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Autore: Joy2000    23/04/2016    0 recensioni
A volte il destino è proprio strano...decide di far incontrare una ragazzina di strada con un rapper che viene dalla strada. E se nascesse qualcosa tra questi due? Magari un'amicizia che va oltre le apparenze e i pregiudizi? Non vi resta che dare uno sguardo: non ve ne pentirete!
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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MARSHALL POV-- eravamo arrivati alla fine di 8 mile. Vicino alla metro c'era un condominio piuttosto malandato con tutte le finestre spente eccetto una, al primo piano. Sentii il presentimento che Ash fosse lì, e che avremmo dovuto muoverci perchè ero certo che stesse succedendo qualcosa. Forzammo quindi il portone e bussammo alla prima porta che c'era. Ero agitato, e pensavo che se non avessi trovato lì il mio angelo, non avrei saputo dove cercarlo. Si sentii silenzio, poi una voce maschile che urlò "Chi è?" Senza rispondere il commissario, con la pistola in mano sfondò la porta con una spallata ben piazzata. Ci ritrovammo all'interno dell'appartamento. Ashley era lì, sdraiata sul divano con un uomo sopra di lei.
«Alza le mani e non ti muovere!» ordinò il commissario all'uomo. «È Jake?» chiese poi a Drake, mentre io mi precipitavo da Ashley. Il ragazzo annuì, mentre il commissario metteva le manette al bastardo.
«Ash, ci sei?» mormorai, accarezzandole il volto. Era seminuda, con numerosi lividi sparsi lungo tutto il suo corpo snello e tremante. Era bollente e aveva gli occhi chiusi e il respiro affaticato. Era pallida, con delle occhiaie solcate, con la fronte infuocata e con un occhio nero che mi fece pensare che quell'essere meschino la avesse picchiata.
Non mi rispondeva. Temevo il peggio.
«Che cazzo le hai fatto!!?» urlai contro Jake, avvicinandomi furiosamente a lui e regalandogli un cazzotto ben assestato in pieno viso che gli fece sanguinare il naso. Jake mi rise in faccia, una risata beffarda, inquietante, da pazzo. Volevo vederlo morto, ma la preoccupazione per Ashley era tale e tanta che mi dimenticai di Jake. Chiamai immediatamente un'ambulanza, mentre Drake cercava di capire cosa Ash avesse. Il commissario portò nella sua macchina lo spacciatore e lo accompagnò in commissariato. Io invece mi avvicinai a Drake, e cercammo di rivestire Ash. Ma anche vestita tremava ancora, così mi tolsi la felpa che indossavo e gliela misi addosso, rimanendo solo con una t-shirt, in una solita nottata fredda. Ma quella sera non sentivo freddo. Sentivo solo un'angoscia e una preoccupazione per di Ashley.
L'ambulanza arrivò e deposi Ash sulla barella. Mi raccomandai di tenerla d'occhio e feci andare Drake insieme, mentre io li seguii con la macchina
Giunti all'ospedale Ashley fu subito ricoverata. Non avevo idea di cosa avesse, ma mi ha raccontato Drake che nell'ambulanza i battiti stavano rallentando e la respirazione si stava affaticando sempre di più. Ma Ashleu era stata talmente forte da aprire piano gli occhi e sussurrargli 'Ti amo' per poi richiuderli di nuovo. Drake aveva gli occhi lucidi. Entrambi eravamo preoccupati. Entrambi non volevamo perderla. Solo al pensiero mi assaliva il panico. Non ce l'avrei mai e poi mai fatta a vivere senza di lei, era impossibile. La sua dolcezza, il suo umorismo, i suoi pensieri, la sua saggezza.
Ci andammo a sedere vicino alla sala operatoria. Più il tempo passava più l'ansia saliva.
 
Erano già due ore che era in quella sala e non si sapeva ancora niente. Drake poggiato al muro aveva chiuso gli occhi e si era addormentato. Io invece, troppo agitato per dormire non facevo che andare su e giù per il corridoio chiedendo di tanto in tanto se ci fossero novità. E puntualmente ogni volta l'infermiera scuoteva la testa e mi rispondeva di no.
Alle quattro e trenta del mattino, dalla sala uscì lo stesso medico che mi aiutò nella riabilitazione.. credo facesse Lawerence di cognome o qualcosa di simile.
«Allora dottore, come sta?» chiesi allarmato.
