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Autore: Miky Castiel Winchester    20/04/2016    1 recensioni
L'amore non è solamente stare accanto a qualcuno nei momenti di gioia e fortuna, l'amore vero è quello che porta un essere a stare al fianco dell'esatta metà della sua anima anche nei periodi di Oscurità, tendendo la mano alla persona che si ama per tirarla fuori dal Buio e camminare assieme verso la Luce.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dana Katherine Scully, Fox William Mulder
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Amore Celato
 
Ed il tempo passava così velocemente, sfuggente, e non potevo fare a meno di pensarlo guardandola, osservando la mia collega finire di scrivere il rapporto sulla scrivania di fronte a me in quello scantinato che in questi tre anni era come fosse diventato un appartamento che entrambi condividevamo per via delle numerose ore di lavoro che laggiù trascorrevamo, lei era forte, tenace come poche donne in vita mia avevo visto, era un donna incredibile ed unica nel nostro mondo prevalentemente costituito da uomini, perchè lei si, era fatta così, era più tenace e caparbia di ogni uomo stesso che mai avesse varcato questi corridoi, me compreso, era più tenace di ogni uomo che mai aveva fatto parte dell'FBI, era fatta così la mia Scully.
Mia, sarebbe bello se lo fosse, mia e non sotto il profilo lavorativo, mia non solo come mia partner la fuori alla ricerca ed alla comprensione di tutte quelle stranezze che mi attiravano ed affascinavano ora e sempre, alla ricerca di risposte per quei fenomeni che con attenzione studiavo e tentavo di comprendere attraverso la mia aperta mentalità differente di quella di Scully totalmente votata alla scienza, avrei voluto che lei fosse la mia donna, quella con la quale svegliarmi al mio fianco al mattino, condividere anche ogni momento di normalità al di fuori di quello che il nostro lavoro ci rendeva.
Eppure nonostante il mio coraggio in questo nostro lavoro fatto di stranezze, pericoli ed efferati omicidi che affrontavo ed analizzavo senza timore, non avevo la forza, il coraggio vero e proprio di rivelarle quello che sentivo per lei dal primo momento in cui tre anni prima era entrata in quello che oggi era il nostro scantinato/ufficio presentandosi e dicendomi di essere stata assegnata a me dai grandi capi, quei capi che per una volta in vita loro aveano fatto una cosa giusta facendo intrecciare i nostri cammini, il mio, che prima di conoscerla mi battevo nella solitudine per provare le mie convinzioni visto ed identificato come lo strano "spooky" dai nostri colleghi, ed il suo, lei la più promettente e giovane agente dal futuro luminoso, unendoci nelle nostre diversità nella battaglia che di volta in volta ci portava alla risoluzione dei nostri casi per salvare la gente, confrontando le nostre ipotesi, le mie totalmente votate al credere a quello che Scully definiva impossibile, e le sue di teorie prettamente basate sui suoi studi scientifici e concreti, secondo lei spiegabili quindi con assoluta razionalità.
Eravamo come il sole e la luna, il bianco ed il nero, la luce e l'ombra, forse era proprio questo che mi faceva totalmente impazzire di lei, quella nostra diversità, quella che non ci allontanava no, ma anzi che ci avvicinava, come due calamite, nel tentativo anche di comprendere negli occhi dell'altro, ogni singola sfaccettatura in maniere reciproca, ogni pensiero ad ogni battito di ciglia con il desiderio di capire tutto dell'altro, ogni singola cosa, la più intima e profonda per poi cercare confronti senza peli sulla lingua e con sincerità in quel legame che ci univa, indissolubile, profondo che mi sarebbe piaciuto esplorare sempre maggiormente fino a portarlo ad un livello ancora superiore a quello che già ci univa, che la rendeva l'unica persona al mondo della quale davvero mi fidassi, perchè si, le avevo dato ogni cosa di me, a partire dalla mia fiducia che mai nessuno prima di lei aveva avuto. Bramavo, desideravo realmente portare il nostro legame ad uno step ancora più avanzato, ancora più intimo e complice di quanto già non fosse, io la desideravo unicamente tutta per me, forse come il peggiore degli egoisti, ma era quello che volevo, che Scully mi notasse, che non vedesse davanti a se solo l'uomo, il collega, il migliore amico che le aveva salvato la vita più volte e recentemente anche, appena una settimana fa, volevo che vedesse nei miei occhi quello che mi faceva sentire, quello che la mia mente da sempre irrazionale, ma stavolta razionale, forse per la prima volta in vita mia, ed il mio cuore, urlavano: che l'amavo, ecco cosa volevo che notasse.
Possibile che lei furba come una volpe non lo avesse notato? e se così fosse, come potevo farglielo capire? non che fossi mai stato esplicito con i miei sentimenti, non ero bravo con questi ultimi, avrei voluto dare molto di più di quello che le avevo dato fino ad oggi per far si che mi vedesse come qualcosa di più, come io vedevo lei, lei non solo come mia partner, ma come donna amata, tutto quello che sapevo fare per catturare la sua attenzione era spararle a getto continuo quando chiacchieravamo quelle mie battute strane e tavola a doppio senso, senza intenzione di metterla in imbarazzo ovviamente, per farla sorridere, perchè il suo sorriso era il più bello che un uomo potesse desiderare di vedere ed io mi reputavo fortunato a poterne godere anche se lei non sapeva come mi faceva sentire quando le sue risate a me rivolgeva ed a tutte quelle mie battute da cabaret, posando gli occhi blu come due preziosi zaffiri sulla mia persona.
Era così forte, così decisa, si, non riuscivo a distogliere lo sguardo da Scully mentre la sua mano con delicatezza stringeva la penna apponendo quelle che sicuramente sarebbero state le ultime righe, sul foglio che aveva davanti. Dopo quello che aveva passato, il rapimento che l'aveva vista protagonista per una settimana intera nelle mani di un folle, era voluta senza ammettere repliche da nessuno, tornare a lavoro e riprendere la sua vita di sempre per andare avanti passo dopo passo, perchè sosteneva che nascondersi in casa non le avrebbe permesso di superare il trauma che aveva subito in quegli orribili giorni, orribili tanto per lei, quanto per me che una volta trovato ed arrestato il suo rapitore, mi ero sfogato facendo di lui il mio sacco da pugile in uno scatto di rabbia incontrollata che mi aveva portato ad aggredirlo e quasi ucciderlo a suon di calci e pugni, se i miei colleghi non me lo avessero strappato di mano, non potevo sopportare quello che aveva fatto a Scully.
Sul volto di lei erano ancora presenti i segni di quel dolore che aveva dovuto sopportare e quel dolore si, lo sentivo scatenarsi nel profondo del mio cuore, come fossimo empatici, un solo essere.
Sospirai e lasciando da parte i miei pensieri mi alzai dalla mia postazione raggiungendola, chinandomi e mettendole una mano sulla spalla.
 
