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Autore: CleoWhovian221b    22/04/2016    1 recensioni
Un gruppo di amici e adolescenti. Una terrificante apocalisse zombie. Come riusciranno ad affrontarla?
Genere: Azione, Drammatico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo, Violenza
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Il Vecchio Bob era tutt'altro che vecchio: aveva 35 anni, ma si rendeva conto che la sua vita aveva contribuito a fargli perdere la sua giovinezza fisica, più che psicologica.
Ai tempi dell'asilo aveva sempre la risposta pronta e diceva solo cose giuste.
I suoi compagni seguivano lui perché in qualche modo lo vedevano come un fratello maggiore e lo chiamavano tutti Robertone.
E per questo Robertone si sentiva un gigante e invincibile.
Amava aiutare suo padre, contadino, ad alzare le cassette piene di patate, a mungere le mucche e zappare la terra.
Se qualcuno si perdeva nel loro piccolo villaggio di montagna tutti, dai giovani ai vecchi, dicevano "Vai a chiedere al Robertone" e lui si sentiva un eroe,sempre pronto a proteggere i più deboli e la sua famiglia, soprattutto sua madre e i suoi due fratellini: una volta, si ricordava ancora, un cinghiale aveva conquistato il loro giardino distruggendo i bidoni della spazzatura e quasi la metà dei mattoni che papà usava per rinforzare il recinto degli animali. La madre voleva uscire per allontanarlo,ma non fece in tempo che il figlio maggiore era già fuori con in mano un bastone infuocato. Il risultato? La madre si spaventò a morte, il cinghiale anche e Robertone si procurò una scotattura al braccio. Ma era riuscito nel suo intento e il giardino sarebbe rimasto sempre al sicuro da altri animali selvatici.
La vita di Roberto era una vita tranquilla e felice,almeno fino all'anno in cui frequentava la terza media..
Era marzo del 1995 e Roberto stava leggendo un libro: in casa regnava il silenzio, qualche volta si sentiva il dolce russare dei suoi due fratelli che dormivano nella stanza accanto. Dalla camera dei suoi non proveniva neanche un rumore.
Lui si stava rilassando, concedendosi come al solito la sua ora di lettura alla sera.
Era da poco passata la prima mezz'ora quando sentì uno strano rumore provenire da camera dei suoi fratelli: come se qualcuno stesse rovesciando un secchio d'acqua.
Si alzò per controllare dallo spioncino: vide due ombre enormi davanti al letto dei due fratelli. Il panico lo trovolse: si precipitò in camera dei genitori, veloce quanto silenzioso e svegliò il padre. Stranamente lui teneva sotto il letto un fucile già carico. Quando lo tirò fuori,la madre si svegliò di soprassalto e disse:"Sono loro?"
Il padre afferò Roberto per il braccio e lo nascose dentro l'armadio sussurrandogli "Ti chiudo a chiave. Non preoccuparti torneremo."
Ma non tornarono. Sentì solo delle urla e nient'altro. Rimase chiuso in quel l'armadio, finché non gli si annebbiò la vista e svenne.
Si risvegliò in un letto d'ospedale,accanto al suo letto c'era una signora vestita elegantemente, che lo guardava sorridendo,ma con aria compassionevole.
"Ciao Roberto. Sai dove ti trovi?"
Lui si sforzò di parlare, avendo la bocca asciutta:"In ospedale."
La Signora annuì e dopo aver fatto un sospiro gli raccontò quello che era successo.
Suo padre aveva dei conti in sospeso con dei mafiosi:qualcosa riguardo a un pizzo non pagato per troppo tempo.
Il capo di questi mafiosi,ancora libero, aveva mandato due suoi seguaci per mandargli un messaggio. Lo scopo era solo quello di ammazzare i figli,bruciandoli, e non quello di massacrare tutta la famiglia: ma il padre era intervenuto,aggredendo uno dei due e questi, a detta loro, erano stati costretti a ucciderlo.
