. Aveva superato quella paura anni prima. Erano solo... i fruscii improvvisi, e l'inciampare su un sentiero irregolare, e i suoni sospetti della foresta, e quella stupida storia dell'orrore che avevano raccontato i capo cabina. Il cuore di Kyungsoo batteva così forte che era certo che anche Jongin lo sentisse, e ogni volta che sentiva qualcosa muoversi lì vicino sussultava e ansimava. Il più piccolo non fece parola delle sue reazioni infantili, fortunatamente, anche se quando Kyungsoo emise uno squittio davvero imbarazzante sentendo qualcosa muoversi tra i cespugli alla sua sinistra, Jongin rise leggermente.
Kyungsoo pensava di star seguendo Jongin abbastanza rapidamente, ascoltando il rumore dei suoi movimenti e del suo respiro, ma una volta Kyungsoo inciampò su una roccia e cadde sulle ginocchia prima di rialzarsi velocemente, e spese qualche secondo a imprecare e spolverarsi i pantaloni per poi riprendere a camminare. Fu solo allora che si rese conto di non sentire più Jongin, e per un terrificante secondo, pensò che avrebbe iniziato ad andare in iperventilazione. “Jongin?” chiamò disperato, la voce spezzata, tremando violentemente alla prospettiva di rimanere da solo in una foresta nel bel mezzo della notte.
“Sono proprio qui, hyung,” disse una voce davanti a lui, e il sollievo travolse Kyungsoo in un'ondata. “Stavo aspettando che mi raggiungessi.”
Kyungsoo deglutì e allungò le braccia. “Dove sei?” chiese, a questo punto fregandosene di sembrare un pappamolle.
“Proprio qui.” sentì il rumore di passi, e poi le dita di Kyungsoo sfiorarono il tessuto di un maglione. “Vuoi tenermi la mano o qualcosa del genere?”
La voce di Jongin sembrava leggermente divertita, ma Kyungsoo blaterò un veloce, “No!”
“Bene, allora non rimanere indietro.” il tessuto scomparì, e con passi veloci Kyungsoo procedette in avanti.
“Jongin aspetta!” Kyungsoo corse in avanti, inciampando su qualcosa e quasi cadendo su Jongin per la seconda volta. Afferrò il maglione del ragazzo. “Lasciami... tenere il tuo maglione. Così non ci separiamo.”
Jongin rise. “Okay,” disse. “Afferra l'orlo, se vuoi. Non lasciarlo, altrimenti ti mollo indietro.”
Kyungsoo annuì con forza, per poi rendersi conto che l'altro non poteva vederlo e disse, “Okay.” Era imbarazzante il suo comportamento in questo momento, soprattutto di fronte a Jongin, ma davvero, davvero, non voleva rimanere solo. Il più piccolo riprese a camminare, e Kyungsoo strinse il bordo del suo maglione, seguendolo e di tanto in tanto inciampando su qualche piccolo ostacolo. Una volta, il sentiero svoltò all'improvviso, e visto che non riuscivano a vedere niente, Jongin andò dritto contro un albero, cominciando a ridere sguaiatamente nella foresta silenziosa. Anche Kyungsoo rise leggermente, ma era più che altro impaziente di ricominciare a camminare per tornare al campo. Non gli sembrava di averci messo così tanto all'andata. Stavano andando dalla parte sbagliata? Si erano persi? Non si ricordava nemmeno se il sentiero avesse altre uscite in cui perdersi. Tutto ciò che poteva fare era fidarsi di Jongin.
Non stava affatto facendo un buon lavoro nell'essere lo hyung in questo momento.
Non parlarono mentre si facevano strada nella foresta, anche se il silenzio metteva ancora più in allerta Kyungsoo. Odiava poter sentire ognuno dei suoi respiri tremolanti ed ogni fruscio delle foglie attorno a loro. Odiava specialmente il bubbolio dei gufi sugli alberi - sembravano così inquietanti, così spettrali, e Kyungsoo voleva coprirsi le orecchie, ma per farlo avrebbe dovuto lasciar andare il maglione di Jongin e non ne aveva alcuna intenzione. Cercò di concentrarsi nello stare in equilibrio quando i suoi piedi si scontravano con qualche roccia sul sentiero, ma non era facile quando il vento soffiava tra gli alberi, come respiri freddi sul suo collo.
