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Autore: Chexemille    20/04/2016    0 recensioni
La giovane diciannovenne Lidia Frey,
per caso, si ritrova a viaggiare contro al tempo.
Si ritroverà a Camelot.
Per tornar a casa dovrà compiere una missione che le porterà una scelta.
Amanda vive nel Castello da ormai 14 anni ma nasconde un segreto,
lei pratica la magia.
Le strade delle due giovani si divideranno ma non per sempre.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo I

Come tutte le mattine, avevo provato a svegliarmi presto ma ogni volta che sentivo la sveglia,
era automatico, crollavo in un sonno profondo che mi avrebbe portato a perdere il pullman e causato un nuovo ritardo.

Cominciai a prendere in considerazione l'eventualità di trasferirmi nei dormitori della scuola per non dovermi svegliare così presto.
La compagna di stanza di Kennedy, la mia miglior amica, era dovuta andare via e quindi la mia amica si era ritrovata con un letto in più. 
Stavo seriamente pensando di accettare la sua proposta quando il pullman mi fermò davanti l'accademia.

Il freddo invernale si era allontanato ma la il cortile era ancora innevato.
Appena entrai vidi che, stranamente, il corridoio era vuoto, brutto segno.
Cominciai a correre sperando di non perdere la lezione di storia quando inciampai in alcuni fogli,
che qualcuno deve aver perso, cadendo rovinosamente a terra.
Mi guardai intorno ma niente.
Non c'era nessuno quindi nessuno mi aveva vista cadere ma, qualcuno doveva aver perso i fogli.

Tastandomi il sedere dolente mi rialzai e ricominciai a correre, attenta a dove mettessi i piedi, fino ad arrivare nell'aula dove si teneva la lezione.
Per mia fortuna il professor Jordan era troppo impegnato a spiegare qualcosa alla classe
per accorgersi del mio ritardo, che fortuna.

Il professor Jordan era molto giovane, aveva circa trentacinque anni, miglior diplomando
dei suoi anni e questo gli aveva facilitato ogni cosa. Per noi era una sorta di mito.

Appena scorsi Kennie la raggiunsi facendo lo slalom tra le sedie dell'aula.
-È cominciata da molto la lezione?- chiesi alla mia migliore amica con il fiatone.

-15 minuti, un record.
Nessuno se n'è accorto oggi, domani potresti essere beccata.
Ti ricordo che ho un letto in più- mi rispose mentre prendeva appunti della spiegazione.

-Certo, signiorina Morgan.
Stiamo valutando la sua proposta- la presi in giro prendendo il mio blocco degli appunti dalla borsa.

-Ragazzi, avete preso appunti?- domandò il professore dopo aver finito la spiegazione che, ovviamente, mi ero persa.
Aprii la borsa per prendere una penna per dare almeno la parvenza di una studentessa volenterosa ma ecco che non la trovavo.

Più cerchi una cosa e più trova un modo per scomparire, è una legge naturale.
Fingi di non cercarla ed essa comparirà.

-Non sto cercando una penna, penna, sappi che non ti sto cercando- bisbigliai rivolta alla mia borsa.

-Certo che non sei normale- mi disse la mia amica guardandomi scioccata e allungandomi una penna.

E come dicevo. 
È la natura, loro ti trovano quando non le cerchi.

Alla fine della lezione il professore annunciò che avremmo dovuto fare una relazione e
presentazione su alcuni episodi riguardanti l'antico Medioevo con dipinti che lo raffigurano
che li avremmo dovuti consegnare entro la fine della settimana.

-Tu di cosa parlerai?- mi chiese Kannie.

-Mmm...- mugugnai pensierosa.

-Io stavo pensando ai castelli, dame, i cavalieri dai nobili ideali, le imprese- cominciò trasognante
-non trovi sia stata una delle epoche più romantiche?- mi chiese.

-Uh, come no. Le malattie, i morti, la sporcizia. Certo, mi ispirano- dissi schifata.

Non mi era mia piaciuta particolarmente quell'epoca popolata da persone ignoranti che
pensano troppo a guerre per territori e divinità e poco a lavarsi e ad acculturarsi.

-Dai, ricordi la Leggenda di Artù. È così affascinante- continuò incantata.

-Si, come vuoi tu. Ora hai qualche lezione?- le domandai sperando di scappare con lei nel bar della scuola a fare colazione.
Per la fretta l'avevo dimenticata e stavo morendo di fame.

-Ehm... avrei arte- rispose distruggendo i miei sogni.
Sapevo bene la sua passione per il disegno, non avrebbe saltato una lezione per tutti i cornetti del mondo.

-Le do il permesso di congedarsi- la presi in giro raccogliendo gli appunti della lezione per metterli nella borsa.
Lei mi diede un bacio sulla guancia e corse via.

La classe ormai era quasi vuota così decisi di chiedere qualche informazione al professore.
Scesi le scale e lo vidi riporre il computer nella custodia.

-Signorina Frey, deve chiedermi qualcosa? O magari scusarsi per qualcosa?- domandò allusorio.

-In realtà volevo qualche informazione in più sul lavoro per la settimana prossima ma noto che sta cercando di farmi ammettere il mio ritardo.-

Appoggiai la borsa sulla sua cattedra già sapendo che sarebbe andata per le lunghe.