Roberto era sopravvissuto semplicemente perché sapevano che suo padre aveva dei figli, ma non quanti. Avevano visto solo quattro membri della famiglia, e la sua camera,avendo il letto non disfatto, era stata scambiata per la camera degli ospiti.
Roberto era svenuto per la mancanza di ossigeno, ma fortunatamente era stato trovato dopo poco,quando è intervenuta la polizia.
La Signora era l'assistente sociale. Da quel momento la sua vita sarebbe cambiata drasticamente.
Roberto non era più il ragazzo di una volta: lo shock gli aveva sbiancato tutti i capelli e di notte gli incubi non lo facevano dormire, conferendo al suo aspetto delle borse pesanti sotto gli occhi.
Era diventato silenzioso e quelle poche volte che apriva la bocca lo faceva solo per mangiare.
Era riuscito a trovare una famiglia con cui passare il resto dell'adolescenza, ma sfortunatamente non si adeguò mai: vedeva quei nuovi genitori solo come una necessità per la sua sopravvivenza.
Appena compiuti i 18 anni infatti abbandonò la scuola e la sua nuova famiglia, decidendo di trasferirsi in campagna e iniziare a lavorare la terra e curarsi di alcune mucche cavalli.
Nel villaggio in cui si era trasferito la gente lo guardava con aria di curiosità e compassione e iniziarono a chiamarlo il Vecchio Bob.
A lui quel nome stava bene: lo affascinava l'idea di poter fregare tutti quei contadini che da sempre si credono più intelligenti di qualsiasi altra persona. Ogni tanto, quando qualcuno lo salutava gridando "Ehila Vecchio Bob!", lui sogghignava immaginando la faccia che quel passante avrebbe potuto fare scoprendo che lui non era un vecchio, niente affatto.
I primi anni di quella sua nuova vita passarono tranquilli e senza noie, ma più gli anni passavano e più Bob iniziava a sentirsi solo.
Successe tutto in un giorno: il Vecchio Bob n aveva finito il mangime per le galline. Quel giorno era la festa di tutto il paese e i negozi erano chiusi. Corse subito dal vicino a chiedergli di prestargli un sacco di mangime: il vicino fu subito disponibile.
"Grazie! Come posso sdebitarmi? "
Il vicino non ci pensò neanche un secondo:"Mia nipote Maria vuole andare alla festa questa sera, ma non ha nessun accompagnatore. Che ne pensi?"
Il Vecchio ci pensò su: non amava le feste e di certo con le donne non aveva esperienza, ma quel buon uomo era stato così gentile e non se la sentiva di opporsi all'offerta.
Alle sette di quella stessa sera passò a prendere Maria e rimase all'istante folgorato da quella donna straordinaria.
Era sicuramente una delle creature più belle create da Dio:alta, capelli biondissimi come un campo di grano,ma erano gli occhi a renderla affascinante, uno era azzurro e l'altro verde.
Passarono tutta la serata a ballare e chiacchierare e il Vecchio Bob non riusciva a toglierle gli occhi di dosso: quegli occhi l'avevano ammaliato e sentiva che non si sarebbe facilmente liberato di lei.
Si sposarono pochi mesi dopo: era il 14 febbraio 2014 e il Vecchio Bob l'avrebbe ricordato per sempre come il giorno più bello della sua vita. In quella giornata aveva lasciato alle spalle il suo brutto passato e aveva deciso di pensare solo al futuro: si trovarono una casa meno isolata dal resto del villaggio, lui si tinse i capelli per sembrare meno vecchio e iniziò a frequentare molte persone,sempre accanto alla moglie e trovò lavoro come guidatore di un bus per accompagnare i bambini alle scuole. 
Un anno dopo sua moglie scoprì di essere incinta.
Tutto sembrava andare per il meglio, ma arrivò la stramaledetta apocalisse zombie. Quel giorno rimase per sempre impresso nella mente del Vecchio Bob, tormentandolo fino alla morte.