«La ragazzina ha rischiato la morte. C'è stato un momento in cui il cuore le si era fermato. Dopo numerosi tentativi di rianimazione per fortuna si è salvata. Le abbiamo fatto una lavanda gastrica. Il suo corpo aveva assunto una quantità di eroina pari a quattro dosi, e ben 35 grammi di cocaina. I suoi organi avevano smesso di funzionare. È un miracolo che sia viva, dico davvero. Per quanto riguarda le botte che ha evidentemente ricevuto, per fortuna non le hanno causato fratture ma solo colorati ematomi. Adesso è sotto anestesia e la stiamo portando nella stanza 117. Sono certo che le farà piacere trovarla accanto a lei, signor Mathers.» mi disse il dottore. Annuii stringendogli grato la mano. Poi mi precipitai nella stanza 117. Lasciai Drake riposare, raccomandando all'infermiera di avvisarlo che io ero al piano di sopra. Aprii la porta della stanza, vedendo il mio angioletto con gli occhi chiusi riposare. Mi sedetti sul letto accanto a lei, senza fare rumore e le spostai una ciocca di capelli dagli occhi, immaginando che potessero darle fastidio. Alla vista del suo volto sorrisi. Era bellissima, anche meglio di come me la ricordassi, nonostante quell'occhio nero. Chissà come si era sentita. Il dolore che aveva provato. La rabbia. La paura. Avrei dato qualunque cosa esserle stato vicino. Le diedi un bacio sulla fronte e come per magia si svegliò.---
ASH POV-- Aprii con molta lentezza gli occhi, vedendo inizialmente una figura sfocata davanti a me che sussurrava il mio nome. Sbattei di nuovo le palpebre e l'immagine fu chiara, nitida. Era Marshall. Gli saltai al collo stringendolo più che potevo. Lo toccavo, lo tastavo per avere conferma del fatto che non fosse un'allucinazione, ma che fosse reale, vero. Ed era così. Marshall mi strinse tra le sue forti braccia, accarezzandomi la testa e continuando a ripetermi che ormai ero salva. Non potevo crederci. Finalmente ero libera. Mi scappò una lacrimuccia dalla felicità, mentre continuavo a godermi l'abbraccio che durò un bel po'!
«Come stai tesoro?» mi chiese poi staccandosi. Aveva anche lui gli occhi lucidi...gli dovevo essere mancata tanto.
«Bene, ho solo un po' di dolorini, ma niente di grave. Non posso crederci di averti di fronte a me! Non puoi neanche immaginare quante volte ho desiderato di abbracciarti e di rivederti!» esclamai stringendogli la mano
«Tesoro, non puoi immaginare quante volte avrei voluto esserti vicina...ma l'importante ora è che sei qui accanto a me! A proposito, sbaglio o oggi è il compleanno di qualcuno?!» chiese retorico, alludendo al mio compleanno. Sorrisi, arrossendo un po'.
«Finalmente oggi divento maggiorenne!» dissi soddisfatta, felice, quasi incredula.
«Oggi entri a far parte nel mondo degli adulti...e io non ho neppure un regalo per te...mi spiace tesoro...»
«Mi hai salvato la vita, credi che non sia già abbastanza?» gli feci notare
«Guarda che il regalo lo hai fatto tu a me, non io. Finalmente sei qui.» ribattè lui...arrossii di nuovo.
«E Drake?» chiesi dopo qualche secondo ricevendo come un'illuminazione.
«È di sotto, stava riposando e ho preferito non svegliarlo...sono stati giorni stressanti per lui..» mi spiegò
«Capisco...come sta?» chiesi preoccupata
«Aveva paura di perderti, come me del resto. Ma quel tuo 'ti amo' gli ha dato la forza di sperare! Se vuoi te lo vado a chiamare subito.» mi propose, mentre già era pronto per alzarsi dal letto. Ma io lo frenai, prendendogli il suo braccio scoperto e freddo.
«Non ce n' è bisogno. Non lasciarmi sola...» mormorai. Eminem mi accarezzò la testa e si mise più vicino. Avevo ancora la paura addosso e un misto di sensazioni per tutto il corpo.
«Quando sarai pronta sappi che puoi parlarne con me, quando vuoi.» si riferì a ciò che era successo con Jake. Non avevamo ancora tirato fuori l'argomento. Io perchè non volevo ricordare la sera precedente. Marshall perchè sapeva di non dover spingere il dito nella piaga. Annuii sorridendogli per rassicurarlo.
«E la tua canzone? l'hai finita?» chiesi cambiando argomento
«Ehm...in realtà sì, e non solo quella!» mi confessò sorridendo
«Ma guarda un po' Slim Shady! Io manco per qualche giorno e lui ha già pronto un nuovo album!» lo sfottei io, scherzando
«Un nuovo album non ancora...però sicuramente un bel concerto sì...non appena ti riprendi cerchiamo di organizzarlo proprio qui a Detroit, che ne pensi?» Un concerto?! Di Eminem?! A Detroit?! Non ero più nella pelle! E io sarei andata a quel concerto, magari stanco anche in prima fila o a dirittura nel back stage!! Ero già talmente emozionata che schizzai fuori dal letto e mi misi a saltare per tutta la stanza come una pallina da ping pong!