All'improvviso si sentì un suono profondo e sia Kyungsoo che Jongin si bloccarono. Kyungsoo sentì il sangue ghiacciarsi nelle vene quando un debole ruggito provenne dalla foresta alla loro sinistra, e quando un rametto si spezzò Kyungsoo strillò e si accovacciò, coprendosi le orecchie e serrando gli occhi, tremando incontrollabilmente. Aspettò che accadesse qualcosa – qualsiasi cosa – ma non successe niente. Prese un profondo respiro e rimase dov'era, immobilizzato dalla paura.
“Hyung,” disse una voce smorzata, e Kyungsoo poggiò la fronte sulle ginocchia e premette le mani più forte contro le orecchie. “Hyung, è tutto okay. Penso se ne sia andato.”
Il cuore di Kyungsoo stava ancora correndo, e scosse la testa testardo. Non si voleva alzare. Non si voleva muovere.
“Hyung, andiamo, dobbiamo tornare al campo.” Anche con le orecchie coperte, Kyungsoo riusciva a sentire che la voce di Jongin era tremolante.
“No,” disse Kyungsoo, con voce strozzata. “Non posso farlo.”
Una mano gli tirò il braccio, e il contatto fece sussultare Kyungsoo. Ma Jongin insistette, tirando Kyungsoo fino a quando non si ritrovo in piedi con le gambe tremanti. Una mano calda scivolò nella sua.
“Non siamo lontani,” gli giurò Jongin, la voce vicina all'orecchio del maggiore. “Andiamo avanti.”
Kyungsoo deglutì e strinse la mano di Jongin. Al diavolo l'imbarazzo, non voleva davvero lasciarla andare. La sua mano era calda, confortante e rassicurante, e Kyungsoo lasciò che il più piccolo lo guidasse lungo il sentiero, ancora un po' instabile sui suoi piedi. Ogni minimo rumore lo faceva saltare, ma ora anche Jongin sussultava, e Kyungsoo si sentiva un po' meglio sapendo di non essere l'unico che aveva avuto paura.
Finalmente videro una luce fioca davanti a loro, e corsero in avanti, inciampando sulle rocce e sulle radici degli alberi nella fretta di liberarsi dalle grinfie della foresta. Kyungsoo quasi pianse quando finalmente uscirono dal sentiero e si ritrovarono nello spiazzo del campo, dove le luci dell'edificio principale illuminavano la notte.
“Oh, grazie al cielo,” disse Jongin, sembrando senza fiato. “Pensavo non ce l'avremmo mai fatta.”
“Odio quella foresta,” dichiarò Kyungsoo, con le gambe deboli.
Jongin rise piano. “È meglio se impari a fartela piacere, perché ci passerai un sacco di tempo dentro.”
Kyungsoo grugnì.
Jongin gli tirò leggermente la mano, e Kyungsoo si rese conto che stava ancora stringendo con forza la mano del più piccolo. “Andiamo, torniamo in cabina e mettiamoci a letto, sono stanco da morire.”
Kyungsoo concordò velocemente e lasciò la mano di Jongin mentre si incamminavano verso la loro cabina. La perdita di calore era sconcertante e il cuore di Kyungsoo non aveva ancora rallentato, ma preferiva far finta che non si fossero mai presi per mano. I ragazzi etero di 17 anni non si tengono per mano. E Jongin pensava che lo fosse.
Erano a metà strada per la loro cabina quando il più piccolo si fermò all'improvviso, si voltò, e fece un passo verso quella di Luhan, dicendo, “Oh, aspetta, devo solo andare—”
Prima che potesse finire, una figura apparve sulla soglia e una voce esclamò, “Non osare venire a controllarmi, Kim Jongin, vai a dormire!”