Stava raccogliendo le patate dal campo,mentre sua moglie, che non poteva aiutarlo per via del pancione, si era seduta vicino al bosco, all'ombra mentre leggeva "Orgoglio e Pregiudizio" ad alta voce perché convinta che la bambina potesse sentire.
Si prospettava una giornata calda e luminosa e Bob aveva approfittato del vento fresco del mattino per completare gli ultimi lavori, ma mezzogiorno arrivò presto e decise di prendersi una pausa.
Si sistemò il cappello sulla testa, alzò lo sguardo per vedere sua moglie e notò qualcosa di strano: vide la figura del signor Castero avvicinarsi a Maria zoppicando e emettendo strani versi.
Sua moglie guardò verso di lui spaventata: era diventata tutta pallida e aveva lasciato cadere il libro a terra.
"Maria?" 
La vide avvicinarsi a Castero e poggiargli le mani sulle spalle, ma il vicino non sembrava più in sé: continuava a emettere versi gutturali e cercava di addentarle il braccio.
All'improvviso, con la coda dell'occhio, vide altre due persone avvicinarsi a sua moglie e nello stesso tempo in cui si era distratto il signor Castero morse sua moglie al braccio strappandole un gran parte di carne.
Il Vecchio Bob lasciò cadere la vanga. Avvenne tutti in un attimo.
Maria cadde a terra e si ritrovò subito schiacciata dal peso di quell'uomo che stava cercando di aiutare. 
Castero iniziò a morderla ovunque e venne presto raggiunto dagli altri due. Si erano avventati su sua moglie proprio come i leoni fanno con le gazzelle.
Il Vecchio Bob stava correndo verso di lei,a gli sembrava di non avvicinarsi mai. Nella sua testa sentiva solo le urla di sua moglie e la paura fu così tanta che non riuscì a controllare la sua vescica.
Finalmente raggiunse Maria e l'immagine che avrebbe per sempre tormentato i suoi sogni: quelle tre persone erano ricoperte del sangue di sua moglie e stavano mangiando pezzi del suo corpo. Ma uno su tutti lo colpì in particolar modo: teneva in mano un minuscolo braccio. 
Nello stesso istante sua moglie spirò.
Il Vecchio Bob non aveva più ragione di vita ormai. Dopo aver fermato i tre assassini di sua moglie, che morirono solo quando fracassò le loro teste, si sedette per terra accanto al corpo di sua moglie, gli occhi persi nel vuoto con aria catatonica.
Perché continuava a vivere? Quale era il senso della sua esistenza? 
Aveva perso tutti: i suoi genitori, i suoi fratelli, sua moglie e sua figlia Serena, a cui era stata sottratta la possibilità di respirare, di correre a piedi nudi nel loro giardino, sorridere, parlare e passare del tempo con lui,il suo papà.
Non era più niente.Roberto, Robertone, Il vecchio Bob, il figlio, il marito e il padre: tutte queste sfaccettature che lo caratterizzavano erano scomparse nel giro di pochi secondi.
La decisione poteva essere una sola: se non aveva niente per cui valesse vivere anche solo un secondo in più in questo mondo crudele, allora perché ostinarsi a vivere?
Prese il pullmino e andò al villaggio: il suo piano era quello di schiantarsi a tutta velocità contro il Palazzi Grande in cui aveva incontrato Maria per la prima volta.
Arrivò al fondo della strada e da lontano vide quell'enorme palazzo: tutta la vita gli passò davanti.
Prese velocità e percorse in pochi secondi metà della strada, quando all'improvviso una ragazza che trascinava un suo amico, probabilmente,le si parò davanti: frenò.
L'incontro con Mely fu così brusco che lo colse alla sprovvista, ma lei le piaceva.
Nei suoi occhi vedeva la sua figlia mai nata, sua moglie e sua madre.
Amelia, anche se inconsapevolmente, lo aveva salvato: come un angelo sceso dal cielo, lo aveva fermato a un passo dalla morte.