 
- Allora Scully, come procede questo rapporto? hai finito?- Le domandai vicino al suo orecchio poggiando gli occhi sulle sue scartoffie.
 
-Si Mulder, ormai ho finito, devo solo rileggerlo e firmarlo, devo consegnarlo a Skinner per domani, è quello sul mio...rapimento, su ciò che ricordo più che altro.- Rispose lei e notai una nota di dolore in quella sua voce sempre melodiosa.
 
 
-Avrei voluto farlo io per te Scully, per risparmiarti un dolore...- Dissi sentendomi colpevole di non essere riuscita a convincerla prima.
 
 
- Dovevo farlo io...lo sai Mulder, il primo passo per superare queste esperienze è affrontarle, lo sai anche tu...- Replicò lei rivolgendosi verso di me e feci più salda la presa sulla sua spalla, eccoli i suoi occhi dritti nei miei, in quel momento mi sentivo come se il tempo avesse smesso di scorrere, come se si stesse verificando un salto temporale dovuto alla presenza degli alieni, solo lei in tutta la mia vita era in grado di far disconnettere in quel modo la mia mente, facendo si che il mio corpo fosse li, ma la mia materia grigia, totalmente altrove, a lei.
 
 
- Devi permettermi di proteggerti Scully, so che...si, dovevi farlo tu per affrontare quel che hai passato ma...avrei almeno potuto risparmiarti questo ennesimo dolore...- Le dissi passandole davanti inginocchiandomi davanti a lei ipnotizzato dai suoi occhi.
 
