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Autore: Shatzy    06/04/2009    10 recensioni
Prima classificata al contest "Maternità e Guerra", indetto da Aya88 e Urdi
Raccolta incentrata su Karura, sulla sua terza gravidanza e sulle persone a lei vicine.
Non è sbagliato desiderare una famiglia, è quello che vuole ogni donna. Vivere in pace. Essere amata.
Ci sono sere però in cui la consapevolezza ti tormenta, e tu vorresti solo continuare a sognare. È normale cercare di essere felici.

Perché a volte è davvero troppo tardi per recuperare.
[Karura-centric]
Genere: Malinconico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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“Mammina, posso stare qui con te

Disclaimer: i personaggi citati non sono miei, ma appartengono ai legittimi proprietari.

 

Note sulla fanfic: La fanfic è divisa in 10 capitoli: a parte il prologo (che in realtà è la conclusione) e l’epilogo (che è l’inizio della storia), il resto prevede la successione dei mesi di gravidanza, alternando la terza persona alla seconda, in base allo stile usato (la terza per i capitoli con i dialoghi, la seconda nelle introspezioni, sperando di non aver creato confusione).

Titolo e canzone finale sono dei Within Temptation. La frase scelta è: “Solo quando capisci che è tardi, faresti di tutto per recuperare”, di Fabio Volo, usata dopo il primo capitolo e in teoria anche dopo l’ultimo, se si capisce.

 

Note personali: questa storia si è classificata prima al contest “Maternità e guerra”, indetto da Aya88 e Urdi su EFP Forum.

E’ un tema che mi sta molto a cuore, quello della maternità, e quando ho visto questo bando ne ho approfittato. Ho fatto anche una ricerca sulla gravidanza con tanto di domande imbarazzanti a mia madre, che poveretta ha pensato male XD

Tutto questo per dire che ci tenevo tantissimo a questo contest, sono impazzita su questa storia anche solo per limare tutte quelle parole (ma è stato stranamente divertente O_o) e sono stra-felice del risultato (so che è banale dirlo, ma è così).

Un grazie a Vale per il su/opporto (e il baby Kankuro è tutto tuo XD), a Lely per essere la mia mascotte portafortuna X3, e a Roberta, perché sulla fiducia voleva leggere questa fic XD (e mi spiace non avertela passata prima, ma sei sempre di corsa che mi dispiace rompere XD).

Buona lettura!

 

 

 

MOTHER HEART

(When a Prince Charming doesn’t love his Damsel in distress)

 

 

 

Prologo.

Il corpo di una donna è un miracolo.

Crea la vita, la nutre come un piccolo germoglio, la protegge secondo un istinto primordiale che ha radici nel cuore dell’anima, la fa cresce insieme a lei assecondandone la forma, mantenendo la femminilità di sempre. La maternità non è niente di più spontaneo e semplice, più naturale di respirare.

È la normale conseguenza di un amore.

Il corpo di una donna è un miracolo.

Anche mentre si sta spezzando.

E tutto intorno a te diventa accecante, stringi i denti per soffocare un urlo, l’ennesimo, serri le palpebre per non vedere l’espressione di puro terrore di tuo marito. E l’unica cosa che vuoi è che finisca presto, che quel peso sul tuo corpo – sul tuo cuore – sparisca per sempre, qualunque cosa comporti.

E lo sai bene cosa comporterà, la fine di questo strazio.

Non senti più nemmeno le parole dei medici, le carezze delle infermiere.

Pensi a quello che è stato della tua vita, ne ripercorri ogni tappa come in un percorso a ostacoli. L’amore di tuo marito, certo. Ti ricordi quanto ha lottato per conquistare te, quella ragazza bellissima e spensierata che tutto sognava tranne di ottenere l’amore dello shinobi più forte del Villaggio. Ricordi i vostri balbettii impacciati quando stavate insieme, i suoi regali – quei fiori così rari – e poi la proposta di sposarlo. Non sei mai stata più felice di quel giorno, quando tutta Suna era ai vostri piedi, per celebrare le nozze. E poi com’è finita? Quand’è cambiato?

E strozzi un gemito nella gola, ti accasci sul cuscino sudato dopo l’ultima, fortissima doglia.

Ma ancora non è finita.

