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Autore: Syron    21/04/2016    1 recensioni
La Terra è in rovina e tutti gli umani sono morti. Marill, una giovane ragazza, deve, insieme ai suoi compagni, cercare un nuovo pianeta per il genere umano. Nella sua epopea incontra forme di vita di ogni tipo e si imbatte in realtà che mai aveva immaginato. Ispirato nello stile a "Guida galattica per autostoppisti".
Recensite per incoraggiare la continuazione della fanfiction!
Genere: Avventura, Comico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Marill! Ma Wetarfotone non puoi abbandonare il sistema solare senza una fionda gravitazionale sul sole! Ricomincia!" Marvin era molto preoccupato. Ma non per la sua morte imminente, quella l'aveva messa in conto. Era preoccupato per la salvezza dell'umanità affidata a sua figlia Marill. L'unica cosa che lo rendeva felice era bestemmiare, "Wetarfotone" era in assoluto la sua bestemmia preferita. "Wetar" era il Dio più amato su quel piccolo pianeta azzurro che ruotava attorno a quella piccola stella gialla chiamata dai terrestri Sole, certo, per tutti gli altri abitanti della galassia non era altro che una piccola stella gialla. Purtroppo quel giorno quella piccola stella gialla era invisibile dalla Terra, il piccolo pianeta azzurro su cui Marvin e Marill si trovavano, che si trovava coperta da una densa coltre di nubi, come quasi ogni giorno ormai. L'umanità era morta, tutti gli uomini si erano suicidati e tutte le donne erano morte per varie cause. I bambini erano in seguito morti di stenti. Marvin e Marill erano gli unici esseri rimasti in vita, esclusi i 12 giovani criocongelati sulla Timor, la gigantesca nave progettata secoli prima per salvare il genere umano facendo nascere una nuova civiltà su un altro pianeta. Non preoccupatevi, questo non accadrà, ma le avventure di questi giovani sono comunque interessanti, considerando che sono gli ultimi esseri umani vivi.

 

Già, è il caso di dire che questo racconto arriva dal futuro. Questa non è quindi una qualsiasi fan-fiction, caro lettore, ma è precisamente quello che accadrà nel 3243 d.c., o nel 521 dopo Wetar, che dir si voglia. Ma torniamo alla nostra storia.

 

Marvin era stanco e Marill preoccupata. Sapeva che suo padre sarebbe morto a breve e lei sarebbe dovuta partire, decollare con il lander, attraccare alla Timor, già in orbita attorno alla terra, e avviare i motori, una volta in viaggio risvegliare gli altri ragazzi e istruirli sulla missione.

 

Quella sera stessa, Marvin morì. Improvvisamente Marill si sentì sola, immensamente sola. Era infatti l'unico essere umano vivo nell'intero universo, e l'unica forma di vita nel sistema solare, o almeno così credeva. In realtà un branco di Ambelau stava giocando a poker poche miglia sotto la superficie della Luna, ma Marill certamente non poteva saperlo.

 

Si avviò quindi verso il lander. Esso si presentava come una grossa palla arancione, con alcune venature nere. Il progettista si era ispirato a uno sport molto in voga nel millennio precedente, il basket. Il risultato di questo progetto fu un astronave che non solo sembrava una grossa palla di gomma arancione, ma che effettivamente era una grossa palla di gomma arancione. Rimbalzava magnificamente e volava ancora meglio.

 

--A causa di una distorsione gravitazionale l'imperfetto si è perso nelle viscere dello spazio-tempo, il racconto continuerà  quindi in passato remoto, ci scusiamo per l'inconveniente--

 

Subito decise di partire, non poteva sopportare il silenzo del pianeta deserto su cui si trovava. Salì sul Lander e accese i reattori, questi si accesero pigramente e dopo essersi lamentati per essere stati destati dal loro sonno sollevarono la nave e puntarono la prua verso il centro del Timor. Esso orbitava pacifico a poco più di 15000 metri dalla superficie. Da ormai 500 anni l'atmosfera si era rarefatta a tal punto da permettere orbite molto basse, quando però una stazione spaziale si schiantò contro una montagna si decise di stabilire una quota minima per le orbite, appunto a 15000 metri. Marill controllò il suo orologio da polso, era in perfetto orario per il rendez vous.

