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Autore: Josephin    20/04/2016    0 recensioni
È finalmente arrivato il giorno di San Valentino.
Ogni anno, Evelyn ( la protagonista ) vedeva correre come pazze centinaia di ragazze che correvano per i corridori ad inseguire i ragazzi più popolari della scuola per assalirli e dare loro una valanga di cioccolatini.
Evelyn, una ragazza di 19 anni, non era mai stata una fan di quella festa.
Fin da quando era entrata al liceo Dolce Amoris, quasi diciotenne, era entrata in coflitto con Castiel, suo compagno di classe e di banco. Lei, inizialmente, lo odia perché a scuola gli dava il tormento, gli creava sempre problemi e la imbarazzava continuamente. Lui era il suo nemico. Ma dopo che ebbe una delusione, diciamo amorosa, in realtà era una piccola cotta, a causa di Nathaniel, fratello maggiore di Castiel, Evelyn inizia ricredersi sui sentimenti che prova per il suo amico/nemico.
Genere: Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Castiel, Dolcetta, Nathaniel, Rosalya
Note: Lemon | Avvertimenti: PWP
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Finalmente avevo terminato di pulire i bagni. 
Essendo tardi, non ho il tempo di raggiungere casa mia per cambiarmi e decido di chiamare Rosalya, affinché mi aiuti.
- Pronto Rosa, perdonami se ti disturbo, ma ho bisogno del tuo aiuto.
- Certo tesoro, dimmi tutto - rispose lei, sembrava si aspettasse la mia telefonata.
- Devo vedermi con Castiel e sono ancora in facoltà per colpa di miss Ambra gambe aperte. Non sono vestita decentemente, sono in crisi, aiutami, ti prego - sto quasi per piangere.
- Aaaaaaaaaaah! Finalmente vi siete decisi ad uscire insieme! Tranquilla Evelyn, stai calma, arrivo subito in tuo soccorso.
Chiudo la chiamata e mi siedo in una panchina.
Mentre aspetto, mi viene da ridere, sembra che si stia ricreando la stessa situazione dell'anno scorso il giorno della festa dopo il diploma.
Pensando a quel giorno, metto una mano sul mio petto, il mio cuore smisse di battere, esclamai:
- La prima volta.

Avevamo finito gli esami e io, Castiel, Lyandre, Kentin e Rosa, per festeggiare il diploma, organizzammo una festa a casa di Nightmare.
- Allora dividiamoci in gruppi così finiremo prima i preparativi per la festa. Castiel ed Evelyn penseranno a sistemare casa, io e gli altri, invece, faremo la spesa - disse Rosa.
Il mio cuore perse un battito, divenni nervosa.
Mentre pensavo alla situazione mi ritrovai il viso di Castiel a pochi centimetri dal mio.



- C...C.....Che vuoi? - gli dissi con voce tremante.
- Che c'è gnometta? Come mai sei nervosa? Non è la prima volta che rimani sola con me a casa mia - mi rispose.
Stavo per picchiarlo, ma mi limitai ad urlargli contro:
- Smettila di fare il cretino, andiamo stupido Nightmare.
Inconsapevolmente, gli servì la risposta in un piatto d'argento, quella risposta che non tardò ad arrivare:
- Mmmmmm, bene, ma come siamo impazienti. Non vedi l'ora di stare da sola con me.
Diventai di mille colori. Si avvicinò ancora di più ed iniziò ad accarezzarmi. Giuro che in quel momento smisi di respirare.
Iniziò dal mento e proseguì lungo tutto il mio corpo.
La cosa stava degenerando, ripresi lucidità, gli bloccai la mano dicendogli:
- Sei un maniaco pervertito, non ho intenzione di stare da sola con te. Ti odio. Vattene sbrigatela da solo.
- No, tu vieni con me, non scappare furbetta. 
Mentre mi diceva quelle parole, mi sollevò e mi mise sulle sue spalle, continuando a parlare:



- Forza gnometta andiamo, che ti piaccia o no, tu mi darai una mano.
