Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: malmins    21/04/2016    0 recensioni
Mentre attendevo arrivò un ragazzo, più alto di me, dai capelli sbarazini castani e un look decisamente british.
« Buongiorno, sono qui per la lezione di Cameron » disse con tanta confidenza.
« Certo, attenda un attimo. Anche questa ragazza ci deve andare e appena finisco con le sue carte vi accompagno » rispose
« Bene, tanto vale che mi presenti. Sono Alex, piacere » mi porse la mano e io devo aver indugiato sui suoi occhi verdi per rendermi conto che dovevo stringergliela. Non so cosa mi fece tornare alla realtà e gliela porsi sorridendo.
« Piacere, sono Carol » sperai vivamente che non mi prese per pazza.
Sorrise, e che sorriso. Questo ragazzo è decisamente la cosa più bella che mi sia capitata dall'uscita del taxi.
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Stiamo camminando mano nella mano lungo il Tamigi. Io e Alex. Mi sento avvampare.
Non mi sta dicendo dove stiamo andando di preciso, ma vedo che stiamo svoltando in varie vie. A un certo punto si ferma di fronte a un cancello in ottone e prende una chiave dalla tasca e lo apre. Ci troviamo di fronte a una palazzina, davvero molto lussuosa. Non ero mai stata in questa parte di Londra. Avevo sentito dire che era riservata a gente importante e piena di soldi. Esitai un po' quando oltrepassammo il cancello, e Alex lo notò.

- Hai intenzione di rimanere qui fuori? Inizia a essere fresco. - mi sorrise.
- No no, ti seguo. - dissi.
Lo vidi annuire e continuò a camminare fino al portone d'ingresso. Lo seguii, mi fece entrare e rimasi davvero basita.
Era tutto spettacolare.
- Cavolo! - mi lasciai sfuggire.
- Lo so, non era quello che avevo intenzione per me, ma mio fratello è uno a cui piace esagerare. E per esagerare intendo che gli piace organizzare feste. - disse mentre iniziava a salire le scale.
- E vive qui con te? -
- Va e viene. Per lo più rimane in Irlanda, da una mano ai miei con la loro attività e a volte organizza gli eventi a cui devo partecipare. - e così dicendo spalancò una porta e due battenti ed entrammo in una sala enorme con un divano ad angolo in mezzo al salotto, un televisore al plasma piazzato su una parete piena di affari ultra tecnologici e a fianco una parete di portafinestre che davano su un enorme terrazzo con una visuale mozzafiato su Londra.
Lungo le pareti erano appesi vari quadri e lo stile rispecchiava l'età di Alex. Mi fece cenno di seguirlo, questa volta non me lo feci ripetere e mi incamminai.
Lo trovai intento ad aprire le ante della cucina e a cercare quello per cui eravamo venuti.
Preparò le tazze e mise l'acqua a bollire. Mi sedetti su una delle sedie del bancone e continuai ad osservarlo. Per essere un ragazzo si aggirava bene in una cucina, a differenza di me che avevo paura pure di mettere la pasta. Sorrisi e lui lo notò.
- A cosa devo quel bellissimo sorriso? - lo sentii dire.
- Sei pieno di risorse, sai? Giri nella cucina come se fosse il tuo campo invece che un set cinematografico. - risi.
- Mi piace cucinare, questa è una cosa che in pochi sanno. E lo riservo alle persone speciali, se non lo fossi non saresti qui. -
Rimasi a guardarlo, mi reputava speciale. E sapeva cucinare, ragazzo d'oro direbbe mia madre.
- Vorrei vederti all'opera. - dissi senza pensarci. Forse non avrei dovuto, penserà che mi aspetto dell'altro.
- Oh sicuramente. Ti farò assaggiare delle specialità irlandesi. - Stava mettendo l'acqua nelle tazze insieme ai filtri.
- Il giorno di San Patrizio? E' tra una settimana. - quel vino mi ha dato più disinvoltura di quanto volessi.
- Non ti dico niente. - e così dicendo si avvicinò e mi diede una tazza. Il buon profumo di camomilla arrivò alle mie narici, e mi diede già senso di tranquillità.