Jongin grugnì, e Kyungsoo rise piano. “Non lo stavo facendo, idiota!”
“Sì, come no!” gridò Sehun.
“Chiudete il becco e andate a letto!” gridò una voce da un'altra cabina.
Jongin sbuffò e si voltò verso Kyungsoo che lo stava aspettando incerto, ancora un po' tremante. “Okay, andiamo.”
La vista del proprio letto fu un caldo benvenuto per Kyungsoo. Tutti gli altri erano già tornati in cabina e stavano dormendo profondamente, e Kyungsoo si buttò sul letto, calciando via le scarpe e tuffandosi sotto le coperte come se potessero proteggerlo dagli orrori di quella notte. Jongin salì accanto a lui, e il maggiore gli diede le spalle, ancora un po' imbarazzato per quello che era accaduto nell'ora precedente. Nella cabina calò il silenzio, e per un attimo Kyungsoo pensò che Jongin si fosse addormentato, ma poi una voce gentile disse, “Buonanotte, hyung.”
Kyungsoo deglutì a fatica. “Buonanotte, Jongin,” disse piano. “Grazie per…lo sai.”
“Sì,” disse lui, e finì lì, ma era davvero tutto quello che Kyungsoo voleva sentire.
Pochi minuti dopo, il suo cuore finalmente rallentò, e si addormentò, assolutamente esausto.

Kyungsoo si considerava una persona mattutina, ma divenne presto chiaro che essere trascinati fuori dal letto e in mezzo a una foresta nel mezzo della notte non lo aiutava di certo ad essere lucido e felice di essere svegliato una seconda volta quando il sole era ormai sorto. Almeno stavolta, invece di rulli di tamburi sospetti e urla, vennero svegliati da un'irritante musica pop che proveniva da uno stereo portatile.
Tutti brontolarono mentre scendevano dal letto e si infilavano i vestiti prima di dirigersi vero la mensa e sedersi ad uno dei lunghi tavoli. Kyungsoo si agitò leggermente quando Jongin si sedette accanto a lui e le loro ginocchia si scontrarono, ma poi un Sehun piuttosto assonnato collassò sulla sedia all'altro lato del suo (ex?) migliore amico e Jongin si voltò a parlare con lui, e Kyungsoo poté tornare a respirare normalmente.
“Allora che ne pensate dell'iniziazione, eh?” chiese Jongdae, accasciato su Yixing alla destra di Kyungsoo.
“Chanyeol si è addormentato a metà storia,” disse ridacchiando Baekhyun. “Non aveva nemmeno idea di cosa stesse succedendo.”
Non sembrava che Chanyeol sapesse cosa stesse succedendo nemmeno in quel momento, perché i suoi occhi erano chiusi e non rispose al commento di Baekhyun.
“Dorme sempre così tanto?” chiese piano Yixing, e Kyungsoo fu grato di non aver dovuto chiedere lui stesso.
Baekhyun rise, forte e fin troppo allegro per quanto era stanco Kyungsoo. Chanyeol ancora non si mosse. “Solo il primo giorno,” disse. “È perché non dorme mai la notte prima di venire qui. Ma è comunque il più dormiglione tra noi.”
“Chanyeol è il re dei sonnellini. Quel ragazzo riesce a dormire ovunque, ad ogni ora. Una volta si è addormentato fuori e ha cominciato a piovere e non si è nemmeno svegliato,” disse Jongdae.
Kyungsoo rise piano.
All'improvviso, Jongin si voltò verso il gruppo e sbatté una mano sul tavolo. “Io e Kyungsoo abbiamo sentito qualcosa ruggire nella foresta ieri notte!” dichiarò.
Ci fu un coro di ansimi e sbuffi e mormorii di, “Davvero?”
Jongin annuì orgoglioso, come se fosse una gran cosa. “Già, stavamo tornando al campo. C'è stato un fruscio e poi ha ringhiato.”
“Cosa avete fatto?” chiese Baekhyun, con gli occhi sgranati.
Jongin tossì leggermente. “Abbiamo, um, aspettato.” Kyungsoo arrossì al ricordo della sua reazione meno che coraggiosa a quel rumore. “E se n'è andato.”