 
- Tu hai già fatto tanto per me Mulder, mi hai salvata pochi giorni fa, e non è stata la prima volta, mi hai protetta in questi tre anni come nessuno avrebbe mai fatto, ma come ogni altro essere vivente non puoi proteggermi sempre da tutto, devo combattere i miei demoni interiori, ed il rapimento li rappresenta, io non ti ringrazierò mai abbastanza per quello che hai fatto, e fai per me...- Replicò lei chinando appena il capo ed i suoi capelli rossi mascherando i suoi occhi azzurri.
 
 
- Di nulla Scully, sai che...a te ci tengo, io non smetterò mai di proteggerti da tutto e tutti, umani, omini verdi, demoni...- Scherzai per strapparle una risata, una delle sue che avrebbe steso ogni uomo sulla terra, era strano che una donna come lei fosse ancora single, di certo non potevo che esserne felice d'altra parte visto che l'amavo e la desideravo, nessuno l'avrebbe mai meritata e sicuramente non la meritavo nemmeno io, tuttavia il mio egoismo intriso dell'amore che per lei nutrivo mi faceva gioire della possibilità di renderla mia un giorno, quando avessi trovato il coraggio di dirle che l'amavo scoprendo se anche lei sentiva lo stesso per me, o se mi vedeva solo come il suo partner, un amico, nonostante la nostra unica e particolare complicità.
 
 
-Ci tengo anche io a te, lo sai...comunque sei sempre il solito Mulder...sei un matto! - Scherzò finalmente sorrise illuminando quella stanza come solo lei sapeva fare.
 
 
-Tutti i migliori sono pazzi! non è così che si dice Scully?- Replicai facendo spallucce, con una di quelle mie solite battute.
 
 
- Chissà se vale per tutti però Mulder...- Proseguì lei ridendo come non faceva da quando era tornata.
 
 
- Per me sicuramente Scully!- Ribattei secco cercando il contatto visivo con i suoi occhi ancora una volta.
 
 
- Mulder smettila di scherzare! dobbiamo cambiare le bende della tua mano, ancora non mi spiego come ti sia venuto in mente di picchiare il mio rapitore...- Disse lei prendendo la mia mano nelle sue, se avesse continuato a tenerla così delicatamente, avrei anche potuto perdere il controllo di me stesso e baciarla seduta stante passando dalle parole che non avevo il coraggio di dirle, ai fatti puri e semplici.
 
 
- Dovevo farlo...dopo quello che ti ha fatto...fammi pure la nuova medicazione...- Dissi mentre lei si alzò un attimo prendendo tutto l'occorrente tornando poi a sedersi, tolse le vecchie bende iniziando a disinfettare le ferite sulle nocche, vi ci soffiò sopra e poi prendendo veloce le nuove bende sul tavolo, le avvolse attorno alla mia mano sinistra.
 
 
- Potevi rischiare il posto per quello che hai fatto Mulder...non...non devi esporti così per me...comunque ho fatto...- Mi disse lei con dispiacere ed alzandomi, trascinai una sedia prendendo posto di fronte lei.
 
 
- Si che dovevo farlo, al diavolo tutto, non potevo restarmene inerme Scully, e comunque...grazie per la medicazione.
Sai...non sono un medico come te, ma non ce ne vuole uno per capire che anche tu hai bisogno di medicazioni e cure...lascia fare a me...- Le dissi piantando i miei occhi verdi in quelli di lei.
 
 
- Grazie di tutto Mulder, io non ho parole per ripagarti. Non disturbarti, posso fare da sola, davvero...- Replicò lei, forte come sempre ma io scossi la testa deciso, lei si era presa cura di me ed io avrei fatto altrettanto.
 
 
- Non ci pensare neanche, me ne occupo io, non devi fingere che non sia successo nulla la fuori, il rapimento e tutto, e mostrarti forte con me quando invece leggo nei tuoi occhi ancora fragilità...con me non devi fingere di essere una roccia Scully, abbassa le difese...- Dissi staccando delicatamente il cerotto dalla sua fronte e poi dal suo volto, imbevendo il cotone nell'alcol tamponandole le sue ferite avvicinandomi ulteriormente alla mia partner.
 
 
- Io sto bene Mulder davvero, so che di te posso fidarmi, che posso confidarmi, ma davvero non preoccuparti...- Sussurrò Scully mentre io finivo quella medicazione godendo allo stesso tempo di quella vicinanza con la quale stavo potendo occuparmi di lei, avrei preferito mille volte che non fosse stata rapita e ferita ovviamente, ma almeno mi stava dando la possibilità di dimostrarle che io potevo essere il suo rifugio ancor di più di quanto potesse aver immaginato in questi tre anni assieme in cui ne avevamo già passate di tutti i colori.
 