- Lasciamiiiiiiii! Mettimi giù!!!!!!!! Ti odio! - continuavo ad urlargli, ma senza ottenere ciò che volevo. In realtà mi piaceva quella situazione, ma non potevo dargli soddisfazione.
Quando arrivammo a casa sua, finalmente mi mise giù. 
Prima di aprire la porta mi sfiorò il viso con le sue dita, aveva uno sguardo malizioso e un ghigno sulle labbra da cretino.
Ad un tratto disse:
- Stasera ci divertiamo.
Era una frase, chiaramente, con il doppio senso. Io feci finta di non capirla e gli risposi:
- Ma quanto sei deficiente! È un festa, normale che ci divertiamo.
Entrammo in casa, lui si sdraiò sul divano.
Iniziai a sistemare la casa, da sola perché Nightmare si era addormentato.
Pensai subito di fargli uno scherzo e vendicarmi.
Presi un pennarello nero dalla mia borsa, mi avvicinai e iniziai a disegnare un paio di baffi sulla faccia.
Si svegliò e, prima che riuscissi a scappare, mi bloccò, mi tirò sul divano e si mise sopra di me.
Appena gli vidi il capolavoro che gli avevo appena fatto incominciai a ridere come una pazza.



Iniziò a farmi il solletico, io lo pregavo di smettere. Era scontato che quel sadico del cavolo non mi ascoltasse.
Dopo un po' smise di colpo.
Avevo il fiatone e, appena mi ripresi, mi accorsi che eravamo in una posizione abbastanza equivoca.
Avevo le gambe aperte intorno al corpo di Castiel e le sue mani erano poggiate sulle mie cosce.



Il mio imbarazzo aumentò a livelli stellari quando sentì la sua virilità eretta che premeva sulla mia intimità.
Emisi un sottilissimo gemito di piacere. 
Ovviamente il maniaco aveva un sorriso malizioso in faccia.
Incominciò a strofinarsi e spingere il suo bacino sul mio. Mi guardava dritto negli occhi mentre lo faceva, voleva farmi eccitare e ci stava riuscendo benissimo. Era in preda al piacere, mi mordevo le labbra, volevo che non si fermasse, che andasse oltre.
Si avvicinò alle mie labbra, iniziò a baciarmi con passione, quel bacio a, poco, a poco diventò più voglioso.
- Castiiiiiiiiiieeeeeel - gli sussurrai, completamente avvolta dal piacere.
Appena dissi il suo nome in quel modo, la sua voglia aumentò maggiormente, accarezzava i miei seni, poggiando le sue splendide labbra lungo tutto il mio corpo.
- Mi fai impazzire, voglio farti mia Evelyn, adesso! - mi disse mentre la sua mano scendeva verso l'orlo dei miei pantaloncini. Stava per sbottonarli quando, all'improvviso, bussarono alla porta. Mi alzai di scatto scaraventando Nightmare a terra che sbraitava:
- Cazzo, cazzo, ma proprio ora, Evelyn vai tu ad aprire, la belva è troppo sveglia, non posso farmi vedere così.
Lo guardai per un attimo, tutta rossa e con le guance in fiamme. Sentivo un caldo! Castiel, invece, aveva una faccia sconvolta, i capelli tutti spettinati. Vedendolo in quel modo non riuscì a trattenere le risate.
- Smettila gnometta di ridere e vai ad aprire e, inoltre, non dimenticare di coprire il passaggio dei miei baci sul tuo collo - disse sghignazzando.
Mi sistemai velocemente e andai ad aprire, erano Rosa e Lyandro che mi guardavano con un sopracciglio alzato e un sorrisetto stampato in viso.
- Come mai ci avete messo così tanto ad aprire - dissero insieme.
- Castiel è in bagno e io ero di sopra - capirono immediatamente che era una cazzata colossale.
- Si, si, come no. Comunque sbrighiamoci a sistemare tutto per stasera - esclamò Rosalya, per evitare che il discorso degenerasse.