- Andiamo in soggiorno? - annuii e lo seguii.
Dopo esserci accomodati, Alex accese la tv e disse: - Ho la prima stagione di Memories, ti va di vederla? - si girò verso di me.
- Assolutamente si. - gli rivolsi il mio miglior sorriso, ero davvero contenta di come stava procedendo la serata.
Alex mise il dvd e iniziò un po' a dirmi di cosa trattasse la trama in maniera dettagliata, qualche novità sulle prossime stagioni.
Eravamo seduti uno di fianco all'altro sul divano e dopo drammaticità e situazioni in cui mi ero preoccupata del suo personaggio, ad Alex cadde la mano vicino alla mia e me la sfiorò. Fu una cosa inaspettata, i miei muscoli si contrassero. La sua mano era davvero calda e a vedersi pareva forte. Era un ragazzo davvero attraente. A lui non sfuggì quel contatto e me la prese completamente e la intrecciò alla sua. Mi sentii sprofondare sempre di più nel divano.
Dentro di me sentivo il cuore battere a mille e una sensazione nel basso ventre irradiarsi.
Lui mi guardò e io feci lo stesso, i suoi grandi occhi verdi scrutarono i miei. Li sentivo penetrare come se sapessero leggere le moltitudini di emozioni che mi stavano attraversando.
Non capii più niente quando le sue labbra sfiorarono le mie. La sua mano lasciò la mia e la posò sulla guancia e mi attirò di più a sè. Quello che fu un semplice bacio si trasformò in qualcosa di più. Il suo sembrava un desiderio, c'era desiderio nel bacio che mi stava dando. Fui certa di non averne dati e nemmeno ricevuti del genere.
Aprii un spazio tra le labbra e, come se stesse aspettando, la sua lingua raggiunse la mia in movimenti che lasciavano nella mia testa pensieri poco casti.
Mi strinse a sè ancora di più fino a costringermi a mettermi a cavalcioni su di lui senza staccarsi dalla mia bocca.
Fui pervasa da sensazioni inspiegabili. Questo ragazzo mi stava facendo provare un sentimento che tenevo nascosto nel profondo di me stessa.
Si staccò un attimo per guardarmi, entrambi con il fiato corto. Mi spostò una ciocca di capelli dal viso.
- Ti prego, rimani. - lo sentii sussurare a pochi centimetri dalle labbra.
In risposta gli diedi un bacio che sperai cogliesse tutto il mio desiderio di rimanere lì.
- Mi piaci Carol, come nessun'altra. - disse mentre percorreva il mio collo con piccoli baci.
Mi lasciai sfuggire un gemito.- Aspettavo questo bacio dal giorno in cui sei arrivato alla facoltà. - ansimai un po' mentre lui continuava con quella dolce tortura.
Sfoderò uno di quei suoi sorrisi idioti e sentii le sue mani che piano piano scendevano lungo tutta la schiena fino al bacino, dove prese a giocherellare con l'orlo della mia camicia.
Ripresi a dargli piccoli baci e lui vi fece scorrere una sua mano sotto e il mio corpo istintivamente rabbrividì.
Feci lo stessi e notai sotto il mio tocco che aveva degli addominali scolpiti.
- Vai in palestra? - dissi sorridendo.
- Quando posso, per lo più nuoto. -
- Sei anche atletico, eh? - lo sbeffeggiai.
- Dovrò pur far colpo in qualche maniera. - la sua mano si stava sempre di più insinuando al di sotto dei miei abiti.
- Io dico che lo fai già perfettamente così. Intendo che non hai bisogno di impressionarmi. Il fatto che tu esista per me è già sintomo di felicità. - risi.
- E' una delle cose più belle che qualcuno mi abbia mai detto. -
- Mi fa piacere. - finii a fatica quella frase che lui mi stava già baciando con trasposto come poco prima.
Sentii l'orologio battere la mezzanotte, ma nessuno dei due se ne curò.
La sue mani si posarono sui miei fianchi e presero l'orlo della camicia ed iniziò a sfilarmela. Non lo lasciai indugiare e alzai le braccia perché potesse riuscirci. Mi benedii per aver indossato della biancheria decente.
