Storie originali > Soprannaturale
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Autore: DaisyBuch    21/04/2016    0 recensioni
Amalia è la futura regina del Regno di Maynott, ma c'è un unico problema: è malata.
La malattia che la devasta sembra essere la stessa che si è portata via la madre quattro anni prima, eppure c'è qualcosa di strano a Maynott, una presenza che non è mai andata via. Amalia presto scoprirà cosa nasconde la sua terra e la sua casata reale, il soprannaturale è un elemento che è sempre stato dentro di lei.
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Dal Capitolo 6: "-Posso.. posso solo provare a fare una cosa?- chiese Philip con lo sguardo basso ed il cuore che impazzava.
-Cosa?- chiese Amalia confusa.
Philip strinse ancora di più l’esile mano nella sua tutta sudata. Si avvicinò temerario fino a toccare la punta del naso di lei con la sua. Le guardava le labbra e la carnagione bianca da vicino. Voleva ricordarsi quel momento per sempre, voleva che durasse più a lungo possibile. La guardò con attenzione, il cuore che continuava a battere frenetico."
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Non poteva andare al banchetto senza velo e non poteva andare al banchetto col velo, essendo “guarita”.
-La mia vita è un tale disastro.- si buttò sul letto lamentandosi.
Liliana si sedette sullo sgabello a guardarla.
-Vostra nonna ha fatto ritorno a corte, forse lei può suggerirvi.-
-Oh, dammi pure del tu. Non sono più la principessa Amalia ormai. Non sono più la futura Regina di Maynott.. ho perso tutto. Mio padre è in prigione. Ho perso l’amore di Philip.- sospirò pesantemente mettendosi il cuscino sulla faccia e abbracciandolo.
-Oh no.- sorrise Liliana. –Ho visto come vi guarda.-
Amalia si tolse il cuscino dalla faccia. –Tu dici?- chiese osservandola.
-Avete sempre avuto un atteggiamento d’indifferenza, eravate fredda e cinica. Ora che vi conosco invece so che non è così. Si vede che tenete al vostro Regno.- la incoraggiò Liliana.
-Forse lui amava l’Amalia che è morta. Non me.- sospirò gravemente.
La ragazza si alzò sul letto e si mise a sedere, ammirando i meravigliosi boccoli di Liliana.
-Grazie per le tue parole.- sorrise debolmente.
-Non smettere di lottare.- la guardò profondamente negli occhi prendendole la mano e finalmente dandole del tu. Non appena i loro occhi si incrociarono Amalia riconobbe uno sguardo.. familiare.
-Cosa c’è? Vi ho offesa?- si spaventò Liliana.
-No.. no. Nulla. Mi ricordi una persona a me cara, ma non riesco a capire chi.- disse strizzando gli occhi, cercando di ricordare.
-Comunque, se vuoi saperlo qui a corte tutti amano la Regina. Ma ultimamente girano strane voci.- sussurrò.
-Che voci?- Amalia tornò sull’attenti.
-Dopo che sei morta, quando eri.. malata insomma, tutti temono che la Regina possa subire la stessa sorte. Questo è già il terzo mese senza un erede, e ci sono voci che dicono che non può averne perché tu hai lanciato una maledizione.- sussurrò quest’ultima parte, ma Amalia sentì benissimo.
-Io? Una maledizione? Ma è ridicolo.- sorrise incredula, dubbia sul ridere o arrabbiarsi.
-Questa corte è più movimentata di quello che pensassi.- sbuffò.
 – Ma ora non è importante, penserò solo a come vestirmi per stasera.- sorrise compiaciuta allo specchio.
Si alzò e si mise seduta davanti ad esso.
-Stasera?- ripetè Liliana.
-Oh, il cavaliere Edoardo mi ha invitata per una passeggiata. – rispose sbrigativa.
La ragazza si alzò per andare a raggiungere Amalia e metterla in guardia.
-Sai che voci girano su di lui.- le ricordò.
-Non m’importa. E’ di bell’aspetto e mi piace parlare con lui. – troncò il discorso.
-Si dice anche che sia il prediletto della Regina.- la guardò intensamente negli occhi attraverso lo specchio.
Amalia smise di sistemarsi i capelli. Ricambiò lo sguardo serio di Liliana.
-Ah si?- chiese solamente con un sopracciglio alzato.