Per tutto il tempo dei preparativi evitai Castiel. Non doveva capire i miei sentimenti nei suoi confronti, altrimenti lo avrei perso come amico. Si sa che quando si ama un amico,è l'amore non è corrisposto, non si può avere un rapporto di amicizia e si finisce col non parlassi più.

Quando finimmo io tornai a casa e Rosalya mi disse di aspettarla, mi avrebbe aiutato lei a sistemarmi.
Da un lato ero felice, dall' altro mica tanto. Mi avrebbe, sicuramente, fatto vestire il più provocante possibile.
Infatti, non mi sbagliai. 
Mi fece indossare una minigonna che sembrava una fascia per capelli, talmente era corta, con abbinato un top nero, se uscivo solo con il reggiseno ci facevo più figura, e delle calze alla francesina una diversa dall'altra. 
Più cercavo di coprirmi, più Rosa mi uccideva con lo sguardo.
- Smettila di coprirti Evelyn e andiamo, muoviti.
- Non mi sento a mio agio vestita così Rosa, ti prego, fammi cambiare.
Non mi diete nessuna risposta e mi trascinò alla festa.
Arrivammo a casa di Castiel, ma lui non c'era.
Dopo qualche minuto vidi Nathaniel venirmi incontro.
- Wow! Sei bella da mozzare il fiato. Dai vieni con me, voglio stare un po' da solo con te - disse, tirandomi con la forza.
Non volevo stare con lui, cercai di divincolarmi, ma lo stronzo era troppo forte. Decisi di dargli un morso fortissimo nella mano che mi imprigionava. Lui, per il dolore, mi lasciò e io colsi l'occasione per scappare.
Corsi in giro per la casa, cercavo di nascondermi. Di colpo mi sentì una mano sulla bocca che la copriva e fui trascinata dentro una stanza.
La stanza era buia, non vedevo un cavolo. Merda! Credevo fosse quel porco di Nathaniel che mi aveva trovata. Fortunatamente non era lui:
- Shhhh! Altrimenti ci sentiranno - era Castiel.
Tolsi la sua mano dalla mia bocca e gli dissi:
- Grazie, stavo scappando da quello stupido, maniaco più di te, di tuo fratello.
- Però, pomeriggio, ti è piaciuto il mio modo di fare il maniaco - mi rispose, avvicinandosi a me e accendendo la luce. Appena poté vedermi mi guardò dalla testa ai piedi e, spingendomi con forza al muro, disse:
- Cavolo Evelyn se ti vesti così provocante che cosa ti aspetti! 
- Ma che vuoi, posso vestirmi come mi pare, se Nathaniel cerca di scoparmi con la forza e lui che ha un problema e non io per come mi vesto. Non ti è passato per la mente che lo fatto solo per farmi guardare da te, stupido idiota! - cavolo, ma cosa mi venne in mente di rispondegli. Fu ufficiale, ero una cretina. 
Non riuscì a guardarlo negli occhi e cercai di andarmene, Castiel mi fermò dicendomi: 
- Cosa vuol dire che ti sei vestita così per me?
Il suo sguardo era diverso, dolce, mi mise una mano nel viso accarezzandolo, ormai non potevo più tornare indietro, ma non potevo dirgli che lo amavo e decisi di dirgli mezza verità:
- Castiel ti ricordi il giorno prima degli esami quando ti chiesi se per te due persone che si vogliono bene fanno del sesso o l'amore? - lui con la testa fece senno di si e io continuai a parlare.
- Castiel non voglio che la mia prima volta sia un errore, vog.....
La mia frase venne interrotta, Castiel mi stava baciando, accarezzandomi il collo e scese giù sino al top abbassandolo, uscì fuori i miei seni, ansimai a quel tocco, scese con la testa e iniziò a giocare con la lingua su di essi, poi prese uno dei capezzoli e se lo mise in bocca succhiandolo. Io gli afferai i capelli e lo trattenni sul mio petto.