Decisi che se lui voleva avere questa visione di me, io altrettanto ne avrei avuto l'onore. Feci lo stesso, si scostò un po' dal divano per togliersela. E decisamente apprezzai tutto quel bel vedere. Sentii i suoi muscoli sotto il mio corpo rilassarsi. Doveva essere uno di quei ragazzi a proprio agio, mentre io faticavo un po'. Come ho detto prima doveva essere il vino ad agire per me.
I nostri baci diventarono sempre più vogliosi.
Percepii Alex muoversi e in men che non si dica mi stava portando, così a cavalcioni, in braccio.
Risi per questa azione inaspettata. Passai una mano tra i suoi capelli, adesso li teneva più corti rispetto a quando girava la serie, e mi piacevano.
Non riuscivo ad orientarmi, la casa era davvero grande. Lo sentii armeggiare con una mano mentre con l'altra mi teneva. Era davvero forte.
Una porta si aprì ed entrammo in una stanza buia, capii che Alex tentava di trovare una luce. Accese una lampada del comodino e con dolcezza mi appogiò sull'enorme letto che troneggiava nella camera, che per esclusione pensai fosse la sua.
Si avvicinò sempre di più e posò di nuovo le sue labbra sulle mie e riprese a baciarmi con intensità. Questa volta si distese su di me senza travolgermi, puntellandosi su un gomito. Queste carezze che mi dava, i baci e la dolcezza con cui agiva mi stavano mandando in estasi.
Un impeto improvviso mi percosse il corpo e posai la mia mano sui suoi jeans ed iniziai a slacciarglieli. Alex fece lo stesso, io dovetti sembrare più impacciata.
Il mio cervello non stava reagendo alle azioni che il mio corpo stava eseguendo e che per giunta voleva che accadessero.
La tensione sessuale si percepiva e non fui più cosciente di ciò che successe nei momenti a seguire.
- Oh santo cielo. - fu l'unica cosa che mi sfuggì di bocca quando una sensazione piacevole percosse il mio corpo e a quanto pare anche a Alex, perché appoggiò la sua fronte alla mia entrambi con il petto ansante.
- E' stato fantastico..sei meravigliosa - mi disse mentre il suo respiro ritornava ad essere regolare.
Riuscii solamente a sorridergli e a posargli un leggero bacio.
Le prossime ore furono un susseguirsi di azioni e soprattutto emozioni che non sapevo di essere capace di esprimere.

Mi girai nel letto e percepii una luce colpirmi dritta in faccia proveniente dalla portafinestra vicino.
Tastai l'altro lato del letto e capii che era vuoto. Ecco perfetto, mi maledissi, avevo fatto scappare l'unico ragazzo con cui avevo provato delle sensazioni indescrivibili.
Mi misi a sedere e scrutai la stanza, moderna come il resto della casa. Cercai una maglietta, una felpa, un qualunque cosa che mi coprisse, in quanto il resto dei miei vestiti era rimasto in soggiorno. Trovai una maglietta grande di Alex, almeno su di me lo era.
Uscii dalla stanza e potei vedere bene il corridoio da cui la sera prima eravamo arrivati dal soggiorno. Scalza percorsi il tratto fino in cucina. Mi appoggiai allo stipite della porta, e lo guardai. Alex era intento a preparare la colazione, con solo indosso i pantaloni del pigiama che gli ricadevano morbidi sui fianchi. Decisamente una splendida visione da ricevere di prima mattina.
Lo vidi alzare la testa quando capii che ero arrivata e disse: - Ah sei già sveglia? Ti stavo per portare la colazione a letto. - Caspita, pensai, addirittura?.
- In realtà pensavo di averti fatto scappare. - mi stavo torturando le mani.
Si avvicinò, finché non fu proprio davanti al mio viso.
- Non dirlo o pensarlo nemmeno. - sussurrò, e posò le sue labbra sulle mie. Aveva un odore buono, doveva essersi fatto già la doccia. Io non sapevo che aspetto avessi, sicuramente scombussolato.
