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Autore: mendvesvoice    19/04/2016    0 recensioni
C’era una sola cosa che dovevo evitare.
Ebbene ho fallito miseramente.
Si chiama Shawn, ha sedici anni ed è fissato con i muffin.
Io, da povera stupida, mi sono letteralmente innamorata di lui.
//Shawn Mendes
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Imagination

 
 
I won’t wait anymore, I won’t wait
I need to tell you how I feel when I see us together
Forever.
In my dreams, you with me,
We’ll be everything I want us to be.
And from there, who knows?
Maybe this’ll be the night that we kiss,
For the first time.
Or is that just me and my
Imagination?
 
Già iniziare la ‘high school’ non è il massimo, se poi i tuoi genitori decidono di trasferirsi quando tu hai sedici anni e ti sei fatta una vita sociale…bhè, è uno schifo.
Ma mi chiedo che problemi mentali hanno, mia madre e mio padre, a volersi trasferire improvvisamente dall’Italia sino a Londra così, da un momento all’altro.
Mi è stato annunciato il giorno del mio compleanno, un mese prima dell’inizio della scuola, un po’ per rovinarmi la giornata, insomma.
Nonostante li avessi pregati con tutte le forze che avevo in corpo non hanno ceduto. Bella la vita e? Per carità, amo Londra con tutto il mio cuore,  soprattutto la lingua, ma ritrovarsi in una classe con venti persone con cui socializzare ehm…no.
Non sono mai stata una tipa socievole.
Certo, in Italia avevo un sacco di amici ma ci conoscevamo da una vita. Qui è tutto diverso e strano.
Siamo a maggio, un mese che mi piace abbastanza senza un semplice motivo ma fa freddo.
Tanto freddo.
Ed io odio il freddo.
Se in Italia a maggio andavi in giro in T-Shirt qui come minimo devo ancora indossare le maniche lunghe e il giubbotto.
Ho cerato di farmi un paio di amici e sono più o meno riuscita nel mio intento.
Diciamo che ho un’amica molto speciale, Mary, che è anche lei italiana ma vive qui da quando aveva 3 anni. Ha dei capelli ricci, ma non quei ricci crespi e fastidiosi, dei boccoli castani e ‘morbidosi’. 
La mia intenzione principale, a Londra, era andare a più quanti concerti potevo, imparare a suonare il piano e farmi giusto un paio di amici.
C’era una sola cosa che dovevo evitare.
Ebbene ho fallito miseramente.
Si chiama Shawn, ha sedici anni ed è fissato con i muffin.
Io, da povera stupida, mi sono letteralmente innamorata di lui.
I primi giorni lo ignoravo semplicemente, non avevo ancora notato nulla di lui ed era seduto dall’altra parte della classe.
Non parlava, gli interessava solo prendere voti più alti dei miei e fare il timido un po’ con tutti.
La situazione è degenerata quando la prof l’ha innocentemente spostato esattamente davanti a me. Da quel giorno è iniziata la fase che io chiamo ‘disagio’ perché era un ragazzo veramente bello e dolce.
Insomma, ho iniziato ad origliare le sue conversazioni, a fissarlo più del dovuto ed a innamorarmi del suo sorriso e della sua timidezza.
E’ uno sportivo, gioca a hockey nella squadra della scuola ed è un canadese coi fiocchi.
Il colmo è che gli piace Harry Potter, ed io amo Harry Potter, quindi sono fottuta.
Oggi è uno di quei giorni in cui non hai voglia di fare niente, quando il letto è troppo comodo e caldo per lasciarlo e non vuoi tornare alla tua vita di merda ma farti solo filmini mentali
Oggi ho francese alla prima ora. Mi piace particolarmente il francese quindi spero che vada tutto liscio.
In classe non c’è anima viva, ci saranno solo cinque persone. La lezione inizia tra cinque minuti e Mary ancora non si vede.
La campanella suona che siamo arrivati alle undici persone presenti su ventotto tra cui anche lui.
Perfetto.
Di Mary nemmeno l’ombra.
Perfetto.
La prof di francese entra con un sonoro ‘Bonjour, mon élèves’, dando il via alla lezione.
La classe è strutturata a file da quattro. Io sono da sola nella bancata e non ho la minima intenzione di spostarmi.
Shawn è sempre davanti a me, bello come sempre. Anche lui è solo nella bancata davanti.
Non si siederà mai accanto a te.
Coscy, non rompere le palle proprio ora e lasciami ai miei film mentali.
Lo dico per il tuo bene, dovresti lasciarlo perdere.
Lo so ma sai, essere costretta a guardarlo per cinque ore al giorno non è il massimo. E poi non voglio che mi si sieda di fianco, potrei fare talmente tante di quelle figuraccie…
