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Autore: Eic    19/04/2016    0 recensioni
"Un bigliettino fu fatto scivolare nella stanza e subito dopo il rumore dei passi continuò imperterrito nella direzione da cui aveva sentito lo sconosciuto avvicinarsi.
Raccolse il biglietto.
“Egregio Sig. Benati,
siamo lieti di invitarLa al primo incontro annuale della nostra organizzazione.
Per motivi di sicurezza, Le chiediamo di non farne parola con nessuno.
In seguito sono riportate le informazioni per luogo e ora.
00.00, Aula Magna.
La preghiamo inoltre, di non venire accompagnato.
Giacca e cravatta sono gradite.
E.”
La vita che abbiamo è il prodotto delle scelte e delle decisioni prese.
Certe decisioni però sono particolarmente difficili da prendere e possono avere conseguenze terribili.
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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L’inizio delle indagini.

Arrivato all’università, fu scortato dal medico legale alla sezione dei bagni comuni, dove era stato ritrovato il cadavere.

Ebbero un breve dialogo, in cui il medico legale usava parole cliniche per dire ciò che il commissario già sapeva.

Quando avanzò l’ipotesi di assunzione di droghe, il medico lo fermò immediatamente dicendogli di aver avuto già i risultati dell’autopsia che confermavano la sua ipotesi di decesso per un’ingente quantità di arsenico. Sembrava che qualcuno si fosse introdotto nei bagni mentre Benati si stava facendo una doccia e una volta preso alla sprovvista, avesse stretto alla bocca della vittima un fazzoletto imbevuto dal veleno. Il fazzoletto non era stato ritrovato.

Questa informazione accese una lampadina nella sua testa e il seme della curiosità venne piantato nel suo cervello.

Lampadina che però fu spenta quasi immediatamente da un suo collaboratore, tale comandante Moldella, che DeNovi si divertiva a chiamare Lucia, per l’assonanza del cognome con il celebre personaggio di Manzoni.

Non correva esattamente buon sangue tra di loro da quando la moglie del comandante aveva cominciato a nutrire un interesse verso DeNovi. Interesse che DeNovi non si era sentito di scoraggiare e che aveva peggiorato un’antipatia già esistente tra i due.

“Benati, non si preoccupi e torni alle sue buche e alle sue mazze, che il suo lavoro lo abbiamo già svolto noi.” disse Moldella.

“Buongiorno comandante, le mie buche e le mie mazze possono aspettare. Non scappano, al contrario di sua moglie. Ho saputo che non vivete più insieme. Che peccato.” rispose DeNovi.

Vide gli occhi di Moldella assottigliarsi talmente tanto che se fosse stato possibile lo avrebbe incenerito con uno sguardo.

“Quello che mia moglie fa o non fa, non sono affari suoi.

Cercherò di spiegarle quanto è successo, usando parole elementari e comprensibili. Il ragazzo ucciso aveva una sorellastra, Elena, da cui aveva subito maltrattamenti durante l’infanzia, a causa della gelosia di quest’ultima. È un soggetto instabile con un passato di abuso di droghe e di alcol. Abbiamo inoltre scoperto che era a Milano il giorno dell’omicidio e non ha un alibi per il momento dell’uccisione. È dunque chiaro che abbiamo il nostro colpevole e il movente. Non mi ringrazi. Buona giornata.” E detto questo, girò i tacchi e se ne andò.

La rabbia montò dentro il commissario DeNovi, anche se nulla traspariva all’esterno.

Decise di andare a respirare dell’aria fresca per sbollire e quando ci riuscì, decise di dare comunque un’occhiata alla scena del crimine, più per fare vedere a Moldella che non si faceva certo dare ordini da lui.

Nel mentre della sua perlustrazione, vide che la scientifica aveva smontato una grata che dava accesso alle tubature.

Avvicinò il viso all’apertura. Era buio e usciva un odore sgradevole. Nonostante questo più per impulso che per ragionamento, decise di tastare le pareti della tubatura per sentire se ci fosse o meno qualcosa di anomalo.

Per minuti tutto ciò che sentiva era il metallo freddo e viscido, ma quando sentì sotto le sue dita della stoffa, l’eccitazione lo prese. Iniziò delicatamente a tirare, pensando che la cosa più professionale sarebbe stata quella di chiamare un tecnico, ma l’impulso aveva di nuovo preso il sopravvento sul cervello.

Tirò e tirò finchè una decina di minuti dopo si trovò in mano un fazzoletto di stoffa, che un tempo doveva essere stato bianco. A lato era stata ricamata una piccola E.

Ebbe per un momento l’istinto di sbatterlo in faccia quel supponente di Moldella, ma poi si rese conto che quel pezzo di stoffa poteva essere la risoluzione alternativa del caso come anche solo una prova effettiva della colpevolezza di Elena. Il fazzoletto ricamato riportava la lettera iniziale del suo nome dopotutto. Decise quindi di tenerselo per sé.


Benritrovati cari Visitatori! Chiedo scusa per la poca puntualità ma è un periodo denso e il tempo vola. Avevo detto che avrei pubblicato ogni lunedì e da lettrice non mi ero mai capacitata di come non si potessero rispettare i tempi in modo fiscale per un autore. Beh, ora ho capito. Con la formattazione e tutto non è semplice! Poi se si è pignoli come me...
Comunque passando oltre, per recuperare il mio sbaglio ho deciso di pubblicare in una botta due capitoli, nella speranza di attirarvi nel vivo della mia storia.
Avete dunque conosciuto un nuovo protagonista e spero ve lo siate goduto in tutto il suo menefreghismo e nel suo essere squisitamente pungente.
Ma questo è ancora niente! Aspettate di vedere quel che succederà...!
Eich

 

  
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