Characters: Rotten Four; Ben;
Pairing: BenxCarlos {benlos};
Warning: slash;
Words: 726
Prompt di: Jordan Hemingway Efp ~ Descendants, Rotten 4+Ben, una
semplice caccia al tesoro, dicevano. Peccato che ora si trovassero DAVVERO nei
guai. (Decidi tu se e quali dinamiche di coppia mettere ^^)
Disclaimers: I pg appartengono alla Disney.
Scritta per la
Drabble Weekend 19/09-20/09 2015 @We
are out for prompt
«Corri Carlos, corri!»
«Cosa credete che stia facendo?!»
Le urla dei ragazzi esplodevano nella foresta, spandendosi in più eco tra gli
alberi incantanti che tendevano rami e sbattevano radici al loro passaggio.
Jay era in testa al gruppo, il tappeto volante, arrotolato e caricato sulla
spalla sbatteva le nappe dorate contro le sue cosce; alle volte sembrava
mostrare un cenno di vita, una delle estremità arrotolate si sollevava, faceva
per srotolarsi, ma finiva sempre con il ricadergli addosso, troppo vecchio,
troppo sfilacciato o solo troppo marcio per essere utile. Proprio un bel
premio per una maledetta caccia al tesoro!
Subito dietro il figlio di Jafar, Mal cercavano di ricordare la strada giusta
per tornare all'Auradon Prep (e magari farla pagare alla Fata Madrina per
essersi dimenticata di avvertirli che la Foresta fosse viva e non amava chi
calpestava le aiuole o inciampava per sbaglio nelle radici dei piccoli pioppi
rischiando di sradicarli completamente. E grazie tante!) ed Evie la
difendeva dalla pioggia di castagne e ricci caduti dalle fronde.
Elegante anche con una pentola in mano usata come una mazza, colpì l'ennesimo
riccio, rispedendolo al mittente.
«E tu che ti sei lamentata quando l'abbiamo presa in prestito durante il
pranzo con Rapunzel.» commentò Mal, sorridendole orgogliosa per il colpo.
«Non potete rimandare i complimenti dopo e pensare a come salvare ME?!»
A chiudere la fila, parecchi metri più indietro, Carlos correva a perdifiato
affiancato da Dude e dal suo abbaiare spaventato e circondato da una muraglia di
Denti di Leone che gli turbinavano addosso e si disperdevano ad ogni follata di
vento. Disperato, continuava a mulinare le braccia, cercando di liberarsene e,
contemporaneamente, evitando di inciampare – di nuovo – in qualsiasi radice.
«Perché non potevamo fare una partita con i videogames come avevo proposto io?!»
si lagnò.
«Perché non sarebbe stato un'avventura?»
«TI ODIO, JAY!»
«Ti amo anch'io, amico!»
Nemmeno in quella situazione i due avevano smesso di punzecchiarsi e,
lasciandosi stupidamente distrarre, Carlos aveva rallentato la corsa, tropo
concentrato nelle smorfie del volto. Fu allora che una delle radici degli alberi
più vicini si sollevò, sovrastandolo.
«CARLOS, ATTENTO!»
Poco prima che si abbattesse su ragazzo, lasciando sul terreno il profondo solco
del suo passaggio, un nitrito si perse nell'aria.
«Ok, ricapitoliamo un attimo per tutti quelli che si sono persi un passaggio.»
con le dita strette alle redini di un destriero dal manto nero pece, Mal guardò
con tanto d'occhi i propri amici e il Principe arrivato letteralmente su un
cavallo bianco a salvare la… il… villain. «Come facevi a sapere che ci avresti
trovato qui?»
Ben sorrise.
«Una caccia al tesoro e il divieto assoluto di entrare nella Foresta Incantata?
Direi che non è stato così difficile indovinare, Mal.»
La sua risata fu un toccasana per tutti e quattro i ragazzi e ad essa si
aggiunse quella di Jay – incitava un purosangue dal manto castano, un mustang
senza sella che il Ladro cavalcava a pelo con confidenza, come se lo avesse
fatto da sempre (ed in seguito, una volta tornati alle stalle della scuola, non
si sarebbe stupito più di tanto a scoprire che il nome del mustang fosse Spirit,
quello Spirit).
Alle spalle di Mal, con le braccia allacciate alla vita dell'amica, Evie tirò un
sospiro di sollievo.
«E aspettate quando sistemerò il Tappeto.» chiocciò allegra.
«Puoi farlo?»
«Mio caro Jay, non c'è niente che io non possa rendere più bello.» sorrise con
labbra piene e rosse, sbattendo le ciglia.
L'unico che ancora non aveva aperto bocca era Carlos. Stringeva tra le braccia
Dude e sul volto aveva ancora un'espressione scossa; era difficile capire se
fosse perché aveva appena rischiato la vita o perché si trovava sulla cima di un
bestione che galoppava veloce come il vento. Dietro di lui, Ben lo teneva
prigioniero di un abbraccio che si allungava sino alle redini, mantenendo su
queste la propria presa.
«Va tutto bene, Carlos?» gli chiese.
«Ce-certo.»
Avrebbe dovuto impegnarsi di più per suonare convincente.
«Non c'è niente di cui aver paura.»
«Non ho paura!» urlacchiò, troppo acuto.
Ben annuì, si chinò in avanti e fece aderire completamente il petto contro il
fianco sottile del più piccolo. «Bene.»
Stampò un bacio fugace alla sua guancia, sentendone il calore dipanarsi sulla
pelle di Carlos e tra le lentiggini che risaltarono sul suo rossore.
E, con un colpo di redini, cavalcarono tutti e cinque verso la scuola.