Ora si sentiva in debito e il suo nuovo compito, di questo ne era certo, era quello di proteggere Mely. A qualunque costo.

Il Vecchio Bob era tutt'altro che vecchio: aveva 35 anni, ma si rendeva conto che la sua vita aveva contribuito a fargli perdere la sua giovinezza fisica, più che psicologica.

Ai tempi dell'asilo aveva sempre la risposta pronta e diceva solo cose giuste.I suoi compagni seguivano lui perché in qualche modo lo vedevano come un fratello maggiore e lo chiamavano tutti Robertone.E per questo Robertone si sentiva un gigante e invincibile.Amava aiutare suo padre, contadino, ad alzare le cassette piene di patate, a mungere le mucche e zappare la terra.Se qualcuno si perdeva nel loro piccolo villaggio di montagna tutti, dai giovani ai vecchi, dicevano "Vai a chiedere al Robertone" e lui si sentiva un eroe,sempre pronto a proteggere i più deboli e la sua famiglia, soprattutto sua madre e i suoi due fratellini: una volta, si ricordava ancora, un cinghiale aveva conquistato il loro giardino distruggendo i bidoni della spazzatura e quasi la metà dei mattoni che papà usava per rinforzare il recinto degli animali. La madre voleva uscire per allontanarlo,ma non fece in tempo che il figlio maggiore era già fuori con in mano un bastone infuocato. Il risultato? La madre si spaventò a morte, il cinghiale anche e Robertone si procurò una scotattura al braccio. Ma era riuscito nel suo intento e il giardino sarebbe rimasto sempre al sicuro da altri animali selvatici.La vita di Roberto era una vita tranquilla e felice,almeno fino all'anno in cui frequentava la terza media..


Era marzo del 1995 e Roberto stava leggendo un libro: in casa regnava il silenzio, qualche volta si sentiva il dolce russare dei suoi due fratelli che dormivano nella stanza accanto. Dalla camera dei suoi non proveniva neanche un rumore.Lui si stava rilassando, concedendosi come al solito la sua ora di lettura alla sera.Era da poco passata la prima mezz'ora quando sentì uno strano rumore provenire da camera dei suoi fratelli: come se qualcuno stesse rovesciando un secchio d'acqua.Si alzò per controllare dallo spioncino: vide due ombre enormi davanti al letto dei due fratelli. Il panico lo trovolse: si precipitò in camera dei genitori, veloce quanto silenzioso e svegliò il padre. Stranamente lui teneva sotto il letto un fucile già carico. Quando lo tirò fuori,la madre si svegliò di soprassalto e disse:"Sono loro?"Il padre afferò Roberto per il braccio e lo nascose dentro l'armadio sussurrandogli "Ti chiudo a chiave. Non preoccuparti torneremo."Ma non tornarono. Sentì solo delle urla e nient'altro. Rimase chiuso in quel l'armadio, finché non gli si annebbiò la vista e svenne.

Si risvegliò in un letto d'ospedale,accanto al suo letto c'era una signora vestita elegantemente, che lo guardava sorridendo,ma con aria compassionevole."Ciao Roberto. Sai dove ti trovi?"Lui si sforzò di parlare, avendo la bocca asciutta:"In ospedale."La Signora annuì e dopo aver fatto un sospiro gli raccontò quello che era successo.Suo padre aveva dei conti in sospeso con dei mafiosi:qualcosa riguardo a un pizzo non pagato per troppo tempo.Il capo di questi mafiosi,ancora libero, aveva mandato due suoi seguaci per mandargli un messaggio. Lo scopo era solo quello di ammazzare i figli,bruciandoli, e non quello di massacrare tutta la famiglia: ma il padre era intervenuto,aggredendo uno dei due e questi, a detta loro, erano stati costretti a ucciderlo.Roberto era sopravvissuto semplicemente perché sapevano che suo padre aveva dei figli, ma non quanti. Avevano visto solo quattro membri della famiglia, e la sua camera,avendo il letto non disfatto, era stata scambiata per la camera degli ospiti.Roberto era svenuto per la mancanza di ossigeno, ma fortunatamente era stato trovato dopo poco,quando è intervenuta la polizia.La Signora era l'assistente sociale. Da quel momento la sua vita sarebbe cambiata drasticamente.