No, se ci pensi bene altre immagini ti si presentano, tu la felicità l’hai toccata più volte. Due, per la precisione. Prima tua figlia – te la ricordi quanto era fragile, vero? E la paura di tuo marito di prenderla in braccio per non romperla – e poi tuo figlio – non faceva che dormire, e passava con una facilità estrema da un pianto isterico a un sorriso sdentato, suo padre non smetteva di cullarlo.

L’ultima spinta, ma non hai più la forza di lottare. Sprofondi inerme nelle lenzuola, il nero ti avvolge piano.

Ora chi si occuperà di loro? Chi passerà ore a pettinare Temari, chi canterà le ninnananne a Kankuro? Ci sarà un’altra donna che prenderà il tuo posto con i tuoi figli? Un’altra che consolerà tuo marito, che lo stringerà a sé quando avrà dei dubbi? Una che gli accarezzerà i capelli, che gli dirà parole gentili e rassicuranti, e che lo farà addormentare stretto al suo seno?

Una che accetterà tutto, come hai fatto tu?

Non hai alcun futuro. La tua vita finirà tra poco.

Ti rimane la forza di maledire quel Villaggio che ha firmato la tua morte.

E mentre quel bambino, causa innocente del tuo dolore, ti viene strappato dal grembo, insieme alla tua vita, nasce in te l’ennesima illusione.

Gli lasci in eredità la tua protezione perfetta, i tuoi sogni ora saranno reali. Sei stata un’ottima mamma.

 [500 parole]

 

E’ solo che, quando capisci che è tardi, faresti di tutto per recuperare. (Fabio Volo)

 

 

 

***

 

 

 

Mese due.

“E alla fine, il principe sposa la bella principessa…

Il bambino chiuse gli occhi, muovendosi appena nella copertina azzurra. Karura si appoggiò allo schienale morbido, stando seduta evitava le vertigini, ma la stanchezza di una gravidanza la avvertiva comunque.

“La storia però non dice mai cosa succede dopo…

Guardò l’aria immobile oltre la finestra, il tempo scandito dai respiri assonnati del bambino.

Sai, Kankuro? Ci penserò io a farti vivere felice e contento, come nelle fiabe.

Gli sorrise, iniziando a cantare una ninnananna, chiusa nel suo sogno dorato.

Alla sera svanivano tutte le nausee.

Fuori, l’eco di una battaglia lontana.

[100 parole]

 

 

 

***

 

 

 

Mese tre. 

Sei davvero tu quella nello specchio?

Ti porti una mano sul ventre ancora piatto, muovendola piano – in una prima, impacciata carezza a quel bambino che porti con te. Lasci che il largo vestito ti ricada lungo i fianchi e ti fissi ancora.

Sei ancora tu. Quei soliti capelli biondi un po’ ribelli, quei lineamenti delicati e dolci, quel sorriso caldo e ricco di speranza.

Ma i tuoi occhi?

Dov’è finita la scintilla di allegria, l’entusiasmo frizzante che li alimentava le scorse volte?

Sarà colpa di quel senso di inquietudine che ti ha colpito da giorni e che non vuole lasciarti andare? Tuo fratello è in missione, ti ha fatto avere sue notizie ieri. Il fronte a nord è ancora sotto assedio, ma sembra che le cose si risolveranno presto. Lui sta bene, per ora, e ti prega di non affaticarti – anche volendo, non potresti, sei un cristallo prezioso da tenere in mostra, tu.

E comunque alla guerra ci sei abituata, ormai, questo tuo mondo non può proprio farne a meno. Gli uomini non possono farne a meno. Ultimamente poi, le cose sembrano precipitare verso il peggio – un baratro ce l’ha un fondo?

Ti porti una mano alla guancia, leggermente più piena del solito. Il tuo corpo si gonfia troppo presto, ogni volta, ma non hai tempo per futili vanità femminili. Tuo marito non se ne accorgerebbe lo stesso…

Ah. Da come i tuoi occhi si sono stretti, forse ciò che ti agita l’hai trovato.

Beh, ma lui è il Kazekage, ti ripeti, e il tuo Villaggio ha bisogno di lui – più di quanto tu, sua moglie, abbia bisogno di lui?

I tuoi occhi sono stupiti, nello specchio, perché non puoi provare invidia o gelosia, hai accettato di  esserne vinta insieme alla sua proposta di matrimonio. Quindi, che succede ora? Perché adesso?

Ti stringi lo stomaco con le braccia, trattenendo la nausea.

Non è il caso di sentirsi male, il tuo bambino deve crescere forte e sano.

E poi?