Si staccò, mi alzò la gonna e spostò le mutandine cominciò a stimolare il mio clitoride ( Cazzo quant'era bravo).
Con voce tremante gli sussurai:
- Ti - ti - prego, fa piano.
Lui mi guardò e, con voce affanosa carica di piacere, rispose:
- Non potrei mai farti del male.
Continuava a stimolare la mia femminilità con le sue possenti mani, non resistevo più, volevo che mi possedesse.
- Smettila di torturarmi, fammi tua - gli dissi in preda ad un brivido di piacere.
Non se lo fece ripetere una seconda volta, tolse le mie mutandine e si sbottonò i pantaloni, uscì fuori il suo pene, era eccitatissimo, finalmente stava per farmi sua. 
Improvvisamente la porta si spalancò. Merda! Impulsivamente mi coprì dietro Castiel. Era Rosalya che appena capì la situazione disse:
- Scusate, non volevo, volevo solo dire a Evelyn che Nathaniel è andato via e non ti romperà più le palle. Io vado.
Come un fulmine andò via, era chiaramente turbata, era l'unica che era al corrente dei miei sentimenti nei confronti di Nightmare e sicuramente si sarà sentita in colpa.
Dato che quel momento fu rovinato decisi di ricompormi.
- Porca puttana è già la seconda volta oggi che veniamo interrotti - esclamò Castiel.
Si vedeva che era arrabbiato, cavolo lo ero anch'io, finalmente stavo per fare l'amore con la persona che amavo e, per ben due volte eravamo stati interrotti.
Sapevo che non si sarebbe più creata una situazione simile, dovevo fare in modo che si ripetesse, mi feci più intrepida, lo desideravo ardentemente. Immediatamente, senza pensarci, gli dissi: 
- I miei sanno che stasera rimango a dormire da Rosa, posso restare qui dopo la festa e continuare il conto in sospeso.
Mi portai una mano alla bocca, mordendomi anche la lingua, che cazzo avevo detto!
Morivo di vergogna, ma cosa mi era saltato in mente.
Castiel aveva uno sguardo beffardo (eh ti pareva!), fece un cenno di vittoria seguito da una frase:
- Bene, bene, bene, lo sapevo che volevi che io fossi la tua prima volta. Zio Castiel lascia il segno.
- Ma smettila imbecille, non tirartela, se voglio che tu sia il primo è per il semplice fatto che non voglio che sia una persona di cui possa pentirmi, ti voglio bene, non mi faresti mai del male, sei perfetto. Però, dato che la pensi in modo sbagliato, sai cosa ti dico???? Smanettati il tuo aggeggio da solo, hai perso l'occasione.
Che bugiarda che fui, mannaggia a me e al mio essere impulsiva, adesso non sarei più stata con lui. Doveva per forza fare il cretino?????
Aprì la porta per andarmene, quando Castiel mi prese da dietro, premendo il suo bacino contro il mio, la sua virilità era ancora accesa. Emisi un sussulto. Si avvicinò al mio orecchio e con voce eccitante mi disse:
- Lo senti Evelyn, senti come ti desidero. Mmmmm ho una voglia matta di te, stasera ti farò ringraziare dio di essere donna.
Mi girai verso di lui e con le mie mani accarezzai il suo cavallo (mi aveva trasmesso la sua perversione. Ok, anche io ero diventata una pervertita) e gli risposi:
- Vedremo, anche se ho i miei dubbi.
Tornai a voltarmi e uscì dalla stanza, volevo provocarlo, anche se avevo la pelle in fiamme.
Quando tutti andarono via, focalizzai nella mia mente quello che stava per succedere.
Ero nervosa, agitata, facevo avanti e indietro. Stavo per fare l'amore per la prima volta, no sesso, puro e semplice amore.
I miei pensieri vennero interrotti dalla presenza di Castiel alle mie spalle, mi abbracciò. Portò le sue labbra al mio orecchio dicendomi, con voce suadente:
- Evelyn sei sicura di voler fare questo passo con me?
Mille brividi attraversavano la mia schiena, seguite da delle fitte sul mio ventre.