Staccò le sue labbra, mi prese per mano e mi accompagnò al bancone dove mi attendeva una grande tazza di cappuccino, succo di frutta, brioches e pancakes.
- Tutto ha davvero un'aria invitante. - dissi ammirando la moltitudine di cose preparate.
- Speravo lo dicessi. - e mi porse una tazza a cui sorrisi grata.
- Ah, il tuo telefono ha squillato un paio di volte. - mi disse mentre finiva di sorseggiare il suo succo.
- Controllo subito. - balzai giù dalla sedia e mi diressi al divano dove avevo lasciato la borsa.
Presi il telefono e vidi due chiamate da parte di mia madre e un messaggio di Katherine. Da mia madre me lo sarei potuta aspettare, ma dalla mia compagna di corso no. Forse le serviva qualcosa. Decisi di leggere prima il messaggio: "Sei sui giornali di gossip. Quando avevi intenzione di dirmi che uscivi con Alex Turner?;)". Rilessi il messaggio, perché sicuramente c'era qualcosa che non andava. Io? Sui giornali di gossip? Oddio, e se i paparazzi ci avessero seguito tutta la sera ieri? Mi destai dai pensieri e composi il numero di mia madre per vedere cosa voleva.
- Pronto? tesoro! - la voce squillante dall'altra parte mi fece scostare il telefono dall'orecchio.
- Ciao mamma, come state? - dissi bloccando uno sbadiglio.
- Io benissimo e anche tuo padre. E tu? E' un po' che non ti fai sentire. - tentava di usare un tono di rimprovero, fallendo.
Mi incamminai verso la cucina per non lasciare Alex pensare che fossi scomparsa.
- Sto bene, sono stata impegnata... sai tra la facoltà e.. il resto. - Alex mi scoccò un'occhiata divertita.
- Hai conosciuto qualche ragazzo, eh? - certo che quando voleva sapeva essere proprio un'impicciona.
- Forse, e comunque non sono affari tuoi con chi esco e se esco. - le dissi sperando di non essere sembrata brusca. Alex mi guardò e negli occhi vidi una luce strana.
- Va bene tesoro, ti ho chiamato per vedere se stesse andando tutto ok. Ma se mi dici così, non penso che dovremmo preoccuparci, o sì? -
- Certo che no, tutto a posto. - dissi sospirando.
- Tuo padre ti manda i suoi saluti, ci sentiamo tesoro. -
Chiusi la chiamata, e posai il telefono sul bancone.
- Lei non sa.. - Alex tentò di dire qualcosa, ma lo bloccai prima che potesse proferire altro.
- No, almeno non glielo fatto intendere. Non so cosa avrei potuto dirle... - dissi quasi a bassa voce.
Lui mi fissò, con quei suoi magnifici occhi verdi.
- C'è qualcosa di cui vuoi parlare? - chiese prendendomi una mano.
- Una.. una mia compagna di corso, praticamente, mi ha detto che siamo finiti su un giornale di gossip. - dissi lasciando trasparire un po' di agitazione.
Lo vidi aprire la bocca come per dire qualcosa, ma si bloccò.
- Aspetta un attimo. - annuii.
- Pronto, Tyler. Si, ho appena saputo. Si, lo so. Te l'avevo detto... Hmm, è grande come cosa? Senti, non voglia che le si faccia pressione. Non ha bisogno di essere soprafatta dai miei problemi. Siamo solo usciti, una cena. Nemmeno mentre mangiamo possono lasciarci un po' tregua? ... Si, ho capito. Vedi cosa riesci a risolvere. Ciao. - lo sentii ritornare in cucina.
Lo guardai in cerca di una risposta.
- Stai tranquilla, mio fratello risolverà la cosa. Non ti devi preoccupare di niente. - mi sorrise e si avvicinò abbracciandomi.
Avrei davvero voluto frequentarlo, ma se il prezzo da pagare fosse stato quello di essere paparazzata insieme mentre uscivamo per una semplice cena, allora se volevo davvero iniziare una carriera nel mondo dello spettacolo, che cosa mi sarei dovuta aspettare?



 

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: malmins