Poi vivrà in questo mondo di infinite guerre e deboli tregue, sarà spedito al fronte come tuo fratello, sarà lontano quando sua moglie incinta avrà bisogno di lui, e…

Il periodo critico delle prime settimane è passato, Karura. Non lo sai, ma tuo figlio già si muove in te, lui nascerà (lui vivrà).

Ma cos’è che incrina il tuo sguardo nello specchio?

Da dove viene quel buio che spegne i tuoi occhi?

[400 parole]

 

 

 

***

 

 

 

Mese quattro.

“Ti dona questa nuova cicatrice, sai?”

“Ti donano questi nuovi chili, sai?”

“Che cos’hai detto?! 

Karura gli si lanciò contro, facendogli il solletico, attenta a non toccare quel braccio fasciato.

“Ferma! Sei pure ingombrante!” si ribellò l’altro, sottraendosi alla presa.

“Bene, tregua” acconsentì, sdraiandosi sul letto bianco d’ospedale accanto al fratello, riprendendo fiato.

“Non credi che siamo un po’ grandi per queste cose?” chiese, mentre la donna intrecciava le mani sulla pancia leggermente gonfia. “Sei la moglie del Kazekage…”

“Non è ancora vietato” gli sorrise.

Lui le accarezzò una mano, piano.

Yashamaru…” continuò lei, seria. “Pensi che finirà mai?”

Lui la fissò, indecifrabile. “Il Daimyo non concede rinforzi. Al nord è stato un massacro, e l’ovest è minacciato da Konoha

Karura sospirò. “Ricordi quando da piccoli inventavamo le forme del fumo oltre il deserto?” Lui annuì. “Questo Paese non sa mantenere la pace…”

“Ho dei regali per Temari e Kankuro” cambiò discorso, allegro, “glieli darò entro la settimana…

“Devi ripartire di già?”

Stava bene così.

Con la sua famiglia. Lui e i suoi due figli.

“E’ il mio dovere.”

E un volo di farfalle nello stomaco. 

Ma Karura non sapeva dire se fosse il suo bambino, o la solitudine costante.

[200 parole]

 

 

 

***

 

 

 

Mese cinque.

Questo non te lo aspettavi, eh?

Eri abituata ad addormentarti da sola, nel tuo letto, ma tuo marito come al solito ti ha sorpreso. È entrato nella vostra camera e ti ha abbracciato stretta.

Tu, stupita, non hai potuto far altro che accettare il suo silenzio, ed ora sei lì, che gli accarezzi i capelli gentilmente, mentre lui ti stringe come se fossi la sua anima – quella che sta abbandonando.

Ti dice che non sa più che fare, che le forze di Suna si sono dimezzate, che non c’è tempo per pensare a un altro piano – e tu davvero non capisci di che sta parlando.

Ti assicura che ha pensato a tutto, ma che proprio non c’è soluzione, e che gli anziani hanno ragione. Parla anche del bene del Villaggio – sì, ma a te che importa?

Da quanto tempo era che non lo sentivi così vicino? Te lo ricordavi così bello? Ti ritrovi ad arrossire per quel pensiero infantile, tu, che sei sua moglie e gli hai già dato due figli.

Stai bene fisicamente, se non fosse per quella pancia che cresce lenta, sbilanciandoti appena. E ti imbarazzi pensando che lui non stia poi così comodo sul tuo grembo. Lui, che amava riposare con la testa sulle tue gambe, all’ombra del pomeriggio, e che ora vedi per la prima volta piangere.

Si dispera, stringendoti forte e arricciandoti il vestito. Dice che non sa che fare, che devi aiutarlo a decidere.

E tu pensi soltanto che sia ancora perfetto ai tuoi occhi. E che lo sei anche tu ai suoi, se ti chiede aiuto. E lo ringrazi piano.

Ti dice che è disposto a tutto.

Che ti ama.

E sei talmente presa a lasciar scivolare via quella lacrima, che non fai caso a quel movimento innocente. Il primo, di tuo figlio.

[300 parole]

 

 

 

***

 

 

 

Mese sei.

“Che è successo?”

Karura, torna nella tua stanza, non è il momento.”

“Che è successo a mio fratello?” insistette, afferrando il braccio del marito, incurante della sua scorta personale, e della propria scenata nel corridoio.

“Non. Ora.”

La donna lo lasciò, intimorita, mentre l’uomo spariva nella sala del consiglio. Rimase sola, in quel palazzo sempre trafficato.