-Oggi è particolarmente collaborativa, non parlavo del ritardo ma della sfilza di ritardi.
Sa che possono comportare un abbassamento della media? Sarebbe un peccato- aprì il registo e
mi indicò i ritardi della settimana -non le sembrano abbastanza?- mi domandò.

Era uno dei miei professori preferiti perché attraverso le sue spiegazioni e i suoi atteggiamenti riusciva
ad arrivare ai giovani ma era anche molto preciso e quando interveniva la sua parte intransigente c'era poco da pregare.

Stavo per contattare Kennie e dirle di chiamare le pompe funebri quando il professore chiuse il registo e alzò il volto.

-Cosa dovevi chiedermi?- domandò con meno rigidità.

-Allora, volevo sapere su cosa doveva basarsi il compito.-

-Se non avessi fatto ritardo a quest'ora non saresti qui a chiedermelo- mi riservò un occhiataccia prima di continuare.
-Il mese scorso abbiamo ripetuto il Medioevo e le sue caratteristiche. L'amore cortese, il credo nella magia, le lotte... 
Da lei mi aspetto molto di più, spero approfondisca. Voglio un ottimo lavoro o presenterò
i suoi ritardi al consiglio- disse sorridendo come se quello che mi aveva appena comunicato non fosse una velata minaccia.
Non poi così tanto velata.

-Grazie mille per l'illuminazione, professore.-

Presi la borsa e cominciai a salire le scale per uscire il più presto possibile e correre a fare colazione al bar.
Avevo bisogno di parecchio zucchero prima di decidere se ucciderlo o fuggire.

-Può provare a consultare la biblioteca. Dovrebbe trovare qualcosa di interessante.
Può chiedere al bibliotecario, ti troverà qualcosa- disse il professore prima che riuscissi a varlare la porta.

La biblioteca della scuola era molto grande e appena ero entrata avevo provato a cercare il bibliotecario ma di lui nemmeno l'ombra.
Cercare un libro lì era come cercare un ago in un paiaio, a dir poco impossibile.
Dopo non più di mezz'ora mi arresi e decisi di andarmene quando vidi un uomo agirarsi tra i vari settori della biblioteca.

-Scusi, lei è il bibliotecario?- gli domandai prima che girasse nell'altro settore.

L'uomo mi guardò sospettoso ma vidi l'ombra di un sorriso.
Non era giovane, per nulla.
Gli avrei dato da almeno venti anni la pensione ma evidentemente si portava solo molto vecchio ma non lo era,
sennò avrebbero dovuto dare la buona uscita e non avrebbe dovuto essere lì.
Cercai di ignorare la cosa e mi avvicinai.

-Scusi, sto cercando un libro. Può aiutarmi?- domandai ancora.

-Dipende dal libro- mi rispose sorridendo.
Che tipo strano.

-Cerco qualcosa che riguardi il Medioevo. 
Dove posso cercare?-

-Dovresti cercare nel settimo settore, nella quarta fila, sul quinto scaffale dal basso. 
Dovrebbe esserci qualcosa- mi sorrise per poco girare l'angolo e scomparire dalla mia visuale.

Che tipo strano.

Non ci avrei mai creduto ma quell'uomo ricordava così bene ogni postazione dei libri della biblioteca?
Arrivata alla quarta fila cercai il libro con lo sguardo ma era troppo in alto così presi uno sgabello
e mi allungai per raggiungere con la visuale i libri. 
Mi sbilancia mentre toccavo un libro che sembrava molto vecchio e lo sgabello si rovesciò
facendomi ritrovare, per la seconda volta in distanza di poche ore, per terra.

Il mio povero sedere si sarebbe ribellato un giorno.

Appena mi rialzai notai che con me era caduto anche il libro che tenevo in mano.
La rilegatura sembrava molto antica e stentavo a credere che aveva resistito tutti questi anni.
Avevo quasi paura a toccarlo per non farlo polverizzare nelle mie mani.

Il titolo era scritto a mano con l'inchiosto e diceva "Le Avventure di Re Artù e dei Cavalieri della tavola rotonda".
Sotto c'era una specie di firma "Scritto dalla mano del più grande mago che abbia camminato su queste terre, Mago Merlino".

Lo scrittore doveva avere molta fantasia. Merlino se pure esisteva non penso perdesse tempo a scrivere libri.

Lo aprii incuriosita e notai una scrittura molta piccola e confusa con delle immagini in bianco e nero al di sotto.

Provai a leggere ma non riuscii a capirci molto.
Il mio sguardo fu attirato dall'immagine al di sotto delle parole non ancora decifrate.
L'immagine ritraeva un bosco molto fitto e la nebbia lo ricopriva.
Appena distoglievo lo sguardo dall'immagine essa subito lo riattirava.
Era come se qualcosa mancasse, cercavo di capire cosa ma più guardavo è più mi sembrava assurdo.
Ne ero incantata.

Avvolte, guardando fisso qualcosa, dopo un pò, ti sembra quasi che essa si muova.
E così avvenne.
Ero rimasta immobile, avevo anche smesso di respirare per lo shock, era a dir poco impossibile ma sembrava che il vento si muovesse.
Movimenti quasi impercettibili se non ci fai caso ma c'erano.
E come se la foto fosse reale e viva.

Non volevo crederci così rimasi a osservarlo per un tempo indefinito finché l'immagine cominciò a farsi sfocata e sentii che mi mancava l'aria.

  
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