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Autore: Daleko    21/04/2016    1 recensioni
Sbadiglia, tenta d'incedere nel corridoio che al suo camminare stanco sembra più lungo a ogni passo compiuto e finalmente, dopo un tempo che sembra infinito agli occhi di un assonnato, riesce a raggiungere il bagno. Ancora qualche passo stanco, s'aggrappa al lavabo di ceramica bianca e, con la luce del primo sole che gli ferisce gli occhi socchiusi, riesce a smuovere la manopola dell'acqua fredda...
Genere: Angst, Introspettivo, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Cronache del mattino'
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Quando sei sveglio


Apre lentamente gli occhi nella speranza di mettere a fuoco qualcosa, nonostante il gonfiore delle palpebre che non gioca di certo a favore di un risveglio piacevole. Ecco: si è svegliato, comincia a muoversi nel letto alla ricerca di una via d'uscita difficile da trovare, in quel labirinto di lenzuola. Strattona con poca forza quel che riesce ad afferrare e finalmente la sua gamba destra incontra un soffio d'aria fresca: può spostare il suo corpo verso il bordo del letto, e con la solita flemma del sonno disturbato si puntella con le nocche sul materasso. Sempre più su, alzandosi con una smorfia di noia, si ritrova improvvisamente in piedi e con quest'ultimi infilati in calde pantofole di pelo blu. Forse si è perso qualche secondo tra quand'era seduto e quand'era ormai già alzato, ma non resta a rifletterci troppo: deve raggiungere il bagno, deve annegare il viso nell'acqua gelida per trovare conforto nella veglia. Apre la porta della sua camera, vi esce e la richiude dietro di sé per evitare spiacevoli correnti d'aria. Sbadiglia, tenta d'incedere nel corridoio che al suo camminare stanco sembra più lungo a ogni passo compiuto e finalmente, dopo un tempo che sembra infinito agli occhi di un assonnato, riesce a raggiungere il bagno. Ancora qualche passo stanco, s'aggrappa al lavabo di ceramica bianca e, con la luce del primo sole che gli ferisce gli occhi socchiusi, riesce a smuovere la manopola dell'acqua fredda. Le mani si chiudono a coppa, come a elemosinare un po' di refrigerio, e si lasciano riempire dal getto d'acqua. Porta le mani al viso, e il viso va alle mani: si ode uno splash, il primo suono che riesce a metabolizzare dall'inizio del giorno grazie al contatto con l'acqua gelida: gli occhi si sbarrano e le labbra si schiudono spaventate mentre piccole gocce d'acqua corrono lungo il suo viso. Ripete l'operazione un'altra volta, ora scosso dai brividi, e si affretta a trarre a sé un asciugamano mentre con l'altra mano gira in senso inverso la manopola dell'acqua. L'asciugamano è morbido, e il contatto con il viso è piacevole: indugia un po' troppo mentre le palpebre tornano ad appesantirsi, chiuse e avvolte dall'oscurità. Gli ci vuole qualche momento per tornare in sé, spostare l'asciugamano dal viso e scuotere il capo impegnato nella formulazione d'un pensiero: "Ho bisogno di un caffé". L'asciugamano torna al suo posto mentre i piedi si dirigono già verso l'uscita del bagno, trascinandosi dietro il corpo molle d'un, dopotutto, ancora assonnato. Altri passi in fila con le nocche della mano destra che sfiorano il muro freddo, ripercorre i suoi passi fino ad arrivare alla camera da letto. Dovrebbe indossare qualcosa di più consono, magari di più pesante prima di entrare nella cucina più fredda dell'acqua gelida. Poggia la mano destra sulla maniglia e la tira verso il basso, aprendo uno spiraglio nella sua camera. Spinge la porta, tenendo la maniglia abbassata, e il suo sguardo cade sulla sua figura addormentata. "Come dormo sereno! Dev'essere proprio piacevole!" pensa tra sé con un sorriso triste sul volto, guardandosi abbracciare il cuscino con un'espressione beata. Non dovrebbe disturbarsi, mentre cerca un qualcosa da mettersi potrebbe svegliarsi: fa un passo indietro, dunque, e ancora con la maniglia abbassata tira di nuovo la porta a sé, richiudendola con delicatezza. È l'ora di un caffè.

   
 
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