Roberto non era più il ragazzo di una volta: lo shock gli aveva sbiancato tutti i capelli e di notte gli incubi non lo facevano dormire, conferendo al suo aspetto delle borse pesanti sotto gli occhi.Era diventato silenzioso e quelle poche volte che apriva la bocca lo faceva solo per mangiare.Era riuscito a trovare una famiglia con cui passare il resto dell'adolescenza, ma sfortunatamente non si adeguò mai: vedeva quei nuovi genitori solo come una necessità per la sua sopravvivenza.Appena compiuti i 18 anni infatti abbandonò la scuola e la sua nuova famiglia, decidendo di trasferirsi in campagna e iniziare a lavorare la terra e curarsi di alcune mucche cavalli.Nel villaggio in cui si era trasferito la gente lo guardava con aria di curiosità e compassione e iniziarono a chiamarlo il Vecchio Bob.A lui quel nome stava bene: lo affascinava l'idea di poter fregare tutti quei contadini che da sempre si credono più intelligenti di qualsiasi altra persona. Ogni tanto, quando qualcuno lo salutava gridando "Ehila Vecchio Bob!", lui sogghignava immaginando la faccia che quel passante avrebbe potuto fare scoprendo che lui non era un vecchio, niente affatto.I primi anni di quella sua nuova vita passarono tranquilli e senza noie, ma più gli anni passavano e più Bob iniziava a sentirsi solo.Successe tutto in un giorno: il Vecchio Bob  aveva finito il mangime per le galline. Quel giorno era la festa di tutto il paese e i negozi erano chiusi. Corse subito dal vicino a chiedergli di prestargli un sacco di mangime: il vicino fu subito disponibile."Grazie! Come posso sdebitarmi? "Il vicino non ci pensò neanche un secondo:"Mia nipote Maria vuole andare alla festa questa sera, ma non ha nessun accompagnatore. Che ne pensi?"Il Vecchio ci pensò su: non amava le feste e di certo con le donne non aveva esperienza, ma quel buon uomo era stato così gentile e non se la sentiva di opporsi all'offerta.Alle sette di quella stessa sera passò a prendere Maria e rimase all'istante folgorato da quella donna straordinaria.Era sicuramente una delle creature più belle create da Dio:alta, capelli biondissimi come un campo di grano,ma erano gli occhi a renderla affascinante, uno era azzurro e l'altro verde.Passarono tutta la serata a ballare e chiacchierare e il Vecchio Bob non riusciva a toglierle gli occhi di dosso: quegli occhi l'avevano ammaliato e sentiva che non si sarebbe facilmente liberato di lei.Si sposarono pochi mesi dopo: era il 14 febbraio 2014 e il Vecchio Bob l'avrebbe ricordato per sempre come il giorno più bello della sua vita. In quella giornata aveva lasciato alle spalle il suo brutto passato e aveva deciso di pensare solo al futuro: si trovarono una casa meno isolata dal resto del villaggio, lui si tinse i capelli per sembrare meno vecchio e iniziò a frequentare molte persone,sempre accanto alla moglie e trovò lavoro come guidatore di un bus per accompagnare i bambini alle scuole. Un anno dopo sua moglie scoprì di essere incinta.Tutto sembrava andare per il meglio, ma arrivò la stramaledetta apocalisse zombie.

