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Autore: Arya Tata Montrose    17/04/2016    1 recensioni
Rin non poteva crederci. Non poteva credere di essere arrivato all'ultimo momento senza avere ancora un regalo. O una minima idea di cosa regalare a Shiemi per il White Day.
Nella sua mente, c'era solo l'austero bianco della luna piena che dominava il cielo al di fuori della finestra del dormitorio.
Seriamente: cosa poteva regalarle, che fosse bianco e che le potesse piacere?
«E magari sia diverso dalle scatole di cioccolatini che le hanno dato Yukio e gli altri.» borbottò.
«Rin, ma a Shiemi non piacciono i fiori?»
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Storia ispirata ad un prompt di Kuruccha, cui la storia è dedicata.
[Rin/Shiemi]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rin Okumura, Shiemi Moriyama
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dedicata a Kuruccha, che mi ha 
regalato questo bellissimo prompt.
E a tutti quelli che leggeranno
perchè questi due sono lo zucchero
e non ci sono mai abbastanza storie su
di loro (e su Yukio e Shura, provvederò)

 



Lillà



Rin non poteva crederci. Non poteva credere di essere arrivato all'ultimo momento senza avere ancora un regalo.  O una minima idea di cosa regalare a Shiemi per il White Day. 
Nella sua mente, c'era solo l'austero bianco della luna piena che dominava il cielo al di fuori della finestra del dormitorio. 
Seriamente: cosa poteva regalarle, che fosse bianco e che le potesse piacere?
«E magari sia diverso dalle scatole di cioccolatini che le hanno dato Yukio e gli altri.» borbottò. 
 
«Rin, ma a Shiemi non piacciono i fiori?» Kuro giocava allegramente con i suo capelli, ascoltando i crucci dell'amico. 
 
«Si!» per un attimo sembrò che ogni suo problema fosse risolto. Rischiò perfino di urlare e svegliare Yukio, che per una dannata buona volta dormiva prima delle undici. «Però quali le regalo? E soprattutto, dove li vado a prendere dei fiori a quest'ora?» 
 
Kuro scese dalla sua testa per saltargli in grembo e farsi fare qualche coccola. «Io ho visto dei fiori carini e bianchi quando sono andato a fare un giro nel terzo distretto.»
 
Rin afferrò il suo famiglio, sollevandolo davanti a sè come se fosse stato il piccolo Simba. «Kuro! Sei un genio, mi accompagni?» 
 
Il Sith cat non sembrò molto contento del fatto che il padrone avesse smesso di fargli le coccole ma, quando gli venne promessa una porzione extra al pranzo successivo, la sua energia sembrò essere magicamente tornata. 
 
 
 
 
 
Sperò vivamente di trovarla sveglia quando, un po' incerto, fece il suo ingresso nel giardino di Shiemi. 
 
Un po' se lo aspettava, anche se temeva il contrario, ma la trovò lì, davanti a un cespuglio di ortensie, intenta a prendersene cura. 
 
Dovette accorciare la distanza ad un solo, misero passo perché lei si accorgesse della sua presenza, presa com'era dal canticchiare quella che doveva essere una vecchia ninna nanna. 
 
«R-Rin!» Shiemi lo osservò sorpresa è un po' rossa in viso. «Non ti avevo sentito arrivare!»
 
 
 
Velocemente, si alzò e si pulì le mani sporche di terra sul kimono. «Vuoi entrare? Mia madre dorme ma il tè è ancora caldo e qui c'è il vento ed è scuro-» la sua voce suonava nervosa ma non per questo meno dolce alle fine orecchie di Rin.
 
La guardò un po' stranito, mentre la faccia di Shiemi si faceva rossa e lei abbassava il capo, prendendogli la mano e trascinandolo all'interno della bottega. 
 
 
 
Rin, quindi, si trovò seduto su un morbido cuscino e con una tazza di tè in mano, con Shiemi davanti che, in compenso, sembrava essersi calmata. 
 
«Scusa per lo sproloquio di prima, mi ha agitata vederti apparire così» spiegò infatti. «Però... Come mai sei venuto qui? Oggi abbiamo lavorato molto, durante la missione, non sei stanco?» gli chiese, preoccupata. 
 
Rin scosse il capo, con un sorriso un po' ebete sul viso. «Sì, molto. E tu, piuttosto? Sembravi stremata, oggi.»
 