Sospirai e, girandomi verso di lui per poterlo guardare nei suoi bellissimi occhi grigi, risposi:
- Voglio che la mia prima volta sia con con qualcuno per cui non provo nulla, ma al quale voglio un gran bene, così non potrò mai pentirmene. Se mi fossi innamorata di tuo fratello Nathaniel, probabilmente, mi sarrei concessa a lui e poi? Mi avrebbe gettato via, facendomi solo del male e farmi pentire di essere andata a letto con lui. Tu, invece, anche se rompi le palle continuamente, mi vuoi bene, non mi faresti mai del male. Meglio un amico che un coglione.
Che gran cazzata che avevo detto, in realtà la mia mente diceva altro ( ti amo. Ti amo da impazzire, ecco perché voglio fare l'amore con te. Ma tu non mi ami e io non voglio perderti, anche se mi userai solo per questa notte).
Dopo le mie parole quel bulletto mi prese fra le braccia, mi portò in camera sua, con delicatezza, mi poggiò al letto e si mise sopra di me.
In quel momento il mio cuore sembrava che stesse quasi per esplodere. 
Respiravo affannosamente, ero troppo nervosa.
Castiel, vedendo la mia agitazione, cercò di rassicurarmi:
- Non preoccuparti piccola, ricorderai questa notte, la ricorderai per sempre, andrà tutto bene.
Già per sempre tzè, peccato che sarà la prima e l'ultima volta, dato che l'amore è per i deboli e tu non lo sei, invece io lo sono perché sono pazzamente innamorata di te. Pensavo questo, fino a quando Castiel affondò la sua bocca sulla mia. 
Le nostre lingue si intrecciaro, avide, vogliose. I nostri respiri si fecero più pesanti.
Mi staccai da lui, poggiai la mia mano al suo petto, incitantandolo a sedersi e mettermi a cavalcioni sul suo sesso, coperto dai vestiti, ma sentivo benissimo la sua virilità. Delicatamente gli tolsi la maglietta per poi avvetare, nuovamente, le sue labbra, strofinando la mia femminilità eccitata sulle sue gambe.
Si sdraiò sul letto e inizia a baciarlo su tutto il corpo fino ad arrivare all'orlo dei suoi pantaloni, cercai di sbottonarli, tremavo un pochino,ma alla fine ci riuscì. Le sue mani erano in tutto il mio corpo che lo desiderava ardentemente. Gli abbasai i pantaloni e i box, guardandolo con malizia, volevo farlo impazzire.
In un gesto fulmineo mi capovolse, adesso ero io sotto di lui.
Mi strappò, letterarmente, il top e il reggiseno avventandosi sul mio seno, lo leccò, succhiò, lo morse, giocava con i miei capezzoli, mi mandava in estasi.
Gemevo, ero vogliosa di lui.
Le sue mani si abbassano sulla mio ventre, alzò la gonna, aprì leggermente le mie gambe, guardandomi negli occhi carichi di piacere, abbassò la testa sulle mie cosce, involontariamente, chiusi le gambe, a quel punto mormorò:
- Apri le gambe Evelyn.
Lentamente, deglutisco, aprendole di nuovo. Con la sua lingua percorse tutto il mio interno coscia. Quando si avvicinò al centro del mio piacere, alzai il bacino, lui ne approfittò per togliere il mio intimo. Poteva farmi sua in qualsiasi momento, ma voleva torturarmi ancora. Con la lingua sfiorò il mio clitoride, ansimai, misi le mani fra i suoi capelli, allargando di più le gambe. La sua lingua si spostò verso l'interno della mia vagina, mentre con un dito continuava a stimolare il mio clitoride, muoveva quella lingua dentro di me. Iniziai a percepire delle leggere scosse, seguite da brividi di piacere, stavo per raggiungere l'orgasmo. Lui capì e continuò senza fermarsi.
Inclinai la testa all'indietro, quando raggiunsi l'apice. Ero in paradiso. 