Appoggiò le spalle al muro per riprendersi dalla corsa, poi tornò nella sua stanza, accarezzando il ventre per calmarsi.

Attese, seduta immobile sul letto, guardando la giornata soleggiata fuori dalla finestra – era davvero tutto così bello lontano da lì?

Voleva solo dormire per un po’, le notti ormai erano insonni. Il bambino scalciava, e suo fratello non rispondeva alle lettere.

Poi, quella mattina, le avevano detto che era ritornato. E aveva trovato Yashamaru coperto di sangue, incosciente, circondato da medici.

Questo Paese non sa mantenere la pace…

Si ritrovò a piangere, silenziosa e stanca.

I suoi due figli e suo fratello. La sua famiglia…

Un’altra fitta la colpì allo stomaco.

Karura” il Quarto entrò nella camera dopo un tempo infinito. Lei si rialzò, stupita. Lo guardò negli occhi seri e profondi, leggermente arrossati. “La guerra all’ovest è più dura del previsto.”

Osservò il suo viso fiero. Era stato facile innamorarsi di un uomo pronto a risolvere ogni problema.

“Da soli non ce la faremo. Abbiamo bisogno di un’arma…”

Le sue mani tremavano appena. Lei abbassò le palpebre. Quante volte l’avevano accarezzata?

“…Chiyo-sama si occuperà di tutto. Serve solo un contenitore per il demone.”

La sua voce, dolce e vibrante insieme. Lo amava così tanto… Ed era così stanca. 

“…Il bambino. Sigilleremo Shukaku al suo interno.”

Karura chiuse gli occhi, sospirando.

Stava sicuramente vivendo l’incubo del sonno che desiderava, nonostante quei sentimenti che urlavano dentro di lei.

Eppure, la pelle del ventre continuava a tirare.

[300 parole]

 

 

 

***

 

 

 

Mese sette.

Qual è il senso della tua vita?

Morire in cambio di un’arma definitiva e potente?

Prima era tutto perfetto, tuo marito ti corteggiava, ti regalava quei fiori che coglieva chissà dove oltre il deserto, anche dopo il matrimonio. Solo per te.

E’ sempre stato premuroso.

Perché ora tu sei l’ultimo dei suoi pensieri? Perché una guerra lontana che non conosci deve distruggere la tua vita?

La felicità è effimera, aveva ragione chi te lo diceva. Il potere può davvero cambiare così tanto le persone? Anche l’uomo perfetto che amavi?

La tua vita in cambio di quella altrui. È il prezzo per aver amato.

Tutto questo non ha senso. Vuoi piangere e urlare, ma non cambierebbe nulla. Ti limiti a tremare, quando la verità si affaccia prepotente.

Non vuoi morire, sei troppo giovane. E quel bambino… tu nemmeno lo conosci! Non dovevi nemmeno rimanere incinta, è stato un caso.

Eppure lui avrà la tua forza, gliela stai passando in questi mesi, e se la prenderà, insieme alla tua preziosa vita. Nessun ringraziamento, nessuna gloria, per te.

E allora perché tutto questo?

Tuo figlio ormai riconosce la tua voce, ti capisce.

E l’unica cosa che ha imparato da te, è non voglio.

[200 parole]

 

 

 

***

 

 

 

Mese otto.

“Mammina, posso stare qui?”

Temari entrò nella stanza, dirigendosi verso il letto dei genitori senza aspettare la risposta.

Karura sorrise dolcemente alla figlia, aiutandola a salire sulla sponda alta.

Temari, non dovresti essere a dormire?” la sgridò pacatamente.

“Fa troppo caldo” chiarì, scuotendo la testolina contornata da quattro codini spettinati.

Come era possibile iniziare una guerra in quel clima inospitale?

“Che hai combinato qui?” domandò l’altra, passandole una mano sui capelli. “Ti sei pettinata da sola?”

“Sì” rispose euforica.

“Lascia che sistemi la situazione, vuoi?” propose.

La piccola poggiò la schiena contro il fianco della madre, permettendole così di sistemarla.

“Che ne dici di una nuova acconciatura?” chiese, sciogliendo i nastri colorati.

“No!”

“Non sei grande per quattro codini?”

“Mi piacciono” ammise semplicemente. “E poi così ci metti più tempo a pettinarmi.”