Jongdae grugnì. “Probabilmente era un procione.”
“I procioni non ringhiano!” obiettò Jongin, come se quel suggerimento l'avesse offeso.
“Invece sì!” insistette Jongdae.
“Dovresti dargli ascolto,” lo avvisò Baekhyun. “Lo sai che Jongdae conosce queste cose molto più di noi.”
Jongin sbuffò e incrociò le braccia come un bambino imbronciato. “Non era un procione,” disse.
Kyungsoo si sporse leggermente verso di lui. “Perché crediamo a Jongdae?” sussurrò.
“Sa tutto sulla natura e quelle cagate lì,” disse Jongin, storcendo il naso. “I suoi genitori erano tipo delle guide o qualcosa del genere. Ed è stato anni negli scout.”
“Oh.” Kyungsoo resistette al bisogno di ridere. “Figo.”
“Torna utile,” ammise Jongin. “Ci dice quali piante ci possono uccidere e cose così. E, cosa più importante, quali piante possono uccidere Sehun.”
Kyungsoo aprì la bocca per chiedere perché, ma prima che potesse farlo, Sehun starnutì violentemente, e poi di nuovo, e altre tre volte, tutte di fila.
“Oh, grandioso,” gemette il più piccolo. “Non di già.”
“Sehun è allergico a tutto,” si intromise Baekhyun mentre Jongin tirava fuori dei fazzoletti dalla tasca dei pantaloni. “Letteralmente a tutto.”
“Non tutto,” disse Sehun mentre si soffiava il naso, facendo una smorfia. “Quasi... tutto.”
Kyungsoo rimase a bocca aperta. “Allora perché vieni in un campo in mezzo alla foresta?” chiese.
“Oh, questa è la cosa migliore!” disse Jongdae. “Suo padre è incredibilmente ricco, ed è lo sponsor principale di questo campo. Ed è per questo che il nostro maknae impertinente ottiene tutto quello che vuole.”
“Non sono impertinente!” disse Sehun, imbronciandosi e prendendo altri fazzoletti.
“E Sehun continua a venire qui perché la sua preziosa Principessa Lu è qui,” aggiunse Jongin, e Sehun gli lanciò dei fazzoletti usati addosso. L'amico strillò e lo colpì forte, urlando, “Che schifo!”
Come se invocato dal soprannome imbarazzante di Jongin, Luhan si materializzò all'improvviso davanti alla mensa, sorridendo. “Ah, vedo che tutti siete sopravvissuti alla notte di iniziazione!” esclamò.
Ci fu un coro di lamentele, e il leader rise. “Bene, bene. Comunque, spero siate tutti qui, perché è ora di mangiare. La cabina di Junmyeon può mettersi in fila per prima.” Fece un cenno verso un grande tavolo al lato, apparecchiato con grandi vassoi di cibo. “Oh, e Sehun, vieni a prendere la tua colazione speciale.”
Sehun sorrise e si alzò. “I vantaggi di essere allergici a tutto,” disse, camminando con ostentazione.
Poco dopo, tutti avevano il proprio cibo e si risedettero al loro tavolo, e alla fine la conversazione cambiò sui progetti della giornata.
“Luhan-hyung ha detto che subito dopo colazione andiamo al lago,” disse Sehun, leccando i suoi cereali dal cucchiaio. “Per nuotare e roba del genere.”
“Oh, fantastico!” disse Chanyeol, il quale si era appena svegliato per andare a prendere da mangiare ed ora era entusiasta per qualsiasi cosa. “Mi sono mancate le nuotate di prima mattina.” tutti confermarono impazienti.
Kyungsoo, nel frattempo, era seduto immobile al suo posto. Nuotare. In un lago. Kyungsoo non sapeva nuotare nemmeno in piscina. Con un pavimento. Non è che avesse paura dell'acqua o qualcosa del genere (okay, forse aveva un po' paura dell'acqua), ma non sapeva letteralmente come nuotare.
Sarebbe morto.

  
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