«Hei hei, calmati! Torna nel letto che se ti vede il dottore ci caccia entrambi!» scherzò lui, facendomi tornare alla postazione. Ma rimasi comunque troppo felice, tanto che gli saltai di nuovo al collo stritolandolo! Ma il momento fu interrotto dal bussare della porta. Ci ricomponemmo entrambi e pronunciai "Avanti" in modo scandito. La porta si spalancò mostrando il ragazzo più bello sulla faccia della Terra: Drake. Vedendolo il cuore accelerò, il mio cervello pensò al mio primo bacio con lui, e i miei occhi divennero nuovamente lucidi. Euforica di vederlo gli corsi in contro, saltandogli in braccio e attaccandomi a lui stile koala. Fu una sensazione bellissima stringerlo e toccarlo e sentirlo vicino a me. Fu bellissimo accarezzargli i capelli. Fu bellissimo assaporare di nuovo le sue labbra dolci e carnose che mi erano mancate come i suoi occhi profondi e scuri. E anche io gli ero mancata, a giudicare con quanta forza mi strinse e con quanto amore mi baciò.
«Mi sei mancata amore!» mi sussurrò a fior di labbra con una dolcezza infinita che mi fece arrossire. Distolsi il suo sguardo dai suoi meravigliosi occhi, imbarazzata. Poi gli presi il viso tra le mani e glielo accarezzai, mormorandogli nell'orecchio quanto fosse stato brutto stare senza di lui per tutto quel tempo. Ad interrompere quel momento da favola della buona notte ci pensò Marshall
«Eheeem» si schiarì la voce «Direi che è arrivato il momento che io vi lasci soli...torno fra una decina di minuti. Trattamela bene!» si raccomandò con Drake, mentre usciva dalla porta, sul cui l'uscio c'eravamo ancora noi. Drake mi posò sul letto con delicatezza, piazzandosi accanto a me. Eravamo l'uno di fronte all'altra, osservandoci nei minimi particolari.
«In questo giorno importante per te ho pensato ad un piccolo pensiero per te. Sarà il promemoria del mio amore infinito che provo per te. » mi disse rompendo in silenzio e alzandosi in piedi. Inserì la mano nella tasca dei suoi jeans per cercare non so cosa. Ne estrasse una scatolina di velluto nero che guardai stupita. «Chiudi gli occhi» mi ordinò poi. Sentii le sue dita sul mio collo e poi un corpo freddo, estraneo, che al tatto sembrava...un ciondolo! Aprii gli occhi e abbassai lo sguardo. Era una catenina con appeso il ciondolo dell'infinito. Drake me la agganciò con amore e io fui emozionata dal suo regalo.
«Amore è bellissima! Non dovevi!»
«Ti sta di incanto, dolcezza!» mi disse poi, tenendomi la mano e passando alle mie labbra. Fu uno dei momenti più teneri della mia vita. Finalmente avevo ritrovato la pace, con due bellissimi uomini al mio fianco che nessuno e ripeto nessuno, mi avrebbe più tolto!
 
 
Un mese dopo, a Detroit, sul palcoscenico.
Non lo avrei mai creduto possibile, e invece ero lì sul palco, nel back a guardare Eminem che si esibiva in tutta la sua bravura. Aveva da poco finito il suo ultimo album Recovery e la canzone "Not Afraid" che già gli avevo sentito canticchiare qualche volta era spettacolare, come tutte le altre del resto. E vederlo rappare sul palco, di fronte a centinaia e centinaia di persone, durante un concerto gratuito era veramente qualcosa di straordinario! Lo osservavo con ammirazione, mentre le luci colorate lo attraversavano rendendolo più importante di quanto già fosse. La folla era in delirio, e dopo aver cantato le canzoni dei suoi precedenti album, si stava godendo le nuove opere. Nell'ultimo mese ce ne erano successe tante, ma entrambi avevamo avuto la forza di combattere e di andare avanti, forza che attingevamo l'uno dall'altra. Io ero la sua fonte, lui la mia. E quella canzone rappresentava la nostra lotta, contro la droga, contro il mondo. E rappresentava la lotta di tutti coloro che ogni giorno combattevano per il lavoro, per la malattia o semplicemente per piccoli grandi problemi. Perchè in fondo la vita è una, non è come un nintendo, bisogna lottare per godersela.
FINE
  
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