Se tutto potesse tornare come prima…

Karura sorrise, districando i nodi. “Lo zio ti ha regalato un libro di fiabe…

“Non mi piacciono.”

“Perché?”

“Le principesse sono noiose. Passano la vita ad amare un principe e a lasciarsi salvare” evidenziò, con l’esperienza dei suoi tre anni. 

“E’ bello essere amati, Temari.”

E se il principe fosse invece il cattivo? La principessa riuscirebbe a non amarlo più?

La bambina scosse le spalle. “Preferisco essere uno shinobi che una principessa.”

In questo mondo di guerre…

“Da domani torno a darti la buonanotte, promesso” le sorrise.

Perché quel sogno dorato si stava sgretolando così?

“Tu devi guarire dal fratellino. Come sta?” domandò, portando le manine sulla pancia prominente della madre.

“Sta bene…”

Purtroppo. Perché pesava così tanto?

Eppure Temari sorrideva di fronte ad una pancia, immaginando chissà cosa.

Che quel sentimento dentro di sé, di amore e protezione verso tutti i suoi figli, non fosse poi così sbagliato?

Temari” la chiamò. “Sai cos’è una promessa?”

La bambina rifletté un istante. “E’ quando il principe dice che salverà la principessa, o quando gli shinobi dicono che finiranno le missioni. Vero?”

“Esatto. È una cosa seria. Una promessa lega due o più persone per sempre. Ti senti in grado di mantenerla?”

“Sì.”

“Promettimi che non lascerai mai soli i tuoi fratelli, d’accordo?” Almeno tu.

La bambina fissò la pancia gonfia, poi il viso della madre, adagiata sui cuscini che le alleviavano il peso sulla schiena.

Una promessa lega due o più persone per sempre.

“Sì.”

E non l’avrebbe mantenuta.

Karura la vide sorridere, baciandole la fronte.

Che quel bambino non fosse un mostro?

[400 parole]

 

 

 

***

 

 

 

Mese nove.

A cosa è servito amare?

Gli occhi di tuo marito sono freddi, come i vostri sentimenti.

Hai paura, manca poco ormai, e farà male.

Era sbagliato essere felici?

Afferri la balaustra per non cadere, ti sporgi dal balcone e urli tutta la tua rabbia.

Maledici quel Villaggio che ha distrutto i tuoi sogni.

Maledici tuo figlio per la vita che si è preso.

E’ davvero giusto così?

Un grido più forte, lacrime di impotenza, un dolore acuto. Il terrore ti avvolge, mentre l’acqua scorre tra le tue gambe.

Sfidi il sole, e giuri vendetta.

Ma la guerra ormai è persa.

[100 parole]

 

 

 

***

 

 

Epilogo.

Ci sono delle sere in cui sembra che ad un tratto, dal nulla, alcuni pensieri vengano illuminati da una consapevolezza tenace. Come se fossero sempre stati lì, chiari e nitidi, e apparissero improvvisamente splendenti, tanto che, nonostante lo sforzo, è impossibile non essere abbagliati dalla loro semplicità.

Pensieri umani, fragili come il vetro e pericolosi come una scheggia. Pensieri sui cui è meglio non riflettere, gli altri giorni.

Aspetti che tuo marito si infili sotto le coperte, e che come ogni sera sospiri pesantemente, portandosi le braccia sugli occhi. Gli sorridi avvicinandoti, felice che quei gesti siano conosciuti solo da te. 

“Come è andata oggi?”

E solo allora lui ti guarda.

“Pare che il fronte a nord sia debole, il Daimyo ha chiesto di inviare rinforzi.”

Ti piace sentirlo parlare, anche di cose lontane che non vuoi capire.

“Per questo sei stato in consiglio così a lungo?”

“C’è anche il problema della siccità di quest’anno da risolvere” ti fa sapere, mentre gli sfiori il braccio con la mano.

Temari e Kankuro stanno bene, oggi hanno giocato nella serra” lo informi poi.

Quella famiglia felice, quel sogno dorato finalmente raggiunto.

“Devo pensare a chi affidar loro come sensei…” risponde.

“C’è tempo” gli fai notare, poggiando la guancia sulla sua spalla, mentre lui resta immobile.

Le cose non cambiano all’improvviso, non è possibile.

“Questa guerra sarà difficile, ma devo imporre la mia forza al Daimyo, così mi rispetterà” continua lui.

“Certo.”

“E’ l’unica soluzione, vedrà la vera forza di Suna!”