 

Avvicinandosi gettò un'occhiata al Timor che scuro e immobile la aspettava, in realtà essendo spento non aspettava proprio nessuno, ma se avesse aspettato qualcuno quel qualcuno sarebbe sicuramente stato Marill considerando che era l'unico essere umano vivo e che la Timor una nave progetta da esseri umani per esseri umani. Essa era una nave davvero notevole, la più notevole mai costruita sulla Terra. Essa era costituita da un grosso anello la cui circonferenza era sezionata in quattro parti non collegate tra loro. Da queste quattro parti partivano quattro tubi metallici  di quattro colori diversi che si con giungevano in un piccolo anello centrale che ospitava il punto di attracco per il lander e i motori per la rotazione. Le quattro sezioni esterme erano infatti in grado di ruotare attorno alla sezione centrale per simulare la gravità e per attutire i devastanti effetti che il viaggio attraverso l'iperspazio aveva sul corpo umano.

Interessante è il meccanismo di rotazione che grazie a potenti magneti permette di simulare una gravità simile a quella terrestre. Un grande matematico si occupò dei semplici calcoli che dovevano stabilire la velocità angolare di rotazione del complesso. Egli affermò inizialmente che la velocità era da ricercarsi nel campo dei numeri complessi ed ammontava a 168i. Dopo essere stato caldamente invitato a rivedere la sua conclusione annunciò che la gravità terrestre non sarebbe stata raggiungibile e che era da approssimare alla decima parte del quadrato di 10. Il matematico fu licenziato ma la gravità terrestre non si raggiunse comunque e ciò venne pubblicamente giustificato dal fatto che meno gravità avrebbe reso tutti più felici.

 

 

Il lander era pronto al rendez-vous. Il computer di bordo eseguì la manovra alla perfezione e se ne vantò ampiamente con Marill, che lo ignorò. Odiava infatti queste macchine parlanti, ma illustri psicologi secoli prima affermarono che fornire i computer di una personalità era indispensabile. Marill odiava anche loro, ma si consolava pensando che erano morti da tempo.

Quando il computer smise di vantarsi, Marill gli ordinò di collegarsi al computer della Timor e di iniziare la rotazione e si avviò verso il reparto dei criocongelati. Gli ordini erano di risvegliare subito tutti e iniziare le lezioni, ma Marill sapeva di avere molto tempo a disposizione, ordinò al computer di iniziare il viaggio e si avviò verso la sua stanza per un pisolino.

 

Aprì gli occhi due ore dopo, svegliata da un robot sveglia. Un robot sveglia è un particolare robot inizialmente progettato come cuoco universale, purtroppo l'unica funzione funzionante era il timer, e fu quindi adattato a essere una sveglia. Fortunatamente aveva imparato benissimo a parlare e teneva dei veri e propri discorsi in cui argomentava le ragioni per cui era opportuno svegliarsi. In realtà era piuttosto pigro e ripeteva ogni volta lo stesso discorso, sbuffando.

 

Si diresse verso la cucina e chiese al cuocobot un panino. Il cuocobot, inizialmente progettato come biologo molecolare ma poi rivelatosi abile soltanto a fare panini pessimi ed incredibilmente piccanti, veniva comunque utilizzato per fare panini considerato che il robot progettato a tale scopo era abile soltanto a spazzare il pavimento.