Risalì lungo il mio corpo e, sempre più voglioso, mi sussurò:
- Sei davvero sicura di voler essere mia stanotte?
- Siiii, Castiel fammi tua - gli risposi.
Si appoggiò su di me, baciandomi, lentamente, iniziò a penetrarmi. 
Un forte dolore mi pervarse, chiusi gli occhi ed emisi un urlò e una lacrima mi rigò il viso. Affondai le mie unghie nelle sue spalle, e gli morsi la spalla, non volevo urlare, anche se mi stava lacerando. 
Sibilando, fra i gemiti, mi chiese:
- Ti faccio male? Vuoi che smetta?
Io, mi morsi il labbro, e scossi il capo.
Sorrise dicendomi:
- Tanto non mi sarei fermato.
- Cretino - gli dissi, mordendolo più forte.
- Resisti piccola, solo un altro po' - mormorò.
- Fa piano - gli risposi sorridendo.
Continuò a spingere e a poco, a poco, i miei gemiti di dolore, furono sostituiti da quelli del piacere.
Castiel si accorse che non soffrivo più e aumentò i movimenti, io li assecondai, le mie mani si serrarono ai suoi capelli, gridai appena raggiunsi l'orgasmo una seconda volta.
Ad un trattò si fermò, non ci misi molto a capire che stava per venire anche lui. Uscì delicatamente da me e io presi in mano il suo fallo e lo portai alla mia bocca. Stando attenda ai denti, iniziai a leccarlo e succhiarlo, prima lentamente, poi velocemente. Stavamo godendo entrambi.
Avvolto dal piacere disse:
- Togliti, sto per ven.......
Non lo feci, sapevo che era una cosa che faceva impazzire gli uomini, continuai, guardandolo con malizia.
Spinse la mia testa più affondo, vedendomi in bocca.
Lo guardai, l'avevo spiazzato. Mi accarezzò la guancia e io mi poggiai a lui.
- Castiel - lo chiamai.
- Mmmmm - rispose lui riprendendo fiato.
- Ti ho deluso? - gli chiesi, quasi spaventata.
Lui non rispose, si limitò ad abbracciarmi forte. 
Ci addormentammo ognuno fra le braccia dell'altro.

Quel ricordo meraviglioso fu interrotto dalla voce di Rosalya.
- Evelyn sono qui, muoviamoci. Stasera Castiel penderrà dalle tue labbra.
- Si, sicuramente - gli risposi sarcastica.
Lei mi guardò malamente dicendo:
- Sei davvero convinta che tu non gli piaccia. Ti sbagli cara mia.
Non mi lasciò il tempo di rispondere che mi diede un vestitino dalla scollatura vertiginosa, cortissimo, per i miei gusti. Stetti zitta, in fondo mi stava aiutando, mi avrebbe uccisa se mi fossi lamentata.
Lo indossai, contemporaneamente, mi truccava.
Quando finimmo, la ringrazia e corsi via come un fulmine.
Mentre camminavo mandai un sms a Castiel per avvisarlo che stavo arrivando:
" Nightmare sto arrivando, sarò la ragazza con il vestitino nero".
Mi rispose quasi subito:
"Sarò l'uomo più fortunato del mondo".
Leggendo quelle parole sorrisi, quando voleva, sapeva come rendermi felice.
Arrivai al ristorante, un signore, gentilmente, mi apre la porta permettendomi di entrare. 
I miei occhi si posano immediatamente sull'uomo che invade le mie fantasie. Il suo sguardo è pensieroso, sorseggia la sua birra nervosamente, chissà perché!
Continuai ad osservarlo, aveva un look diverso dal solito. Indossava una camicia nera e un pantalone dello stesso colore. Era elegantissimo, bellissimo e la sua collana con il plettro, lo rendeva inresistibile.
Mi capitava spesso di guardare quell'accessorio per ore.
Timidemente, mi avvicinai e dissi:
- Buonasera.
Lui gi girò di scatto, appena mi vide, i suoi occhi si illuminarono.
   
 
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