La guerra di cui parla è così lontana, mentre lui così vicino e caldo.

Non per te però.

Ci sono sere che ti ritrovi da sola a riflettere, e nel silenzio della notte i tuoi pensieri risultano amplificati, chiari come l’acqua.

“Espanderemo i confini del Paese, vedrai” sempre così distante, lui, a parlare di cose a cui non vuoi pensare. Le battaglie, i ninja, il potere.

Tu devi proteggere i tuoi figli, i tuoi sogni, tutto ciò che non ti riguarda è meglio che non esista.

Se ne occupa lui del resto, come si è sempre occupato di te. Non è sbagliato desiderare una famiglia, è quello che vuole ogni donna. Vivere in pace. Essere amata.

Ci sono sere però in cui la consapevolezza ti tormenta, e tu vorresti solo continuare a sognare. È normale cercare di essere felici.

“Sarei disposto a tutto pur di vincere questa guerra” e tu sei disposta a tutto per la tua famiglia.

Ma quel dubbio, l’illusione che nulla sia cambiato, inizia a logorarti dentro come un tarlo fastidioso che continua a cercare attenzione.

Per fortuna, accade solo in rare sere.

“Mi dovevi dire qualcosa stamattina?” ti chiede, mentre chiude gli occhi. Non è poco interessato, è soltanto stanco… 

Va bene continuare a illudersi che sia tutto perfetto, splendente come il migliore dei sogni.

Non è tardi, puoi sempre recuperare.

“Tesoro…”

E sei convinta che ci riuscirai, perché dentro di te è nato un miracolo che non si può ignorare.

Andrà tutto bene, vedrai. 

“…aspetto un bambino.”

[500 parole]

 

Once you will know my dear
You don't have to fear
A new beginning always starts at the end.

 

[ Un giorno saprai, mia cara
Non devi temere
Un nuovo inizio comincia sempre alla fine. ]

Mother Heart – Within Temptation

 

 

Fine

 

 

 

 

Note finali: dato che un po’ tutti mi hanno preso bellamente in giro per le mie note finali estremamente lunghe, ho deciso di tagliarle XD

 

Il sottotitolo vuol dire: “quando un principe azzurro non ama la sua damigella in pericolo” (dato che ho tentato di dargli un taglio anche fiabesco, anche se senza lieto fine). Il titolo è nero perché non ci vedo nessun altro colore per questa storia.

 

Ho scelto Karura per due motivi, il primo è che in lei vedo ben contrapposte la maternità e la guerra, suo figlio in fondo è diventato l’arma della Sabbia, e mi è sembrato interessante andare ad approfondire i suoi sentimenti al riguardo.

Il secondo è che è un personaggio di cui non si sa nulla, descritto indirettamente dagli altri. Però anche lei era una donna, e in quanto tale mi rifiuto di credere che sia stata così superficiale da odiare suo figlio a priori. Ho tentato di renderle un minimo di giustizia.

So che di lei non si sa nulla, ho quindi ricostruito il suo carattere e i suoi pensieri da piccole cose, ad esempio dalle pochissime scene dell’anime che la ritraggono e da quello che è scritto su Wikipedia.

 

Sullo stile che ho usato, i capitoli con i dialoghi aumentano di parole nel tempo, come se le altre persone la spingessero a rimanere con loro e non la volessero abbandonare, mentre i capitoli introspettivi sono sempre più brevi: all’inizio lei riflette sulla sua vita, ma dopo determinate scelte non ce n’è più bisogno, niente ha più senso e lei non può opporsi. Non è un caso che i capitoli inizino sempre con una domanda (tranne il mese due, dove c’era ancora una parvenza di pace), a cui però non c’è risposta. Come non c’è risposta alla guerra e alle atrocità che ha portato con sé, come appunto la morte di Karura.

 

Complimenti anche alle altre partecipanti, anche per aver condiviso con me questo bellissimo contest, passerò a commentare tutte le vostre fic appena possibile, promesso!