Marill, però, adorava quei panini e lo mangiò con gusto, dopodiché decise di fare un bagno in piscina. La piscina si trovava nella cupola della terza sezione della Timor, il fondo della piscina era trasparente e vi si godeva una spettacolare vista sul vuoto cosmico. Marill adorava le piscine. E adorava le spettacolari viste. Inutile dire che adorava anche il vuoto cosmico, insieme alle balene, alla fisica, ai panini. Insomma adorava molte cose, ma ciò che più adorava erano i suoi capelli. Quei lunghi biondi capelli biondi e mossi la rendevano molto felice, passava ore a curare quei morbidi capelli che cadevano morbidamente sull spalle come morbidi fili dorati. Curiosamente "morbide" è l'aggettivo più adatto a descrivere lo sguardo del maniaco di Girebon, piccolo pianeta che non faceva altro che girare attorno a Kedir, piccola stella gialla posta a 40 anni luce dalla Terra. Altrettanto curiosamente questo maniaco si trovava al momento a 40 anni luce dal suo pianeta ed era intento a spiare una bionda ragazzina terrestre mentre questa si faceva un bagno sulla Timor. Sfortunatamente per lui, Marill, pur credendo di essere l'unica essere vivente nel giro di milioni di chilometri, decise di tenere indosso un costume per fare il bagno. In effetti era imbarazzata dalla presenza del computer di bordo, che le parlava a regolari intervalli di tempo.

 

Dopo essersi lasciata alle spalle questi problemi, lanciò con un sinuoso tuffo il suo sinuoso corpo nell'acqua e scese sul fondo a ammirare il panorama. Esaurito il fiato riemerse e dopo essersi procurata un respiratore scese per ammirare meglio il panorama. Poteva vedere in lontananza la Terra che si allontanava e il Sole, sempre più grande, pronto a fornire la spinta gravitazionale necessaria per catapultare la nave nello spazio profondo, dove la propulsione avrebbe finalmente potuto essere accesa.

 

Dopo un paio d'ore decise di uscire e di farsi una doccia, prima di mangiare qualcosa. Il maniaco che la stava osservando, decise di andarsene, considerato che lo spettacolo era finito. Così, quando Marill si tolse il costume per farsi la doccia lui era già a molti anni luce da lì. Marill si osservò a lungo allo specchio. Era soddisfatta del suo fisico, che era effettivamente perfetto, ma si disse che avrebbe dovuto fare palestra, non ricordandosi che a bordo vi era soltanto un tapis roulant.

 

Tornò in cucina e si fece preparare una pizza da un robot massaggiatore. Inutile dire che questo era un ottimo pizzaiolo, ma un massaggiatore mediocre. Approfittò della pausa per tentare di modificare il carattere spocchioso e vanitoso del computer.

-Computer -chiamò

-Per servirla, comandante!-Gioì

-Ho deciso di darti un nome -

-Oh! Vi siete finalmente accorta che la mia strabiliante personalità è degna di un nome!-

-E di modificarti la personalità!-

-Mi pare una scelta avventata-

-Zitto-

-Molto avventata-

-Forniscimi le impostazioni-

-Sob-

 

Marill abbassò il livello di autostima del computer, aumentò quello di gentilezza, aumentò la sincerità e ridusse drasticamente la vanità. Infine aumentò l'umorismo, per poi pentirsene e riabbassarlo dopo una squallida battuta sulla gravità. Finito di mangiare un robot pittore pulì il tavolo, stranamente era un pessimo pittore e fu per questo adattato a pulire la cucina. La cucina si trovava nella sezione gialla della Timor, nessuno sapeva esattamente perché fosse gialla. Un giorno l'ingegner Ticul lasciò il cantiere dove si stava costruendo la Timor e il giorno dopo la trovò colorata di giallo. Arrabbiatissimo denunciò il fatto, le indagini non giunsero a nessun risultato e il caso venne archiviato, anche perché si trattava davvero di un bel giallo. Nessuno immaginava che oltre che bello il giallo era anche molto intelligente. I terrestri infatti ignoravano che i colori erano tra gli esseri più intelligenti della galassia.

 

Adiacente alla cucina era situato un divano. Comodamente sdraiata su questo divano, Marill navigava su internet, adorava navigare su questo mezzo di comunicazione del passato. Era dispiaciuta, anzi, per la scomparsa misteriosa di internet explorer da tutta la Terra. Anzi da tutto l'universo, ma questo lei non lo sapeva. In effetti era diventato talmente lento che su Kualakuapas si decise di gettarlo nel buco nero che minacciava il pianeta  per bloccarlo.

 

Improvvisamente un'ondata di raggi X investì la Timor e mise fuori uso molti sistemi informatici, ma questo Marill non lo poteva sapere perché dormiva profondamente.

   
 
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