Bha, fa come vuoi. Io ti ho avvertita.
Si si Coscy, vai.
La prof, dopo aver spiegato per un’ora la vita e le opere di un ‘romancier fançais qui a vecu à Istanbul’ ci assegna un compito da fare in coppia. Si tratta di analizzare una poesia di questo presunto autore, Pierre Loti, entro la fine dell’ora.
“Prof, posso farlo da sola?”
Pourquoi?
“La mia compagna di banco è assente”
Oh mais c’est Shawn qu’est seul aussi. Shawn, tu est d’accord?
Nonononono.
No.
NO.
Ehm...oui”
Cazzo.
Prende le sue cose e le sposta nel banco accanto al mio.
Cazzo.
Si siede e mi guarda.
Cazzo.
Inizio a fissarlo.
Cazzo.
FAI QUALCOSA DANNAZIONE!
Oh, giusto.
“Ehm…cominciamo?”
Si gratta dietro la testa e risponde con un semplice “Si, certo”
***
Diciamo che è andato tutto a buon fine.
A parte quando sono arrossita.
O quando ho iniziato a sudare.
O quando mi ha guardata negl’occhi.
O quando, alla fine, mi ha sorriso.
O quando mi sono scesi cinquanta infarti quando ha pronunciato il mio nome.
Cazzo.
Cazzo.
Che figura di merda.
Linguaggio.
Questo può dirlo solo Capitan America.
E chi ti dice che io non lo sono?
Idiota.
Forse dovrei dirlo a me stessa idiota. Dopotutto mi sono innamorata di una persona che nemmeno conosco, e sono fermamente convinta che lui, nel profondo, ricambi.
Ma nel profondo profondo profondo allora.
Zitta.
Insomma, qualche volta lo sorprendo a guardarmi.
Ed anche lui sorprende me a guardarlo. Ma questo succede più di qualche volta.
Ehm, si.
Però ha questo atteggiamento strano con me.
Diciamo che non ci parlo molto. Le prime volte mi parlava solo per chiedere qualcosa sui compiti. Poi è diventato un grande amico di Mary, a quanto pare, e quindi lo vedevo a parlarmi più spesso. Ma nell’ultimo periodo è come se avesse paura di parlarmi. Una volta si è girato per chiedere qualcosa a Mary ma, vedendo si era sbagliato e che c’ero solo io, è arrossito, e si è girato.
Oppure se non è strettamente necessario parlarmi non lo fa. E questo mi rende triste.
E’ come se non gli importasse niente di me.
Ed io non ce la faccio più. Quante cose vorrei dirgli, ma non ci riesco. E’ tipico dell’amore no? Non voglio aspettare, non voglio aspettare. Ho un estremo bisogno di dirgli tutto ciò che mi passa per la testa, tutte le volte che arrossisco quando sorride, quanto il suo sguardo è ipnotizzante su di me o quanto lui riesca a far diventare i miei giorni migliori se anche solo mi parla. Però ho paura.
Potrebbe prendermi per pazza, seriamente. Non ha la minima idea di quanto io si attratta da lui. E questo mi uccide.
Prendo le mie cose ed esco fuori dalla classe, accompagnata dal suono della campanella.
***
I rappresentati d’istituto ci hanno riferito che a fine mese ci sarà un ballo scolastico. Tema: l’eleganza(?). Insomma bisogna vestirsi eleganti.
Non sono un’amante dei vestiti. Per niente.
Vedrò di vestirmi elegante senza manco sfiorare un vestito.
Bleah.
Il ballo è a coppie. Se sono fortunata, Mary non avrà un accompagnatore ed andremo insieme come due amiche ad ubriacarci di punch(?) e ballare come due idiote.
Non sono proprio ‘amante’ delle feste ma quando mi voglio divertire, mi diverto.
I compiti non sono molti, essendo la fine dell’anno quindi passo le giornate ad esercitarmi a suonare. Ho appena imparato a suonare ed ho bisogno di esercizio per salire di livello.
Insomma, per arrivare al ‘livello Ed Sheeran’.
C’è un tizio, nel mio quartiere, che sento sempre suonare.
E’ bravissimo. E canta pure.
In effetti ha iniziato giusto ora.
Hallelujah.
Amo quella canzone.
Scosto la tenda ed apro la finestra. Devo cercare di capire da dove arriva.
‘Well it goes like this, the fourth, the fifth. The minor fall and the major lift’
Ed ecco che, davanti a me, scorgo una finestra dove si intravede una chitarra ed una mano che suona.
‘The baffled king composing Hallelujah, Hallelujah, Hallelujah…’
Ha una voce ancora più bella, sentita da più vicino.
Ha fatto sua la canzone, la canta come se fosse la cosa più importante da fare in quel momento.
Sono impressionata.
E le note alte, cavoli.
Mi piace stare qui a sentire.
E rimango ad ascoltarlo finché la canzone non finisce.
***
 

 
   
 
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