Riporto il super giudizio delle due giudici:

 

Urdi

-Grammatica e lessico: 10, non ho notato errori e si legge splendidamente
-Interpretazione della citazione e attinenza alla stessa: 10 interpretazione perfetta della citazione di Volo e anche della canzone che hai scelto. La tematica è rispettata, anche se si estende a tutta la famiglia, trovo che la tua descrizione serva a far capire meglio il personaggio di Karura. Racconti di guerra e maternità con parole che arrivano dritte al cuore.
-Trattazione dei personaggi: 9.5, davvero ben trattati. Non hai creato una Mary Sue parlando di un personaggio sconosciuto come Karura, ma hai cercato di capire come potesse sentirsi, basandoti su poche informazioni. A mio avviso hai fatto un ottimo lavoro.
-Originalità: 10, la fanfic è molto originale e mi piace tantissimo l’idea di dividerla in brevi capitoli che dalla fine tornano all’inizio. Fino ad ora non avevo mai letto nulla di così particolare sulla famiglia Sabaku.

Commento: A dire la verità la tua fanfic si spiega molto bene, tanto che quello che hai detto nelle note tu lo hai voluto specificare per paura che non fosse arrivato, ma io l’ho capito. L’ho capito così bene da arrivare ad avere le lacrime agli occhi. C’è una madre, c’è la guerra sempre presente nella sua vita e c’è una anche una donna innamorata (di marito e figli).
Hai mescolato tutto in modo semplice, grazie anche a questa impostazione leggermente insolita. Devo ammettere che l’ho trovata piacevole. Alla fine una madre non pensa solo ed esclusivamente al bambino, ma anche ai cambiamenti (nel corpo e nella vita. Lui mi amerà ancora, sarò bella, vivrà sereno, rimarrò sola…?) e a quello che capita durante tutto il periodo della gravidanza. Hai saputo dare un’interpretazione molto buona di tutti i protagonisti, cercando di capire come potessero comportarsi a seconda della situazione, senza estremizzare nulla.
Tu dici che la guerra è marginale, ma la sua presenza è comunque costante e si avverte sempre man mano che si va avanti nella lettura.
Oltre a questo, hai dato spazio anche alla figura di Yashamaru che, per quanto potesse essere secondaria, è stata sicuramente importante nella vita della donna (erano anche gemelli mi pare, quindi il legame doveva essere per forza profondo). E sì, Karura è stata portata all’odio… Ti faccio i miei complimenti, sei stata impeccabile.


Aya88


Grammatica e lessico:10
Grammaticalmente non ci sono errori, mentre il lessico è ricercato e privo di improprietà.
Interpretazione della citazione e attinenza alla stessa: 8.5
La fanfiction sviluppa in modo coerente la citazione, infatti ci presenta senza mai divagare una Karura consapevole che il suo sogno di una famiglia felice è ostacolato dalla guerra,un sogno a cui tuttavia non riesce a rinunciare. Per rientrare di più nel tema del contest andava però posto maggiormente l’accento sull’impossibilità della donna di garantire la serenità presente e futura dei propri figli, e quindi sui sentimenti determinati da una simile situazione.
Trattazione del personaggio: 9.5
L’amore per il marito e per i figli, il dolore, la solitudine e le speranze di Karura sono descritte molto bene, come anche i contrasti interiori a proposito di Gaara. E nonostante si sappia poco di lei, sei riuscita a trattarla in modo realistico.
Originalità: 9.5
L’impostazione della fanfiction –la divisione che segue i diversi mesi di gravidanza, l’inizio che corrisponde alla fine e viceversa, e l’alternanza degli stili – è molto originale, come originale è anche il soffermarsi sul rapporto tra Karura e il Kazegake.

 

***

 

Se voleste lasciare un segno della vostra presenza con un commentino, mi fareste solo piacere ^^ Grazie.