Quel giorno rimase per sempre impresso nella mente del Vecchio Bob, tormentandolo fino alla morte.Stava raccogliendo le patate dal campo,mentre sua moglie, che non poteva aiutarlo per via del pancione, si era seduta vicino al bosco, all'ombra mentre leggeva "Orgoglio e Pregiudizio" ad alta voce perché convinta che la bambina potesse sentire.Si prospettava una giornata calda e luminosa e Bob aveva approfittato del vento fresco del mattino per completare gli ultimi lavori, ma mezzogiorno arrivò presto e decise di prendersi una pausa.Si sistemò il cappello sulla testa, alzò lo sguardo per vedere sua moglie e notò qualcosa di strano: vide la figura del signor Castero avvicinarsi a Maria zoppicando e emettendo strani versi.Sua moglie guardò verso di lui spaventata: era diventata tutta pallida e aveva lasciato cadere il libro a terra."Maria?" La vide avvicinarsi a Castero e poggiargli le mani sulle spalle, ma il vicino non sembrava più in sé: continuava a emettere versi gutturali e cercava di addentarle il braccio.All'improvviso, con la coda dell'occhio, vide altre due persone avvicinarsi a sua moglie e nello stesso tempo in cui si era distratto il signor Castero morse sua moglie al braccio strappandole un gran parte di carne.Il Vecchio Bob lasciò cadere la vanga. Avvenne tutti in un attimo.Maria cadde a terra e si ritrovò subito schiacciata dal peso di quell'uomo che stava cercando di aiutare. Castero iniziò a morderla ovunque e venne presto raggiunto dagli altri due. Si erano avventati su sua moglie proprio come i leoni fanno con le gazzelle.Il Vecchio Bob stava correndo verso di lei,a gli sembrava di non avvicinarsi mai. Nella sua testa sentiva solo le urla di sua moglie e la paura fu così tanta che non riuscì a controllare la sua vescica.Finalmente raggiunse Maria e l'immagine che avrebbe per sempre tormentato i suoi sogni: quelle tre persone erano ricoperte del sangue di sua moglie e stavano mangiando pezzi del suo corpo. Ma uno su tutti lo colpì in particolar modo: teneva in mano un minuscolo braccio. Nello stesso istante sua moglie spirò.


Il Vecchio Bob non aveva più ragione di vita ormai. Dopo aver fermato i tre assassini di sua moglie, che morirono solo quando fracassò le loro teste, si sedette per terra accanto al corpo di sua moglie, gli occhi persi nel vuoto con aria catatonica.Perché continuava a vivere? Quale era il senso della sua esistenza? Aveva perso tutti: i suoi genitori, i suoi fratelli, sua moglie e sua figlia Serena, a cui era stata sottratta la possibilità di respirare, di correre a piedi nudi nel loro giardino, sorridere, parlare e passare del tempo con lui,il suo papà.Non era più niente.Roberto, Robertone, Il vecchio Bob, il figlio, il marito e il padre: tutte queste sfaccettature che lo caratterizzavano erano scomparse nel giro di pochi secondi.La decisione poteva essere una sola: se non aveva niente per cui valesse vivere anche solo un secondo in più in questo mondo crudele, allora perché ostinarsi a vivere?Prese il pullmino e andò al villaggio: il suo piano era quello di schiantarsi a tutta velocità contro il Palazzi Grande in cui aveva incontrato Maria per la prima volta.Arrivò al fondo della strada e da lontano vide quell'enorme palazzo: tutta la vita gli passò davanti.Prese velocità e percorse in pochi secondi metà della strada, quando all'improvviso una ragazza che trascinava un suo amico, probabilmente,le si parò davanti: frenò.L'incontro con Mely fu così brusco che lo colse alla sprovvista, ma lei le piaceva.Nei suoi occhi vedeva la sua figlia mai nata, sua moglie e sua madre.Amelia, anche se inconsapevolmente, lo aveva salvato: come un angelo sceso dal cielo, lo aveva fermato a un passo dalla morte.Ora si sentiva in debito e il suo nuovo compito, di questo ne era certo, era quello di proteggere Mely. A qualunque costo.

 

  
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