 
- Se lo dici tu Scully...ad ogni modo se dovessi sentire il bisogno di parlare, io sono qui. E non parlo da strizzacervelli, parlo da amico e di una spalla con la quale sfogarsi e sulla quale fare affidamento come facciamo l'uno con l'altro la fuori, parlo di una spalla alla quale aggrapparsi, io ti sosterrò Scully, sempre.- Aggiunsi ancora nuovamente per poi apporre nuovi cerotti sui suoi tagli, la pura verità era che avrei voluto far fuori quel bastardo che aveva tanto ferito nel fisico e non solo, la donna che amavo ed alla quale non avevo il coraggio di rivelare i miei sentimenti.
 
 
- Grazie Mulder, grazie davvero...tu sei l'unico che per me c'è sempre stato, a lavoro e non solo,mi sei sempre stato vicino da quando ci hanno abbinati, e...so che posso contare su di te, come tu puoi contare su di me.- Rispose lei e le feci un sorriso prendendole la mano stringendola nella mia, si, mi sarei sempre occupato di Scully, e stasera non sarebbe stato da meno.
 
 
-Lo so Scully. ehi ascoltami, hai bisogno di staccare la spina. Ti va un drink?- Risi guardandola, i nostri occhi di nuovo fissi come se fossero due calamite destinate irrimediabilmente ad attrarsi.
 
 
- Un drink? Mulder io ti ringrazio ma...non ho molta voglia di stare in mezzo alla gente...-Disse lei e scossi la testa, l'esperienza che stava tentando di superare era stata più oscura di quanto lei stessa probabilmente fosse disposta ad ammettere.
 
 
-Non dovrai vedere nessuno, a parte la mia bellissima faccia, il drink te lo offro nel mio appartamento, e poi potremo tornare a parlare dei nostri casi quanto vorrai, ma prima una piccola pausa, allora affare fatto socia?- Chiesi ancora con la speranza che accettasse, volevo portarla via, con me, a casa mia, dove avrei sempre voluto tenerla. Con il pretesto del drink avrebbe potuto riposare e saremmo stati assieme, avrei guadagnato tempo extra lavoro da passare con lei, non potevo chiedere di meglio.
 
 
-Non cambierai mai Mulder...o forse dovrei chiamarti Narciso in questo caso? l'unica differenza tra voi è che lui era cattivo, e tu sei buono, ma siete vanitosi alla stessa maniera! comunque accetto, anzi, affare fatto come dici tu- Mi disse e notai il sorriso sulle sue labbra, almeno ero riuscito nel mio intento. Assieme ci alzammo e dopo aver spento i computer, preso le nostre giacche, uscimmo dalla stanza e chiudendo a chiave diretti verso l'uscita e la mia auto.
Aveva piovuto incessantemente per tutto il giorno ci mettemmo mezz'ora ad arrivare da me, aprii la porta del mio appartamento e mi scostai facendo segno a Scully di entrare.
 
 
-Prima le signore. Madame, prego si accomodi.- Risi rivolgendomi alla mia partner la quale rise a sua volta ringraziandomi con un cenno del capo ed un sorriso appena accennato entrando seguita a ruota da me che chiusi l'uscio alle nostre spalle. Volevo solo prendermi cura di lei, sapevo che era più fragile che mai in questo momento per quanto lei si ostinasse a non farlo vedere ed a negare, ma il punto era che per quanto lei negasse io lo notavo che non si era ancora del tutto ripresa e che ostentava una forza interiore che al momento non le apparteneva differentemente da solito. Era forte Scully nel dimostrare una forza si, che al momento non era sua per non far preoccupare nessuno e per orgoglio, fingeva di star bene io lo sapevo, lo avvertivo perchè la conoscevo meglio di chiunque.
Il miglior modo per cominciare a prendermi cura di lei era strapparle qualche sorriso, visto che la risata era da sempre, sinonimo di lenta ripresa se presente sulle labbra di chi aveva sofferto, ed io volevo che la mia Scully di soffrire smettesse, volevo proteggerla da tutto, anche da quell'invisibile ed astratto dolore che le attanagliava cuore ed anima.
  
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