Risposte alle recensioni:ringrazio tutte per aver diviso con me la vittoria *_* Grazie mille dei commenti!
Amrlide: Karura ha sempre interessato anche me, lei che portava la vita dentro di sé, ma che sapeva che sarebbe morta dando alla luce il figlio. Non so come ci si possa sentire, e spero che nel mondo reale queste cose non capitino. Ti ringrazio tantissimo per il commento *-* mi hai detto una cosa bellissima, che le ho reso giustizia. Era l'unica cosa che volevo. Grazie.
Rinalamisteriosa: ciao ^^ su Karura non si sa praticamente nulla, tutte le informazioni su di lei sono indirette, dai ricordi di Gaara. Ma è una donna, ed è una madre, e un minimo di giustizia lo merita anche lei, soprattutto per quello che ha passato. Alla fine lei non odia Gaara, gli ha dato la protezione della sabbia morendo per lui. Io invece non avevo mai letto nulla su Karura, sai? XD non sapevo ci fossero fic su di lei. Grazie mille del commento *-* e dei preferiti!! ciao.
valy88: è il mio tema, sì. Volevo difendere Karura, sempre bistrattata, perché so che sarò una pessima mamma, un giorno XD Ti ringrazio per tutti i tuoi complimenti (che so essere veri). La scena con Kankuro ormai è tua :P quella con Temari, sono contenta che l'hai citata. Temari è l'unica che si rende conto delle cose (Kankuro è troppo piccolo), e che tenta di sistemarle ingenuamente, con un sorriso. Ma ho distrutto anche lei, oltre la madre, il padre e lo zio XD In lei ci ho visto un dolore "futuro", per il fatto dei codini. Detto sinceramente, quella pettinatura è ridicola! La prima volta che l'ho vista ho quasi sputato il bicchiere d'acqua (ero a pranzo), quindi perché non vederci angst dietro? Era la pettinatura che le faceva la madre, e che lei continua a fare per non dimenticarla (quello forse è l'unico ricordo che ha. Tu ricordi quando avevi 3 anni? Io ricordo solo che piangevo tanto XD). La scena col marito invece piace anche a me, mi piace vederlo debole ogni tanto. E il fratello... beh, sai come la penso sui fratelli. Grazie mille per tutto (_ _)
Saeko no Danna: grazie mille a te per il commento! Io non ho mai letto fic su Karura, ma so che parlano di lei come quella che odiava il figlio, e basta, e del marito come quello pazzo che odiava la moglie. Ho provato a vederci un po' di più sotto, non possono essere così piatti come personaggi, no? O forse sono solo tanto romantica io XD Ma sono contentissima che anche tu condividi la mia visione, davvero!
Sul fatto dello stile, anche io preferisco la 3^ persona, ma penso che nelle introspezioni a volte ci stia bene anche la 2^, quindi ho deciso di alternare un po'. Lieta che tu abbia apprezzato ^^ Grazie mille ancora, sei stata proprio gentilissima.
bambi88: ah, meno male! Io ero convinta che questa mia visione fosse tutto il contrario della tua! Vabbe' che alla fine pure qui qualcuno muore, anche se non è il qualcuno che intendi tu :P Sono contenta che ti sia piaciuta *-* io vedo romanticismo un po' ovunque, pure tra questi due (ma ovviamente non disdegno qualche scappatella della qui presente Karura con noi-sappiamo-bene-chi XD). Grazie mille del commento e dei complimenti! E non sei una pessima recensitrice, condensi tutto in breve, ma dici tutto quel che serve, anche più del dovuto con tutte quelle belle parole ç_ç Ciao ^^
Lalani: ciao ^^ ti ho già risposto altrove al tuo commento, ma voglio aggiungere cose: uno, ho giocato un po' con lo stile, tipo iniziare dalla fine e finire con l'inizio, o alternare seconda e terza persona, perché altrimenti era solo la descrizione di una gravidanza, e sai che noia XD sono contentissima che ti sia piaciuta questa cosa *-* due, sono contentissima anche che ti siano piaciuti i personaggi! sapendo poi che li hai mossi pure tu ^^ tre, abbiamo gli stessi gusti musicali XDDD da James Blunt ai Within Temptation XD Che bello ^^ Grazie mille per il commento! A presto ^^
Syra44: di Karura non si sa nulla, non è mai apparsa nella serie, si conosce il suo aspetto per una foto e ciò che pensava dai ricordi di Gaara, quando pensa allo zio (per cui, il ricordo è indiretto, e possibilmente falsato. Da qui la mia idea). A me piace, perché di solito passa per "quella che odia suo figlio", invece forse c'era altro. Non che qualcuno lo sappia, nemmeno Kishi probabilmente! Ma mi ci sono divertita ad immaginarmela (anche se è stato un parto questa fic XD tanto per rimanere in tema). E dato che l'idea di parlare di lei forse era un po' banale per un contest sulla maternità, allora ho deciso di provare uno stile un po' particolare, quindi tanti capitoli di parole nette, l'alternanza della seconda e terza persona, il variare dei personaggi, ecc... Sono felicissima che la cosa ti sia piaciuta *-* doveva stupire, in effetti. Quindi grazie, grazie per i complimenti e per il commento ^//^ E figurati per il ritardo! La fic è qui, non scappa mica, quando hai tempo e quando ti va commenti, altrimenti pazienza XD non le devi mica leggere tutte ^^ Grazie ancora per le belle parole, ciao! ^^

   
 
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