Il banchetto era finito da pochi minuti. Stasera c’erano entrambe le Lune, quella rossa più in alto e quella argentea in basso al suo fianco destro. Amalia aspettava sotto il portico con il velo sul volto. Cominciava a fare più caldo, un lieve venticello afoso le spostò il velo pesante. Davanti a lei il giardino era illuminato da candele e lucciole, la Regina ed il Re dovevano aver sistemato il castello.
Prima il giardino era un posto piacevole, la natura cresceva rigogliosa senza freni, Amalia non voleva che si tagliasse nulla.. nemmeno un ramo. Tutto cresceva incolto, le panchine erano piene di muschio ed intrecciate di edera, il sentiero non era ben scandito e l’erba arrivava fino alle caviglie. Ora era tutto così.. ordinario. L’erba era finemente tagliata, le panchine di marmo erano state pulite e risplendevano ed ai lati dei ciottoli di pietra, che scandiva il passaggio, c’erano cespugli finemente tagliati di rose ed altri fiori spettacolari. Mentre rifletteva a tutti questi cambiamenti, qualcuno la sorprese da dietro la colonna del porticato.
-Vi ho spaventata?- rise Edoardo.
Amalia rise civettuola. –Avete interrotto il corso dei miei pensieri.- disse.
Il cavaliere prese i due angoli del velo nero, e delicatamente scoprì il volto sorridente della ragazza.
I due si avviarono per i giardini, camminando fianco a fianco.
-Siete mai stata in quest’ala del castello?- chiese curioso.
-Non credo.- rispose guardandosi intorno: era tutto un altro luogo ora.
Passeggiarono a lungo in silenzio, Amalia era rapita da qualunque fiore vedesse.
-Non è meravigliosa?- si chinò a vedere meglio i petali di una petunia. Si girò e sorrise, e scoprì il volto di Edoardo illuminarsi.
-Lo è.- concordò guardandola.
Amalia si rialzò in piedi, e continuarono il giro stavolta parlando animatamente, ridendo così tanto che talvolta dovettero abbassare necessariamente la voce.
-Ditemi, vi è dispiaciuto abbandonare il vostro Regno?- introdusse il discorso Amalia, quando si sedettero su una panchina, sotto ad un salice.
-Sono fedele alla mia Regina, il mio dovere è proteggerla ovunque essa si trovi.- rispose prontamente.
-Non vi mancano i vostri cari?- insistè.
-Tutte le persone a me care sono nel mio Regno, e posso proteggerle solo da qui.- le spiegò.
-Quanto tempo è che siete al servizio della Regina?- chiese ancora.
-Ormai credo quasi cinque anni.- ricordò guardando in alto.
-Io credo di non piacerle, forse sono troppo rozza nelle maniere.- sorrise nervosamente.
-Non c’è niente che non va nelle vostre maniere, ve lo posso assicurare.- le prese la mano.
-Ora parlatemi di voi, com’è stato rincontrare vostro fratello?- le chiese guardandola profondamente negli occhi, con uno strano luccichio.
Dentro di sé ora Amalia aveva capito, entrambi stavano cercando di trovare informazioni dall’altro. Ma lui l’aveva capito? E cosa voleva sapere da lei? La Regina non poteva avere alcun sospetto riguardante la sua identità.
-Strano.- rispose veritiera sospirando. Voleva sembrare quanto più sincera possibile. -Ho passato così tanto tempo da sola, ed è stato un sollievo ritrovarlo.- continuò.
-Avete dei brutti ricordi di quando eravate sola?- chiese Edoardo.
-Non oserei dire che fossero orribili, è stato solo tutto confuso per me fino a quando non ho rincontrato Philip.- rispose.
-Non vi nascondo che io proverei rabbia, mi sentirei abbandonato. Per poi ritrovare un fratello Re. Ovviamente voi siete buona d’animo, non vi si addice tale crudeltà.- si appoggiò con la schiena sul marmo bianco.
-Perché arrabbiata?- chiese stupita.
-Lui non vi ha cercata, ha rinunciato a trovarvi dandovi per morta. Non credo perdonerei mai un atteggiamento simile.- Amalia poteva chiaramente sentire che nelle sue parole c’erano ragionamenti propri, proprie emozioni e pensieri.
Ma era questo che Matilde stava cercando di scoprire? Voleva sapere se fosse arrabbiata nei confronti di Philip?
-E ditemi.. quanti anni avete più di Philip?- chiese ancora, stavolta con malizia.
-Come?- chiese incredula. In più?
-Scusatemi.. non sono forse domande che si chiedono a delle fanciulle belle e giovani come voi, di certo.- si affrettò a riparare al suo errore. –Ero solo curioso, la Regina mi ha riportato che foste la sorella maggiore del Re, ma a me sembrate più giovane.-  spiegò.
Tutto nella mente di Amalia si fece chiaro: Matilde temeva che lei volesse prendere il Regno.
Rimase attonita per pochi istanti. Aveva mandato il suo fidato cavaliere ad indagare. E perché mai Philip le aveva riportato una simile notizia se aveva ben tre anni in più di lei?
-Beh.. pochi, pochi mesi..in realtà.- balbettò.
-Quindi.. dovreste essere voi la regnante.- i due si guardarono in silenzio.


 
   
 
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