«Ultimamente ho sempre meno tempo per occuparmi del giardino della nonna, così lo faccio la sera tardi. Sai, è davvero bello farlo con la Luna accanto!» 
 
Il sorriso di Shiemi era veramente splendido, si trovò a pensare Rin. Gli sembrava genuino, caldo e i suoi occhi esprimevano tutta la bontà di cui era fatta quella ragazza. Era lei che, dopo aver scoperto chi era in realtà, gli era stata più accanto. Shiemi aveva affrontato le sue fiamme blu e gli aveva detto di non avere paura di lui, che non era un mostro. Rin, quel giorno, quando si era deciso a farle un regalo per il White Day, voleva ringraziarla di essere lì con lui, di aiutarlo, di sorridergli, di non considerarlo il figlio di Satana, solo Rin. 
 
«Oh, capisco. Comunque... Sai, volevo darti questi. Sono per ringraziarti.» borbottò, leggermente in imbarazzo, estraendo il mazzetto di lillà bianchi dalla tasca della giacca. La coda che, dietro di lui, si muoveva come un serpente impazzito, in una danza che esprimeva tutto il suo imbarazzo misto a gioia di quel momento. 
 
Shiemi sembrò quasi illuminarsi alla vista dei fiori e, per un momento, Rin temette di avergli dato involontariamente fuoco – aveva imparato a controllarsi, però non era sicuro di essere diventato così bravo. La ragazza, senza notare l'improvviso lampo di preoccupazione  sul suo volto, delicatamente allungò le mani per prendere quel piccolo – e un pochetto rovinato dalla poca cura nel trasporto – mazzetto di lillà bianchi. Li osservava con una luce particolare negli occhi verdi che a Rin parvero più belli del solito. Davvero le piaceva il regalo che le aveva fatto?
 
Per la seconda volta in pochi minuti, temette di aver combinato un disastro, vista la lucidità degli occhi di Shiemi – che per lui erano comunque bellissimi. 
 
 
 
«S-Sono bellissimi! Grazie Rin!» esclamò invece Shiemi, tutta rossa e fremente, cosi felice che i suoi occhi si stavano preparando a piangere di gioia. 
 
«Ah, sì? So-sono veramente contento che ti piacciano, Shiemi!» la sua coda sembrava impazzita, come quella del più allegro dei cuccioli. 
 
Come si poteva averne paura? Shiemi se lo era sempre chiesta, da quando l'aveva rivelata. Certo, era spaventoso per i nemici, Rin, circondato da quelle fiamme blu, ma per loro, per i suoi amici – per lei – quelle fiamme distruttrici si trasformavano in un fuoco gentile, che purifica e riscalda i cuori. Shiemi, in tutta onestà, trovava Rin adorabile. Non conosceva un aggettivo che per lei suonasse meglio accanto al suo nome. 
 
 
 
[Tra di loro, ora, era calato un silenzio imbarazzato, di chi non sa cosa dire – perché in quel momento le parole erano superflue e, se Mephisto fosse stato lì come spettatore, sicuramente avrebbe preteso che si avvicinassero e che si baciassero – ed i visi di entrambi sembravano pomodori, tutti rossi e con espressioni leggermente agitate. 
 
Rin, in fretta, si congedò, cogliendo al volo la scusa della stanchezza data da uno sbadiglio che non era riuscito a trattenere e, nel salutarsi, entrambi si profusero in raccomandazioni e auguri di buona notte.]
 
 
 
Puntò un'ultima volta lo sguardo sul vasetto accanto al letto, dove aveva sistemato i fiori che le aveva portato Rin e, con un sorriso prima di chiudere gli occhi, si domandò se il ragazzo conoscesse il significato di quei fiori. Sperò che fosse così e si abbandonò al torpore del sonno. Hypnos le portò in dono un'immagine di lei e Rin sorridenti, mano nella mano, nel Giardino di Amahara, circondati da lillà, i fiori delle emozioni d'amore. 


 
Angolo autrice
Nulla di particolare da dire, in effetti. Vi lascio il prompt originale: 
I fiori perfetti per un regalo. 
E nulla, grazie di essere arrivati fino a qui e di avere aperto la storia. Spero vi sia piaciuta!
Tata
   
 
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